Libri di Antonello Mattone
Il Consiglio regionale della Sardegna
Salvatore Mura, Antonello Mattone
Libro
editore: Ilisso
anno edizione: 2025
pagine: 392
Bosa la città e il territorio
Antonello Mattone
Libro
editore: Carlo Delfino Editore
anno edizione: 2016
Velio Spano. Vita di un rivoluzionario di professione
Antonello Mattone
Libro
editore: Edizioni Della Torre
anno edizione: 1978
pagine: 218
Antifascismo in Sardegna
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Edizioni Della Torre
anno edizione: 1986
pagine: 760
Settecento sardo e cultura europea. Lumi, società, istituzioni nella crisi dell'antico regime
Antonello Mattone, Piero Sanna
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2007
pagine: 384
Questa raccolta di saggi sulla Sardegna del secondo Settecento coglie da un'inedita angolatura storiografica i nessi profondi che legano le specifiche vicende della società isolana alle esperienze dell'assolutismo riformatore e alla crisi dell'antico regime in Europa. L'arco cronologico abbraccia il lungo cinquantennio che dall'avvio della politica riformatrice del ministro Bogino (1749-1773) giunge all'età napoleonica e alla precoce restaurazione assolutistica durante l'esilio della casa sabauda.
Lord Nelson e la Sardegna. Da La Maddalena a Capo Trafalgar: vittoria e morte
Lucio Artizzu
Libro: Libro rilegato
editore: Edizioni Della Torre
anno edizione: 2008
pagine: 240
Reduce dalle strepitose vittorie di Aboukir o del Nilo (1798) e di Copenhagen (1801), l'Ammiraglio Lord Horatio Nelson, il 16 maggio 1803, venne nominato Comandante in Capo del Mediterraneo con lo scopo di battere la flotta francese, asserragliata nel porto di Tolone. In vista di quest'evento, decise di mettere al riparo la flotta e si diresse nell'Arcipelago di La Maddalena, scegliendo la rada di Mezzo Schifo quale permanente punto d'appoggio e dove le navi, il 31 ottobre del 1803, poterono finalmente gettare le ancore. Nel corso del soggiorno nell'Arcipelago, che si protrasse fino al gennaio del 1805, Lord Nelson ebbe modo di conoscere le grandi potenzialità strategiche della Sardegna, posta nella posizione più felice del Mediterraneo e tempestò di lettere i ministri della Corona perché si adoperassero per impadronirsi della Sardegna, in qualsiasi modo, anche proponendone al Re sabaudo l'acquisto per la cospicua somma di 500.000 sterline. Ovviamente quello di Lord Nelson fu e rimase un desiderio impossibile; certo è che egli mai cessò di rimpiangere l'ardito e vano sogno di acquisire l'Isola alla sua Patria nel timore che la Sardegna finisse nelle mani dell'odiata Francia.
Le origini dello studio generale sassarese nel mondo universitario europeo dell'età moderna
G. Paolo Brizzi, Antonello Mattone
Libro
editore: CLUEB
anno edizione: 2014
pagine: 508
Storia della Facoltà di giurisprudenza dell'Università di Sassari 8secoli XVI-XX)
Antonello Mattone
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2017
pagine: 1037
Frutto di approfondite ricerche, questo volume ripercorre la storia della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Sassari dalle origini seicentesche sino ai primi anni Sessanta del Novecento. Pur essendo una facoltà dimensionata sui bisogni di un'utenza locale, caratterizzata dalla ristrettezza del suo bacino di reclutamento, dovuto al pesante condizionamento insulare, esercitò un peso decisivo nella vita civile e sociale sassarese, dove ebbe funzione di vera e propria "fucina" delle classi dirigenti locali. Antonello Mattone pone inoltre in rilievo il contributo originale dato dalla Facoltà alle problematiche del dibattito giuridico nazionale e internazionale, soffermandosi sulla circolazione delle idee e delle esperienze, attraverso una serie di medaglioni biografici dei suoi più illustri professori, da Enrico Besta ad Arturo Rocco, da Lorenzo Mossa a Carlo Arturo Jemolo, da Antonio Segni a Massimo Severo Giannini, da Giuseppe Capograssi ad Antonio Pigliaru.
La riforma Gentile e la sua eredità
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2023
pagine: 440
La riforma degli ordinamenti scolastici e universitari, degli esami e dei programmi di insegnamento che va sotto il nome di «riforma Gentile» venne decisa nei venti mesi (31 ottobre 1922-1° luglio 1924) in cui il filosofo fu ministro della Pubblica istruzione nel primo governo Mussolini. Focalizzato sulla riforma degli ordinamenti universitari, questo volume si sofferma, in particolare, sugli ambiti disciplinari e sui problemi concreti della sua attuazione. Infatti la «legge» Gentile, pur salutata come «la più fascista delle riforme», si collocava in sostanziale continuità con la politica della Destra liberale. Pertanto negli anni successivi alla sua approvazione venne attuata una progressiva modifica di quelli che erano i suoi cardini innovativi, come l'alta qualificazione degli atenei e dell'insegnamento universitario.
L'irrisolta questione sarda. Economia, società e politica nel secondo Novecento
Sandro Ruju
Libro: Libro in brossura
editore: CUEC Editrice
anno edizione: 2018
pagine: 322
L'ampio saggio di Sandro Ruju comparve venti anni fa nel volume della Storia d'Italia Einaudi dedicato alla Sardegna contemporanea. La ricerca affrontava una serie di tematiche fino ad allora poco indagate: dalla ripresa della vita democratica dopo la seconda guerra mondiale alle speranze e alle illusioni del piano di Rinascita, dall'emigrazione al malessere delle zone interne, dalla nascita dei poli industriali allo sviluppo del turismo, sino alle trasformazioni della Sardegna nell'età post-industriale. Si tratta, come osserva Antonello Mattone nella prefazione, di una ricerca pioneristica e innovativa che spiega la presente ristampa, corroborata da un'inedita rassegna bibliografica degli studi più recenti. Prefazione di Antonello Mattone.
Don Juan Vivas de Cañamas. Da ambasciatore spagnolo in Genova a viceré del Regno di Sardegna
Antonello Mattone
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
Quella del nobile valenzano Juan Vivas de Cañamás (1581-1625) è una biografia emblematica di quello che Cervantes definiva il «secolo di ferro». Ricoprì la carica di ambasciatore spagnolo presso la Repubblica di Genova (1600-1623), allora vero e proprio crocevia della politica europea, dove seguì tutte le complesse operazioni finanziarie delle banche liguri sul debito pubblico spagnolo, e si adoperò per scongiurare l’alleanza tra il duca di Savoia e la Francia e per reprimere i moti antispagnoli genovesi. Allo scoppio della Guerra dei Trent’anni seguì le fasi dell’occupazione spagnola della Valtellina, camino decisivo per i collegamenti tra l’Italia e le Fiandre. Nel 1622 chiese la nomina a viceré del Regno di Sardegna: la sua carica si innestava nel nuovo corso del conte-duca di Olivares. A Cagliari si mostrò un fedele esecutore di quella politica “assolutista” tesa a comprimere le istanze particolaristiche locali. Lo scontro tra il viceré e i ceti privilegiati sardi si verificò nel Parlamento del 1624, quando Vivas in contrasto con gli ordini cetuali volle far approvare l’istituzione della flotta delle galere e dei provvedimenti antibaronali nell’agricoltura. La nobiltà cagliaritana inviò a Madrid numerosi memoriali tesi a screditare la politica autoritaria del viceré. Egli tuttavia, utilizzando le contrapposizioni campanilistiche, riuscì a far approvare i provvedimenti. Le inchieste amministrative a suo carico lo scagionarono da ogni addebito, ma solo dopo la morte di Vivas avvenuta a Sassari nel 1625. Negli ultimi mesi del suo viceregno predispose un piano di difesa militare della Sardegna da un possibile attacco della flotta francese.
La Sardegna nella Grande Guerra
Libro: Libro in brossura
editore: Gaspari
anno edizione: 2020
pagine: 800
È nota la fondamentale importanza che la Grande Guerra ha avuto nella storia della Sardegna contemporanea, in primo luogo per il grande tributo di sangue e di mobilitati offerto dall'Isola alla causa nazionale: sui 870.000 abitanti che annoverava allora l'Isola, i mobilitati furono 98.142, ossia il 12% circa della popolazione complessiva, mentre i caduti e i dispersi furono circa 18.000, oltre il 17% dei richiamati e il 2% dell'intera popolazione. Al di là del grande tributo di sangue, non meno significative furono le conseguenze politiche, culturali e identitarie che la Grande Guerra determinò nella coscienza collettiva del popolo sardo. Il dopoguerra, anche in virtù delle gesta eroiche dei suoi soldati, in particolare dei fanti della Brigata Sassari, segnò in modo irreversibile la coscienza identitaria sarda. La partecipazione alla guerra aveva consolidato la maturazione di una profonda coscienza autonomistica nei confronti dello Stato centralizzato, che si era comportato nei confronti della Sardegna come colonizzatore. Tale coscienza, che il ventennio fascista non riuscì a scalfire, rivive nello Stato repubblicano come patrimonio condiviso di tutte le forze politiche. La coscienza autonomistica maturata nella Grande Guerra dalle masse contadine che avevano partecipato al conflitto costituisce il filo rosso della storia della Sardegna contemporanea, nel cui alveo la cultura identitaria e la politica regionale continuano a muoversi ancora oggi.

