Libri di Benedetta Barbisan
La nostra libertà e la libertà degli altri
Eleanor Roosevelt
Libro: Libro in brossura
editore: Eum - Centro Edizioni Università di Macerata
anno edizione: 2023
pagine: 275
Sbaglieremmo se pensassimo che le vere First Ladies americane siano solo quelle ritratte a colori. Eleanor Roosevelt, l’unica ad aver trascorso alla Casa Bianca ben quattro mandati, dal 1933 al 1945, ha saputo impressionare l’immaginario con la sua schiettezza, specie in ordine alle questioni razziali, la sua autonomia di pensiero – essendo stata la prima consorte presidenziale a scrivere regolarmente su giornali e periodici e a condurre programmi radiofonici –, la sua abilità diplomatica e politica in qualità di delegato degli Stati Uniti all’Assemblea Generale dell’ONU. Come Presidente della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, è universalmente considerata la madre della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 ed è ancora oggi un fulgido esempio di libertà e determinazione femminili. Da queste prolusioni, tenute in diverse università americane e francesi fra il 1948 e il 1958, affiora la sua capacità visionaria fuori dal comune e il convincimento ideale con cui riuscì a promuovere il dialogo fra nazioni e culture diverse per la costruzione della pace, quando il mondo era appena sopravvissuto agli orrori della Seconda guerra mondiale e un nuovo totalitarismo contendeva alle democrazie il dominio della Terra.
Patriottismo costituzionale. Il caso italiano in prospettiva comparata
Benedetta Barbisan
Libro: Libro in brossura
editore: Editoriale Scientifica
anno edizione: 2022
pagine: 288
Che la nostra Costituzione sia da considerarsi la più bella del mondo è ormai un topos del lessico comune, ma gli italiani hanno con essa un rapporto tiepido col rischio di uno scollamento perturbante. È la ‘teatralità’ della stessa forma di governo, priva delle norme forti del parlamentarismo razionalizzato tedesco, ad aver assorbito lo spazio e l’attenzione pubblici utili alla costruzione di un patriottismo costituzionale. Diffuso anche in ordinamenti diversi dalla Germania, come la Spagna, il Libano, la Malaysia, l’India, il patriottismo costituzionale si presenta in due versioni: una rigida, con una visione della Costituzione dogmatica e chiusa, e una flessibile, capace di rigenerare una cultura costituzionale sbiadita. È, questa seconda, ciò di cui il nostro vivere insieme avrebbe bisogno per riconquistare alla Costituzione la centralità che merita.
Un bene per l'umanità
Marie Curie
Libro: Libro in brossura
editore: Eum - Centro Edizioni Università di Macerata
anno edizione: 2022
pagine: 117
Nata nel 1867 a Varsavia, allora parte dell’impero russo, ma naturalizzata francese, Marie Curie è stata la prima donna a vincere un premio Nobel (1903, Fisica) per i suoi studi sulla radioattività e l’unica donna ad averne vinti due (1911, Chimica), quest’ultimo assegnatole per aver isolato il radio allo stato puro. È stata anche la prima donna a salire in cattedra alla Sorbona, dopo l’improvvisa scomparsa nel 1906 di suo marito Pierre, investito da un carro sotto la pioggia in Rue Dauphine a Parigi. La stessa Marie Curie morirà di leucemia a causa della costante esposizione alle radiazioni che, a tutt’oggi, rendono le sue carte e persino i suoi libri di cucina pericolosi da maneggiare. Così come per il precedente volume dedicato ad Alexander Fleming, la collana propone le prolusioni di un altro gigante della scienza contemporanea, il cui ingegno e spirito di sacrificio hanno significato così tanto per il genere umano, in un torno di tempo in cui è essenziale ricordare l’importanza della scienza per la difesa della salute e della vita di tutti.
Come un pedone sulla scacchiera
Alexander Fleming
Libro: Libro in brossura
editore: Eum - Centro Edizioni Università di Macerata
anno edizione: 2022
pagine: 171
A leggere la prolusione che Fleming pronunciò a Harvard nel 1945 – pochi mesi prima di ricevere il Premio Nobel per la medicina, insieme a Boris Chain e Howard Florey, per la scoperta della penicillina – appare evidente come un fil rouge abbia percorso gli eventi più determinanti della sua esistenza: il caso. Fu per un caso, che il suo intelletto e l’impegno seppero poi trasformare in destino, che Fleming riuscì a lasciare la fattoria di famiglia in Scozia e quindi, inizialmente sprovvisto di mezzi, a iscriversi a medicina, a lavorare con l’esimio Sir Almroth Wright e, da garzone di laboratorio quale era, a fare la sua prima scoperta, il lisozima, osservato – di nuovo, per caso – come fermento di secrezioni e tessuti umani e poi rivelatosi capace di dissolvere alcuni batteri. Nel riconoscere la determinante influenza del caso, del fortuito sulla sua stessa carriera, però, Fleming non poteva non sottolineare l’importanza di praticare uno sguardo eccentrico sulle cose, pronto a cogliere nella stravaganza di un dato, o di un fatto, l’indizio di quella necessità conseguente al caso su cui, vent’anni più tardi, Jacques Monod, un altro Nobel della medicina, incardinerà la duale possibilità della scoperta scientifica e dell’avanzamento della scienza. Fu l’imprevisto a guidare il suo intuito; eppure non lo avrebbe mai saputo cogliere senza l’apertura mentale che viene sì dalla conoscenza e dal duro lavoro, ma non meno dall’anticonvenzionalismo e da uno sguardo capace di sospendere l’incredulità.
Anni memorabili
Winston Churchill
Libro: Libro in brossura
editore: Eum - Centro Edizioni Università di Macerata
anno edizione: 2022
pagine: 171
Nessun uomo politico ha occupato posizioni di governo nel corso di entrambe le guerre mondiali del secolo scorso. Nessuno a parte Winston Churchill, un testimone del Novecento fuori dal comune anche per la personalissima maestria con le parole, agevolata da un ingegno fulmineo, da una lingua affilata e da un inesauribile vocabolario. La sua produzione letteraria – cinquantuno libri (di cui undici postumi) raccolti in ottanta volumi, accompagnati da centinaia e centinaia di articoli scritti come corrispondente di guerra in India, Sudan e Sudafrica per permettersi l’acquisto delle scorte di Pol Roger con cui innaffiava immancabilmente i suoi pasti – ammonta a più di quanto scrissero Charles Dickens e William Shakespeare messi insieme, il che fa del Premio Nobel per la Letteratura che gli venne conferito nel 1953 un riconoscimento tutt’altro che onorario. Churchill fu anche un instancabile oratore, e altrettanto abbondante è il numero di discorsi che tenne nel corso della sua vita. Dotato di una notevole memoria, che gli aveva guadagnato un premio scolastico per l’abilità di recitare a braccio lunghissimi poemi, non mancava però mai di provare i suoi discorsi, di cui scriveva numerose versioni, ripetendone ad alta voce i passaggi cruciali – e segnando pause e sottolineature retoriche – mentre misurava a grandi passi la stanza. Fu così che riuscì a trasformare persino la sua pronuncia blesa e la lieve balbuzie in uno strumento di efficace retorica. Immaginandolo arringare i colleghi a Westminster o le folle che ne amavano la capacità di leadership, è meno noto che alcuni fra i suoi più celebri e intensi discorsi Churchill in verità li tenne nelle università e nelle scuole. La selezione che proponiamo riunisce cinque prolusioni tenute negli anni fra il 1941 e il 1949 nelle università di Harvard, Zurigo e al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e nelle public schools di Harrow e Westminster. Fu davanti a un uditorio composto da docenti e studenti, dunque, che Churchill intonò per la prima volta il suo storico incitamento a non arrendersi mai (‘Never give in’), impiegò per la prima volta la locuzione di suo conio ‘cortina di ferro’ e auspicò la creazione degli Stati Uniti d’Europa, fino ad alludere con stile visionario alla sfida mondiale di tenere insieme la pace fra i popoli e lo sviluppo tecnico-scientifico.
Corte costituzionale e Corti europee. Fra diversità nazionali e visione comune
Giuliano Amato, Benedetta Barbisan
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2016
pagine: 124
Per la prima volta nella sua veste di giudice costituzionale, in questo libro Giuliano Amato ripercorre con avvolgente finezza giuridica e appassionato coinvolgimento umano alcune decisioni della nostra Corte e delle Corti europee in materia di diritti della persona. Ne scaturisce un intreccio di voci, che porta con sé la diversità di argomenti e soluzioni, i rimandi e le resistenze che contraddistinguono la dialettica plurale e polimorfica fra i giudici costituzionali nazionali e quelli europei. È anche una riflessione sul ruolo dei giudici, sulla loro legittimazione e il rapporto con gli altri poteri e, soprattutto, sul destino della casa comune europea, stretta fra la rivendicazione delle diversità nazionali e l'emergere di una visione condivisa. Perché è qui, del resto, che è racchiusa la storia dell'Europa unita: nella ricerca di quello che abbiamo in comune, anche se ancora non abbiamo interamente scoperto che cosa sia.
Nascita di un mito. Washington, 24 febbraio 1803: Marbury v. Madison e le origini della giustizia costituzionale negli Stati Uniti
Benedetta Barbisan
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2008
pagine: 149
Marbury v. Madison è convenzionalmente considerata la sentenza che ha inaugurato il sindacato di costituzionalità negli Stati Uniti, la prima in cui una legge del Congresso sia stata dichiarata illegittima per contrasto con la Costituzione federale. In realtà, il caso acquisì l'importanza che gli è universalmente riconosciuta solo alla fine dell'Ottocento, quando la Corte Suprema se ne servì come precedente per giustificare le sue controverse decisioni a favore dei detentori del capitale e contro i fautori della redistribuzione fiscale. Da allora, in dottrina come in giurisprudenza, di frequente ne è stato fatto un uso strumentale, piegando ciò che la sentenza effettivamente dice a ciò che si voleva farle dire. Con questa ricostruzione, il libro non si propone di defraudare Marbury del suo pregio nella storia del diritto americano, ma di esaltarla per sottrazione, secondo le ragioni che ne conservano il potere talismanico proprio dei miti.