Libri di C. Casalini
La rinascita del pianeta. Conversazioni con Paul Ricoeur
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 141
Attendere la rinascita? È questa la proposta che ci viene da Paul Ricoeur in questa scelta di interviste che spaziano dalla bioetica all'ecologia, dalla giustizia al tema, così caro ai filosofi francesi, del possibile ruolo dell'intellettuale nella società contemporanea. Partendo sempre dalla propria esperienza personale - di orfano di entrambi i genitori, di studioso, di prigioniero di guerra, di docente universitario - Ricoeur propone una lettura di alcuni temi caldi del nostro tempo e assieme addita la direzione di una "rinascita" che, ricomponendo i rapporti sociali, porti in sé la risoluzione o almeno una maggiore coscienza dei dilemmi etici sulle grandi tappe della vita e sulla corretta gestione del pianeta Terra. Su questi punti Ricoeur è chiaro. Il rapporto verticale tra istituzioni e individui deve essere integrato da organismi orizzontali, di prossimità, da "cellule del buon consiglio" che non lascino mai solo l'uomo di fronte alla società nel suo complesso. A partire da questo, Ricoeur propone di superare il dualismo tra una giustizia istituzionale, monolitica, e la pluralità delle etiche individuali, costruendo "sfere di giustizia" in cui la visione dell'altro come controparte si trasformi nella "via buona" del riconoscimento e della relazione.
Tragedia intitolata Libero arbitrio
Francesco Negri da Bassano
Libro: Libro in brossura
editore: Anicia (Roma)
anno edizione: 2014
pagine: 304
Francesco Negri (1500-1563), benedettino convertito alla Riforma e rifugiato a Chiavenna, pubblica, in coincidenza con l'apertura del Concilio di Trento, un testo teatrale in volgare italiano dal preciso fine pedagogico: compendiare le accuse rivolte dai riformati al cattolicesimo romano, per fornire strumenti utili alla controversia e al proselitismo. La sua "Tragedia intitolata Libero arbitrio", riedita in versione accresciuta nel 1550 e presto tradotta in latino, francese e inglese, mette in scena la battaglia religiosa sul difficile palcoscenico del teatro dottrinale. Negri compone il suo dramma nei classici cinque atti, lo intitola "Tragedia" in omaggio alla teoria aristotelica dei generi ma lo infarcisce di apporti comici e basso-corporei, e sceglie una prosa decisamente antiteatrale, radicalizzando il recente modello del Pasquillus extaticus di Celio Secondo Curione. Nella sua opzione per un "teatro da leggere", in linea con la sua vocazione di maestro, Negri costituisce un momento fondamentale della ricerca culturale dei primi riformati italiani, in bilico tra la tradizione umanistica e i suggerimenti del teatro popolare in lingua tedesca.
Dentro il pensiero selvaggio. L'antropologo e i filosofi
Claude Lévi-Strauss, Marcel Hénaff
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2013
pagine: 91
Lévi-Strauss rilegge Marcel Mauss e interpreta il suo saggio sul dono come occasione per spiegare il fondamento "scambista" delle società. La proibizione dell'incesto si basa sulla necessità di scambiare doni, donne, risorse. Questo dà alle strutture di parentela una forza esplicativa sorprendente. L'umanità si "imparenta" perché il principio unificatore è una sorta di scambio economico di beni. Sarà questo uno dei punti più contrastati e contestati del pensiero di Lévi-Strauss ed in qualche modo in questa intervista il maestro lo ammette e cerca di aggiustare il tiro ma è vero che a questo punto saranno i suoi discepoli a mettere un po' in dubbio le invenzioni del maestro. E avverrà negli Stati Uniti o comunque nel mondo anglosassone più che in Francia. Se ne accorgeranno i più geniali discepoli, come Marshall Sahlins che rileggerà le strutture di parentela all'interno del legame mutuale che tiene insieme le società. Sarà un po' l'antropologia delle emozioni, l'antropologia del corpo e della sessualità, saranno le stesse conquiste dell'antropologia di "genere" di Unni Wikan, Janet Carsten, Susan Carol Rogers, George Lakoff a mettere in dubbio che il sistema delle emozioni possa essere ridotto a una struttura linguistica. Non che il maestro non volesse prendere in considerazioni queste dimensioni, ma la sua lettura "mentalistica" delle società offriva il fianco ad un riduzionismo che poi è quello da cui pericolosamente sono nate le neurolinguistiche.
Impressioni irlandesi
Gilbert Keith Chesterton
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2013
pagine: 140
Sembrano lontani i giorni di Londonderry, della Domenica di Sangue, quelli in cui i pub di Londra saltavano in aria col loro carico di odio irlandese verso il tiranno britannico. E sembra addirittura quasi spenta l'eco della Rivolta di Pasqua, di Michael Collins, dell'lRA, se non ci fossero una mitologia rock o il cinema hollywoodiano a mantenerla viva e toccante nella memoria del pubblico occidentale. Le "Impressioni irlandesi" dello scrittore britannico Chesterton ci proiettano in quei momenti con la crudezza della testimonianza diretta, ma anche con l'acuta precisione di un osservatore che vuole capire. Scritte in occasione del viaggio intrapreso da Chesterton nel 1918 su invito dell'amico e poeta William Butler Yeats, le "Impressioni" traggono spunto dai luoghi fisici, dai segni e dai simboli della cultura irlandese per ragionare sull'essenza di quella terra e sul carattere di quel popolo. In questo sforzo di riflessione, per il bene anche del Regno Unito, le "Impressioni irlandesi" attraversano le profondità dello spirito d'Irlanda, affrontano a viso aperto gli errori storici dell'Inghilterra, e grazie alla penna fine di un grande scrittore ci offrono una serie inarrestabile di fulminanti verità, valide per ogni tempo e ogni luogo. Il risultato - come scrive Gregory Dowling nell'Introduzione - è quello di un libro straordinariamente generoso. Una generosità di spirito che perfino George Bernard Shaw, amico sempre critico di Chesterton, ammise, recensendo per primo le "Impressioni irlandesi".
Sulla testimonianza. Processo alla grande guerra
Jean N. Cru
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2012
pagine: 92
Era fra quelli che combatterono a Verdun, e questa esperienza segnò la sua vita. Tanto che volle, primo fra gli storici della grande guerra, pubblicare le testimonianze dei soldati sopravvissuti. La guerra vista "dal basso", con gli occhi di chi l'ha combattuta. Contro l'immagine eroica e trionfale costruita dai politici e dai generali che vollero nascondere la disfatta europea prodotta dall'"inutile strage". Nel libro che lo rese famoso, Témoins, uscito nel 1929 suscitando polemiche e reazioni anche violente, Norton Cru fa parlare, esclusivamente, ex combattenti, quasi tutti soldati, rari gli ufficiali. Insomma i "poilus", come i francesi avevano ribattezzato, con orgoglio e ammirazione, chi visse quella tremenda esperienza sul fronte occidentale. Era un "saggio di analisi e di critica delle memorie dei combattenti edite in francese tra il 1915 e il 1928". L'esperienza della guerra aveva reso Norton Cru insofferente alla letteratura bellica che, spesso, scrive di cose che non conosce e non ha vissuto: "Considero un sacrilegio fare del nostro sangue e delle nostre angosce materia di letteratura". In quell'opera monumentale, che gli costò anni di lavoro, Norton Cru classificava e analizzava oltre trecento racconti di guerra, per verificarne la veracità o la loro dipendenza alle menzogne diffuse dall'establishment francese. Il libro fu rifiutato da tutti gli editori e pubblicato a spese dell'autore.
La crisi spirituale dell'uomo moderno
Hossein Nasr Seyyed
Libro: Copertina morbida
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2012
pagine: 158
Se il rapporto tra uomo e natura, in tutte le sue forme, si presenta oggi come sopraffazione e dominio, la responsabilità grava sul mondo occidentale e sulla cultura che, come ne ha determinato la leadership, ne minaccia ora la sopravvivenza: tra i capostipiti filosofici Francesco Bacone, teorico del primato del pensiero scientifico; e Cartesio, che ponendo il "cogito" al centro della metodologia, ha reso onnipotente la soggettività umana. A partire da questi presupposti filosofici, muove l'autore di questo saggio per sviluppare una critica della civiltà occidentale moderna, che oggi rischia drammaticamente la propria autodistruzione: l'inquinamento, l'invenzione di armi chimiche e batteriologiche sempre più potenti, l'imporsi di forme estreme di manipolazione genetica delle risorse alimentari, sono gli effetti dell'abuso che l'uomo occidentale ha fatto e continua a fare delle proprie capacità e un segnale che impone un cambio di direzione rapido e radicale. Nasr, di religione musulmana ma anche studioso della tradizione cristiana, indica la via per ritrovare la sacralità della natura e "comprendere pienamente il significato simbolico delle forme, dei colori e dell'aspetto delle cose che ci circondano". In sostituzione di una "filosofia della natura" che l'attuale visione scientifica del mondo fisico ha cancellato, occorre ritrovare una "teologia della natura" che eviti le derive mistiche e razionaliste e riscopra le basi della gnosi. Prefazione di Martino Doni.
Indignazione e psicologia della classe media
Svend Ranulf
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2012
pagine: 227
L'anno scorso le piazze di mezzo mondo si sono riempite di manifestanti: una folla indistinta e, forse, indistinguibile di persone si è mossa puntando il dito contro governi, borse e agenzie di rating. Gli spagnoli, tra i primi a manifestare, hanno prestato il nome a tutti gli altri: si è sviluppato, così, il movimento degli "indignados". Ma che cos'è l'indignazione sociale e come si origina tra le masse? Che cosa può suscitarla e quali sono i gruppi sociali più sensibili a questo sentimento? Svend Ranulf cercò di dare risposta a questi interrogativi già nel 1938, e questo libro offre una sintesi delle sue ricerche. Ranulf conduce uno studio ad ampio respiro passando al setaccio l'evoluzione della società protestante e puritana, di quella cattolica, ma anche delle società israelita, indù e cinese, fino a toccare ordini sociopolitici come il nazismo e il bolscevismo. Al cuore dell'analisi del sociologo l'impulso degli individui a infliggere la punizione al trasgressore della legge morale condivisa: e in tutte queste società, la classe portatrice di questo risentimento è quella piccolo borghese, o, dove non si presenta la forma capitalistica occidentale, la classe medio-bassa. Lo sfogo del sentimento dell'indignazione diventa quindi un fenomeno politico e può fungere da collante per l'adesione delle masse a un leader, come nel caso del nazismo, o diventare un'arma in più nelle mani del totalitarismo per allentare il legame sociale tra gli individui, come nel caso dell'Urss staliniana.
La resa di Santiago e altri racconti di guerra e di frontiera
Frank Norris
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2010
pagine: 110
"Avevo udito il Miserere nella Cappella Sistina, e al confronto con l'alzarsi della bandiera sulla città di Santiago, era opéra-comique", scrive Norris nel 1898 da Cuba. A Santiago, nel luglio del 1898, l'esercito degli Stati Uniti e i volontari d'assalto guidati da Teddy Roosevelt entravano in città a conclusione di una guerra lampo, cacciando per sempre la Spagna da Cuba. Frank Norris si trovava sul posto come corrispondente di guerra per vari giornali di San Francisco, inviato appena in tempo per assistere alle ultime e più epiche fasi della guerra. Uomini e cavalli all'ombra della bandiera a stelle e strisce, dove si scrive la Storia. L'epica delle manovre e delle battaglie, il dramma delle città affamate, il sano riso dell'amicizia virile, notti nella giungla, mezzogiorni di fuoco nel deserto, l'assurdità del destino e l'irriducibile solitudine di reduci, mandriani, avventurieri ed eroi: tutto questo nei reportages della guerra ispano-americana di Frank Norris e nei suoi racconti, tra Cuba, l'Africa e il vecchio West. Questo libro raccoglie le storie di guerra che Norris scrisse come inviato a Cuba e in altri luoghi dove l'America ha difeso le sue "frontiere". Queste pagine fanno di Frank Norris uno dei pionieri del reportage sui luoghi di guerra che hanno reso grande il giornalismo dei nostri tempi, senza venir meno alle ragioni della scrittura letteraria.
Chicago (La febbre del grano)
Frank Norris
Libro
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2010
pagine: 336
Una grigia e invernale Chicago di fine Ottocento; la Borsa merci più importante del mondo; il principe dei suoi titoli, il grano, e uno sciame di uomini, trascinati dal turbinìo travolgente e incessante di un gorgo, quello delle contrattazioni, che alle loro vite tutto dà e tutto toglie. Tra i fragori che assordano la sala Borsa, gli improvvisi mulinelli dei ribassi o le inarrestabili spinte dei rialzi con effetti a catena sui prezzi, sui salari e sulla vita di interi popoli va in scena la vicenda di Curtis Jadwin, self-made man, immobiliarista di successo e grande speculatore, devoto americano, che non resiste alla tentazione dell'investimento, e quasi senza accorgersene si ritrova innalzato sulla cresta dell'onda, acclamato come il più grande investitore di La Salle Street. Accanto a lui, gli uomini del Pit (la zona dedicata allo scambio del grano): Landry Court, giovane broker e suo fedele scudiero; Charlie Cressler, il vecchio amico che biasima la speculazione; Sam Gretry, il socio che trascina Jadwin verso il suo drammatico destino. E dietro queste quinte di città si delinea l'altro universo: quello delle donne e della vita domestica, con le sorelle Dearborn, sorde al richiamo della Borsa e incapaci di condividere l'adrenalina del mercato: la moglie Laura, di affettata raffinatezza e sua sorella Page, giovane e un po' bacchettona. Le sorti di tutti sono appese ai trionfi e ai rovesci del grano che, come una divinità primordiale aspira, mescola e rigetta le vite dei singoli senza posa.
Il Dio degli increduli (Villon e Rabelais)
Étienne Gilson
Libro: Libro in brossura
editore: Medusa Edizioni
anno edizione: 2009
pagine: 124
In questo piccolo libro, Étienne Gilson (1884-1978), filosofo cattolico neotomista si occupa di due autori apparentemente lontanissimi dal suo campo di indagine: François Villon, il poeta francese del Quattrocento autore della celeberrima Ballata degli impiccati, ladro, malfattore, bandito, per lo più ritenuto ateo; e François Rabelais, l'autore del Gargantua e Pantagruele, letto generalmente come pre-libertino, carnale, pagano e mondano, fastidito dalla teologia proprio a causa del suo passato di frate francescano. «Bisognerebbe mettersi nelle condizioni di comprendere i testi, prima di commentarli». Sulla base di questo principio, Gilson smonta queste immagini semplificate dimostrando la familiarità di Villon e Rabelais con la Bibbia, la patristica e il lessico filosofico medievale, il che dà ancora più forza alla posizione di eccentricità scelta dai due scrittori. Basta leggere il Gargantua, dice Gilson, grattare appena la superficie delle parole e delle locuzioni, per trovarvi la ripresa di luoghi biblici e teologici, così familiari all'orecchio dell'uomo medievale, da non poter sfuggire nemmeno al più distratto dei commentatori. È una lettura che fa giustizia di tanti facili alibi storiografici, come la "frammentazione postmoderna". Non ci sono frammenti se non dove non si ha voglia di raccoglierli: questa è la sostanza del monito di Gilson, a suo modo progressivo e, nel nostro tempo, anche costruttivamente eretico.