Libri di Carlo De Rita
Geopolitica dell'umano. L'orizzonte cosmopolitico
Carlo De Rita
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2023
pagine: 144
Se è vero che la spazialità geografica condiziona la concezione territoriale dell'interesse nazionale degli Stati, è altrettanto vero, però, che è l'insondabile «verso dove» della potenza rappresentazionale dell'umano quella «comune natura delle nazioni», come la chiamava Vico, che orienta le visioni politico-spaziali del mondo, dove l'antagonismo geopolitico risulta irriducibile al solo realismo strategico. Il traumatico «ritorno della geopolitica», che nella contemporaneità ha sancito l'illusione della «fine della storia», può essere considerato anche come l'inatteso profilarsi per l'orientamento esistenziale dei popoli della Terra di un nuovo orizzonte cosmopolitico, sospeso tra deriva ambientale tecnocapitalista dell'Antropocene, Capitalocene, e geopolitica siderale della salvazione.
Desiderio e istituzione. Per un'antropologia politica della soggettività
Carlo De Rita
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2007
pagine: 224
Se è vero, con Gehlen, che non è possibile "un'emancipazione dello spirito dalle istituzioni", ossia che non può darsi soggettivazione se non nella mediazione delle istituzioni, tramite cui solo può rendersi possibile un'idividuazione psichica e collettiva della soggettività, non per questo si deve considerare impraticabile un'assunzione dell'autonomia istitutiva dell'istanza desiderante del soggetto e una conseguente emancipazione dal suo assoggettamento ideologico all'eteronomia normativa dell'ordine simbolico dell'istituzione sociale. Se nella globalizzazione tardocapitalista si assiste a un arretramento delle istituzioni, a un turn to the subjective, alla soggettivazione intesa unicamente come il ritrarsi della soggettività nella presunta immediatezza dell'interiorità, nella pretesa di potersi relazionare a sé ed agli altri senza la mediazione sociale di alcun ordine simbolico, ciò dipende proprio dall'estremizzazione del processo di de-istituzione della soggettività dalla potenza istitutiva del desiderio, e dalla sua istanza politica di partecipazione al conflitto istitutivo intorno alla produzione sociale del senso, nell'estetizzazione mediatica del godimento.