Libri di Fedor I. Tjutcev
La Russia e l'Occidente. Con un saggio di V. S. Solovev
Fedor I. Tjutcev
Libro: Libro rilegato
editore: Beatrix Editions
anno edizione: 2016
"La Russia e l'Occidente" raccoglie gli scritti storico-politici del poeta e diplomatico russo F. I. Tjutcev. Nella presente edizione la raccolta è preceduta dal saggio, intitolato "La poesia di Tjutcev", che il filosofo russo V. S. Solov'ëv dedica, nel 1895, all'opera poetica e filosofica di Tjutcev. Nato a Ovstug, da una famiglia appartenente all'antica nobiltà moscovita, Fëdor Ivanovic Tjutcev (1803-1873) è uno dei più grandi poeti russi. Profondamente ammirato da Fet, Dostoevskij e soprattutto Tolstoj, egli si impone, già durante gli ultimi anni del XIX secolo, come maestro e precursore della successiva poesia simbolista. La sua attività letteraria si intreccia, in maniera indubbiamente feconda, con la carriera diplomatica che egli intraprende giovanissimo come impiegato del Ministero degli affari esteri a Monaco. Nella vivace capitale bavarese Tjutcev trascorre più di vent'anni, accumulando esperienze spirituali e culturali che segneranno profondamente lo sviluppo del suo pensiero storico e artistico.
Ultimo amore. Poesie in vita e in morte di Elena A. Denis'eva
Fedor I. Tjutcev
Libro: Copertina morbida
editore: Edizioni dell'Erba
anno edizione: 2015
pagine: 40
Poesie
Fedor I. Tjutcev
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2011
pagine: 152
Appartenente a una famiglia dell'aristocrazia moscovita, Fèdor Ivanovic Tjutcev (1803-1873) fu diplomatico oltre che eminente poeta, e dopo aver iniziato la carriera nel Collegio degli Affari esteri di Pietroburgo operò come incaricato speciale a Monaco di Baviera - dove frequentò Heine, Schelling e gli ambienti del Romanticismo tedesco - e a Torino, dove visse dal 1837 al 1839. Nel 1836 alcune sue liriche furono pubblicate dalla rivista di Puskin "Il contemporaneo", suscitando i primi, ampi consensi. Nel 1844 tornò definitivamente in Russia, mentre la sua fama di poeta cresceva dopo i riconoscimenti tributatigli da Turgenev, Fet, Dobroljubov. Il suo universo poetico è un coacervo di visioni cosmogoniche e di rappresentazioni metafisiche che rispecchiano un dualismo di tipo manicheo: vi sono due mondi, il Caos e il Cosmo, e il secondo altro non è se non l'organismo vivente della natura, un'essenza viva e pulsante ma secondaria rispetto al Caos, l'unica vera realtà, di cui il Cosmo rappresenta un'effimera scintilla. La cosmogonia di Tjutcev si nutre di contrasti tra inaccessibili vertici di perfezione e desolate lande nordiche o spaventosi abissi dominati dal disordine notturno e dall'instabilità spettrale del fato. A questo mondo che non conosce la gioia del possesso, ma solo la perdita, la caduta, il rimpianto, e insieme la vertigine del solitario destino umano, dà voce la versione di Tommaso Landolfi, scrittore affine a Tjutcev per sensibilità e magistero poetico.