Libri di Gaetano P. Agnini
A mio padrea alpino. Il diario di mio padre nella grande guerra, che volle partire «volontario» per seguire l'ideale dell'irredentismo
Gaetano P. Agnini
Libro: Copertina morbida
editore: Aviani & Aviani editori
anno edizione: 2015
pagine: 272
"Il diario di mio padre, che volle partire 'volontario' per seguire l'ideale dell'irredentismo. Pagine poco conosciute della Grande Guerra, sul filo del ricordo di eroi noti e ignoti. A quasi cento anni dal conflitto che infiammò l'Europa e coinvolse e sconvolse il mondo, si possono ricavare nelle vicende italiane, sia del periodo di guerra sia del dopo guerra, aspetti nuovi, talvolta inquietanti e inediti. Una storia vera basata su documenti originali che porta alla luce fatti e angosce umane dalla ritirata sui monti dell'Alta Carnia, attraverso la cattura e il trasporto dei prigionieri nei lager, fino ai 'convegni alpini', dove si ritrovavano, in silenzio e senza fanfare, i vivi per ricordare, gioire della vita per chi è sopravvissuto e rendere onore ai morti. A corredo il 'prezioso' testo del discorso tenuto a Milano da Cesare Battisti 'Gli alpini', e il quadro delle perdite dei Reggimenti Alpini, terribile misura del tributo di sangue di questi reparti."
Don Carlo Gnocchi, alpino cappellano
Gaetano P. Agnini
Libro
editore: Mursia
anno edizione: 2011
pagine: 176
Quasi a fianco di don Gnocchi e dei suoi giovani alpini, l'Autore ricostruisce la "storia alpina" di don Carlo e ripercorre idealmente il doloroso cammino che dopo la campagna d'Albania con gli alpini della "Julia", li avrebbe condotti in Russia, sul fronte del Don, con la "Tridentina" e infine in patria. Attraverso queste pagine si va alle radici della santità di don Gnocchi che risiedono nella sofferenza vissuta e assunta quasi per osmosi dai suoi alpini. Attraverso testi e testimonianze dirette, viene presentata l'attività svolta da don Gnocchi al rientro in Italia a favore delle famiglie dei caduti e dei partigiani, attività che continua tuttora grazie alla Fondazione che porta il nome del cappellano alpino e che è testimonianza attiva e continua della santità che non ha fine.