Libri di Giovanni Cristina
Biografie di paesaggi boschivi. Nuove ricerche di geografia e storia
Libro: Libro in brossura
editore: Viella
anno edizione: 2025
pagine: 292
Lungi dal rappresentare paesaggi “naturali”, i boschi italiani hanno alle spalle una densa storia. Per secoli le aree verdi hanno rappresentato una risorsa e sono state interessate da molteplici usi, diritti, sistemi produttivi che ne hanno condizionato nel tempo estensione, composizione e la stessa ecologia. Larici, faggi, ma anche pecore e ronchi: questo volume è un viaggio in tante storie locali di boschi alpini e appenninici. Unendo geografia, storia, ricerca di terreno e analisi cartografica, si propone un approccio biografico ai paesaggi boschivi per riscoprire i processi di biodiversificazione, gli effetti paesaggistici delle pratiche produttive e le eredità dei patrimoni storico-ambientali, per una ricerca geografico-storica che possa anche sostenere l’attuale programmazione ambientale sostenibile.
Il porto di Catania nel lungo Ottocento. Infrastrutture, traffici, territorio (1770-1920)
Giovanni Cristina
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2019
pagine: 230
Il volume ricostruisce da una prospettiva di longue durée di circa un secolo e mezzo il difficile percorso di accesso della città di Catania al mare. Nel lungo passaggio dall’età moderna a quella contemporanea, infatti, la complessa relazione tra un centro urbano vivacizzato dalla ricostruzione post-terremoto del 1693 e una costa siculo-ionica già «occupata» da altre realtà marittime più consolidate si giocava sulla capacità da parte della «Capitale» etnea di dotarsi di un porto artificiale che potesse aggiungere nuovi sbocchi «geo-commerciali» alle opportunità derivanti dal legame tradizionale con un hinterland agricolo, ma anche «minerario», sempre più esteso e penetrante verso l’interno. Il libro ricostruisce, dunque, da una prospettiva «marittima», l’ascesa di Catania nelle gerarchie urbane prima regionali, cioè a partire dal secondo ’700, e poi anche nazionali, dall’Unità all’avvento del fascismo. Si tratta di una scalata che parte dal progetto «modernizzatore» del principe di Biscari e che prosegue con l’espansione dei traffici commerciali e con la progressiva ma difficoltosa costruzione delle strutture portuali, da integrare, a partire dalla metà dell’800, alla nascente rete ferroviaria. Tutto sommato, una storia di una «successful city», che però non riesce a sciogliere pienamente lo scarto tra aspirazioni, visioni del futuro e realtà del presente, in cui si perpetua continuamente la rincorsa tra infrastrutture e traffici. Potenzialmente sempre espandibili nel futuro – e inadeguate nel presente – le prime; incapaci di stabilizzarsi e superare le fluttuazioni momentanee del mercato, i secondi. Dinamiche che fanno di Catania un interessante caso di studio nel panorama dell’Europa mediterranea durante il «lungo Ottocento».
Il Pilastro. Storia di una periferia nella Bologna del dopoguerra
Giovanni Cristina
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2017
pagine: 300
Il Villaggio del Pilastro – questa la sua denominazione «ufficiale» – è un complesso di edilizia pubblica sorto negli anni '60 all'estrema periferia nord-orientale di Bologna. Appartenente dal punto di vista amministrativo al quartiere San Donato, il Pilastro fu costruito grazie a un'intesa tra il locale Istituto Autonomo Case Popolari e il Comune di Bologna per soddisfare la domanda di alloggi generata dall'immigrazione degli anni '50 e '60. Il Pilastro è stato rappresentato, spesso in maniera stereotipata, come un quartiere degradato, «meridionale» e pericoloso. In sostanza, un'«anomalia» rispetto all'immagine di Bologna negli anni '60-'70, realtà valorizzata anche all'estero come un virtuoso modello di amministrazione cittadina. Sulla base di una documentazione in gran parte inedita, il volume ricostruisce la storia del Pilastro agganciando la vicenda locale ad alcune questioni cruciali del dopoguerra, come gli effetti del «miracolo economico », la continuità tra fascismo e Repubblica nelle scelte in materia di pianificazione urbanistica, le politiche nazionali e locali di edilizia pubblica, le forme di mobilitazione dei cittadini nelle stagioni dei «movimenti », la mobilità sociale e l'evoluzione demografica e «geografica» della società italiana. Rifuggendo sia le strettoie interpretative del binomio periferia-degrado, che quelle apologetiche o vittimiste del quartiere «ghetto», inteso come «confino» volontariamente pianificato per i ceti emarginati, il volume adotta inoltre una prospettiva temporale e spaziale volutamente ampia, che collega la vicenda del Pilastro ai processi di costruzione delle periferie urbane a partire dall'800 e, più in generale, al ciclo evolutivo delle città italiane dall'Unità ad oggi.

