Libri di Giulio Camillo Delminio
L'idea del theatro. Con «L'idea dell'eloquenza», il «De trasmutatione»e altri testi inediti
Giulio Camillo Delminio
Libro: Copertina rigida
editore: Adelphi
anno edizione: 2015
pagine: 340
"L'idea del theatro" è fra le opere che meglio incarnano lo splendore che l'arte della memoria - nutrita di ermetismo e lullismo, neoplatonismo e suggestioni magiche, astrologiche e cabalistiche - conosce nel Cinquecento. Rispetto ai trattati mnemotecnici lo scarto è vertiginoso: la griglia di classificazione che il suo autore, Giulio Camillo, ci offre (quarantanove "luoghi", contrassegnati da una o più immagini, che nascono dall'incrocio fra l'ordine verticale dei sette pianeti e quello orizzontale dei sette gradi) funziona infatti come una scacchiera che, grazie al movimento e alla combinazione delle sue componenti, è in grado di generare nuovi significati e nuovo sapere: come una mente artificiale, dunque, sicché ricordare diventa pericolosamente simile a creare, o ricreare, il mondo. Ma c'è molto di più: Lina Bolzoni, che ne ha a lungo indagato l'intricatissima e frammentaria tradizione manoscritta, ci rivela infatti che "L'idea del theatro" è in realtà solo la sintetica rievocazione di un immane progetto, un Teatro della memoria (o Casa della sapienza) la cui natura resta incerta (libro, edificio, maquette di legno, modello puramente mentale), ma che intravediamo audacemente sospeso tra idea e macchina, metafisica e mito alchemico. Un progetto così ammaliante da sedurre intere generazioni e da riaffiorare nelle forme più sorprendenti e imprevedibili: da una misteriosa villa in Friuli descritta dal Doni sino alle opere d'arte contemporanee di Marino Auriti e Achilles Rizzoli.
Chiose al Petrarca
Giulio Camillo Delminio
Libro: Libro in brossura
editore: Antenore
anno edizione: 2009
pagine: 548
Il commento di Giulio Camillo all'opera del Petrarca spicca nel panorama dell'esegesi petrarchesca del '500 per l'originalità e la ricchezza delle fonti segnalate. Egli non si limita alla mera ricostruzione del "romanzo" dell'amore di Petrarca per Laura ('Rerum vulgarium fragmenta') ma valuta, con puntuali riscontri, le suggestive (spesso indebite) interpretazioni platonizzanti; individua le strutture formali che saranno modello della poesia moderna ('Canzoniere'); scava nell'intertestualità petrarchesca, con una fittissima rete di rinvii e riferimenti alle possibili fonti classiche, volgari e, soprattutto, provenzali per le quali individua una qualche forma di relazione. Paolo Zaja ha selezionato le chiose camilliane scritte negli anni Trenta del '500 in forma di appunti per l'insegnamento e, pur nella veste approssimativa della scrittura destinata alla comunicazione orale, ci consegna intatta la cifra del commento dello studioso friulano.