Libri di Kenneth Goldsmith
From concrete to liquid to spoken worlds to the word
Andrea Bellini, Mathieu Copeland, Carla Demierre, Brian Droitcour, Karl Holmqvist, Kenneth Goldsmith, Quinn Latimer
Libro: Libro in brossura
editore: Lenz Press
anno edizione: 2022
pagine: 178
Ctrl+C, ctrl+V (scrittura non creativa)
Kenneth Goldsmith
Libro: Copertina morbida
editore: Produzioni Nero
anno edizione: 2019
pagine: 286
E se a reinventare la letteratura fossero proprio quelle tecniche di scrittura rimaste a lungo escluse dal suo campo d'azione, come l'elaborazione testi, la programmazione e la crittografia? Se a dare nuova sostanza all'atto creativo fossero il plagio, l'appropriazione, il furto e quindi, in fin dei conti, la non originalità? In questo libro/manifesto - veloce, provocatorio, a tratti irriverente, ma ricco di riferimenti storici - Kenneth Goldsmith tenta di ripensare la figura dello scrittore (ma anche del lettore) contemporaneo. Non più un genio romantico e isolato, ma un programmatore di linguaggio, un pensatore interconnesso che predispone e si prende cura di una complessa «macchina da scrittura». Il linguaggio è ormai ovunque, i testi si moltiplicano, persino le nostre immagini, i nostri video, la nostra musica, sono fatti di lettere. Di fronte a questa proliferazione, dobbiamo per prima cosa imparare a negoziare e gestire l'enorme quantità di testo a cui siamo esposti. Partendo dal modo in cui le arti visive hanno reagito all'avvento della fotografia, Goldsmith tenta di ripensare la creatività dal suo apparente azzeramento, tracciando una narrazione che attraversa, intrecciandoli, gli ultimi cento anni di storia della letteratura e delle arti visive: dalla poesia concreta fino ai più recenti esperimenti post-internet, dal situazionismo alla videoarte, passando per James Joyce, Walter Benjamin, Jonathan Lethem e Cory Doctorow.
Perdere tempo su internet
Kenneth Goldsmith
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2017
pagine: 184
Tutti perdiamo tempo su Internet, arrivando persino a colpevolizzarci per quanto siamo soliti saltabeccare da un sito all'altro. Ma siamo davvero sicuri che stiamo sprecando del tempo? Per Kenneth Goldsmith non è affatto così perché, a differenza dei vecchi media, Internet ci obbliga a un coinvolgimento attivo, facendoci diventare più sociali, più inventivi, e persino più produttivi. Goldsmith sviluppa queste sue provocatorie intuizioni sostenendo che le nostre vite digitali stanno rimodellando l'esperienza umana. Quando stiamo «perdendo tempo», in realtà creiamo una cultura della partecipazione, leggiamo e scriviamo di più, anche se in modo diverso. E mandiamo a gambe all'aria i concetti di autorità e autenticità. Internet ci fa entrare in uno stato intermedio tra l'estrema attenzione e il naturale fluire del subconscio, la condizione ideale per la creatività. Dove tutto ciò ci condurrà è uno dei segreti del XXI secolo ancora tutto da scoprire.