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Libri di Marco Sterpos

Il divin furore. Romanzo della vita di Vittorio Alfieri

Il divin furore. Romanzo della vita di Vittorio Alfieri

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Setteponti

anno edizione: 2025

pagine: 194

Un libro al quale è da riconoscere oltre alla natura di romanzo storico anche quella di studio letterario in quanto Sterpos lo ha scritto con l'intenzione di far rivivere Alfieri sia come uomo che come scrittore e lo ha perciò realizzato attingendo largamente alle opere dello stesso Alfieri ed ai numerosi studi precedenti da lui dedicati alle opere del poeta astigiano. L'autore immagina dunque un Alfieri che a conclusione della sua vita la ripercorre tutta quasi raccontandola a sé stesso. Secondo Sterpos, una simile ondata di ricordi avrebbe sommerso il poeta nella sua ultima notte, quella sull'8 ottobre 1803, nella quale, come si sa dalla lettera dell'abate Caluso che narra la sua morte il poeta, anche per l'azione di oppio somministratogli probabilmente in dosi elevate, si vide veramente scorrere davanti molti importanti ricordi della sua vita. È dunque lo stesso Alfieri a ripercorrere la propria vita narrando le sue avventure… Il lettore può così rivivere tutte queste vicende e tutta la carriera letteraria di Alfieri, rendendosi ben conto come il furore sia stata la nota assolutamente dominante della sua vita perché con furore l'indomito Vittorio la visse, soprattutto nelle sue tre grandi passioni: nell'ordine la poesia, l'amore e i cavalli.
14,00

Commedie

Commedie

Vittorio Alfieri

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2024

pagine: 551

Il volume è arricchito da una ricca appendice di risorse online, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film). Pubblicando per la prima volta un’edizione commentata delle sei Commedie di Alfieri si è inteso offrire a un pubblico più vasto opere finora conosciute solo da una cerchia limitatissima di studiosi. In realtà queste Commedie alfieriane hanno avuto una scarsa fortuna anche di critica, e ciò perché il grande Astigiano è stato sempre esaltato come sommo tragico, mentre è stato ignorato o sminuito come comico. Le sue opere nell’ambito di quel genere sono state considerate capricciose bizzarrie di un Alfieri minore: in effetti la critica alfieriana ha cominciato a occuparsi seriamente delle Commedie, riconoscendone l’importanza e il valore, solo a partire dagli anni Settanta del secolo scorso. Va detto subito che la comicità delle Commedie non è quasi mai gratificante, e anche il riso è raro, e per lo più amaro, più da satira che da commedia, ma la sua natura sarcastica non la rende meno geniale. Delle Commedie le prime quattro sono politiche, dedicate a dichiarare la sfiducia assoluta per tutti i classici regimi di governo: la monarchia nell’Uno, l’oligarchia nei Pochi, la democrazia nei Troppi, mentre L’Antidoto propone un regime misto che dovrebbe rappresentare il tipo di governo ideale. La quinta è La Finestrina, definita dallo stesso autore «aristofanica» e rappresenta, per riconoscimento generale, la commedia nella quale l’estro comico alfieriano si esprime ai più alti livelli, sia per stile che per invenzione, e quella dove si aprono maggiori spiragli verso una comicità leggera e ariosa. Grandiosamente cupo è invece il mondo della sesta commedia, Il Divorzio, che rappresenta la sola opera nella quale Alfieri abbia messo in scena un ambiente borghese. Con questa commedia, che è anche la sua ultima opera in assoluto, Alfieri dà il suo addio alla letteratura, esprimendo col furore creativo delle opere più riuscite la visione pessimistica del mondo e della realtà italiana in cui si trovava immerso. Nelle Commedie ha poi un’eccezionale importanza il linguaggio, che per rappresentare una realtà così greve e triviale deve essere inevitabilmente “basso”, ma anche vigoroso ed espressivo, veramente da stile comico-satirico: in una parola espressionistico ante litteram. E Alfieri lo trova nel vernacolo fiorentino parlato, che dopo dieci anni di permanenza a Firenze era certamente in grado di comprendere, gustare e usare tanto efficacemente da coglierne la linfa vitale e farla circolare nelle Commedie. Il fiorentino che Alfieri fa parlare ai suoi personaggi è tanto vero, e naturalmente realistico, da risultare pienamente godibile ancora oggi, al punto che da qualche scambio di battute si può perfino ricavare l’illusione di star ascoltando un dialogo odierno tra fiorentini.
24,00

Fine di secolo

Fine di secolo

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Setteponti

anno edizione: 2023

pagine: 246

"Fine di secolo" è romanzo storico ambientato nella seconda metà dell'Ottocento italiano, nei primi quarant'anni del regno d'Italia nato nel 1861, e inizia nel paesino di Castelbosco, immaginario ma verosimilmente collocato in area fiorentina, dove il protagonista, Carlo Tonelli, figlio del barbiere del paese, sembra destinato a passare tutta la vita nella bottega del padre invece che essere avviato agli studi come la sua intelligenza e le sue vastissime letture gli permetterebbero. Ma il piccolo Carlo, detto Carlino, grazie all'aiuto di uno zio fiorentino diverrà infatti maestro elementare, e si dedicherà a questa professione con tutto sé stesso, mettendo a frutto la sua non comune cultura. Si dedicherà all'educazione non solo dei bambini delle elementari ma anche degli adulti, e tanto appassionatamente e intelligentemente da divenire un protagonista della lotta, condotta da un gruppo scelto di veri educatori per portare il nascente regno italiano, afflitto da un analfabetismo all'ottanta per cento e privo di una vera scuola pubblica, a quel livello minimo di istruzione senza il quale uno stato non può avere lunga vita: una lotta in qualche momento eroica, contro l'ignoranza, i pregiudizi e non di rado anche contro l'aperto ostruzionismo di certa borghesia reazionaria convinta che dare l'istruzione al popolo significhi mettergli in mano un'arma pericolosa e favorire il diffondersi di idee sovversive. In questa sua lotta, Carlo trova il sostegno di un grande amore che, nato quando il maestro è giovanissimo al suo primo anno di insegnamento, si sviluppa irresistibilmente e percorre tutta la sua vita: l'amore di Sandra, figlia di un padre ricchissimo, egoista e tirannico, al quale la ragazza si ribella fino alla rottura per sposare Carlo, che ella ama, di un amore totale che non conoscerà eclissi. E nella sua non lunga vita Carlo si troverà a incontrarsi o scontrarsi anche con personaggi illustri, tra i quali Giosuè Carducci e Francesco Crispi, riscuotendo anche significativi apprezzamenti, ma questi primi quarant'anni del nuovo regno saranno drammatici per tutti e l'Italia unita, tanto desiderata e sognata, finirà col rivelarsi per Carlo e per la sua famiglia ingrata e matrigna, ed il maestro sembrerà, allo scoccare della fine del secolo XIX, uscire sconfitto. Ma non è così, e l'autore non vuole chiudere il libro pessimisticamente: le idee che Carlo ed altri come lui hanno lasciato non potranno essere cancellate e i semi da loro gettati germoglieranno nel seguente secolo XX sia pure a prezzo di lacrime e di sangue.
14,00

Il grande Verga. La narrativa e il teatro

Il grande Verga. La narrativa e il teatro

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Setteponti

anno edizione: 2022

pagine: 266

L’autore si è assunto il compito di onorare con questo libro il centenario della morte di Giovanni Verga non certo nell’intenzione di scrivere una commemorazione rituale, ma perché spinto da un amore per il grande scrittore siciliano, in lui già nato negli anni degli studi giovanili, e dalla convinzione che Verga sia stato il protagonista e il maestro di una grandiosa rivoluzione narrativa ed espressiva che ha investito con la sua ondata innovativa non solo la narrativa del secondo Ottocento ma anche quella del Novecento: secolo nel quale praticamente tutti i romanzieri hanno dovuto in quale modo confrontarsi con lui. Partendo da queste premesse l’autore si è cimentato in un discorso che abbracciasse l’intera opera verghiana, sia nel campo della narrativa che in quello del teatro, nell’intenzione di destinare tale discorso sia agli studiosi di letteratura, anche “specialisti” di Verga, sia ai lettori che, pur interessati agli studi letterari hanno poca o nessuna dimestichezza con il maestro. Ripercorrendo dunque tutta la parabola dell’opera verghiana.
14,00

Giambi ed epodi

Giambi ed epodi

Giosuè Carducci

Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio

editore: Edimedia (Firenze)

anno edizione: 2021

pagine: 208

Questa raccolta, in cui Carducci volle riunire tutte le sue più corrosive poesie di protesta scritte col nome di battaglia di Enotrio Romano – cioè da «contestatore implacabile della meschinità e corruzione che scopre nella civiltà italiana del tempo» (Curi) – negli ultimi decenni è stata al centro di discussioni animate e talvolta addirittura aspre: i critici, se si sono divisi sul significato da dare a questa poesia ribellistica e iconoclastica, si sono trovati però d’accordo nel confermare la centralità dei Giambi ed epodi nel panorama della poesia italiana del secondo Ottocento. Opera certo non sempre lineare e non priva di qualche sbavatura: non mancano infatti, accanto alle poesie in cui prorompe convincente la forza eversiva della satira, anche l’affiorare di qualche dissonante pregiudizio (in primo luogo certa misoginia) e – per quanto riguarda la resa formale – alcune estemporanee cadute di stile, spia di un’occasionale stanchezza d’ispirazione. Ma si tratta di rilievi puntuali, che non compromettono il valore complessivo dell’opera: in effetti con i Giambi ed epodi Carducci ha assemblato una raccolta di satira politica, civile e di costume, che conserva una sua sorprendente “attualità”. L’interesse non è dunque dato solo dal valore artistico e letterario, ma anche dalla consapevolezza di conservare, pure nell’Italia di oggi, un sorprendente sapore di contemporaneità, e di offrirsi come fecondo terreno di stimolo e riflessione. Questa versione è arricchita da una ricca appendice di risorse esterne, con QR code che rimandano a documenti disponibili in rete (siti web, testi, articoli, video, interviste, spezzoni di film).
16,00

Studi carducciani vecchi e nuovi

Studi carducciani vecchi e nuovi

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Edizioni Setteponti

anno edizione: 2021

pagine: 244

Nel libro sono raccolti nove studi carducciani, dei quali per la verità solo uno è inedito, mentre gli altri otto sono apparsi su riviste negli anni tra il 2008 e il 2019. Ma in realtà anche sugli articoli già pubblicati l'autore è intervenuto su varianti e aggiunte talvolta anche rilevanti, cosicché egli pensa di poter onestamente affermare che anche i saggi “vecchi” contengono novità. Marco Sterpos è anche convinto che questi studi, sia pur scaglionati nell'arco di dodici anni, non costituiscano una mera somma di saggi, ma sviluppino un discorso coerente e organico. Il primo capitolo è dedicato alle idee del Carducci giovanissimo, tra gli anni 1854 e 1857, come educatore e promotore dell'educazione popolare. Il secondo tratta invece del giudizio morale nella poesia carducciana, che si esprime nell'opposizione tra gli aggettivi «pio» e «reo». Nel terzo l'autore mette a confronto le «rime aspre e chiocce» di Dante con il verso che Carducci scelse per la sua poesia satirica e battagliera, che egli chiamò «roggio», concludendo che nel forgiare questo verso Giosue ebbe ben presente la lezione di quelle «rime» dantesche. Il quarto capitolo tratta delle teorie linguistiche di Carducci e della sua aspra polemica col «manzonismo de gli stenterelli», rappresentato da personaggi come il Bonghi e il Broglio, ma anche con lo stesso Manzoni. Seguono poi due capitoli dedicati a lettere scritte a Carducci da persone a lui vicine o vicinissime e riemerse negli anni più recenti: quelle rimaste dell'amata Lina (capitolo V) ed una del marito di lei il generale Domenico Piva (capitolo VI). Nel capitolo VII l'autore tratta dei «grandi comunicatori» nella poesia carducciana, cioè di personaggi, tra storici e leggendari, che Carducci fa parlare attribuendo loro grandi doti oratorie capaci di affascinare gli uditori. L'ottavo capitolo è dedicato alla storia e alla geografia del Piemonte in Carducci e intende mostrare l'immagine che il poeta (ma anche il prosatore) ha della regione nei suoi aspetti geografico paesaggistici e nella sua storia, e il ruolo di grande protagonista che egli riconosce al Piemonte come patria di Alfieri e stato attorno a cui si è potuta realizzare l'unità d'Italia. Infine il nono capitolo è dedicato alla raccolta dei dodici sonetti del "Ça ira" nella quale Carducci maturo e ormai tornato all'ovile monarchico torna a sacrificare alle "muse della barricata" e al mito della "grande rivoluzione", con una "rappresentazione epica" degli storici avvenimenti del grande e terribile mese di settembre 1792 che fece nascere la repubblica francese.
15,00

Il poeta, la donnissima e il generale. Il grande amore di Giosue Carducci

Il poeta, la donnissima e il generale. Il grande amore di Giosue Carducci

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Mucchi Editore

anno edizione: 2020

pagine: 256

La storia d'amore tra Giosue Carducci e Lina Cristofori, moglie del generale Domenico Piva, ha sempre esercitato un notevole fascino sull'autore nei suoi molti anni di studi carducciani: personaggi divenuti così familiari da "costringerlo" a raccontare la loro storia in un libro che potrebbe collocarsi nella categoria manzoniana dei «componimenti misti di storia e d'invenzione». Il "corpus storico" è rappresentato dalle lettere rimaste, quasi seicento di Carducci e una settantina di Lina, e dalle poesie dedicate all'amata. L'invenzione colma i tasselli, spesso volutamente eliminati, di un legame scomodo, di cui si parlava con imbarazzata reticenza: basti pensare che nell'Edizione Nazionale dell'epistolario, tutte le lettere a Lina figurano indirizzate all'immaginaria Lidia delle poesie carducciane. Al centro della storia c'è naturalmente Carducci con la sua personalità vigorosa e passionale, espressa sia negli slanci d'amore più ardente, sia nelle esplosioni di gelosia frenetica, ma sua degna compagna è Lina, per Giosue la «donnissima», signora raffinata e colta che, pur avendo avuto certamente anche altri amori passeggeri, amò davvero soltanto il poeta. Molta attenzione è riservata anche al marito generale, Domenico Piva, persona non di eccelsa levatura che non riuscì mai a farsi amare dalla moglie, ma che seppe mostrarsi nobile e magnanimo, accettando questo legame per amore di lei, per lui degna solo di un amore sublime. Sullo sfondo della vicenda amorosa si intravede poi quell'Italia del secondo Ottocento che si avviava a diventare "umbertina", di cui Carducci sarebbe diventato il cantore riconosciuto e osannato: emergono soprattutto gli ambienti politici e militari con i quali il poeta si trovò ad avere frequenti contatti, specialmente durante la sua storia con Lina.
18,00

Amarcord da una vita. Guerra, scuola università e ricerca, sport, Facebook

Amarcord da una vita. Guerra, scuola università e ricerca, sport, Facebook

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Mucchi Editore

anno edizione: 2018

pagine: 335

L'autore afferma di aver raccolto in questo libro le memorie di quasi ottant'anni di vita non per far mostra del proprio io né per parlare della sua vita privata, che in queste pagine non trova alcuno spazio: molti ricordi personali accumulati in quasi ottant'anni di vita gli servono qui soprattutto come punto di partenza per giungere a riflessioni di carattere generale su questi fatti di cui egli è stato spettatore o partecipe, e i protagonisti sono appunto i fatti. Sterpos considera quattro grandi campi, nei quali ha avuto esperienze o di spettatore od operative: la guerra, la scuola, lo sport, Facebook...
18,00

Scrivere teatro nel regime. Giovacchino Forzano e la collaborazione con Mussolini

Scrivere teatro nel regime. Giovacchino Forzano e la collaborazione con Mussolini

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Mucchi Editore

anno edizione: 2015

pagine: 336

Il libro è dedicato a una ricerca sul teatro nel ventennio fascista condotta su due autori che di esso furono certamente espressione, il drammaturgo Giovacchino Forzano, e lo stesso Mussolini che, assai interessato al teatro, indusse Forzano a scrivere tre drammi insieme a lui. Ma va subito chiarito che Forzano e Mussolini vengono qui considerati esclusivamente per un contributo a una storia del teatro del ventennio e il riconoscimento del loro ruolo in tale ambito non ha alcuna ricaduta politica. Sterpos lamenta che la grande maggioranza dei critici non abbia finora prestato vera attenzione a Forzano e, anche riallacciandosi a due recenti monografie di Forzano degli studiosi C. Griffiths e S. De Rosa, rivendica invece all'autore un importante ruolo nella storia dello spettacolo della la prima metà del Novecento. Riguardo ai rapporti del drammaturgo con Mussolini, Sterpos riconosce che a Forzano è da imputare una fede cieca nel "duce", da lui visto come il titanico personaggio chiamato dal Destino a cambiare il corso della storia, ma ritiene questa sorta di "religione mussoliniana" almeno sincera e disinteressata...
25,00

Ottocento alfieriano

Ottocento alfieriano

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Mucchi Editore

anno edizione: 2009

pagine: 512

In questo volume l'autore, facendo seguito a una serie di pubblicazioni su Alfieri che vanno dal 1980 al 2006, offre il risultato di suoi nuovi studi alfieriani ai quali ha dedicato gli ultimi due anni. Come fa chiaramente comprendere il titolo (Ottocento alfieriano) l'autore, pienamente convinto che il nostro Ottocento (e non solo letterario) sia stato fortemente segnato da Alfieri, ha condotto approfondite ricerche per accertare la portata e il significato della presenza alfieriana nei nostri scrittori di quel secolo.
40,00

Lettura del canto V del Purgatorio. Il canto di Pia de' Tolomei
12,00

Alfieri fra tragedia, commedia e politica

Alfieri fra tragedia, commedia e politica

Marco Sterpos

Libro: Libro in brossura

editore: Mucchi Editore

anno edizione: 2006

pagine: 328

Questo volume raccoglie cinque saggi: La nuov'arte del dir in poco: la satira "I Pedanti" e la politica tragica alfieriana; Il misogallismo alfieriano e le insorgenze toscane dell'anno 1799: un Alfieri codino?; Lettura dell'Adige; Note su Alfieri comico; Tra Alfieri e Carducci.
30,00

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