Libri di Massimo Ceresa-Gastaldo
Procedura penale delle società
Massimo Ceresa Gastaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2023
pagine: 304
L’ormai riconosciuta inadeguatezza dei tradizionali archetipi sanzionatori rivolti alla criminalità economica, insieme alle sollecitazioni derivanti dalle fonti normative internazionali ed europee, ha portato il legislatore, all’alba del nuovo millennio, ad introdurre nel nostro ordinamento la responsabilità da reato delle società. Uno dei tratti più significativi del sistema è rappresentato dall’affidamento della materia al giudice penale. La scelta – tradotta nella costruzione di un corpus normativo dedicato al processo alle società, complementare all’impianto codicistico – risponde alla dichiarata esigenza di garantire un accertamento efficace ed attendibile di tutti gli elementi dell’illecito, assicurando al tempo stesso all’ente imputato la massima espansione del diritto di partecipazione e difesa nel procedimento. Le deroghe ai principi della giurisdizione penale operate dal d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 sono, però, di portata tale da far dubitare seriamente dell’effettiva intenzione garantista del legislatore. All’osservatore attento la disciplina svela una finalità diversa: il forzato ampliamento della regiudicanda mira a realizzare obiettivi di prevenzione speciale, nella convinzione che il processo penale, anche grazie alla forza intimidatoria dell’azione cautelare, possa diventare il luogo della “catarsi etica” della persona giuridica. Il binomio responsabilità d’impresa e processo penale, tuttavia, si rivela per molti aspetti problematico. Regole del gioco squilibrate e prassi inosservanti o creative rischiano infatti di mettere in crisi non solo l’effettività della funzione specialpreventiva, ma la stessa legalità della sanzione e del processo.
Profili di procedura penale europea
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2023
pagine: XVII-421
L'obiettivo che ci si propone con questo volume, giunto alla sua seconda edizione, è ambizioso: fornire una conoscenza organica e ragionata dei principi europei in tema di processo penale, non limitata alla loro affermazione astratta, ma estesa alla loro effettiva operatività e alla loro concreta incidenza sulla disciplina processuale penale italiana. Si avrà quindi modo di verificare se e quanto sia riscontrabile nella disciplina nazionale la corretta osservanza di ciò che è internazionalmente pattuito. L'individuazione di eventuali lacune o antinomie presenti tra l'ordinamento italiano e quanto imposto dall'Europa, permetterà infine di suggerire le necessarie modifiche interpretative o legislative per conseguire un pieno adeguamento del nostro sistema ai dettami di fonte europea.
Profili di procedura penale europea
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2021
pagine: XIII-358
Il diritto e il processo penale sono stati interessati per ultimi, tra i vari settori dell'ordinamento nazionale, dall'irrompere del diritto sovranazionale di matrice europea. Tuttavia, oggi ogni spazio giudiziario penale non può esimersi dal cercare una nuova sintonia con le prospettive europee. Una conoscenza approfondita dei diritti e delle garanzie attraverso cui si sviluppa il diritto processuale penale europeo si rivela quindi indispensabile per il giudice nazionale che è chiamato quotidianamente ad applicare le norme del proprio codice di procedura penale in maniera conforme ai principi europei nell'interpretazione fornita dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo e della Corte di giustizia. Così pure risulta uno strumento prezioso anche per l'avvocato, non solo durante il processo per sollecitare il rispetto delle norme codicistiche in linea con i diritti fondamentali, ma anche nella prospettiva, sempre più diffusa, di un ricorso alla Corte di Strasburgo dopo il passaggio in giudicato della sentenza. L'obiettivo che ci si propone con questo volume è ambizioso: fornire una conoscenza organica e ragionata dei principi europei in tema di processo penale, non limitata alla loro affermazione astratta, ma estesa alla loro effettiva operatività e alla loro concreta incidenza sulla disciplina processuale penale italiana. Si avrà quindi modo di verificare se e quanto sia riscontrabile nella disciplina nazionale la corretta osservanza di ciò che è internazionalmente pattuito. L'individuazione di eventuali lacune o antinomie presenti tra l'ordinamento italiano e quanto imposto dall'Europa, permetterà infine di suggerire le necessarie modifiche interpretative o legislative per conseguire un pieno adeguamento del nostro sistema ai dettami di fonte europea.
L'ordine europeo di protezione. La tutela delle vittime di reato come motore della cooperazione giudiziaria
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2016
pagine: XIII-252
Cooperazione giudiziaria internazionale e tutela delle vittime di reato: queste sono le coordinate di fondo della manovra culminata con l'approvazione del d.lgs. 11 febbraio 2015, n. 9. In attuazione della direttiva 2011/99/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2011, sull'ordine di protezione europeo, anche l'Italia - al pari di molti altri Paesi europei - ha risposto (quasi) tempestivamente alla richiesta di dotarsi dei necessari strumenti affinché le vittime di reato possano circolare liberamente nello spazio comune di libertà, sicurezza e giustizia, senza perdere le misure di protezione ad esse riconosciute in funzione della loro salvaguardia da atti di rilevanza penale. Trova disciplina, così, nel codice di procedura penale, l'ordine europeo di protezione: passaporto speciale di quelle cautele che, stabilite in uno Stato (c.d. di emissione), vengono - salvo tassative eccezioni - riconosciute da un altro Stato (c.d. di esecuzione). Il volume, muovendo da un'indagine interna e comparata sul principio del mutuo riconoscimento, come base per la cooperazione giudiziaria, offre un esame completo e critico del d.lgs. n. 9 del 2015, non senza dedicare spazio alle risposte offerte da altri ordinamenti europei in materia di ordini di protezione.
La responsabilità dell'ente per il reato commesso nel suo interesse (D.Lgs. n. 231/2001)
Sergio Vinciguerra, Massimo Ceresa Gastaldo, Alessandra Rossi
Libro
editore: CEDAM
anno edizione: 2004
pagine: VIII-252
Dalla privacy al Web
Carlo Bendin, Massimo Ceresa Gastaldo
Libro: Copertina morbida
editore: ERGA
anno edizione: 1999
pagine: 136
Sospensione, congelamento e proroga dei termini di custodia cautelare (Artt. 1, 2 e 5, L. 17 febbraio 1987, n. 29)
Massimo Ceresa-Gastaldo
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 1989
pagine: 456
Procedura penale delle società
Massimo Ceresa Gastaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2021
pagine: 288
Procedura penale esecutiva
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2020
pagine: 233
Chiuso il processo di cognizione, si apre la fase riservata all'esecuzione della sentenza. Una fase delicata e complessa, dagli epiloghi tutt'altro che scontati. Occorre verificare che la decisione sia effettivamente irrevocabile e che il titolo esecutivo non necessiti di essere corretto, sostituito od anche revocato. Flessibilità e cedevolezza della cosa giudicata, un tempo vissute come intollerabili aggressioni all'autorità della giurisdizione, sono invece funzionali alla piena realizzazione di una duplice, irrinunciabile finalità della giustizia penale: che la decisione risulti non solo formalmente, ma sostanzialmente giusta, e che, a sua volta, sia giusta la pena inflitta con la condanna. Per ottenere il primo risultato servono - in aggiunta ai protocolli di ricerca e ai controlli predisposti dal codice di rito per assicurare l'affidabilità dell'operazione euristica rimedi manipolativi del giudicato in fase esecutiva e mezzi di impugnazione straordinari. Al raggiungimento del secondo obiettivo - che non può essere eluso senza violare l'art. 27 comma 3 Cost. - sono funzionali le attività volte, in executivis, ad attenuare il rigore del trattamento punitivo previsto dalla legge e sancito dalla sentenza. Meglio sarebbe, in prospettiva, che qui si intervenisse a monte: il legislatore penale dovrebbe trovare finalmente il coraggio di sostituire l'obsoleto armamentario sanzionatorio del codice Rocco (ancora concentrato solo sul carcere, per sua natura desocializzante e criminogeno), ridefinendo qualità e quantità delle pene edittali, per consentire direttamente al giudice della cognizione l'applicazione di una pena proporzionata, equa e, non da ultimo, certa. Lasciare alla procedura penale esecutiva questo compito di supplenza - tanto necessario, oggi, quanto socialmente malinteso non giova alla coerenza dell'ordinamento e rischia di mettere in crisi, ad un tempo, legalità e credibilità del sistema.
Procedura penale delle società
Massimo Ceresa Gastaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2019
pagine: VIII-280
L'ormai riconosciuta inadeguatezza dei tradizionali archetipi sanzionatori rivolti alla criminalità economica, insieme alle sollecitazioni derivanti dalle fonti normative internazionali ed europee, ha portato il legislatore, all'alba del nuovo millennio, ad introdurre nel nostro ordinamento la responsabilità da reato delle società. Uno dei tratti più significativi del sistema è rappresentato dall'affidamento della materia al giudice penale. La scelta - tradotta nella costruzione di un corpus normativo dedicato al processo alle società, complementare all'impianto codicistico - risponde alla dichiarata esigenza di garantire un accertamento efficace ed attendibile di tutti gli elementi dell'illecito, assicurando al tempo stesso all'ente imputato la massima espansione del diritto di partecipazione e difesa nel procedimento. Le deroghe ai principi della giurisdizione penale operate dal d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 sono, però, di portata tale da far dubitare seriamente dell'effettiva intenzione garantista del legislatore. All'osservatore attento la disciplina svela una finalità diversa: il forzato ampliamento della regiudicanda mira a realizzare obiettivi di prevenzione speciale, nella convinzione che il processo penale, anche grazie alla forza intimidatorio dell'azione cautelare, possa diventare il luogo della "catarsi etica" della persona giuridica. Il binomio responsabilità d'impresa e processo penale, tuttavia, si rivela per molti aspetti problematico. Regole del gioco squilibrate e prassi inosservanti o creative rischiano infatti di mettere in crisi non solo l'effettività della funzione specialpreventiva, ma la stessa legalità della sanzione e del processo.
Procedura penale delle società
Massimo Ceresa Gastaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2017
pagine: VIII-247
L'ormai riconosciuta inadeguatezza dei tradizionali archetipi sanzionatori rivolti alla criminalità economica, insieme alle sollecitazioni derivanti dalle fonti normative internazionali ed europee, ha portato il legislatore ad introdurre nel nostro ordinamento la responsabilità da reato delle società. Uno dei tratti più significativi dell'inedito sistema è rappresentato dall'affidamento della materia al giudice penale. La scelta - tradotta nella costruzione di un corpus normativo dedicato al processo alle società, complementare all'impianto codicistico - risponde alla dichiarata esigenza di garantire un accertamento efficace ed attendibile di tutti gli elementi dell'illecito, assicurando al tempo stesso all'ente imputato la massima espansione del diritto di partecipazione e difesa nel procedimento. Le deroghe alle regole della giurisdizione penale operate dal d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 sono, però, di portata tale da far dubitare seriamente dell'effettiva intenzione garantista del legislatore. Per contro, l'analisi della disciplina (condotta anche attraverso l'imprescindibile studio della clinica giurisprudenziale degli istituti) svela una finalità diversa: il forzato ampliamento della regiudicanda mira a realizzare obiettivi di prevenzione speciale, nella convinzione che il processo penale possa diventare il luogo della "catarsi etica" della persona giuridica.
Procedura penale delle società
Massimo Ceresa Gastaldo
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2015
pagine: VIII-219
L'ormai riconosciuta inadeguatezza dei tradizionali archetipi sanzionatori rivolti alla criminalità economica, insieme alle sollecitazioni derivanti dalle fonti normative internazionali ed europee, ha portato il legislatore ad introdurre nel nostro ordinamento lo responsabilità da reato delle società. Uno dei tratti più significativi del nuovo sistema è rappresentato dall'affidamento della materia al giudice penale. La scelta - tradotta nella costruzione di un corpus normativo dedicato al processo alle società, complementare all'impianto codicistico - risponde alla dichiarata esigenza di garantire un accertamento efficace ed attendibile di tutti gli elementi dell'illecito, assicurando al tempo stesso all'ente imputato lo massima espansione del diritto di partecipazione e difesa nel procedimento. Le deroghe alle regole della giurisdizione penale operate dal d.lgs. 8 giugno 2001, n. 231 sono, però, di portata tale da far dubitare seriamente dell'effettiva intenzione garantista del legislatore. Per contro, l'analisi della disciplina (condotta anche attraverso l'imprescindibile studio della clinica giurisprudenziale degli istituti) svela una finalità diversa: il forzato ampliamento della regiudicanda mira a realizzare obiettivi di prevenzione speciale, nella convinzione che il processo penale possa diventare il luogo della "catarsi etica" della persona giuridica.