Libri di Michele Partipilo
Giornalista di qualità
Michele Partipilo
Libro: Libro in brossura
editore: Cacucci
anno edizione: 2025
pagine: 164
Tanto più ci spingiamo nell’epoca della falsificazione, tanto più risulta indispensabile la figura della/del giornalista. A patto però che sia giornalista di qualità. La deontologia professionale non sostituisce la formazione e la competenza, anzi le esige. Con il suo insieme di regole e di principi, costituisce l’ultimo baluardo a difesa dell’informazione e del diritto dei cittadini a non essere raggirati con notizie imprecise, parziali o addirittura inventate, corredate da immagini altrettanto fasulle. Con il commento al Codice questo volume aggiorna l’ultima edizione del Manuale di deontologia del giornalista, che resta valido per quanto riguarda i fondamenti etici, la tutela della privacy, l’uso delle immagini, i rapporti con le fonti, il rispetto delle persone al centro della cronaca o delle interviste. L’obiettivo era e resta far comprendere, soprattutto a chi si affaccia alla professione, come fare un’onesta informazione in una realtà caratterizzata da impoverimento culturale, smarrimento etico e linguaggio violento.
Manuale di deontologia del giornalista. Intelligenza artificiale, processo mediatico, ricerca dl consenso
Michele Partipilo
Libro: Libro in brossura
editore: Cacucci
anno edizione: 2024
pagine: 330
In un’epoca dominata dai mezzi di comunicazione, e in particolare dalla rete Internet, risulta indispensabile la figura del giornalista. A patto però che sia culturalmente e professionalmente preparato e che abbia una spiccata sensibilità deontologica. Di fronte alle insidie delle fake news e alla possibilità di un uso distorto delle moderne tecnologie, come ad esempio l’intelligenza artificiale, la deontologia professionale con il suo insieme di regole e di principi costituisce l’ultimo baluardo a difesa della genuinità dell’informazione e del diritto dei cittadini a non essere raggirati con notizie imprecise, parziali o addirittura inventate. La deontologia non è un insieme di asfissianti regolette, bensì la bussola affinché l’attività giornalistica non si trasformi in violenza di immagini e di parole; affinché sia sempre tesa alla ricerca della verità; affinché non diventi strumento di ricatto o di baratti indicibili; affinché resti esercizio di libertà e presidio di democrazia. Essa richiede impegno, sacrificio e qualche rinuncia, ma ripaga con la soddisfazione di essere, di sentirsi e di apparire come un giornalista all’altezza del suo insostituibile ruolo.
L'oblio della notizia. Tra nuove leggi e ultime sentenze quale destino per il diritto di cronaca?
Michele Partipilo
Libro: Libro in brossura
editore: Centro Doc. Giornalistica
anno edizione: 2020
pagine: 170
Cos'è il diritto all'oblio? L'unico strumento per difendersi dalla memoria infinita della Rete? Un diritto innalzato dalle persone per dimenticare e far dimenticare il loro passato e proteggere così la loro vita nel presente, senza il peso di colpe o di errori commessi in epoche trascorse? Oppure come sosteneva Stefano Rodotà: "Il diritto all'oblio può pericolosamente inclinare verso la falsificazione della realtà e divenire strumento per limitare il diritto all'informazione"? Diritto all'oblio significa anche diritto a cancellare un pezzo di cronaca, una porzione di fatti, immagini ed eventi che sono appartenuti alla comunità. Fino a che punto, in nome della tutela del singolo, si può modificare il passato eliminandone una parte con il rischio di amputare la Storia? E chi potrà decidere che cosa cancellare o rendere introvabile del passato di una persona: i giornalisti? I motori di ricerca? Il Garante per la privacy? I giudici? È in atto una nuova battaglia perché il velo del tempo non ricopra e faccia sbiadire il diritto dei cittadini a dare, ricevere e ricercare informazioni. Introduzione di Luciano Violante.
Corso di giornalismo digitale. Teorie, pratiche e strumenti dell'informazione e della comunicazione nel mondo della rete: Sempre online. Le regole dell'informazione tra vecchi e nuovi media-Giornalismo online. Crossmedialità, blogging e social network: i nuovi strumenti dell'informazione digitale-DCM. Dal giornalismo al digital content management
Alberto Puliafito, Michele Partipilo, Davide Mazzocco
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Centro Doc. Giornalistica
anno edizione: 2018
pagine: 700
Cos'è? Nuovi media, nuove professioni, nuove opportunità. L'informazione e la comunicazione si spostano in rete e gli specialisti del settore sono chiamati ad affrontare le sfide dell'era digitale. Quali strumenti scegliere? E come usarli? Questo cofanetto fornisce un percorso mirato ad acquisire le competenze per destreggiarsi nelle complessità della rete. Tre volumi, 10 lezioni e 10 test di verifica su piattaforma online per ridisegnare l'approccio del giornalista e del comunicatore all'uso di Internet e dei social. A conclusione del corso verrà rilasciato un attestato di frequenza. A chi è rivolto? A quanti operano nella sfera dell'informazione e della comunicazione. Il giornalista, il blogger, il social media manager, il content manager e tutti coloro che si occupano o si interessano pi comunicazione troveranno in questo corso il know how per muoversi agevolmente nei nuovi contesti digitali. F.P.C. Il corso prevede il riconoscimento di 8 crediti per la Formazione Professionale continua dei giornalisti. Il cofanetto contiene i volumi: "Sempre online. Le regole dell'informazione tra vecchi e nuovi media"; "Giornalismo online. Crossmedialità, blogging e social network: i nuovi strumenti dell'informazione digitale"; "DCM. Dal giornalismo al digital content management".
Sempre online. Le regole dell'informazione tra vecchi e nuovi media
Michele Partipilo
Libro: Libro in brossura
editore: Centro Doc. Giornalistica
anno edizione: 2015
pagine: 199
La Rete ha rivoluzionato il modo di fare informazione. Il giornalismo tradizionale deve fare i conti con siti, blog, social network, portali, citizen journalism, e soprattutto con la velocità e mancanza di controllo con cui le notizie vengono postate. In questa nuova dimensione le "vecchie regole" che hanno presieduto la produzione delle notizie sono ancora valide? Ha ancora senso applicarle così come sono, quando si parla di diffamazione, diritto d'autore, utilizzazione delle immagini, diritti della persona? E la funzione del giornalista ha ancora valore? La prima risposta è decisamente negativa. La digitalizzazione dell'informazione ha drammaticamente evidenziato che il contesto è regolato da norme obsolete e anacronistiche. La seconda invece è positiva: l'informazione giornalistica può avere un ruolo determinante a patto che sappia evolversi e passare dalla concezione ottocentesca di notizia a quella contemporanea di verità. Nello tsunami di news che ogni giorno ci viene addosso, abbiamo sempre più la necessità di un giornalismo affidabile se non certificato. Un'informazione che sia costante ricerca dell'aletheia, cioè di quel qualcosa che non è nascosto ma che comunque bisogna svelare.
Le notizie e la persona. Dalla diffamazione alla tutela della privacy
Michele Partipilo
Libro: Libro in brossura
editore: Cacucci
anno edizione: 2005
pagine: 264
Manuale di deontologia del giornalista. Informazione, disinformazione, società
Michele Partipilo
Libro: Libro in brossura
editore: Centro Doc. Giornalistica
anno edizione: 2022
pagine: 344
La violenza di immagini e parole prorompe talvolta dai mezzi di comunicazione nel tentativo di trovare ascolto. Come i venditori in un mercato, tutti i media urlano per sovrastare le voci degli altri. Compito essenziale della deontologia non è creare gride manzoniane che tranquillizzino la coscienza, ma definire e far rispettare quei parametri che danno senso e sostanza al giornalismo quale strumento di civiltà. Il nostro Paese — o forse l'intero mondo occidentale — vive una crisi etica senza precedenti e i media la riflettono, come è inevitabile che sia. Ma in questo rispecchiare la realtà il giornalista ha il dovere di esercitare il suo senso critico, di sottoporre al vaglio della ragione gli eventi quotidiani, fermandosi a riflettere per cercare di capire. I giornalisti non sono testimoni muti del loro tempo, diventando voci critiche realizzano il valore più alto della professione che hanno scelto di svolgere. Per questo hanno bisogno di regole deontologiche, altrimenti sono alla mercé di qualunque padrone,senza avere in alcun conto libertà e verità. Ma proprio libertà e verità sono condizione e obiettivo della professione, come insegnano con il loro esempio i colleghi più illustri. Prefazione di Ferruccio De Bortoli.
La deontologia del giornalista ai tempi dell'informazione digitale
Michele Partipilo
Libro: Libro in brossura
editore: Centro Doc. Giornalistica
anno edizione: 2018
pagine: 236
Questo volume è dedicato a chi vede nel giornalismo un insostituibile strumento per la crescita della società. È dedicato a chi si accinge a sostenere l'esame professionale e a chi l'esame l'ha già dato, perché in questi anni il mondo è cambiato e diventa sempre più complesso raccontarlo nella maniera giusta, senza omissioni e senza esaltazioni. Il «Testo unico dei doveri», qui esaminato e commentato, è un punto di riferimento alto per chi voglia interpretare la professione secondo i canoni della verità, della correttezza e del rispetto delle persone. Tre principi sempre validi che non possono essere dimenticati o messi da parte in nome della concorrenza, della fretta per arrivare primi o dall'espandersi di nuove e più penetranti tecnologie. Non è un testo dato oggi e per sempre: è uno stimolo a riflettere e a interrogarsi perché in ogni momento c'è una sfida che i giornalisti devono affrontare per raccontare pezzi di quella Storia che incessantemente si costruisce attraverso i piccoli e grandi accadimenti quotidiani.
La deontologia del giornalista ai tempi dell'informazione digitale
Michele Partipilo
Libro: Libro in brossura
editore: Centro Doc. Giornalistica
anno edizione: 2016
pagine: 201
"La deontologia professionale sta racchiusa in gran parte, se non per intero, in questa semplice e difficile parola: onestà. È una parola che non evita gli errori: essi fanno parte del nostro lavoro, Perché è un lavoro che nasce dall'immediato e che dà i suoi risultati a tambur battente. Ma evita le distorsioni maliziose quando non addirittura malvage, le furbe strumentalizzazioni, gli asservimenti e le discipline di fazione o di clan di partito. Gli onesti sono refrattari alle opinioni di schieramento - che prescindono da ogni valutazione personale - alle pressioni autorevoli, alle mobilitazioni ideologiche. Non è che siano indifferenti all'ideologia, e insensibili alla necessità, in determinati momenti, di scegliere con chi e contro chi stare. Ma queste considerazioni non prevalgono mai sulla propria autonomia di giudizio. Un giornalista che si attenga a questa regoletta in apparenza facile facile potrà senza dubbio sbagliare.ma da galantuomo. Gli sbagli generosi devono essere riparati, ma non macchiano chi li ha compiuti. Sono gli altri, gli sbagli del servilismo e del carrierismo - che poi sbagli non sono, ma intenzionali stilettate - quelli che sporcano". (Indro Montanelli)