Libri di Natale Losi
Vite altrove. Migrazione e disagio psichico
Natale Losi
Libro: Copertina morbida
editore: Borla
anno edizione: 2010
pagine: 256
Questo libro è insieme saggio monografico e approfondimento di un caso clinico descritto a più voci. Nella prima parte, l'autore fa il punto sulla riflessione etnopsichiatrica attuale, privilegiando l'approfondimento del suo peculiare approccio «etno-sistemico-narrativo», che lo differenzia dalle proposte di Tobie Nathan e viene ormai riconosciuto come specifico orientamento nell'ambito delle teorie sistemiche. Combinando narrazione e memoria - in particolare nelle comunità di migranti - come strumento fondamentale di integrazione culturale e resilienza, Losi assimila il trauma migratorio ad un rito di passaggio», la cui essenza è conservata nella struttura delle fiabe così come ci è stata rivelata dal grande etnologo V. J. Propp. In questa prospettiva, il migrante non dev'essere etichettato come vittima priva di risorse, ma piuttosto come «eroe» della sua fiaba. Chi emigra, per forza o per scelta, non può essere posto nella posizione di vittima o di malato, anche quando dovesse attraversare periodi di grave disagio psichico ed esistenziale. Il migrante è, nel pensiero etno-sistemico-narrativo, il moderno eroe, che come nelle fiabe può sperimentare fallimenti e abbisognare di alleati per raggiungere i propri scopi. Il terapeuta, nella mia prospettiva, non è altro che questo alleato». Il caso di Armand, bambino africano rifugiato in Svizzera, conclude la seconda parte di questo denso e innovativo testo.
Critica del trauma. Modelli, metodi ed esperienze etnopsichiatriche
Natale Losi
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2020
pagine: 215
Il pensiero del "trauma" nasce nella mente del soccorritore ancor prima che in quella di chi viene soccorso. Tanto più se si ha a che fare con rifugiati e persone provenienti da società altre. Essenziale è invece non adottare gli schemi occidentali in maniera generalizzata per descrivere e affrontare il "trauma", parola oggi usata e abusata per designare qualunque tipo di esperienza anomala, in qualsiasi contesto essa avvenga. I traumi dovrebbero essere letti come eventi ai quali individui e collettività possano rispondere facendo uso della loro peculiare "memoria sociale", elaborando cioè proprie narrazioni terapeutiche. La sfida per le persone e le organizzazioni impegnate con i rifugiati e altre vittime di violenza è dunque trovare il modo di supportare le popolazioni in tempi di sofferenza ascoltando le loro voci. E così possono nascere percorsi di cura come quelli descritti dall'autore, che fornisce concrete indicazioni operative partendo da esperienze vissute in Italia e in altri Paesi (Kosovo, Territori Palestinesi, Colombia). La metodologia e gli strumenti descritti in questo libro costituiscono tuttora la base degli interventi psicosociali dell'agenzia delle Nazioni Unite per le migrazioni, in più di 100 Paesi. Un approccio con radici teoriche e multidisciplinari che Losi ha chiamato «etno-sistemico-narrativo».
Guarire la guerra. Storie che curano le ferite dell'anima. Esperienze di uno psicoterapeuta
Natale Losi
Libro
editore: L'Harmattan Italia
anno edizione: 2015
pagine: 232
Le esperienze descritte dall'autore del volume - in Kosovo, Palestina, Colombia e Italia - analizzano in modo critico le modalità più comuni d'intervento psicoterapeutico rivolto a persone che hanno subito il dramma della guerra o dell'esilio forzato e descrivono una strategia terapeutica innovativa (etno-sistemico-narrativa).
Vite altrove. Migrazione e disagio psichico
Natale Losi
Libro
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2000
pagine: 368
Sfaccettato e plurale come il suo argomento, questo libro è insieme saggio monografico e raccolta di casi sull'esperienza della migrazione, sui disturbi ad essa connessi e sulle possibilità terapeutiche oggi disponibili. Nella prima parte l'autore fa il punto sulla riflessione etnopsichiatrica attuale. Nella seconda parte segue un'ampia sezione di casi, trattati secondo differenti approcci teorico-pratici fra i quali spicca quello di Armand, un bambino africano immigrato in Svizzera, curato felicemente dall'équipe ginevrina di cui l'autore fa parte.

