Libri di Nicolò Franco
Streghe, falsari e negromanti: arguzie di vita quotidiana nella Benevento del 1500. Volume Vol. 3
Nicolò Franco
Libro
editore: ABE
anno edizione: 2019
pagine: 112
Tutto parte dalle epistole di Nicolò Franco, Beneventano, grazie al quale non la parola janara, ma la parola strega di Benevento, compare per la prima volta nei suoi scritti. Iandiorio lo traduce dal latino e ne fa un personaggio sui generis anche nei rapporti con gli Arberesh di Scanderbeg, da poco insediatisi nel Sannio e nella Lucania. attraverso i riferimenti a luoghi e personaggi del Principato Ultra nelle lettere di Nicolò Franco di Benevento, si tratteggia un'immagine della provincia interna della Campania nella prima metà del secolo XVI. L'autore dell'epistolario, arguto e di spirito libero, non tralascia di fare riferimento a momenti della vita quotidiana e ad episodi che, senza le sue annotazioni, avremmo del tutto ignorato. il Marchese di Atripalda Costantino Castriota, discendente dell'antica e famosa casata di Skanderbeg; giudizi taglienti su letterati contemporanei; negromanti , streghe e falsari; considerazioni sui beni mutevoli e sui sentimenti umani.
Dialogo del venditore di libri (1539/1593)
Nicolò Franco
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2005
pagine: 62
Nel 1539 Nicolò Franco (1515-1570), scrittore dotato di un'incontenibile vena polemica e satirica che l'avrebbe condotto sul patibolo, pubblicò a Venezia i "Dialogi piacevoli". L'operetta ebbe notevole successo e fu continuamente ristampata sino al 1559. Successivamente, come avvenne a molte altre opere letterarie, anche questo scritto fece le spese del clima repressivo inaugurato dalla pubblicazione del primo indice romano dei libri proibiti in quello stesso. Il libro di Franco tornò in circolazione a fine secolo dopo essere stato diligentemente corretto da Girolamo Giovannini, domenicano ed espurgatore professionista. Da quel libro viene qui estratto il dialogo sulla libreria, una delle più antiche descrizioni del mestiere di libraio, presentato nelle due versioni, l'originale di Franco e quella purgata dal censore. Il confronto consente di evidenziare, all'interno di un testo vivace e molto sensibile alle grandi tematiche culturali del tempo, le preoccupazioni e gli intenti della censura ecclesiastica.