Libri di Pietro Benzoni
Primi piani su Calvino. Esercizi di (ri)lettura
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2025
pagine: 194
Scrittore uno e multiplo, Calvino è un grande classico che, in un arco di oltre quarant’anni di attività letteraria e pubblicistica (dalle prime prove degli anni Quaranta, fino alle Lezioni americane uscite postume nel 1988), ha conosciuto fasi e forme diverse, in un continuo ripensamento dei generi e in una inesausta tensione conoscitiva e sperimentale. La varietà di tale produzione, considerata anche nelle sue zone meno esplorate, viene qui affrontata da angolature diverse, in un insieme di contributi che trova nel metodo – un discorso critico che muove dall’affondo analitico su testi scelti e privilegia i rilievi su lingua e stile – la sua unitarietà.
Autografo. Volume Vol. 70
Libro: Libro in brossura
editore: Interlinea
anno edizione: 2024
pagine: 192
Luciano Erba, poeta, traduttore e saggista, è stato autore di un'opera di distillata originalità che è cresciuta, in forme coerenti, lungo un arco temporale di oltre mezzo secolo. La sua è una scrittura di toni smorzati e di eleganti disinvolture, variamente segnata da affabilità ironiche e da svagate ritrosie. Con un minimalismo esibito, che non preclude dimensioni più arrovellate e implicitamente tragiche, percorse da interrogativi esistenziali e metafisici. La complessità della sua opera viene qui affrontata da angolature diverse. Vengono indagati la produzione poetica, marcandone evoluzioni e continuità (Prandi e Grignani), testi e stilemi specifici (Magro e Fioravanti), le relazioni privilegiate intrattenute con l'editore Scheiwiller (Cicala), le varianti di Natura naturans e il loro legame con le opere d'arte di Giovanola (Milone) e infine le scelte, spesso ardite, di Erba traduttore da Sponde, Frénaud e Racine (Grata, Poli e Benzoni).
Versioni d'autore, in prosa e in versi. Lingua e stile delle traduzioni novecentesche
Pietro Benzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2018
pagine: 233
La storia della lingua e della letteratura italiana è fatta anche di traduzioni e rifacimenti da altre lingue. E questo, in forme peculiari, lungo il Novecento, quando si afferma una figura di poeta che è insieme traduttore e critico, e le versioni d'autore acquistano una rilevanza nuova. Di tale storia i saggi qui raccolti costituiscono altrettanti capitoli. A essere analizzate sono le versioni di grandi classici della letteratura francese (da Baudelaire a Proust, da Zola a Celine, da Flaubert a Maupassant): versioni che poeti come Sbarbaro, Caproni e Raboni hanno approntato con spirito emulativo, se non demiurgico, consapevoli dell'intrinseca diversità delle strumentazioni linguistiche e delle tradizioni di riferimento. Come trasporre l'"alexandrin" di Baudelaire in metrica italiana? Quali i possibili equivalenti dell'"argot" e del "français populaire" di cui si serve Céline nelle eversive partiture del suo fraseggio? E fino a che punto le abnormi grandiosità del periodare proustiano trovano naturale accoglienza nella nostra prosa letteraria? Sono alcune delle questioni che vengono qui discusse; attraverso analisi contrastive che volentieri si arricchiscono di più termini di confronto - il testo originale e le sue differenti versioni, la traduzione e l'opera in proprio - e sempre s'interrogano sul valore (e il piacere) del testo letterario.
Scrivere/Riscrivere. Da Rousseau a Scabia
Libro: Libro in brossura
editore: Interlinea
anno edizione: 2018
pagine: 248
Vario per argomenti e ambiti cronologici, questo numero di "Autografo" trova unità nel taglio metodologico delle ricerche, attente ai riscontri testuali e ai fatti di lingua e stile. Dall'analisi di un esemplare della Lettre à d'Alembert (1758) di Rousseau (Ferrand), passando per il Futurismo, con cui si confrontano un'entusiasta Aleramo, in un articolo riproposto nella versione originale (Billeri), e uno scettico Verga corrispondente di Marinetti (Rodà), si giunge alla contemporaneità. Le riflessioni sulla poesia d'oggi di Fiori, Oldani, Pusterla e Testa (Massia) si affiancano allo studio della lingua del Volponi traduttore di Bacchilide (Pomarici), delle sperimentazioni di Giampiero Neri (Crocco), dell'oltranza stilistica di Giuliano Scabia (Stella), dei processi creativi testimoniati dalle carte d'archivio relative a Quota Albania di Rigoni Stern (Passalacqua), Lo Spasimo di Palermo di Consolo (Budor) e Il cane sull'Etna di Pomilio (Rinaldi).
Le forme dell'analisi testuale. Sette letture novecentesche
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2018
pagine: 126
"Come si analizza un testo letterario? Cosa carattellizza uno stile? Gli studi qui raccolti non indugiano in disquisizioni teorico-metodologiche, ma a queste domande cercano di rispondere con esempi concreti e metodi in atto. Sono sette esercizi di lettura su testi - in versi e in prosa - di autori del Novecento italiano (Italo Svevo, Eugenio Montale, Carlo Betocchi, Giacomo Debenedetti, Primo Levi e Andrea Zanzotto), osservati sì da angolature diverse,nna sempre privilegiando un discorso critico filogicamente avvertito: che sappia poggiare su riscontri testuali precisi, valorizzare le scelte linguistiche e sroricizzare i fenomeni. Perché, se la diversità delle problematiche e dei generi affrontati ha naturalmente reclamato forme saggistiche e strategie di analisi diversamente calibrate, tutte queste letture trovano comunque un loro punto d'incontro nella centralità accordata al testo, qui mai ridotto a pretesto e, anzi, considerato piuttosto - ancor più che come esemplare - come individuo: dotato di una sua unicità stilisticamente determinata e capace d'intrattenere con la tradizione e con altri testi relazioni peculiari. Non è un caso del resto che il volume - nato dalle rielaborazioni di una giornata di studi su Forme e metodi dell'analisi testuale tenutasi all'Università di Bruxelles (VUB) nel dicembre del 2015 - si apra con l'intervento di Pier Vincenzo Mengaldo" (dalla Premessa).
A venti anni dal Nobel. Atti del convegno su Dario Fo (Pavia, Collegio Ghislieri, 23-24 maggio 2017)
Libro: Libro in brossura
editore: Pavia University Press
anno edizione: 2018
pagine: 132
Il volume raccoglie dieci saggi che affrontano l’opera letteraria e teatrale di Dario Fo da angolature diverse: considerando sia le specificità stilistiche dei suoi testi, sia le strategie recitative di cui si è servito. Sul versante letterario, Luca D’Onghia mostra come Fo ami evocare Ruzante, citandolo in forme anche liberamente ricreative; Pietro Trifone analizza la lingua di "Aveva due pistole con gli occhi bianchi e neri"; Angelo Romano riflette sulle rivisitazioni della maschera di Arlecchino; Stefania Stefanelli fornisce un inquadramento sociolinguistico all’uso di dialetto e italiano. In ambito teatrale, Eva Marinai illustra le strategie mimiche di Fo, dalla bande mimée di Jacques Lecoq al sermo corporis di "Mistero buffo"; Marisa Pizza evidenzia la dimensione militante delle rappresentazioni di Fo e come Franca Rame ne abbia documentato le fasi; Marco De Marinis indaga la dimensione drammaturgica e registica dell’arte attoriale di Fo; Paolo Puppa individua gli aspetti dei monologhi di Fo poi presenti anche nel teatro di narrazione; Simone Soriani sviluppa un confronto tra Fo e Petrolini; Roberto Cuppone studia la nascita del giullare e della sua lingua 'infernale'.
Maredè, maredè... Sondaggi nel campo della volgare eloquenza vicentina
Luigi Meneghello
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 2002
pagine: 456
"Maredè, maredè…" è un testo di natura polimorfa, che coniuga saggismo d’autore, gusto affabulatorio e passione filologica. Un “mordace zibaldone” di riflessioni linguistiche e un ricchissimo thesaurus di voci e fraseologie, in cui Meneghello indaga la vitalità dell’espressione dialettale, tra memoria collettiva e autobiografica. A essere individuato nelle peculiarità delle sue parlate e del suo patrimonio lessicale è un microcosmo provinciale – il Vicentino –, che sa essere anche specola privilegiata da cui osservare questioni di portata più vasta. Come convivono lingue e dialetti? Come può lo scritto mimare la forza dell’oralità? Qual è la grammatica di un dialetto? Questi Sondaggi esplorano ogni minima varietà dell’“ idioma-vita” in cui una comunità si riconosce ed esprime; e lo fanno con la verve stilistica e la sottile ironia che sempre contraddistinguono la scrittura meneghelliana, anche qui capace di compenetrare alto e basso, tra divertiti cozzi di registro e raffinati intarsi plurilinguistici.