Libri di Placido Petino
La simulazione
Placido Petino
Libro: Copertina morbida
editore: Gruppo Albatros Il Filo
anno edizione: 2017
pagine: 250
"Proprio quando la fantasia sembra imbrattare la tela della verità i suoi non sono errori: sono il solo riscatto, l'unica salvezza concessi all'uomo dalla divagazione dell'arte". È con queste parole che Placido Petino ci conduce al centro di questo suo coinvolgente racconto. Laddove i documenti non arrivano più a darci le risposte che cerchiamo, la fantasia risveglia nel lettore suggestioni, immagini e pensieri che ci fanno vivere in prima persona questo viaggio a ritroso nel Cinquecento, facendoci conoscere più da vicino personaggi come Don Giorgio Rioli, detto Siculo, probabilmente l'espressione più autentica del tumultuoso scorrere della vita nelle abbazie siciliane del XVI secolo. Un racconto tra storia e fantasia che ci farà interrogare su alcuni dogmi religiosi, sulla fede cristiana, sull'Islam e su pratiche come la taqiyya... Vi è qualcosa che ogni uomo deve porre al di sopra di qualsiasi dogma della religione e di qualunque religione. È la certezza della vita e il dono della ragione che da essa promana. Questa consente all'uomo con il solo ausilio della logica di indagare ogni mistero al di là degli apparenti limiti dello spazio e del tempo.
Un ballo con lo zar
Placido Petino
Libro
editore: Armando Siciliano Editore
anno edizione: 2010
pagine: 316
Composizione delle liti e ruolo del sindacato
Placido Petino
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 1989
pagine: 372
Il dìwan rosso
Placido Petino
Libro: Libro in brossura
editore: CTL (Livorno)
anno edizione: 2019
pagine: 254
La spiaggia fra Camarina e Caucana. in quell'alba afosa dell’estate dell’anno 255 a.c., uno sparuto manipolo di commilitoni romani sia sopravvissuto grazie all'impegno di Licinio Veratio, erculeo legionario, protagonista, sempre vincente, di tante battaglie e Adi ciliano. I pochi sopravvissuti, per lo struggente desiderio di rivedere la Caput mundi e i propri familiari, intraprendono, allora, con estenuanti marce forzate, un cammino faticoso ed estremamente avventuroso di fuga verso la salvezza di Messana, sul versante opposto dell’Isola rispetto al tratto di spiaggia assolata ormai brulicante di morte ammorbato dai miasmi della decomposizione di trentamila corpi di loro commilitoni, ormai preda indifesa della razzia di ogni bene e degli stessi paludamenti da parte di ladroni cartaginesi precipitatisi dalle mura di Camarina sulla spiaggia dolente di morte al primo, nauseabondo, sentore olfattivo della tragedia intrappolato nell'afa dell’umida calura che opprimeva l’Isola in quei giorni estivi.