Libri di Roberto Limonta
Futuri contingenti. Un dibattito medievale
Calvin Normore
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2025
pagine: 128
Il problema dei futuri contingenti è tra i più complessi e dibattuti nei secoli medievali, anche se le sue origini risalgono al libro IX del De interpretatione di Aristotele. Il filosofo greco, infatti, si chiedeva se una proposizione come “domani ci sarà o non ci sarà una battaglia navale” fosse già vera o falsa nel presente, e dunque prevedibile. La sua risposta era negativa: se fosse già vero che domani ci sarà una battaglia navale, verrebbe meno la libertà di scelta dell’uomo nel futuro. Da dilemma logico-linguistico, i futuri contingenti divennero una questione filosofica fondamentale quando la teologia medievale vi sovrappose l’idea di un dio onnisciente: se la prescienza divina sa già che domani accadrà un evento, allora ciò si verificherà necessariamente. Le teologie dell’età di mezzo hanno prodotto soluzioni sottili al problema, per salvare sia la perfezione divina sia il libero arbitrio degli uomini; tanto che ad esse ha attinto la filosofia contemporanea quando si è interrogata sul rapporto tra necessità e libertà, leggi di natura e volontà umana, per non dire della letteratura che ne ha fatto un motore narrativo, da Borges a Philip Dick. Calvin Normore, filosofo e storico della logica, ci introduce alla questione con un testo che ricostruisce sapientemente le vicende di un dilemma secolare. La prefazione di Roberto Limonta rende conto delle indagini più recenti e fornisce una bibliografia aggiornata sul tema.
Manuale per l'educazione di mio figlio Guglielmo. Testo latino a fronte
Dhuoda
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2025
pagine: 352
Nella solitudine del castello di Uzès, mentre l’impero carolingio agonizza nelle faide dell’aristocrazia franca, una donna dal cuore “ardente e vigile” compone il Manuale per l’educazione di mio figlio Guglielmo (843). Figlio di Dhuoda e del duca Bernardo di Settimania, Guglielmo aveva allora diciassette anni ed era ostaggio alla corte di Carlo il Calvo, dove morirà giustiziato sei anni dopo. Il Manuale è pertanto il tentativo di un dialogo impossibile; ma anche uno speculum, dove il lettore è chiamato ad assimilare la propria condotta a quella di un modello, fino a rimuovere ogni differenza tra i due volti al di qua e al di là dello specchio. Il testo è di carattere composito, un misto di prosa e versi dove si intrecciano riferimenti patristici, biblici e sparse reliquie di testi classici. Accanto a temi più tradizionali, come la devozione a Dio, al re e al padre, vi compaiono brani curiosi quali le divagazioni di aritmologia o l’invito a leggere e a formarsi una biblioteca, tanto più sorprendente, oltre che per i tempi, per il fatto che a scriverlo, in quei secoli difficili, è una donna. Ma Dhuoda è scrittrice coltissima e al contempo appassionata, e il suo Manuale formula un modello pedagogico compatto e coerente, aristocratico ed evangelico, personale e universale. Se Guglielmo, travolto dalle bufere di quell’età di ferro, non potrà rispondere all’invocazione materna, la scrittura rappresenterà per Dhuoda “una epistola consolatoria scritta a se stessa” (come scrive Massimo Oldoni), un modo per trattenere, almeno tra le righe, il sogno di un ideale.
Sulle divinazioni dei demoni. Testo latino a fronte
Agostino (sant')
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2024
pagine: 132
Composto fra il 406 e il 411 d.C., il "De divinatione daemonum" ha come obiettivo polemico gli oracoli e le divinazioni dei demoni del paganesimo: se è vero che nessuno ne sa “una più del diavolo”, come sentenzia il proverbio, che genere di conoscenza è quella dei demoni? Intelligenza, saggezza, profezia, prescienza, sapere pratico o semplice astuzia? Come si concilia con l’onnipotenza di Dio e in che modo si differenzia dalla sua infinita sapienza? E che rapporto ha con la morale e con la natura malvagia delle creature demoniache? Il volume, curato da Roberto Limonta, presenta una nuova traduzione del "De divinatione daemonum", con l’originale latino a fronte, ed è accompagnato da un apparato introduttivo che ricostruisce il contesto storico, la struttura del testo, la sua storia editoriale e fortuna nella letteratura teologica medievale e moderna.
Il demone sottile. Scienza e mito dell’intelligenza diabolica
Roberto Limonta
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2023
pagine: 184
La storia di un’idea che ha attraversato i secoli, dal mondo pagano e poi cristiano fino alle soglie dell’età contemporanea, passando per il lungo millennio medievale: l’intelligenza del diavolo, che si manifesta nella preveggenza e in capacità cognitive fuori dal comune. Ma qual è la natura di questo potere? Com’è possibile che Lucifero, principe degli angeli e sommamente sapiente, abbia peccato? E ciò significa che l’intelligenza è intrinsecamente demoniaca? Conoscenza e bontà possono convivere, si può essere al contempo intelligenti e malvagi, o addirittura malvagi perché intelligenti? Tutti interrogativi che si raccolgono attorno alla figura teologica del diavolo e al suo “scandaloso” potere cognitivo. Una questione che si muove tra filosofia, teologia, letteratura, scienza e mito, tessendo le fila di una storia intellettuale che vede spesso come protagonisti autori e testi poco noti, ma capaci di raccogliere il testimone di auctoritas come Agostino d’Ippona e Anselmo d’Aosta, Dante e Tommaso d’Aquino, Cartesio e Voltaire.
Sull'onnipotenza divina. Con testo latino a fronte
Pier Damiani
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2020
pagine: 200
Composta attorno al 1067, la lettera Sull'onnipotenza divina di Pier Damiani si apre con una questione posta da Desiderio, abate di Montecassino: «Sebbene Dio possa ogni cosa, non può restituire la verginità a colei che l'ha perduta. Egli ha certamente il potere di liberarla dalla pena, ma non può ridarle la corona della verginità che ha perduto». Il problema, che Pier Damiani riprendeva dalla lettera XXII di san Gerolamo, è solo in apparenza ozioso: il monaco ravennate ne fa un'autentica questione filosofica, un "esperimento mentale" che solleva domande cruciali sulla natura del tempo e sul rapporto tra necessità e contingenza, leggi divine e principi logici, natura divina e natura umana. Il volume, a cura di Roberto Limonta, presenta la traduzione del De divina omnipotentia con note e testo latino a fronte. La prefazione di Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri e il saggio introduttivo di Roberto Limonta ricostruiscono la lunga durata della questione posta da Pier Damiani, dai dibattiti teologici dei secoli medievali sino alle sue fortune nella filosofia, teologia e letteratura contemporanea.
Il «Trattato sulla predestinazione e prescienza divina riguardo ai futuri contingenti» di Guglielmo di Ockham. Introduzione, testo, traduzione e commento
Riccardo Fedriga, Roberto Limonta
Libro: Copertina morbida
editore: Città Nuova
anno edizione: 2020
pagine: 384
Il "Tractatus de praedestinatione et de praescientia Dei respectu futurorum contingentium", composto da Guglielmo di Ockham tra il 1321 e il 1324, costituisce uno snodo cruciale nelle discussioni medievali sul tema del fatalismo teologico e sulle questioni che vi sono implicate, come la conoscenza dei futuri contingenti e il compatibilismo tra prescienza divina e libero arbitrio. Raccogliendo e ripensando fonti di diversa provenienza, Roberto Grossatesta e Pietro Lombardo in primis, il Venerabilis inceptor sposta il problema sul piano epistemologico e linguistico, affrontandolo dal punto di vista di un'analisi proposizionale degli enunciati che parlano dei contingenti futuri. Il principio della soluzione ockhamiana costituirà un punto di riferimento - pro o contro - nei dibattiti teologici del XIV secolo. Il volume rende disponibile per la prima volta al lettore non soltanto la prima traduzione in italiano del Tractatus, ma anche un ricco apparato di testi che consente di ricostruire in modo coerente una teoria ockhamiana della contingenza e di gettare luce su una nuova interpretazione del pensiero del teologo e filosofo inglese.
Volando sul mondo. Opicino de Canistris (1296-1352)
Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Roberto Limonta
Libro: Copertina morbida
editore: Archinto
anno edizione: 2016
pagine: 115
Opicino de Canistris: artista, cartografo e anche un po' teologo e filosofo. Per alcuni, semplicemente uno schizofrenico ossessivo. Di sé diceva: "Sono uno scoiattolo curioso". Certamente Opicino, vissuto nel Trecento, è una figura straordinaria di scrittore e disegnatore autodidatta. La sua fama è conservata in due Codici vaticani: 87 fogli cartacei e 27 grandi pergamene ricoperte da un fitto intreccio di disegni, mappe geografiche antropomorfe, simboli, figure geometriche, immagini di mostri e di belve, giochi di parole, brani autobiografici, racconti. Dopo una vita vagabonda, Opicino approda alla corte pontifìcia di Avignone e all'ombra del suo modesto incarico di copista vive nelle sue pergamene un'altra esistenza. In quelle carte ogni cosa si trasfigura: l'Europa è una donna dagli occhi sottili, la Spagna è il suo volto, il golfo di Biscaglia un mostro che spalanca le fauci, le fasi lunari un affascinante gioco visivo. Anche il corpo di Opicino diventa una mappa che orienta e spiega la mappa del mondo. La sua autobiografia è una sorta di elegante calligramma, composto in forma di canestro a ricordare, con un facile gioco etimologico, il suo nome di famiglia. Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri e Roberto Limonta ci accompagnano nel mondo di Opicino, dove grandi eventi e fatti personali vengono riscritti dalla forza simbolica del suo pensiero visivo. Oltre a due saggi degli autori, alla biografia e alla descrizione del contesto storico e culturale, "Volando sul mondo" contiene la traduzione dell'autobiografìa di Opicino e la ricostruzione completa di un disegno tratto dal Codice Vaticano Latino 6435. Sarà così possibile ammirare le immagini del chierico pavese entrando nell'immaginario di un uomo geniale e inquieto vissuto al tempo del "Nome della rosa".
Metter le brache al mondo. Compatibilismo, conoscenza e libertà
Riccardo Fedriga, Roberto Limonta
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2016
pagine: 254
È concepibile che esistano al contempo un soggetto onnipresciente, in grado di conoscere ogni cosa prima che accada, e individui che non siano determinati ad agire solo come questo soggetto vede e vuole? Come conciliare il fatto che un evento accaduto ieri possa, oggi, non essere accaduto ieri? La libertà coincide davvero con l'assoluta apertura del futuro? Se invece il futuro è chiuso dalla prescienza divina, o dai limiti della nostra esistenza, si possono comunque, o forse proprio per questo, aprire spazi di libertà in questo mondo? Ecco alcune delle domande che secoli di tradizioni filosofiche, scientifiche e teologiche hanno raccolto sotto il termine compatibilismo. Vi è stato, e vi è ancora, chi ha sostenuto che siano domande senza risposta, tentativi di metterle brache al mondo. Questo libro tratta di chi ha cercato di fornire una risposta, una soluzione all'interno del proprio modo di pensare - da Severino Boezio ad Anselmo d'Aosta a Tommaso d'Aquino; da Duns Scoto a Ockham sino a Molina e Leibniz. Oppure di chi ritiene utile servirsi del passato come di una serie di soluzioni a domande del presente. Ma racconta anche di chi ha serenamente rinunciato a rispondere, sino a chi intravede nel compatibilismo uno strumento prezioso per il dialogo tra culture e tradizioni religiose.
Il silenzio delle idee. Libri, letture e censure
Roberto Limonta, Rolando Longobardi
Libro: Copertina morbida
editore: Encyclomedia Publishers
anno edizione: 2012
pagine: 160
Questo libro racconta di alcuni nodi emblematici nella storia intellettuale del pensiero occidentale: momenti in cui le opinioni - i testi, i luoghi e le persone che le rappresentano - stridono nel proprio contesto, e innescano le dinamiche articolate del controllo sulla circolazione e sulle fonti del sapere. In questi passaggi cruciali si definiscono i contorni di ciò che chiamiamo autore, lettore, editore, pubblico; e quindi censura, autocensura, libertà d'espressione, proprietà intellettuale: temi che nella postfazione Riccardo Fedriga chiama a raccolta per una riflessione sulla contemporaneità.
La vergine e l'onnipotenza. Guida a «De divina omnipotentia»
Roberto Limonta
Libro: Libro in brossura
editore: Jaca Book
anno edizione: 2025
pagine: 176
La tradizione epistolare del monachesimo è il luogo di coltura di alcuni dei testi filosofici più rilevanti del millennio medievale. A questo “milieu” appartiene la lettera “De divina omnipotentia” di Pier Damiani (1007-1072). Dio può restituire la verginità a una fanciulla che l’abbia perduta? L’onnipotenza divina è tale da far sì che ciò che è stato non sia stato, e che Roma non sia stata fondata? Nonostante le frequenti invettive contro i “dialettici” e i limiti del discorso umano sul divino, Pier Damiani accoglie queste domande all’interno della riflessione sulla Sacra Pagina, come si definiva allora la teologia, e ne fa una compiuta questione filosofica, inaugurando un tema di cui “La vergine e l’onnipotenza” ricostruisce genesi e sviluppo storico, attraverso il confronto filologico col testo damianeo ma anche con il liquido di contrasto fornito dagli strumenti concettuali del dibattito contemporaneo. Il profilo del “De divina omnipotentia” è pertanto ben più complesso del proprio mito: non un sillabo dogmatico o una condanna ideologica, bensì la concezione eternalista di una potenza divina che mette alla prova le categorie della temporalità umana, ma che tuttavia non rinuncia a intrecciare con pazienza e sagacia dialettica, retorica e tradizione monastica per dare forma, prima del ritorno del “corpus” aristotelico in Occidente, a un modello sofisticato di argomentazione teologica.