Libri di Simon Gilson
Nudity and folly in italian literature from Dante
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2022
pagine: 306
Fin dall’antichità, follia, nudità e poesia hanno strettamente abbracciato i concetti di verità, bontà e estasi divina. L’idea di creazione poetica come forma di ispirazione divina, o furore, è alla base del Fedro di Platone, dove alla manìa poetica (follia) è attribuita la condizione di invasamento divino, insieme alle sue controparti profetiche, mistiche e, soprattutto, amorose. Durante tutta l’era premoderna, gli studiosi impegnati nello studio degli scritti di Platone e Aristotele, insieme a Ippocrate, Galeno e Avicenna, hanno tutti posto la loro attenzione sul legame tra genio e follia, nonché tra follia e malinconia. Dal punto di vista cristiano, nonostante il Medioevo avesse posto la pazzìa o follia nella gerarchia dei vizi, invero la figura più esemplare della cultura italiana di prima età moderna ad aver agito ‘follemente’, anche per aver ostentato nudità, per amore di Cristo è San Francesco d’Assisi, noto anche come Giullare di Dio. Quasi tre secoli dopo il precetto evangelico di San Francesco, Desiderio Erasmo, riecheggiando brani di San Paolo, diede voce a una sublime celebrazione della follia come maschera che Cristo stesso aveva usato per infondere il suo messaggio spirituale, affermando altresì che “solo gli sciocchi hanno la licenza di dichiarare la verità senza offesa”. Date queste premesse, il nostro volume si propone di presentare nuove prospettive di ricerca riguardo al gioco dei rapporti tra verità del mondo (velata) e verità dell’essere (nuda) che alcune delle voci più importanti della letteratura italiana, da Dante a Leopardi, hanno affidato al linguaggio poetico o alla prosa storica e scientifica. I dodici capitoli di questo volume coprono un’ampia gamma di generi e di prospettive interdisciplinari, con discorsi innovativi su Dante, Boccaccio, Leonardo da Vinci, Francesco Guicciardini, Niccolò Machiavelli, Anton Francesco Grazzini, Ludovico Ariosto, Pietro Aretino, Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei, il genere epico barocco italiano, Tomaso Garzoni e Giacomo Leopardi. Il volume offre una finestra privilegiata sulla complessità dei valori storici e culturali attribuiti alla nudità e alla follia invero molto attuali ancora oggi.
Leggere Dante a Firenze. Da Boccaccio a Cristofono Landino (1350-1481)
Simon Gilson
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2019
pagine: 333
Il libro indaga la ricezione della figura e dell’opera di Dante Alighieri a Firenze fra il 1350 e il 1481. Attraverso l’analisi del formarsi di un’identità culturale municipale e dei legami fra l’Alighieri e i suoi lettori fiorentini più importanti, da Giovanni Boccaccio a Cristoforo Landino, il volume spiega come e perché tanto i detrattori quanto gli appassionati di Dante ne sfruttarono l’eredità a fini ideologici, linguistici, culturali e politici. Una particolare attenzione è riservata all’influenza che Dante esercitò su autori quali Boccaccio e Petrarca, sugli umanisti, sull’identità civica di Firenze e sulla cultura “popolare”, di più ampia fruizione presso larghi strati della società.