Libri di Stefano Rizzi

Sentivo già il formicolio. Per tenere alta la tensione, per manovrare al meglio il nuovo giochetto capitatomi dritto in mano, avrei cercato aiuti qua e là. Non solo alcol o droga, frastornato da echi di sirene voluttuose. Peggio: avrei sollevato i piedi da terra in cerca di aria più rarefatta. Lo sballo della mente che s’infila nel tunnel di una dannata ossessione. Risolvere l’intrico mi metteva in fibrillazione. . . . La natura è una grossa bugia. In rare occasioni è così. Si arriva a voler credere sia così. Si riesce a dimenticare tutto quello sforzo meticoloso per imporre una convivenza di cellule, microcosmo, istinti, spontaneità genetica, il pianeta terra che gira al largo dal paparino incandescente pronto a scudisciarla per il suo attardarsi a unirsi a lui in supernova deflagrante... Alle volte, l’esibizione passa sopra a tutto. Il mettere in scena diviene ciò che di bello esiste, senza rimandi alla persistente, onnipresente, confidente natura.

I protagonisti delle cinque storie che compongono questa raccolta hanno tutti grosse gatte da pelare. Non sono certo esempi di virtù, partono immancabilmente con il piede sbagliato, imputano agli altri, al mondo che li circonda, disguidi interiori. Almeno ci provano, inseguono ossessioni, piccole o grandi, cercano di andare oltre la mera superficie delle cose, rischiando in proprio di naufragare al largo delle coste del comune sentire. Le parabole descritte sono diverse. Una storia prende le mosse dall'insoddisfazione personale, dalla noia esistenziale, che porta il protagonista ad improvvisarsi detective, a cacciarsi nei guai per il gusto di farlo, vivere un'emozione forte in prima persona; solo che la nuova esperienza pian piano lo divorerà da dentro, farà fioccare solo dubbi e nessuna certezza, lo sedurrà fino alla radice del suo ego, impedendogli di staccarsi, lo forzerà a costruire castelli di carta pur di protrarre il gioco, esili strutture abitate da fantasmi paranoici. Sono persone instabili, difettano di fiducia in loro stessi e negli altri, ma non sono affatto sprovvedute, sanno come forzare la mano, ed è questo il lato peggiore; possono perseverare a lungo nel farsi del male, perché sono orgogliosi e l'ultima cosa che farebbero è ammettere che gli altri hanno ragione.

Un bel racconto di genere fantastico con il sapore di una sceneggiatura sul grande mistero della morte come inevitabile protagonista della vita. È pesante da sopportare, fa paura, dà dolore, ma si può imparare ad accettarla. Tre sono i personaggi principali. In comune hanno un'esperienza: affrontano un lutto che cambierà la loro vita. Tre sono i temi: il superamento del lutto; l'importanza di esprimere il proprio senso di abbandono; la certezza di non essere soli nel dolore. Sebbene le difficoltà quotidiane facciano parte dell'esistenza di ognuno di noi, affrontandole nasce un'occasione per crescere e arricchire le proprie risorse. La Prefazione di Marina Sozzi, filosofa e tanatologa, esperta di rielaborazione del lutto in ambito familiare, fornisce gli strumenti educativi per rielaborare il tema insieme ai bambini. Età di lettura: da 7 anni.

Lance, Tyrus e Sue, tre vite che corrono a lungo parallele, su binari distanti tra loro, sia nel tempo che nello spazio. Tre storie che finiranno per attrarsi incrociando i destini dei tre protagonisti, determinando esiti impensabili per ognuno di essi, deviazioni funamboliche dall'originale cammino di ricerca personale intrapreso all'inizio del loro percorso interiore. "Conosco un posto alla fine del mondo. Per arrivarci devi percorrere miglia e miglia di campi di granturco baciati dal sole, senza guardarti indietro. Questo luogo non è segnato sulle mappe, perciò ti puoi affidare solo a te stessa. Quando ci sono stata, la prima volta, ho sentito l'odore della terra e dei vermi brulicanti in essa, il frusciare del fieno attraversato dal vento e il sudore salato che mi pizzicava la pelle. In questo posto il passato si ferma, e la smette di correrti dietro. Sbuffa a distanza e le nuvole si aprono in cielo. C'è un'amaca sospesa fra due grossi alberi. Senti il suo dondolio ad acri di distanza. Sui tronchi di entrambi gli alberi sono infisse delle piccole scalette in legno. Solo che da una si può solo salire e dall'altra solo scendere..."

Il più bizzarro e meno accreditato gruppo di ricerca dell'avveniristico "La Berge & Berger Institute" perviene ad una scoperta sensazionale, che rischia di sconvolgere per sempre i modi di vivere e la percezione della realtà umani. Una visione insospettabile delle cose che unisce in modo indelebile, forse per la prima volta, le più recenti teorie sui processi neurologici della mente umana e i millenari quesiti sull'esistenza di altre forme di vita nell'universo, con l'aspetto meno chiaro della nostra esistenza inconscia, ossia il sogno. I protagonisti di tale impresa, frutto sia di lampi di genio, sia di grossi colpi di fortuna, sono tre......Un'avventurosa missione speculativa condurrà i personaggi del romanzo a cercare di risolvere questi e altri enigmi e, alla fine, li porterà forse a ricredersi sui vantaggi apportati dalle nuove applicazioni tecnologiche prodotte dalla loro scoperta.

Questa raccolta di racconti colpisce per la sua eterogeneità e vitalità di pensiero. Un'ironia sferzante si sposa prima col noir, poi con la farsa e infine col dramma, per dipingere un teatro dell'umano grottesco e irresistibile. Personaggi tondi, pieni di debolezze, narcisismi, piccole e comuni manie, affollano le pagine di un libro che in qualche modo riesce a parlarci di noi, dei sogni infranti, dei rapporti sbagliati, delle scelte che non abbiamo avuto il coraggio di fare. Con una prosa colloquiale e qualche gioco letterario, l'autore ci regala delle storie da metterci in tasca, da conservare con cura, per capire, spesso sorridendo, alcuni lati del nostro carattere talvolta difficilmente tollerabili anche da noi stessi.

Il protagonista, dopo vent'anni passati lontano da casa, prepara il ritorno a Geberyt, sua città natale. La sua missione è cercare di fare chiarezza su una scia di omicidi che sono stati attribuiti alla sua famiglia, gli Uschloom, e che hanno causato il suo allontanamento. Nel fare questo rinsalderà un forte legame con il fratello minore, ripercorrerà i fatidici giorni della follia omicida combattendo con una memoria refrattaria e, soprattutto, ci metterà al corrente di una straordinaria condizione esistenziale che lo rende un individuo unico. Ma il problema è questo: riuscirà a trovare i colpevoli e a ripulire il nome degli Uschloom da un'ingiusta infamia, durata per troppo tempo?

Il volume contiene una raccolta di esercizi che ha l'obiettivo di introdurre il lettore all'impiego di strumenti metodologici per la progettazione e realizzazione di basi di dati relazionali. I temi trattati sono: progettazione concettuale con schemi E/R, progettazione logica, linguaggio SQL e algebra relazionale, stima dei costi di esecuzione e progettazione fisica, dispositivi e organizzazione dei dati. Gli esercizi sono ampiamente commentati, spesso arricchendo la discussione con proposte di soluzioni alternative e suggerimenti per ulteriori sviluppi. La tipologia degli argomenti affrontati e il livello di approfondimento fanno sì che il volume rappresenti un valido complemento per un corso di basi di dati di primo livello. La seconda edizione aggiunge più di sessanta esercizi, rendendo ancor più ampia la casistica delle situazioni di progetto affrontate.

Giovani devoti al culto della serialità omicida, così assorbiti dalla Rete da scordare la propria esistenza fisica; un reietto costretto ad aggirarsi furtivo nell'underground per dare libero sfogo a pulsioni bandite; un buffo censore sceso sulla Terra nel giorno dell'apocalisse per sbrigare un giudizio universale, quantomeno arbitrario; un dottore alla disperata ricerca di un rimedio per un paziente che sfugge ad ogni definizione clinica, nonché filosofica. Un dedalo di storie che porta all'esasperazione le nuove tendenze di una realtà più o meno futura, come l'alienazione, la mancanza d'interesse per l'altro e la perdita di tutti quegli attributi, anche banali, che fanno di noi i rappresentanti della razza umana. Fino a prova contraria.