Libri di Vincenzo Di Marco
L'arte di fronte all'Origine
Vincenzo Filippone-Thaulero
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2018
pagine: 120
"L'arte di fronte all'Origine" raccoglie una serie di frammenti risalenti ai corsi di Estetica che Vincenzo Filippone-Thaulero (1930-1972) tenne all'Università di Salerno a partire dal 1965. I riferimenti all'estetica dassica, alle nozioni del bello e dell'arte, apparentemente accettati per il loro valore etico e normativo, in Filippone-Thaulero finiscono per essere "divorati" dall'ansia di ricondurre il gesto artistico e l'intenzione estetica alla più ampia "intenzionalità" del Dio-Origine, senza la quale il significato stesso dell'arte finirebbe per perdersi nell'insignificanza del tecnicismo e del puro intrattenimento. Per l'autore l'arte è una testimonianza per certi versi drammatica dello smarrimento e della resa al nulla. L'artista si "consuma" nel compimento del gesto estetico, senza mai cedere alla strumentalità dei mezzi che adopera o alla reificazione del prodotto artistico una volta uscito dalle mani del suo creatore. Il testo di Filippone-Thaulero è preceduto da un saggio di presentazione di Vincenzo Di Marco, discusso da Aldo Marroni. Il libro si chiude con un contributo di Ugo Di Toro dedicato al tema dell'origine presso gli antichi greci.
Mitografie
Giuseppe Vetromile, Aldo Ferraris, Vincenzo Di Marco
Libro: Copertina morbida
editore: Kairòs
anno edizione: 2011
pagine: 128
La natura del mito nasce e si impasta con l'essenza dell'uomo, e con il mistero profondo della sua origine. Ne siamo avvinti e straziati. Raccontare il mito è sottrarre la natura umana alla caducità, proiettarla in un eterno divenire. Il corpo affaticato si trasforma in incarnazione del divino. Capovolge le regole. Oggi, come sempre, il mito è la sfida di piantare l'albero nel cuore dell'universo. Sperando che metta radici, e dia pace e ristoro all'esistere, che, dopotutto, è quello che più desideriamo. Essere un puntino luminoso fra le stelle. La traccia nel buio di un razzo di salvataggio.
Emmanuel Lévinas. L'epifania del volto
Vincenzo Di Marco
Libro: Copertina morbida
editore: Pazzini
anno edizione: 2016
pagine: 116
La filosofia occidentale nasce come negazione dell'Altro. È solo con Emmanuel Lévinas (l906-1995) che l'Altro diventa oggetto di una riflessione "rivoluzionaria". A partire dal suo saggio Totalità e infinito, non è più l'io a comandare. Il confronto con l'alterità è descritto come "epifania del Volto": linguaggio spiazzante e dissonante che mette in crisi il soggetto trionfante. Qualcosa di traumatico irrompe nel suo mondo tranquillo e pacificato che, dall'ordine dell'essere, lo innalza all'ordine della bontà. Il Volto d'altri è presentato come "nudità d'essere" e "vulnerabilità", intese non come debolezza ma come forza e capacità di resistere all'annientamento. Se la Totalità dell'essere è autoreferenzialità e chiusura, l'Infinito, al contrario, è apertura al mistero dell'Altro, che è l'impossedibile e l'inesauribile.
Günther Anders. L'incubo della bomba atomica
Vincenzo Di Marco
Libro: Libro in brossura
editore: Pazzini
anno edizione: 2017
pagine: 100
L'incubo della bomba atomica ha attraversato i decenni successivi al secondo conflitto mondiale per poi scomparire del tutto dalla cronaca sociale e politica. Il tragico inizio del nuovo millennio ha riportato di attualità la questione del nucleare e fatto ripiombare l'umanità nei dilemmi di mezzo secolo prima. Günther Anders è stato il più autorevole interprete dei mali introdotti dalla civilizzazione tecnologica quando nel ventennio tra le due guerre si profilavano all'orizzonte inquietanti visioni "apocalittiche" sulla fine imminente dell'uomo prometeico. Esule dalla Germania nazista, sperimenta negli Stati Uniti la società dei consumi e le tecniche di manipolazione delle masse. Auschwitz si congiunge inevitabilmente a Hiroshima: questa è la sentenza che si legge nei suoi libri più fortunati, per anni censurata e sottaciuta. Questo saggio ripropone il percorso intellettuale di un pensatore che ha saputo difendere caparbiamente il diritto dell'uomo alla sopravvivenza al di là dei cedimenti morali dell'età nichilistica.
Dove va l'Europa. Populismi e nazionalismi: una minaccia per la democrazia
Libro: Libro rilegato
editore: Duende
anno edizione: 2017
pagine: 96
L’Europa dei diritti e della democrazia partecipata sembra ripiombata negli anni bui delle grandi tragedie del Novecento: il filo spinato torna a delimitare i confini nazionali; la crisi economica favorisce l’ascesa di leader populisti; la retorica nazionalista predomina incontrastata nella lotta senza quartiere contro i flussi migratori. La cronaca registra la follia terroristica e le declamazioni di governanti irresponsabili. La politica securitaria comincia a trovare credito anche in frange insospettabili dell’opinione pubblica. Nelle pagine culturali del quotidiano di Teramo "La Città" alcuni filosofi, sociologi, psicoanalisti, storici della letteratura antica e straniera hanno riflettuto sulle ragioni della crisi della democrazia e sui rischi dell’avanzare dei populismi. Ne è nato il volume "Dove va l’Europa". Una prima verità sembra affacciarsi all’orizzonte: il mondo non ha assistito alla "fine della storia", come preconizzato da Fukuyama, ma all'incrinatura di quella democrazia dei diritti e di quel capitalismo globalizzato che sembravano mettere d’accordo tutti.
Il darsi dell'origine nell'esperienza sociale e religiosa
Vincenzo Filippone Thaulero
Libro: Libro in brossura
editore: Studium
anno edizione: 2018
pagine: LXXVI-498
Le scienze dell’uomo hanno conosciuto nella seconda metà del secolo scorso una rapida fortuna e un altrettanto rapido declino. La sociologia in particolare ha svolto il ruolo preminente che Comte le aveva assegnato, ossia quello di indicare nel progresso scientifico il fondamento ultimo della vita sociale. Nonostante questo primato, essa ha risentito dello strapotere della tecnica. L’immagine che le scienze cognitive (socio-biologia, linguistica, antropologia) ci hanno restituito dell’uomo è al tempo stesso povera e totalizzante. L’individuo sembra confinato in una solitudine atomistica. Di rimando la vita religiosa, accusata di coltivare un’immagine desueta dell’uomo, si è liberata, nel frattempo, dai vincoli di un passato (a dire dei più) oscurantista. Il darsi dell’Origine nell’esperienza sociale e religiosa è il primo dei cinque volumi dell’Opera omnia con cui Vincenzo Filippone Thaulero risponde alle questioni capitali del nostro tempo: l’avanzare della secolarizzazione, l’eclissi del sacro, l’uomo come «passione inutile». In questi saggi l’autore propone una lettura in forte controtendenza, ribadendo il valore di una «sociologia dell’esperienza religiosa» che dia conto della verità ultima, fondativa, dell’uomo e della società. Solo una conoscenza che sia in grado di un’apertura profonda verso il Dio-Origine cristiano, egli dice – vissuta nella radicalità dell’esperienza religiosa – può garantire quel valore ontologico della persona che rischia di naufragare se lasciato al nudo resoconto dell’esistenza pratico-sensibile. Vincenzo Filippone-Thaulero raggiunge questo risultato attraverso la riformulazione della fenomenologia scheleriana, da cui era partito per approdare al suo «rovesciamento» teoretico. Con largo anticipo rispetto alle filosofie dell’alterità e della donazione di Lévinas e Marion.
Walter Benjamin. La religione del capitalismo
Vincenzo Di Marco, Biancamaria Di Domenico
Libro: Libro in brossura
editore: Pazzini
anno edizione: 2019
pagine: 112
Gli autori di questo breve saggio hanno pensato di approfondire un aspetto a prima vista minoritario della vasta letteratura di Walter Benjamin (1892-1940), il frammento Kapitalismus als Religion del 1921, che negli ultimi anni ha suscitato però un vasto dibattito tra i suoi studiosi. Si tratta di poche pagine, dense, per certi aspetti criptiche, che presentano una tesi originale. Il capitalismo è a tutti gli effetti l’equivalente di una religione; anche se vi mancano i tratti delle fedi tradizionali, si fa interprete del disagio umano provato di fronte a una imprevedibile metamorfosi dell’essere sociale, da cui emerge il senso inquietante della colpa che non prevede espiazione. Della religione eredita le angosce, i turbamenti, gli incubi diurni e notturni, ma non riesce ad usufruire di quei conforti che essa promette invano.
Il male. Tra banalità e abisso
Vincenzo Di Marco, Biancamaria Di Domenico
Libro: Libro in brossura
editore: Pazzini
anno edizione: 2024
pagine: 122
Il male è comune, capillare, “umile”, si insinua dappertutto, cambia aspetto nelle sue continue metamorfosi. Vuole essere allettante, sapendo di correre il rischio della illiceità. Questa triste verità devono aver trovato i prigionieri, in prossimità dei cancelli dei campi di concentramento, come ad Auschwitz, dopo lunghi viaggi sui vagoni piombati che li avrebbe accompagnati alla morte. Ma lo si nota pure negli ultimi giorni della guerra mondiale, quando i nazisti, sapendo dell’arrivo dei liberatori, si affrettarono a cancellare i segni della violenza dei lager, facendo saltare in aria le camere a gas e i forni crematori. Non si dovevano lasciare le tracce troppo compromettenti dei crimini commessi, L’operazione di rimozione era stata meditata da tempo. Il male tocca l’abisso poiché può contare su una buona dose di ignoranza e di prepotenza. Tutto ciò è voluto perfidamente. Il male è questo continuo, e seducente, allontanarsi dall’umano, che deve essere - e può essere - combattuto dal rispetto per l’altro, dalla riduzione del proprio egoismo a vantaggio dell’espansione amichevole e fraterna fra gli esseri umani.
Ascesa e declino della borghesia. Tre saggi sullo spirito del capitalismo
Max Scheler
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2020
pagine: 152
“Tra i molteplici segni che ci indicano lo spegnersi di quell’ordine vitale sotto la cui forza e direzione ancora viviamo, non ne vedo alcuno che sia più convincente dell’estraniamento profondo che oggi riempie le teste migliori e i cuori più forti (nel loro ordine rispettivo) di fronte a questo ordinamento stesso. La storia di questo estraniamento è tuttora giovane. Questo nuovo atteggiamento, che ho davanti agli occhi, lo trovo anzitutto – com’è da attendersi – tra i dotti e i poeti – l’uomo di mondo può dire ‘sognatori’ –, per esempio in Gobineau, Nietzsche, Jakob Burckhardt, Stefan George. Per diversi che siano questi uomini in tutto (e per l’uomo è essenziale), in una cosa hanno sentito e pensato allo stesso modo: che l’insieme delle forze che hanno costruito l’elemento caratteristico della totalità del nostro presente ordine vitale poteva poggiare soltanto su di una profonda perversione di tutte le forze spirituali essenziali, su di un delirante sovvertimento di ogni ordine significativo dei valori – non dunque su forze spirituali che, confacenti alla normale ‘natura umana’, siano solo effetti che troverebbero il loro posto nelle possibilità di modificazione della storia a noi nota.”
René Girard. Evangelo della non violenza
Vincenzo Di Marco
Libro
editore: Pazzini
anno edizione: 2021
Inimica civitas. Sulle sciagure del nostro tempo
Vincenzo Di Marco
Libro: Copertina morbida
editore: Duende
anno edizione: 2021
pagine: 146
Come riportato dal titolo, questi brevi articoli intendono sottolineare l'esistenza di un "precipizio" di fronte al quale si è ritrovata, e si trova tuttora, la realtà sociale e politica del nostro tempo. "Inimica civitas" vuole sottolineare non tanto l'esistenza di un conflitto, di una rivalità aperta e riconosciuta, tra due opposte posizioni ideologiche che si sfidano per assicurarsi il potere, nel segno di una rivalità e avversità tra nemici fieri del loro côté politico, ma allude piuttosto alla degenerazione della civitas, al decadimento culturale dei nostri anni, caratterizzati dalla tracotanza dei centri di potere e dei loro emissari. Non siamo più nell'epoca per così dire dei costruttori della società ma in quella dei distruttori di ciò che di buono ancora rimaneva da difendere. Non l'epoca di Cicerone ma quella di Agostino. Non è esagerato definire "sciagure" questi malaugurati infortuni della vita sociale e politica, visti i tempi in cui siamo precipitati, per di più nell'anno della pandemia.
Il tempo occluso. Prose poesie traduzioni
Vincenzo Di Marco
Libro: Copertina morbida
editore: Duende
anno edizione: 2022
pagine: 242
Ho voluto dare a questa raccolta composita questo titolo, Il tempo occluso, nel senso propriamente specifico di occlusione, strozzamento, clausura, in cui si trova oggi costretta la parola poetica. Non escludo che il senso di chiusura culturale dei nostri tempi, indipendentemente dai condizionamenti causati dai virus pandemici, sia presente nei testi poetici, perché questi ultimi trovano riparo in spazi chiusi, in un chiostro, in una loro clausura, da cui i nostri timidi inchiostri. Le poesie possono essere molto dirette, possono parlare ingenuamente della natura, della felicità amorosa, di gesta epiche, ma sono soprattutto autoreferenziali, nel senso che, pur riferendosi ad altro, al mondo esterno, vivono di vita propria, di un loro senso interno, costituito dall'insieme - concorde o discorde - dei materiali linguistici usati, di propri significati e significanti, fino agli arredi fono-simbolici, metrici e grafici. Potrei aggiungere finanche da una loro voce o pronuncia.