Libri di Cinzia Dal Maso
L'arte che parla. Radio e podcast per la valorizzazione dei beni culturali
Libro
editore: Edipuglia
anno edizione: 2024
pagine: 230
Femminaccie impudentissime. Infermiere volontarie e assistenza ai feriti nella difesa della Repubblica Romana del 1849
Cinzia Dal Maso
Libro: Libro in brossura
editore: Dunp Edizioni
anno edizione: 2023
Dal 30 aprile al 30 giugno del 1849 la disperata difesa della Repubblica romana assediata dall’esercito francese vide lo straordinario impegno di volontari provenienti da ogni parte d’Italia e perfino d’Europa. Allo stesso tempo nelle ambulanze e nelle corsie degli ospedali alcune donne combattevano una battaglia silenziosa: erano le infermiere volontarie reclutate dalla principessa Cristina Trivulzio di Belgiojoso per curare i feriti, anche quelli avversari. Non conobbero riposo e si sottoposero a fatiche estenuanti, senza temere le bombe che colpivano i locali dove operavano, eppure scrittori e giornalisti reazionari le apostrofarono con i peggiori epiteti, chiamandole «donne d’equivoca fama», «svergognate», «femminaccie impudentissime». Secondo Pio IX i miseri infermi erano stati spesso costretti a morire «fra le lusinghe di sfacciate meretrici». Con questo libro si cerca di rendere onore a donne coraggiose che seppero precorrere i tempi senza tenere conto dei pregiudizi.
La Repubblica dei romani
Cinzia Dal Maso
Libro: Libro rilegato
editore: Dunp Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 170
Breve rassegna di personaggi, conosciuti o poco conosciuti, di romani, cioè di persone appartenenti alla popolazione di Roma, che hanno combattuto alla difesa della Repubblica Romana del 1849, non ha un significato localistico nel senso provinciale dell’espressione, ma ha un significato storico e politico di ampio respiro relativo alla trasformazione di un determinato ambiente per un lasso di tempo sia pure breve ma fecondo per il futuro.
Colomba Antonietti. La vera storia di un'eroina
Cinzia Dal Maso
Libro: Copertina morbida
editore: Edilazio
anno edizione: 2011
pagine: 188
Racconti da museo. Storytelling d'autore per il museo 4.0
Libro: Libro in brossura
editore: Edipuglia
anno edizione: 2018
pagine: 250
Questo libro delinea le caratteristiche del 'narratore da museo' e le tecniche che deve mettere in campo. Realizzato dal team del Centro studi per l'archeologia pubblica Archeostorie®, si propone come prima guida per chiunque voglia cimentarsi nell'arte del racconto da museo. Chiunque voglia, grazie al racconto, creare attorno al museo una vera comunità.
Pompei. Nel segno di Iside
Cinzia Dal Maso
Libro: Copertina rigida
editore: 24 Ore Cultura
anno edizione: 2013
pagine: 96
L'egittomania moderna è nata a Pompei. Lì venne alla luce, nel dicembre del 1764, il primo tempio egizio che gli Europei avessero mai visto: il Tempio di Iside. Subito diventò il simbolo dell'Egitto per eccellenza, visitato da letterati, artisti e regnanti di ogni dove. Scatenò una passione per l'Egitto irrefrenabile e fascinosamente connotata da moda, esoterismo e suggestioni massoniche. La sua fantasiosa fortuna fu pressoché infinita tanto nel campo dell'iconografia quanto in quello della letteratura. Ma quel tempio, e la venerazione per la grande e onnipresente Iside, erano assai importanti già nella Pompei antica. Il tempio fu l'unico edificio di culto cittadino restaurato al momento dell'eruzione, mentre gli altri conservavano ancora le macerie del terremoto del 62 d.C. E la quotidianità della devozione popolare a Iside si riconosce ovunque in città, sia nei numerosi sacelli dedicati alla dea nelle varie abitazioni, sia nelle statuette isiache che molti tenevano in casa o appesi al collo come potente amuleto: come la fanciulla che l'eruzione immobilizzò a porta Nola mentre teneva con sé una piccola Iside in argento, che avrebbe dovuto proteggerla nella fuga. A Pompei si riflettono anche gli echi dell'egittomania che aveva colpito un po' tutto il mondo romano antico, specie dopo la conquista dell'Egitto da parte di Ottaviano. Allora le architetture negli affreschi di terzo stile vennero tutte impreziosite da motivi egittizzanti.
Pompeii. In the sign of Isis
Cinzia Dal Maso
Libro: Copertina rigida
editore: 24 Ore Cultura
anno edizione: 2013
pagine: 96
L'egittomania moderna è nata a Pompei. Lì venne alla luce, nel dicembre del 1764, il primo tempio egizio che gli Europei avessero mai visto: il Tempio di Iside. Subito diventò il simbolo dell'Egitto per eccellenza, visitato da letterati, artisti e regnanti di ogni dove. Scatenò una passione per l'Egitto irrefrenabile e fascinosamente connotata da moda, esoterismo e suggestioni massoniche. La sua fantasiosa fortuna fu pressoché infinita tanto nel campo dell'iconografia quanto in quello della letteratura. Ma quel tempio, e la venerazione per la grande e onnipresente Iside, erano assai importanti già nella Pompei antica. Il tempio fu l'unico edificio di culto cittadino restaurato al momento dell'eruzione, mentre gli altri conservavano ancora le macerie del terremoto del 62 d.C. E la quotidianità della devozione popolare a Iside si riconosce ovunque in città, sia nei numerosi sacelli dedicati alla dea nelle varie abitazioni, sia nelle statuette isiache che molti tenevano in casa o appesi al collo come potente amuleto: come la fanciulla che l'eruzione immobilizzò a porta Nola mentre teneva con sé una piccola Iside in argento, che avrebbe dovuto proteggerla nella fuga. A Pompei si riflettono anche gli echi dell'egittomania che aveva colpito un po' tutto il mondo romano antico, specie dopo la conquista dell'Egitto da parte di Ottaviano. Allora le architetture negli affreschi di terzo stile vennero tutte impreziosite da motivi egittizzanti.
Pompeii. The art of loving
Cinzia Dal Maso
Libro: Copertina rigida
editore: 24 Ore Cultura
anno edizione: 2012
pagine: 93
È veritiera la fama di Pompei città dissoluta, e per questo "punita" dall'eruzione? C'erano davvero, tra le sue vie, lupanari e prostitute a ogni angolo? O piuttosto, come tante altre città, era semplicemente protetta da Venere, col tempio della dea dell'amore vicino al porto, con le sue brave scritte sui muri e, in fondo, un solo lupanare dichiaratamente tale? I suoi numerosi, famosi affreschi e graffiti di argomento erotico erano realmente licenziosi, oppure appaiono tali solo alla nostra pruderie imbevuta di morale cristiana? Quello che è certo è che i romani vivevano il sesso con maggiore disinvoltura di noi. Giocavano e ironizzavano sul sesso con una naturalezza che noi abbiamo perduto. In questo, i Pompeiani non erano affatto più "dissoluti" di altri cittadini dell'impero. Eppure, in quella città, qualcosa di assolutamente particolare, qualcosa, se vogliamo, di "strano" cera: l'abbondanza e la varietà dei riferimenti sessuali nella Pompei del 79 d.C. non hanno pari nel mondo romano a noi noto. Che, almeno in quegli anni, Pompei fosse qualcosa di più di un "porto di mare" come tanti altri è ipotesi suggestiva, che le pagine di questo volume illustrano e approfondiscono cercando di non perdere il filo sottile che ancora ci lega a quell'antica, vitale umanità.
Pompei. L'arte di amare
Cinzia Dal Maso
Libro: Copertina rigida
editore: 24 Ore Cultura
anno edizione: 2012
pagine: 93
È veritiera la fama di Pompei città dissoluta, e per questo "punita" dall'eruzione? C'erano davvero, tra le sue vie, lupanari e prostitute a ogni angolo? O piuttosto, come tante altre città, era semplicemente protetta da Venere, col tempio della dea dell'amore vicino al porto, con le sue brave scritte sui muri e, in fondo, un solo lupanare dichiaratamente tale? I suoi numerosi, famosi affreschi e graffiti di argomento erotico erano realmente licenziosi, oppure appaiono tali solo alla nostra pruderie imbevuta di morale cristiana? Quello che è certo è che i romani vivevano il sesso con maggiore disinvoltura di noi. Giocavano e ironizzavano sul sesso con una naturalezza che noi abbiamo perduto. In questo, i Pompeiani non erano affatto più "dissoluti" di altri cittadini dell'impero. Eppure, in quella città, qualcosa di assolutamente particolare, qualcosa, se vogliamo, di "strano" cera: l'abbondanza e la varietà dei riferimenti sessuali nella Pompei del 79 d.C. non hanno pari nel mondo romano a noi noto. Che, almeno in quegli anni, Pompei fosse qualcosa di più di un "porto di mare" come tanti altri è ipotesi suggestiva, che le pagine di questo volume illustrano e approfondiscono cercando di non perdere il filo sottile che ancora ci lega a quell'antica, vitale umanità.