Libri di L. Vanni
I pirati. Un ritratto dei predoni del mare dall'antichità ai nostri giorni
Peter Lehr
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2021
pagine: 312
A partire dagli anni Ottanta, il susseguirsi di notizie sulle scorrerie piratesche ha riportato al centro della scena una minaccia che si riteneva ormai superata, rievocata dai racconti d'avventura più che dalla cronaca internazionale. Eppure, fra assalti feroci, equipaggi presi in ostaggio e sequestri di capitani di nave, si è scoperto che i pirati non hanno mai smesso di infestare i mari di tutto il mondo. In un excursus storico che affonda le sue radici nell'VIII secolo e arriva fino ai giorni nostri, Peter Lehr, docente ed esperto di crimine organizzato, si avvale di una vasta gamma di fonti primarie e bibliografiche per dipanare i numerosi fili rossi che hanno caratterizzato la storia plurisecolare dei predoni di mare, dai vichinghi del Nord Europa agli attuali pirati somali e nigeriani, attraverso i wokou lungo le coste della Cina, i dayak del Borneo, i bucanieri dei Caraibi, i corsari del Mediterraneo e le prime donne pirata. Anche se la carriera di predone è sempre stata inadatta ai timidi e ai moralmente incorrotti, la sete di guadagno e il richiamo dei soldi facili sono solo alcuni dei moventi che hanno indotto uomini di tutto il mondo a rischiare la propria vita in mare aperto. Le vaste distese d'acqua, infatti, hanno sempre rappresentato una possibile via di fuga dall'emarginazione sociale ed economica per le fasce più povere, nel tentativo di superare il malessere dovuto a miseria, disoccupazione e mancanza di prospettive per il futuro. Ecco perché da trent'anni il mar Arabico, il golfo di Guinea, lo stretto di Malacca e il mar Cinese meridionale sono di nuovo infestati dai pirati, largamente agevolati dalla liberalizzazione degli scambi, dall'aumento del traffico marittimo e dal ritiro delle flotte militari dopo la fine della guerra fredda. Non a caso, la pirateria ha sempre potuto proliferare grazie alla mancanza di controlli e vigilanza: ancora oggi, nonostante tutto, gli oceani sono un'area grigia priva di normative condivise, perché per i paesi sviluppati la fluidità dei trasporti marittimi è più vitale di qualsiasi regolamentazione sovranazionale. Offrendoci un'inedita prospettiva sulla storia marittima globale, "I pirati" mette in luce la continuità tra i tempi antichi e quelli moderni, ricordandoci come la minaccia rappresentata dalla pirateria sia sempre stata indissolubilmente legata alle disparità sociali e alle questioni politiche ed economiche di rilevanza internazionale che si consumano sulla terraferma, proprio sotto i nostri occhi.
La mappa dei libri perduti. Come la conoscenza antica è stata perduta e ritrovata: una storia in sette città
Violet Moller
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2019
pagine: 325
Agli inizi del VI secolo, le popolazioni dell'Europa occidentale erano tormentate delle invasioni barbariche e i sovrani dell'impero romano d'Oriente attratti dall'opulenza e dal lusso: il patrimonio scientifico classico ed ellenistico sembrava in pericolo. Delle opere di Tolomeo, Euclide e Galeno erano sopravvissute solo poche copie, sparse tra Egitto, Siria, Anatolia e Grecia. Eppure, in un viaggio lungo un millennio, quei testi di astronomia, matematica e medicina, letti, tradotti e copiati nei centri di cultura medievali, riuscirono a sopravvivere e ad alimentare la rivoluzione scientifica moderna. È intorno a sette grandi città, crocevia di popoli, religioni e lingue attraverso i secoli, che ruota la ricostruzione della storica inglese Violet Moller alla ricerca delle tracce lasciate dagli intellettuali che hanno tramandato gli studi di questi celebri autori. Come Galeno di Pergamo, chiamato a Roma dall'imperatore per esercitare la professione di medico di corte dopo essersi formato a Smirne, Corinto e Alessandria d'Egitto, proprio dove Euclide compose gli Elementi e Tolomeo l'Almagesto. Quando la città sede della più ricca biblioteca dell'antichità andò in rovina, la sua eredità culturale trovò dimora nel mondo islamico: a Baghdad, grazie al mecenatismo del califfato, la ricerca matematica, amalgamando le conoscenze tradizionali alle rivoluzionarie scoperte indiane, lo zero e l'idea di infinito, raggiunse vette inaspettate. Giunta in Europa per fuggire alle persecuzioni degli Abbasidi, la dinastia omayyade portò l'eccellenza araba a Cordova, favorendo così il confronto tra studiosi ebrei, cristiani e musulmani e il perfezionamento di molte teorie scientifiche. Queste risalirono poi la penisola iberica fino a Toledo divenuta, con la Reconquista, la porta di accesso alla cristianità, che aveva preservato il sapere antico nei monasteri, tra i quali spiccava Montecassino. Toccò quindi all'Italia meridionale: a Salerno, Costantino l'Africano introdusse i testi di Galeno, che resero la scuola medica cittadina all'avanguardia nel campo della fisiologia e della farmacologia; a Palermo, maestosa capitale normanna, le opere furono tradotte direttamente dal greco al latino. Infine, il viaggio si conclude a Venezia, dove nella seconda metà del XV secolo le prime tipografie diedero alle stampe i manoscritti di quell'antica conoscenza, che, all'alba del Rinascimento, ha raggiunto le biblioteche disseminate in ogni angolo d'Europa per arrivare fino a noi. "La mappa dei libri perduti" è una storia delle idee e degli uomini che le hanno studiate, copiate, tradotte e diffuse, ma anche un invito a ritrovare i legami profondi tra il mondo islamico e quello cristiano, il cui incontro ha dato vita a un patrimonio intellettuale davvero universale.
Il futuro dell'America. Una storia dai padri fondatori a Barack Obama
Simon Schama
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2009
pagine: 432
Uno dei più importanti storici dei nostri tempi, compie un viaggio nel presente e nel passato degli Stati Uniti per comprendere le nuove prospettive che si sono aperte per questo paese e, di conseguenza, per il mondo intero. E per tentare di individuare i tratti peculiari dell'identità americana, in un momento del tutto particolare, segnato dalla candidatura di Barack Obama e dall'esplodere della crisi economica. Dalla sua indagine emerge una storia contraddittoria, ricca di episodi sanguinosi: dalla guerra di secessione, conflitto fratricida visto con gli occhi di un protagonista, il generale Montgomery C. Meigs, alla deportazione dei cherokee a ovest del Mississippi, dall'espropriazione delle terre ai danni dei tejanos in Texas ai pogrom contro le varie Chinatown o contro gli immigrati non anglosassoni fino alle recenti vicende di Abu Ghraib. Eppure, in mezzo a tanta violenza e a tanta sofferenza, affiora anche un altro paese, quello di Fannie Lou Hamer, il cui canto si è levato contro la discriminazione dei neri; di Grace Abbott, che ha lottato in difesa degli immigrati nelle grandi città. Secondo Schama gli Stati Uniti sapranno govenare la propria trasformazione e giungere a una riedificazione della repubblica perché il tratto più autentico della "differenza americana", del carattere nazionale di cui i cittadini degli States vanno tanto fieri, sta proprio nella loro capacità di sperare nel futuro, di rinnovare e ricostruire il paese nei momenti in cui sembra votato alla catastrofe.
Materiale di trazione elettrico
L. Vanni
Libro
editore: Sandit Libri
anno edizione: 2011
pagine: 320
Questo libro è rivolto sia a chi ha già conoscenze in materia di trazione elettrica ferroviaria, che ai neofili che, pur avendo già proprie basi in materia di meccanica, elettrotecnica ed elettronica, desiderano approfondire tali discipline applicate al trasporto ferroviario. In questo volume vengono prese in considerazione tutte le locomotive in corrente continua, sia per il traino di convogli in linea che per le manovre, dal 1927 al 2010.
Iconografie d'infanzia
Libro
editore: Anicia
anno edizione: 2012
pagine: 224
La riflessione pedagogica attuale sul fenomeno dell'educazione ha preso ormai molte strade: anche quella dell'immaginario. Qui, sfruttando (e interrogando) la grande potenza dell'immagine, si è tentato di unire parola e immagine, iconografia e discorso educativo. E i tempi interrogati, e le visioni dell'infanzia che li hanno racchiusi, restituiscono occhi diversi alla comprensione dell'infanzia e ai suoi processi di sviluppo educato. Si tratta di un tentativo nuovo - e non solo descrittivo - di percepire la centralità di un "tempo giovane" che sempre è stato al centro delle generazioni, quando esse hanno tentato di trasmettere alle nuove leve gli insegnamenti e gli alfabeti acquisiti dai padri e dalle madri che in loro avevano riposto le speranze sul futuro. Nulla di sistematico, naturalmente, ma gli spaccati di tempi anche lontani, dal medioevo alla rinascenza, dal Settecento all'impressionismo, dal Dürer all'archivio Alinari, fino al dopoguerra della scuola italiana, offrono spunti di riflessione (sociale e pedagogica) di sicuro interesse. E perciò si offre al lettore e a chiunque nutra interessi non superficiali per i fenomeni educativi.
Il Buddha ribelle. Guida per la rivoluzione della mente
Dzogchen Ponlop
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 232
In ognuno di noi c'è un innato spirito di ribellione. Fa parte della nostra persona e, se alimentato da saggezza e compassione, ha il potere di liberarci dalla paura e dall'infelicità. È la voce della nostra mente desta. È il nostro Buddha ribelle, l'acuta e limpida intelligenza che si oppone alla condizione di illusorietà in cui ci muoviamo normalmente, che ci riscuote dalla passiva accettazione dell'ingannevole realtà di tutti i giorni, svelandoci la forza della nostra natura illuminata. È la penetrante energia che ci spinge a cercare la verità e a incamminarci sulla via che conduce alla libertà. In un agile volume che raccoglie, rielaborandoli, i temi di due cicli di lezioni tenuti negli Stati Uniti, Dzogchen Ponlop ci guida nella rivoluzione interiore che il nostro Buddha ribelle ha la capacità di operare. Fornendoci dettagliate istruzioni per la meditazione, questo grande maestro ci mostra poi come tramite l'addestramento della mente e la comprensione della nostra vera natura possiamo emanciparci da un'inutile condizione di sofferenza e dalle nevrosi che ci affliggono quotidianamente. Ci offre quindi un'esauriente introduzione all'essenza degli insegnamenti del Buddha, affrancandoli dall'alone di religiosità che talvolta rischia paradossalmente di offuscarne il senso, e spiegandoci che, se vogliamo trasporli nella nostra esperienza personale, dobbiamo sottrarci alla tentazione di emulare i rituali e il modello culturale del buddhismo asiatico tradizionale per segnare una nostra via al risveglio.
L'impero ombra di Hitler. La guerra civile spagnola e l'egemonia economica nazista
Pierpaolo Barbieri
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2015
pagine: 398
La guerra civile spagnola (1936-1939) è stata spesso considerata la sanguinosa prova generale della seconda guerra mondiale. I nazionalisti di Francisco Franco, insorti contro il governo repubblicano del Fronte popolare, vinsero grazie all'assistenza militare fornita dalla Germania nazista e dall'Italia fascista, un chiaro esempio - sembrò - della comune lotta al bolscevismo internazionale condotta da regimi politicamente e ideologicamente affini. Lo storico Pierpaolo Barbieri ribalta questa interpretazione dell'intervento delle forze dell'Asse, sostenendo che furono ben altri i motivi che spinsero il Führer nella penisola iberica: decisi a esercitare l'egemonia economica sull'Europa, i tedeschi volevano sperimentare in Spagna, paese ricco delle materie prime di cui avevano assoluta necessità, le tecniche di sfruttamento da utilizzare nelle future colonie. Il Terzo Reich offrì, quindi, alle truppe franchiste aerei, carri armati e uomini, con il segreto obiettivo di assoggettare gradualmente il paese in una sorta di "impero informale" e di impadronirsi delle sue risorse minerarie per alimentare la propria industria bellica. L'attuazione di questo piano fu in gran parte resa possibile dall'opera di Hjalmar Schacht, ministro delle Finanze e direttore della Reichsbank, le cui politiche (riarmo, disinvolta gestione del debito, promozione dell'export e controllo assoluto dello Stato sull'economia) furono alla base della rinascita della Germania tra le due guerre.
Un desiderio al giorno per una settimana. Sulla libertà, lo sviluppo e la formazione
Amartya K. Sen
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 236
Un mistero - o un paradosso - avvolge l'India contemporanea: il paese vanta un indiscusso primato per l'eccellente preparazione dei suoi tecnici e professionisti, i suoi «primi della classe» altamente competitivi sul mercato del lavoro occidentale, eppure il suo sistema scolastico esclude o trascura la gran parte di coloro che dovrebbe educare e che, non a caso, appartengono alle categorie sociali più svantaggiate, i poveri e le donne. Perché l'iniquità e la disuguaglianza non riguardano solo la scuola, ma tanti, troppi ambiti della vita sociale indiana, dall'assistenza sanitaria alla previdenza sociale, fino alle svariate e clamorose forme di discriminazione castale, tuttora ampiamente vigenti. Nei brevi saggi raccolti in queste pagine, Amartya Sen fissa alcune priorità nella serie di problemi che ostacolano il pieno sviluppo economico e democratico del suo paese e delinea condizioni e modi per farvi fronte: le questioni della giustizia sociale, della povertà, delle disuguaglianze, della parità tra i sessi, dell'istruzione, dei diritti d'espressione e del ruolo dei media sono, fra le tante, al centro della sua riflessione appassionata e partecipe, illuminata da una vasta competenza e sempre ispirata a principi di equilibrio e di apertura antidogmatica alla molteplicità delle prospettive. Ma non è solo all'India - ai preziosi contributi che la sua civiltà millenaria ha dato all'umanità nel passato e al suo presente difficile ma anche ricco di iniziative e di grandi potenzialità - che Sen dedica le sue attenzioni, poiché anche il mondo globale contemporaneo è afflitto, e su scala molto più larga, dalle medesime piaghe: ingiustizia, fame, dispotismo, guerra, esclusione, sfruttamento. Nell'invocare la piena realizzazione dei diritti di tutti nella prima e più grande democrazia dell'Asia, Sen ci mostra che «ciò che dovrebbe toglierci il sonno» non riguarda solo l'India, ma anche tutte le altre zone del pianeta, dove applicare un'idea concreta di giustizia, ovvero centrata sulla realizzazione più che sui princìpi o sulle istituzioni ideali, equivarrà sempre a promuovere la vita umana e a migliorare il mondo in cui viviamo. Una lezione che ci viene da uno dei maestri del pensiero contemporaneo e che è doveroso ascoltare.
La società a costo marginale zero. L'internet delle cose, l'ascesa del «commons» collaborativo e l'eclissi del capitalismo
Jeremy Rifkin
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 494
In "La società a costo marginale zero", Jeremy Rifkin sostiene che si sta affermando sulla scena mondiale un nuovo sistema economico. L'emergere dell'Internet delle cose sta dando vita al "Commons collaborativo", il primo nuovo paradigma economico a prendere piede dall'avvento del capitalismo e del socialismo nel XIX secolo. Il Commons collaborativo sta trasformando il nostro modo di organizzare la vita economica, schiudendo la possibilità a una drastica riduzione delle disparità di reddito, democratizzando l'economia globale e dando vita a una società ecologicamente più sostenibile. Motore di questa rivoluzione del nostro modo di produrre e consumare è l'"Internet delle cose", un'infrastruttura intelligente formata dal virtuoso intreccio di Internet delle comunicazioni, Internet dell'energia e Internet della logistica, che avrà l'effetto di spingere la produttività fino al punto in cui il costo marginale di numerosi beni e servizi sarà quasi azzerato, rendendo gli uni e gli altri praticamente gratuiti, abbondanti e non più soggetti alle forze del mercato. Il diffondersi del costo marginale zero sta generando un'economia ibrida, in parte orientata al mercato capitalistico e in parte al Commons collaborativo, con ricadute sociali notevolissime. Rifkin racconta come i prosumers, consumatori diventati produttori in proprio, generano e condividono su scala laterale e paritaria informazioni, intrattenimento, energia verde e prodotti realizzati con la stampa 3D a costi marginali...
Gli occhi di Rembrandt
Simon Schama
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: 970
Nessun pittore ha mai guardato con tanta lucida intelligenza e inesauribile compassione al nostro entrare e uscire di scena e a tutta la sceneggiatura che si volge nel mezzo. A più di tre secoli dalla morte, Rembrandt, tra i più amati maestri della pittura, rimane un mistero. Le notizie sulla sua vita sono scarne: figlio di un mugnaio di Leida, trovò per qualche tempo la fama ad Amsterdam ma, nonostante l'unanime riconoscimento del suo genio, fece bancarotta e morì in povertà. Attraverso un'accurata e appassionata descrizione e interpretazione della sua opera, Simon Schama delinea il profilo di un uomo alla perenne ricerca di sé ed esplora con grazia anche l'universo degli affetti di Rembrandt: l'amatissima Saskia, moglie e modella, l'adorato figlio Titus, morto di peste, infine l'amante Hendrickje, compagna premurosa della sua tormentata maturità. Ma "Gli occhi di Rembrandt" va ben oltre i confini della biografia tradizionale e rievoca suoni e colori di una Amsterdam crocevia del mondo. Soprattutto avvicina il lettore al segreto di un'arte rivoluzionaria, permettendogli di guardare la vita con gli occhi del grande maestro.
L'ora più buia. Maggio 1940: come Churchill ha salvato il mondo dal baratro
Anthony McCarten
Libro: Copertina rigida
editore: Mondadori
anno edizione: 2018
pagine: 251
Eroe di guerra. Patriota. Ubriacone. Imperialista. Politico. Depresso. Scrittore. Visionario. Aristocratico. Voltagabbana. Pittore. Nel maggio del 1940 queste erano solo alcune delle «credenziali» con cui Winston Spencer Churchill si presentava alla Camera dei Comuni per assumere l'incarico di primo ministro del Regno Unito. La nazione era in guerra da otto mesi e le cose non stavano andando affatto bene. Più che un nuovo capo del governo, il paese invocava un condottiero, e pochi, in quei giorni cupi, avrebbero scommesso sull'ormai sessantacinquenne primo lord dell'Ammiragliato. Bastarono invece quattro settimane perché i sudditi di Sua Maestà scoprissero in lui il grande leader, l'uomo capace di commuovere e spronare, il comandante in grado di salvare l'esercito britannico dalla catastrofe di Dunkerque e di decidere così le sorti del conflitto. Eppure, nei giorni drammatici in cui le inarrestabili armate tedesche si impossessavano dell'Europa occidentale e sembravano pronte a sferrare il colpo finale contro la Gran Bretagna, nella sala del Gabinetto di guerra Churchill meditava seriamente sulla possibilità di avviare trattative di pace con Hitler. Ma fino a che punto il leader britannico si spinse sulla via di un accordo con il Führer? Fino a un punto pericoloso, come sembrano rivelare i verbali delle riunioni del Gabinetto di guerra conservati presso i National Archives di Londra. In quelle ore fatali di incertezza ed esitazione, Churchill parve davvero a un passo dal prendere una decisione che avrebbe cambiato i destini del mondo. Perché non lo fece? Perché non diede ascolto a quanti ritenevano che quella fosse l'unica strada per evitare la disfatta? Con "L'ora più buia" lo scrittore e sceneggiatore Anthony McCarten ricostruisce gli eventi di quelle settimane, restituendoci un'immagine di Winston Churchill del tutto inedita, lontana dall'icona dello statista sicuro di sé e certo della vittoria. Da queste pagine emerge invece un uomo lacerato dal dubbio, quasi schiacciato dal peso della responsabilità e ridotto all'angolo dall'incalzare degli eventi, ma che, nonostante tutto, seppe trovare il coraggio di presentarsi davanti al proprio paese, per convincere, ispirare, instillare nel cuore del popolo britannico sentimenti che esso stesso non sapeva di possedere. Fu in quei giorni tormentati che Churchill ruppe gli indugi, respinse ogni ipotesi di trattativa e rivolse alla nazione uno dei discorsi più celebri di tutti i tempi, utilizzando quella che allora sembrava essere l'unica arma a sua disposizione: le parole. Si dice infatti che nell'ora più buia egli seppe mobilitare e mandare in battaglia la lingua inglese. Non è solo una bella metafora. Quel discorso fu indubbiamente un magnifico saggio di arte oratoria, un'arte che Churchill aveva appreso dai greci e latini, in particolare da Cicerone. Ma, soprattutto, fu il suo modo di restare dalla parte giusta della Storia.
L'ora più buia. Maggio 1940: come Churchill ha salvato il mondo dal baratro
Anthony McCarten
Libro: Copertina morbida
editore: Mondadori
anno edizione: 2019
pagine: 250
Eroe di guerra. Patriota. Ubriacone. Imperialista. Politico. Depresso. Scrittore. Visionario. Aristocratico. Voltagabbana. Pittore. Nel maggio del 1940 queste erano solo alcune delle «credenziali» con cui Winston Spencer Churchill si presentava alla Camera dei Comuni per assumere l'incarico di primo ministro del Regno Unito. La nazione era in guerra da otto mesi e le cose non stavano andando affatto bene. Più che un nuovo capo del governo, il paese invocava un condottiero, e pochi, in quei giorni cupi, avrebbero scommesso sull'ormai sessantacinquenne primo lord dell'Ammiragliato. Bastarono invece quattro settimane perché i sudditi di Sua Maestà scoprissero in lui il grande leader, l'uomo capace di commuovere e spronare, il comandante in grado di salvare l'esercito britannico dalla catastrofe di Dunkerque e di decidere così le sorti del conflitto.