Libri di Lucio Fontana
Manifesti scritti interviste
Lucio Fontana
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 192
«Chi dice che per fare dell’arte occorra proprio fare “cose difficili”? E chi dice che occorra servirsi dei mezzi tradizionali? Quando, per la prima volta, l’uomo ha sentito il desiderio di dipingere non aveva certamente a sua disposizione un pennello o una tela. Il primo fatto di pittura sarà stato un segno tracciato sulla sabbia. Millenni dopo quel segno si è trasformato in un gioco di colori su una tela. Ma nel futuro anche i colori sulla tela scompariranno, saranno cose del passato, consegnate alla storia e chiuse ormai alla vita. Domani l’arte può finire. Anzi io credo che l’arte del quadro finirà. Perché nelle nuove dimensioni nelle quali l’uomo vivrà, nelle dimensioni spaziali, l’arte, com’è concepita oggi, sembrerà, per forza di cose, troppo primitiva, troppo inadeguata, troppo ridicola. L’arte del quadro non è una necessità dell’uomo, come è il mangiare o il dormire. Nella sua storia, l’uomo ha vissuto millenni senza la pittura. A un certo momento ha creato il quadro. Bene, domani lo ripudierà, non saprà che farne, lo sostituirà con un’altra cosa. Non possiamo oggi sapere che cosa. Io faccio questi tagli, questi concetti. Io inizio una cosa. Rispetto all’era spaziale, io sono l’uomo che fa il segno sulla sabbia. Ho fatto questi fori. Ma cosa sono? Sono il mistero, l’incognito dell’arte, sono l’attesa di una cosa che deve succedere».
Lettere a Tullio d'Albisola (1936-1964)
Lucio Fontana
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 132
Le lettere che Lucio Fontana ha scritto a Tullio d’Albisola tra il 1936 e il 1964 testimoniano la fraterna amicizia e la proficua collaborazione che legarono l’artista argentino al poeta e ceramista futurista. Ma non solo questo. Nelle circa cento missive sono documentati con straordinaria efficacia la determinazione, il lavoro, la passione artistica e i momenti cruciali che hanno portato Fontana a diventare un punto di riferimento della neoavanguardia. La ricerca scultorea, l’illuminante svolta spazialista emergono dal carteggio trainate dall’irresistibile passione di Fontana e Tullio per l’antico materiale: l’argilla. Nelle parole di Fontana si delineano di riflesso anche la personalità eclettica e il carisma di Tullio d’Albisola, una delle figure della cultura italiana più interessanti e non ancora debitamente studiate. Lettera dopo lettera, sullo sfondo di una spontanea narrazione, si stagliano fatti storici e personali: la guerra, l’eredità futurista, i rapporti con i colleghi e i collezionisti ma anche, immancabilmente, le passioni amorose e i momenti goliardici di questi due grandi artisti italiani.
La nuova Biblioteca dei ragazzi
Lucio Fontana
Libro
editore: Maggioli Editore
anno edizione: 2019
pagine: 64
La “Biblioteca dei ragazzi” del Comune di Zocca è stata realizzata nel 2016. Costruita a dimensione dei “piccoli” e “giovani” lettori, e di chi, ancora più piccolo, “guarda soltanto le figure”. Alla biblioteca si accede attraverso due porte (ad altezza variabile) che denotano e connotano, sin dall’ingresso, materialmente e architettonicamente, funzione dello spazio, destinazione d’uso, esclusività dei frequentatori, bambine e bambini da 0 a 11 anni. Lo spazio è inserito all’interno della biblioteca comunale “Zosimo Marinelli” ubicata nella sede del Municipio, edificio polifunzionale inaugurato nel 1984. L’intervento è parte integrante di una più generale riqualificazione della sede municipale, già iniziato con la riconversione di uno spazio sportivo a teatro, e comprendente anche il completo superamento delle barriere architettoniche. La riorganizzazione della struttura segue l’evoluzione e l’ampliarsi del concetto di servizi e diritti per la collettività: i nuovi spazi sono sede di nuove funzioni, ovvero luoghi dove esercitare nuovi diritti. Lo spazio della biblioteca dedicato ai ragazzi è concepito come un diritto per la popolazione più giovane di avere un luogo proprio dove “diventare lettore” e poi poter essere “giovane lettore”. All’ingresso della biblioteca, sotto la celebre iconografia darwiniana dell’evoluzione, trasformata per verso nella direzione dell’involuzione, si legge: «Un bambino che legge, sarà un adulto che pensa». Il diritto alla lettura è diritto alla conoscenza; l’accezione della lettura come “piacere”, pericolosamente radicato in molta letteratura e pubblicistica attuali, ne esclude, forse anche volutamente, la valenza civile. Il libro descrive il progetto e la sua realizzazione e intende spiegare, soprattutto ai più giovani frequentatori di luoghi simili, il significato di questa piccola opera pubblica. Per i più piccoli è, invece, un gioco: nella sezione a loro dedicata possono ritagliare, colorare e inventare una loro personale biblioteca. Con un saggio di Dacia Maraini dedicato all’importanza civile e sociale della lettura, quindi al diritto di avere uno spazio dove leggere, questo libro è pubblicato in occasione dei 70 anni dell’approvazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani dell’ONU. La Dichiarazione del 1948 sanciva la difesa e la salvaguardia della dignità dell’uomo, l’uguaglianza, la libertà, il diritto al lavoro e all’istruzione senza distinzioni. Valori di cui i libri sono testimonianza e veicolo: anche questa piccola biblioteca vuole trasmettere grandi valori.
Le principesse si salvano da sole. Tre storie classiche reinventate da un papà
Lucio Fontana
Libro
editore: Edizioni Artestampa
anno edizione: 2018
pagine: 80
"Raperonzole": C'erano una volta, in un antico castello costruito sulla sommità di un monte, un Re e una Regina che vivevano felici insieme alle loro due piccole figlie gemelle: la principessa Lulù Mariolina e la principessa Guendalina... "Biancaneve": C'erano una volta, in un antico castello, un Re e una Regina che vivevano felici insieme alla loro bellissima bambina di nome Biancaneve. L'avevano chiamata Biancaneve perché era nata d'inverno, quando fuori cadeva una fittissima neve... "La bella addormentata nel bosco": C'era una volta, in un antico castello, in un paese lontano, una Regina che si chiamava Ipazia e che viveva serena con il suo sposo, il Re Lucido. Al centro del castello c'era un bellissimo giardino, così grande da contenere un bosco...
Sei ville. Il terremoto e la ricostruzione
Lucio Fontana, Marina Speziali
Libro
editore: Edizioni Artestampa
anno edizione: 2016
pagine: 36
Il terremoto che ha colpito nel 2012 i centri della campagna lombarda ed emiliana ha portato all'attenzione pubblica, insieme al compianto per le vittime, un territorio, illustrato come costituito essenzialmente da capannoni e case rurali, per lo più abbandonate, distrutte dallo stesso sisma. Il documentario è la testimonianza della storia di sei ville padronali della "bassa" campagna modenese, architettura storica poco nota ma ancora presente nel paesaggio. Le ville oggetto del documentario: Villa Wegmann-Escher, Medolla; Villa Molinari, Camurana di Medolla; Villa Raisi, Camurana di Medolla; Villa Fatima Miris e Villa "La Personala", San Giacomo Roncole di Mirandola; Villa Pacchioni, Cavezzo; Villa Delfini, Disvetro di Cavezzo.
Manifesti scritti interviste
Lucio Fontana
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2023
pagine: 187
«Chi dice che per fare dell’arte occorra proprio fare “cose difficili”? E chi dice che occorra servirsi dei mezzi tradizionali? Quando, per la prima volta, l’uomo ha sentito il desiderio di dipingere non aveva certamente a sua disposizione un pennello o una tela. Il primo fatto di pittura sarà stato un segno tracciato sulla sabbia. Millenni dopo quel segno si è trasformato in un gioco di colori su una tela. Ma nel futuro anche i colori sulla tela scompariranno, saranno cose del passato, consegnate alla storia e chiuse ormai alla vita. Domani l’arte può finire. Anzi io credo che l’arte del quadro finirà. Perché nelle nuove dimensioni nelle quali l’uomo vivrà, nelle dimensioni spaziali, l’arte, com’è concepita oggi, sembrerà, per forza di cose, troppo primitiva, troppo inadeguata, troppo ridicola. L’arte del quadro non è una necessità dell’uomo, come è il mangiare o il dormire. Nella sua storia, l’uomo ha vissuto millenni senza la pittura. A un certo momento ha creato il quadro. Bene, domani lo ripudierà, non saprà che farne, lo sostituirà con un’altra cosa. Non possiamo oggi sapere che cosa. Io faccio questi tagli, questi concetti. Io inizio una cosa. Rispetto all’era spaziale, io sono l’uomo che fa il segno sulla sabbia. Ho fatto questi fori. Ma cosa sono? Sono il mistero, l’incognito dell’arte, sono l’attesa di una cosa che deve succedere». (L'autore)
Manifesti scritti interviste
Lucio Fontana
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2020
pagine: 187
«Chi dice che per fare dell’arte occorra proprio fare “cose difficili”? E chi dice che occorra servirsi dei mezzi tradizionali? Quando, per la prima volta, l’uomo ha sentito il desiderio di dipingere non aveva certamente a sua disposizione un pennello o una tela. Il primo fatto di pittura sarà stato un segno tracciato sulla sabbia. Millenni dopo quel segno si è trasformato in un gioco di colori su una tela. Ma nel futuro anche i colori sulla tela scompariranno, saranno cose del passato, consegnate alla storia e chiuse ormai alla vita. Domani l’arte può finire. Anzi io credo che l’arte del quadro finirà. Perché nelle nuove dimensioni nelle quali l’uomo vivrà, nelle dimensioni spaziali, l’arte, com’è concepita oggi, sembrerà, per forza di cose, troppo primitiva, troppo inadeguata, troppo ridicola. L’arte del quadro non è una necessità dell’uomo, come è il mangiare o il dormire. Nella sua storia, l’uomo ha vissuto millenni senza la pittura. A un certo momento ha creato il quadro. Bene, domani lo ripudierà, non saprà che farne, lo sostituirà con un’altra cosa. Non possiamo oggi sapere che cosa. Io faccio questi tagli, questi concetti. Io inizio una cosa. Rispetto all’era spaziale, io sono l’uomo che fa il segno sulla sabbia. Ho fatto questi fori. Ma cosa sono? Sono il mistero, l’incognito dell’arte, sono l’attesa di una cosa che deve succedere». (L'autore)
Manifesti scritti interviste
Lucio Fontana
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2017
pagine: 187
«Chi dice che per fare dell'arte occorra proprio fare ‘cose difficili’? E chi dice che occorra servirsi dei mezzi tradizionali? Quando, per la prima volta, l'uomo ha sentito d desiderio di dipingere non aveva certamente a sua disposizione un pennello o una tela. [...] Il primo fatto di pittura sarà stato un segno tracciato sulla sabbia. Millenni dopo quel segno si è trasformato in un gioco di colori su una tela. Ma nel futuro anche i colori sulla tela scompariranno, saranno cose del passato, consegnate alla storia e chiuse ormai alla vita. Domani l'arte può finire. Anzi io credo che l'arte del quadro finirà. Perché nelle nuove dimensioni nelle quali l'uomo vivrà, nelle dimensioni spaziali, l'arte, com'è concepita oggi, sembrerà, per forza di cose, troppo primitiva, troppo inadeguata, troppo ridicola. L'arte del quadro non è una necessità dell'uomo, come è il mangiare o il dormire. Nella sua storia, l'uomo ha vissuto millenni senza la pittura. A un certo momento ha creato il quadro. Bene, domani lo ripudierà, non saprà che farne, lo sostituirà con un'altra cosa. [...] Non possiamo oggi sapere che cosa. Io faccio questi tagli, questi concetti. Io inizio una cosa. Rispetto all'era spaziale, io sono l'uomo che fa il segno sulla sabbia. Ho fatto questi fori. Ma cosa sono? Sono il mistero, l'incognito dell'arte, sono l'attesa di una cosa che deve succedere."
Manifesti scritti interviste
Lucio Fontana
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2015
pagine: 187
"Chi dice che per fare dell'arte occorra proprio fare 'cose difficili'? E chi dice che occorra servirsi dei mezzi tradizionali? Quando, per la prima volta, l'uomo ha sentito il desiderio di dipingere non aveva certamente a sua disposizione un pennello o una tela. [...] Il primo fatto di pittura sarà stato un segno tracciato sulla sabbia. Millenni dopo quel segno si è trasformato in un gioco di colori su una tela. Ma nel futuro anche i colori sulla tela scompariranno, saranno cose del passato, consegnate alla storia e chiuse ormai alla vita. Domani l'arte può finire. Anzi io credo che l'arte del quadro finirà. Perché nelle nuove dimensioni nelle quali l'uomo vivrà, nelle dimensioni spaziali, l'arte, com'è concepita oggi, sembrerà, per forza di cose, troppo primitiva, troppo inadeguata, troppo ridicola. L'arte del quadro non è una necessità dell'uomo, come è il mangiare o il dormire. Nella sua storia, l'uomo ha vissuto millenni senza la pittura. A un certo momento ha creato il quadro. Bene, domani lo ripudierà, non saprà che farne, lo sostituirà con un'altra cosa. [...] Non possiamo oggi sapere che cosa. Io faccio questi tagli, questi concetti. Io inizio una cosa. Rispetto all'era spaziale, io sono l'uomo che fa il segno sulla sabbia. Ho fatto questi fori. Ma cosa sono? Sono il mistero, l'incognito dell'arte, sono l'attesa di una cosa che deve succedere."