Abscondita
Come gli antichi raffiguravano la morte
Gotthold Ephraim Lessing
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 120
«La religione, la quale per prima ha rivelato all’uomo che anche la morte naturale è la conseguenza e lo scotto dei peccati, dovette accrescere a dismisura il terrore della morte. Ci sono stati filosofi che hanno ritenuto la vita una punizione, ma considerare la morte una punizione è un pensiero che, senza una rivelazione divina, non poteva assolutamente venire in mente a nessun uomo che solo avesse usato la propria ragione. Da questo punto di vista, dunque, sarebbe probabilmente stata la nostra religione ad avere allontanato dai confini dell’arte l’immagine serena della morte! Ma poiché proprio la stessa religione non ha voluto rivelarci quella terribile verità che potrebbe condurci alla disperazione, poiché anzi ci assicura che la morte degli uomini pii non può essere che dolce e consolatrice, non vedo cosa dovrebbe trattenere i nostri artisti dall’abbandonare l’orrido scheletro e riprendere quell’immagine più gradevole. La Scrittura parla spesso di un angelo della morte: e quale artista non preferirebbe rappresentare un angelo piuttosto che uno scheletro? Solo il fraintendimento della religione può allontanarci dal bello, e la prova della religione autentica, ossia correttamente intesa, si ha quando essa ci riconduce comunque al bello».
Uomini del Ventesimo secolo
August Sander
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 224
«Nessun fotografo prima e dopo August Sander (1876-1964)» scrive Alfred Döblin nel saggio che accompagna questo eccezionale documento «è stato in grado di offrire immagini in cui fossero racchiusi i diversi aspetti dell’essere umano. La sua opera – i suoi ritratti in particolare – rappresenta un documento unico e irripetibile dello spirito del XX secolo. Così come esiste l’anatomia comparata, Sander costruisce una fotografia comparativa, secondo una prospettiva scientifica che studia, cataloga l’umanità così come si presenta. Sander fotografa ogni aspetto della condizione umana nel nostro tempo, lo registra, lo divide in classi di appartenenza, lo fissa per sempre. Chi guarderà queste immagini di sconvolgente forza ne sarà illuminato, e imparerà molto, su di sé e sugli altri».
Il solennissimo maestro Pedro Berruguete
Roberto Longhi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 176
Si presenta al pubblico questo saggio inedito di Roberto Longhi dedicato al pittore Pedro Berruguete e composto all’inizio degli anni venti – decennio in cui al castigliano fu dedicata un’attenzione crescente – e che, descritto come “in uscita” nel ’27, per ragioni che è arduo ricostruire rimase nel cassetto.
Il Rinascimento
Walter Pater
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 240
«È in Italia, nel Quattrocento, che risiede principalmente l’interesse della Rinascenza – in quel solenne Quattrocento, che non si studierà mai abbastanza non solo pei suoi resultati positivi nel campo dell’intelletto e della fantasia, le sue concrete opere d’arte, le sue tipiche figure eminenti, col loro profondo fascino estetico, ma pel suo spirito e pel suo carattere in genere, per le qualità etiche di cui esso offre un modello perfetto.
Caravaggio. Delle sue incongruenze e della sua fama
Bernard Berenson
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 176
«Questa volta mi occuperò del Caravaggio. Finora, sia me ne mancasse l’agio, sia la mia curiosità non fosse stimolata abbastanza, o forse per la combinazione delle due cause, non mi sono mai dato la pena di entrare in dimestichezza col Caravaggio. Accade, nella vita, di sentir parlare di questa o quella persona che gli amici reputano affascinante, e tuttavia essa non viene a far parte della nostra intima cerchia anche dopo ripetuti incontri. Poi, un caso fortunato dissipa il velo opaco che ci tratteneva dall’approfondire quei rapporti saltuari, e viene il gusto e la voglia di contatti più stretti e di una conoscenza completa. Comincerò con l’esaminare le opere superstiti del nostro pittore. Fino a pochi decenni or sono, la sua personalità di artista era nebulosa come quella di un Leonardo o di un Giorgione prima degli studi morelliani. Qualsiasi tela presentasse, in forti contrasti di luce, volgari e obesi giganti sacrilegamente atteggiati a Cristo o ad apostoli, figure con piumacci, baraonde di uomini e di donne dall’aspetto vizioso e alticcio, giovinastri occupati a giocare ai dadi o a barare alle carte, o più dignitose scene di concerti, veniva senz’altro attribuita a lui. Non così oggi. Il Caravaggio ha cessato d’essere una categoria o una specie, e ha riacquistato una personalità artistica definita quanto quella di Leonardo, o almeno quanto quella di Giorgione. Studierò soltanto i quadri che gli appartengono in modo indiscusso, secondo il giudizio dei più competenti. Intorno a essi mi lascerò andare a dire qualunque cosa mi passi per la testa, una testa che ha meditato per molti anni sull’arte, dal punto di vista estetico, storico, morale. E, infine, mi prenderò la libertà di esprimere quanti pensieri l’esame dell’opera caravaggesca mi ha suggerito».
Noa Noa e lettere da Tahiti (1891-1893)
Paul Gauguin
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 144
È il 1° aprile del 1891 quando Gauguin salpa da Marsiglia alla volta di Papeete, dove, tra difficoltà finanziarie, passioni, scoperte e delusioni, rimane due lunghi anni. Per Gauguin, e soprattutto per la sua pittura, è un’esperienza decisiva, è come tornare alle radici dell’esistenza, a un mondo fatto di istinto, di genuinità, di ritmi naturali e di silenzi. Ed è questa realtà che Gauguin ritrae nelle sue tele e racconta nelle pagine di un quaderno che intitola semplicemente Noa Noa, profumo. Un taccuino d’impressioni, che l’artista trascrive una volta rientrato a Parigi: «Preparo un libro su Tahiti» scrive alla moglie nell’autunno del 1893 «che sarà molto utile per far capire la mia pittura». Una sorta di memoriale, dunque, a supporto della sua arte, a rafforzare quel desiderio di purezza, quel sentimento di primitività così nuovo e così difficile da far comprendere ai moderni europei.
Nicola Samorì. Sulla soglia del tempo
Federico Ferrari
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 112
In questo breve testo viene offerta una chiave di lettura per immergersi nell’universo enigmatico di Nicola Samorì – artista contemporaneo tra i più affascinanti –, dove la pittura è materia viva, in perenne trasformazione e disfacimento. Sono, le sue, opere in bilico tra presente e passato, tra avanguardia e tradizione; opere che svelano e celano, costruiscono e demoliscono, in un unico gesto audace. Federico Ferrari guida il lettore attraverso la vertigine della materia pittorica: superfici squarciate, volti che emergono dal buio per dissolversi, corpi che si animano e si corrompono sotto l’azione inesorabile del tempo e dell’artista. La pittura è «carne viva», che si manifesta attraverso il gesto dello scarnificare, del graffiare, del manipolare il pigmento, rivelando una verità dirompente.
La città dalle 100 meraviglie
Filippo De Pisis
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 208
"Qualcuno ha scritto che nei testi di de Pisis si riconoscono i soggetti, i colori e certe emozioni dei suoi dipinti, cercando una correlazione fra i due linguaggi. È certamente vero perché entrambi fanno parte di un unicum, l’uno nutre l’altro e viceversa. Ma la caratteristica più interessante del personaggio nel suo complesso sta nella dimensione culturale assolutamente fuori dal comune, una dimensione erudita e profonda, da intellettuale raffinatissimo, conoscitore di discipline le più diverse, appassionato di arte antica e studioso di cosiddetti artisti minori, capace di darsi regole di studio severissime per raggiungere l’obiettivo della conoscenza. Tutto ciò fa da substrato fecondo sia della scrittura che della pittura, entrambi linguaggi articolati e di difficile elaborazione, che tuttavia de Pisis trasforma con apparente facilità in un dipanarsi di immagini, scritte o dipinte, che narrano la sua particolare visione del mondo che lo circonda, con un carattere di candore che è un elemento fondamentale del suo modo di leggere gli eventi, anche nei momenti nei quali affermerà, con la levità che gli era propria, la sua omosessualità. Egli ha senza dubbio conservato dentro di sé il pascoliano «fanciullino», attraversando due guerre mondiali senza neppure per una volta prenderne atto in uno scritto o in un quadro; con una levità che fortemente dentro di lui contrasta con il bisogno profondo di conoscenza. È forse questa dicotomia fra il reale vissuto e il reale sognato che lo porterà a una dissociazione interna e alla malattia mentale, facendolo vivere in quella dimensione «metafisica» che aveva cercato per tutta la vita." (dalla nota di Claudia Gian Ferrari)
La disumanizzazione dell'arte
José Ortega y Gasset
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 112
Scritto nel 1915, "La disumanizzazione dell’arte" può essere considerato uno dei vertici assoluti della riflessione estetica e critica del grande pensatore spagnolo. È un piccolo testo ormai classico sui caratteri distintivi dell’arte d’avanguardia del Novecento: la destrutturazione del linguaggio, l’artificio, il gioco spesso gratuito, la provocazione. Tutto questo ha sancito l’esistenza di un fenomeno tra i più sconcertanti della civiltà contemporanea: la negazione di tutto ciò che per millenni ha costituito l’essenza dell’arte, e il relativo approdo a quella che l’autore chiama la «disumanizzazione dell’arte». Sebbene l’analisi di Ortega y Gasset si riferisca alle avanguardie del Novecento, le sue tesi sono pienamente verificabili e illuminanti anche riguardo alle espressioni artistiche e letterarie della contemporaneità, in cui la frattura tra arte e umano si è in genere ulteriormente radicalizzata.
Botticelli
Aby Warburg
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 128
Aby Warburg (1866-1929) scelse come argomento della sua tesi di dottorato due dipinti mitologici di Botticelli: la Nascita di Venere e la Primavera, a quel tempo divisi ed esposti rispettivamente agli Uffizi e all’Accademia. Nella scelta di due «capolavori», già allora considerati «emblematici» del Rinascimento, oltre alla volontà di porre in risalto il significato che l’interesse per l’antichità assumeva nella cultura fiorentina del tardo Quattrocento, è possibile riconoscere un’intenzione polemica e una sfida alla visione «estetizzante» di tali opere da parte di un pubblico «moderno», ispirata dalle concezioni dei preraffaelliti e dell’Art Nouveau. La dissertazione, presentata nel dicembre 1891, venne pubblicata due anni più tardi, con il significativo sottotitolo di Ricerche sull’immagine dell’antichità nel primo Rinascimento italiano, e con una dedica a Hubert Janitschek e al docente di archeologia classica Adolf Michaelis, di cui il giovane Warburg aveva nel frattempo seguito i corsi.
Boccioni e il futurismo
Roberto Longhi
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 128
«Mi conosco un poco in arte Italiana, e vi posso assicurare che di grandi scultori non ne abbiamo avuti molti; ma alcuni grandissimi addirittura, che bastano. Sono Giovanni Pisano – Giotto – Jacopo della Quercia – Antonio Rizzo – Michelangelo. Eppoi di grande tradizione scultoria di grande stile – poiché voi credete bene al grande stile, lo so – più nulla. Ho già detto di passata perché non si può pretender nulla da Bernini; varrebbe la pena di cercare più tardi se non fosse per fermarci a Rosso che per quanto grande ci appare troppo spaesato per poterlo includere in questo glaciale menu di grandezze? Non credo. Bisogna dunque cercare tutti i modi – dalla impersonalità storica più irreprensibile ai pugni e alle bastonate – per far comprendere a chi spetta di comprendere, in Italia, che a quella schiera magica va aggiunto al più presto, subito, il nome di Boccioni – questo grande scultore». Postfazione di Maria Cristina Bandera.
La sparizione dell'arte
Jean Baudrillard
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
pagine: 80
«La sparizione dell’arte» scrive il curatore Elio Grazioli «è il primo vero libro di Jean Baudrillard (1929-2007) sull’arte contemporanea: dall’arte fredda alla pop art, all’arte attuale, in cui “si va verso la sparizione dell’arte come attività specifica; anzi, in cui la sparizione è già avvenuta” dice Baudrillard, perché la seduzione non esiste più, la simulazione è generalizzata, e “si è al grado zero della cultura”. E la sparizione dell’arte, si chiede Baudrillard, implica forse il ritorno alla pura tecnica, all’industria nel senso letterale del termine, o all’artigianato rituale? E l’arte in quanto tale sarà stata solo una parentesi nella storia dell’umanità? Domande inquietanti a cui Baudrillard non dà risposta, oppure la risposta è nelle cose, in tutto quello che, dopo il 1988 – anno di pubblicazione di questo pamphlet fulminante –, è accaduto in quell’ambito che, al di là di ogni evidenza e ragionevolezza, ci si ostina a definire “arte”».

