Libri di Matteo Giancotti
Una (non) prospettiva. Percorsi intorno all’opera di Vitaliano Trevisan
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2024
pagine: 282
Il libro raccoglie gli interventi originati dal primo congresso scientifico interamente dedicato all’opera e alla figura di Vitaliano Trevisan (1960-2022). I lavori del congresso si sono tenuti in due giornate, organizzate in collaborazione dall’Università di Padova e dall’Accademia Olimpica di Vicenza. Molti sono gli aspetti dell’opera di Trevisan indagati dagli interventi e tali da rappresentare, per la prima volta, un quadro critico complessivo sul grande scrittore vicentino e sui vari e suggestivi aspetti della sua scrittura e della sua attività teatrale e cinematografica: la lingua e lo stile in primo luogo (Lorenzo Renzi, Alvaro Barbieri), la posizione dell’autore nel panorama letterario contemporaneo (Gilda Policastro, Emanuele Zinato), il suo lavoro teatrale (Simona Morando), le esperienze cinematografiche (Denis Brotto), la componente filosofica dell’«io» in rapporto alla scrittura (Luca Illetterati) e gli aspetti narratologici di questa complessa costruzione (Fabio Magro, Francesco Brancati), i legami tra la visione del mondo di Trevisan e l’ambito dell’architettura (Andrea Cortellessa e Giovanni Battista Gleria) e della geografia (Mauro Varotto, Matteo Giancotti), le prospettive psicosociali della sua azione letteraria (Chiara Volpato).
La memoria degli oggetti
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2023
pagine: 318
Il volume pone al centro dell’attenzione critica gli oggetti, analizzati non solo in quanto temi ma anche come presenza fisica e attuale nell’esperienza umana, con implicazioni molto rilevanti per l’economia cognitiva e psichica di singoli e comunità. Nell’ambito della critica letteraria e cinematografica, gli oggetti sono stati studiati per lo più – in prospettiva psicoanalitica o decostruzionista – come indicatori del “negativo” (rimosso, represso), come emblemi dell’indicibilità del trauma o, soprattutto dalla critica tematica, come sintomi delle contraddizioni disseminate dal progresso. Ma è interessante tornare a riflettere sugli oggetti intesi come funzioni transitive, come “snodi” e raccordi, punti cardine in cui una parte del vissuto converge, e su cui il presente si innesta con le forme della narrazione, della riflessione, dell’evocazione lirica: discorsi che vertono sugli oggetti come su punti di raccordo tra fasi diverse della vita e “strati” diversi della psiche. In una prospettiva latamente semiologica, gli oggetti vanno dunque visti come condensazioni di significati, e nucleo generativo di discorsi. Sul piano della riflessione più strettamente semiotica, gli oggetti sono qui indagati in una prospettiva legata alla memoria e al trauma, guardando alle forme di negoziazione del senso della storia e del confronto interculturale e intergenerazionale. In particolar modo, attraverso l’analisi di alcuni casi concreti, vengono considerate le relazioni che gli oggetti materiali intrattengono con le forme di elaborazione e rimozione di esperienze traumatiche individuali o collettive. Quelle che possono essere considerate a prima vista come “cose” di uso quotidiano, oggetti banali della vita di tutti i giorni, nei processi di elaborazione della violenza e del dolore riescono a tramutarsi in testi terapeutici o nocivi, a volte legati all’elaborazione altre alla rimozione di quanto subìto o perpetrato. La cultura materiale, in questo senso, si rivela mediatrice di memoria, oltre che attivatrice di emozioni connesse al passato. Il progetto del volume, che punta a costruire interazioni tra semiotica e critica intorno ai temi del trauma e della memoria, nasce dalla collaborazione tra il centro TraMe (Centro di Studi Semiotici sulla Memoria) dell’Università di Bologna, diretto da Francesco Mazzucchelli e Patrizia Violi, e una équipe di studiose e studiosi del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari dell’Università di Padova, con rilevanti contributi di Cathy Caruth.
Educare al testo letterario. Appunti e spunti per la scuola primaria
Matteo Giancotti
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Università
anno edizione: 2022
pagine: XIV-274
Questo libro invita i futuri e attuali insegnanti della scuola (primaria, ma non solo) a guardare alla letteratura in una duplice prospettiva: come possibilità di arricchimento personale e al tempo stesso come via di accesso privilegiata per capire il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. Attraverso casi di studio che riguardano testi poetici, racconti e saggi, il lettore di queste pagine può acquisire competenze e strumenti utili a un percorso di avvicinamento alla letteratura; un percorso sempre aperto alle possibilità della didattica, intesa soprattutto come punto di incontro e di comunicazione tra le generazioni. L’interrogativo di fondo non è tanto la domanda impossibile «Che cos’è la letteratura?», ma «Perché la letteratura, oggi?» e, ancor più, «Perché la letteratura a scuola?». Queste domande guidano il lettore verso una pluralità di risposte, ognuna orientata ai bisogni formativi essenziali dei bambini e degli adolescenti.
Paesaggi del trauma
Matteo Giancotti
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2017
pagine: 272
La Grande guerra e la Resistenza hanno prodotto un terremoto nella letteratura: esprimere il nucleo indicibile di una violenza di tale portata attraverso i vecchi canoni non era possibile. Per la prima volta nella storia dell'umanità milioni di individui sono stati messi di fronte ad armamenti di enorme potenza distruttiva e un nuovo, feroce modo di combattere si è imposto, mutando il rapporto tra uomo e natura per sempre. La rappresentazione del paesaggio ne ha risentito fortemente. Nella Grande guerra, come dimostrano i testi di Emilio Lussu o Renato Serra, la condizione del soldato al fronte sembra riflettere una frattura incomponibile tra uomo e ambiente. Nella Seconda guerra mondiale invece, col ritorno del soldato-partigiano nell'alvo della natura, si riaffacciano immagini di un paesaggio a misura umana, come nelle pagine di Beppe Fenoglio, Luigi Meneghello, Giovanna Zangrandi, Angelo Del Boca: protettivo e adatto a una nuova alleanza con gli uomini. “Paesaggi del trauma” indaga un nutrito corpus di diari e memorie che l'autore sapientemente fa dialogare con i testi che parlano delle recenti guerre nell'ex Jugoslavia, narrate da Mathias Énard in “Zona”, opera in cui le immagini di violenza del XX secolo vengono proiettate nello scenario della storia europea.
Luoghi e paesaggi
Andrea Zanzotto
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2013
pagine: 230
Vengono qui raccolti, ordinati e proposti in un insieme coerente gli scritti in prosa dedicati da Andrea Zanzotto al tema del paesaggio. Questi testi, inediti o da tempo irreperibili, permettono di seguire l'evoluzione dell'immaginario dell'autore attraverso cinquantanni di impegno letterario. La scrittura di Zanzotto racconta un"'idea di paesaggio" in cui l'uomo e la natura interagiscono e si confrontano, nonostante l'impatto del primo sulla seconda si faccia sempre più invasivo. Ai luoghi reali della vita dell'autore, il grande Veneto che si estende dalle Dolomiti alle Lagune, si affiancano i paesaggi immaginati, viaggi compiuti o sognati in un'Europa sospesa tra lontananza e prossimità. Il ritratto dei luoghi si intreccia con quello dei personaggi che l'autore incontra e insegue nelle sue peregrinazioni, compagni di viaggio fidati e sorprendenti nella loro caratterizzazione umana e linguistica. Il risultato è un rapporto con il mondo che si completa nella scrittura, "vero luogo del nostro stare", ricercato e difeso con la forza di una passione intima e civile, come solo la poesia può essere.
Diego Valeri
Matteo Giancotti
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2013
pagine: 188
Il dispatrio
Luigi Meneghello
Libro: Libro in brossura
editore: Rizzoli
anno edizione: 1993
pagine: 240
È la primavera del 1947 quando il giovane Meneghello si trasferisce dall’Italia in Inghilterra, approdando, prima borsista poi docente, all’Università di Reading, per un’avventura che durerà più di quarant’anni. Non è un esilio, il suo, né un espatrio. È qualcosa che non ha nome fino a quando non è lui stesso a darglielo: “dispatrio”, una parola che ai tempi non si trovava nei dizionari. Dispatrio è qualcosa che ha il potere di stravolgere la cultura acquisita e, con questa, le strutture della personalità: non solo migrare, ma vivere e pensare in equilibrio tra due sistemi linguistici e culturali. Per scorci e frammenti autoironici, l’autore distilla tra le pagine di questo libro il senso della sua esperienza inglese, registrando il contatto di due sistemi sociali e culturali diversi, non di rado passando per un altro polo: il dialetto vicentino, la sua vera madrelingua, più adatto dell’italiano a farsi carico dei significati apparentemente indicibili. Con questi strumenti linguistici, e una scrittura tagliente, Meneghello racconta le ambizioni – talvolta mal concepite – dell’italiano appena arrivato nella pragmatica Inghilterra, che gli offre un nuovo punto d’osservazione sulla patria e quindi sulla propria identità.