Libri di Maurice Blanchot
La conversazione infinita. Scritti sull'«insensato gioco di scrivere»
Maurice Blanchot
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: 523
"La conversazione infinita" è senza dubbio il libro chiave di Maurice Blanchot e uno dei libri più inquieti, singolari e stimolanti di critica letteraria del secondo Novecento. Anche qui, come negli altri libri dell'autore, la riflessione muove da testi, autori, studi, problemi proposti volta a volta dall'attualità. Questi incontri appartengono spesso alla produzione letteraria, a volte sono "recensioni" a libri di sintesi interpretativa trascese in un rapporto libero; ma sempre in una prospettiva generale di pensiero. In confronto agli altri lavori di Blanchot, questo appare dunque più filosofico; più frammentato e insieme più compatto. I singoli testi si susseguono in una fitta polifonia che riprende e sospende, nel tessuto discontinuo delle occasioni critiche, una serie di interrogativi sempre più essenziali. La complessità del discorso viene evidenziata nei capitoli di raccordo stesi in forma di dialogo, dove la polarizzazione della ricerca, nell'alternanza di due voci disincarnate, obbedisce a una funzione organizzativa, all'esigenza di regolare i tempi e i livelli di approfondimento. Tra le parti più intense del volume quella introduttiva in forma di dialogo, coi temi apparentemente misteriosi della "fatica", della "benevolenza", dell'"evento"; le pagine sul significato dell'Ebraismo, quelle sui terroristi; su Orfeo, Don Giovanni, Tristano; sul "quotidiano"; sul narrare; sulla critica; e la ricapitolazione finale su "L'assenza di libro".
Nostra compagna clandestina. Scritti politici (1958-1993)
Maurice Blanchot
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2004
pagine: 263
Questo volume raccoglie vari testi, quasi tutti inediti in italiano, scritti da Maurice Blanchot tra il 1958 e il 1993 per riviste e quotidiani, oltre che in forma di lettera aperta o come parte di manifesti e di dichiarazioni collettive. Organizzati cronologicamente e tematicamente, questi testi permettono di cogliere alcune fondamentali linee di forza dei pensiero politico maturo di Blanchot così come si sono costituite nel confronto con gli eventi storici e alla prova del reale. Rigore di analisi e senso acuto della responsabilità traspaiono da pagine in cui già è presente, come allo stato puro, molto di ciò che Badiou, Deleuze, Foucault, Nancy e altri tenteranno poi di concettualizzare.
Joë Bousquet e Maurice Blanchot. Letture incrociate
Maurice Blanchot, Joë Bousquet
Libro
editore: Il Capitello del Sole
anno edizione: 1999
pagine: 52
Per l'amicizia
Maurice Blanchot
Libro: Copertina morbida
editore: Cronopio
anno edizione: 2021
pagine: 70
Nel folgorante "Pour l'amitié", qui presentato per la prima volta al lettore italiano, Maurice Blanchot rievoca l'amicizia con Dionys Mascolo ai tempi dell'occupazione tedesca della Francia e si interroga sul rapporto tra amicizia ed esigenza politica: la resistenza contro i tedeschi, la difesa del movimento algerino d'indipendenza, l'impegno nella rivoluzione del Maggio '68. Ma se tra compagni ci si dà del tu, Blanchot e i suoi amici anche nel vivo dell'impegno politico continuano a darsi del lei, perché l'amico è l'Altro «che non mi lascia mai tranquillo», che mi fa godere «della sua Altezza, di ciò che lo rende sempre più vicino al Bene di quanto lo sia 'io'».
La parte del fuoco
Maurice Blanchot
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2025
pagine: 384
La comunità inconfessabile
Maurice Blanchot
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2024
pagine: 112
«Blanchot scrisse "La comunità inconfessabile" in risposta all'articolo che avevo pubblicato con il titolo La comunità inoperosa, mentre stavo già lavorando per ampliarlo in un libro. Fui colpito da questa risposta, anzitutto perché l'attenzione così marcata da parte di Blanchot dimostrava l'importanza del tema, non soltanto per lui ma, attraverso di lui, per tutti coloro che sentivano una necessità imperiosa, anche violenta, di rimettere in questione quel che il comunismo aveva occultato così potentemente come l'aveva fatto sorgere: l'istanza del «comune» – ma anche il suo enigma o la sua difficoltà, il suo carattere non dato, non disponibile, e in questo senso il meno «comune» del mondo. […] Ciò che è inconfessabile, non è indicibile. Al contrario, l'inconfessabile non finisce di essere detto o di dirsi nell'intimo silenzio di coloro che potrebbero ma non possono confessare. Immagino che Blanchot volesse intimarmi questo silenzio e quel che significa: ordinarmelo e farlo entrare nella mia intimità, come l'intimità stessa – l'intimità di una comunicazione o di una comunità, l'intimità di una sorta d'opera intima più nascosta di ogni inoperosità – rendendolo possibile e necessario ma senza lasciarsi dissolvere in esso». (Dallo scritto di Jean-Luc Nancy)
Thomas il solitario
Maurice Blanchot
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2023
pagine: 296
Ritrovato nell’archivio di Maurice Blanchot dopo la sua morte nel 2003, Thomas il solitario può essere considerato a tutti gli effetti il primo romanzo – rimasto inedito fino a oggi – di una delle figure più singolari del panorama intellettuale francese del ’900. Scritto verosimilmente durante gli anni 1931-1937, il romanzo costituisce l’originaria versione di Thomas l’oscuro preservando tuttavia una struttura narrativa del tutto compiuta e autosufficiente. Verificato sul manoscritto e sul dattiloscritto dell’autore, Thomas il solitario rappresenta indiscutibilmente un documento di centrale importanza in cui i lettori (vecchi e nuovi) di Blanchot potranno assistere al lento tratteggiarsi di un romanzo (e forse, più ancora, di una scrittura) che continua a brillare come insuperato tentativo di contravvenire alle regole più o meno consolidate della narrazione. Le vicende di Thomas, il protagonista, s’intrecciano con quelle di altre figure (come Anne o Irène) in un gioco di metamorfosi che sembra rievocare l’originarsi stesso della vita dell’universo insieme alla sua strenua lotta con la morte. Sconcertante e unico, Thomas il solitario non si lascia classificare con facilità e impone al lettore l’abbandono di qualunque pretesa di raccogliere in unità il senso di una storia sempre in fuga da se stessa, sempre al di là dei suoi stessi confini, sempre condotta sul filo di un abisso di cui restituisce magistralmente la vertigine.
Thomas l'Oscuro
Maurice Blanchot
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2023
pagine: 144
“Thomas l’Oscuro” è il primo romanzo di Maurice Blanchot: un’opera che stravolge i codici narrativi consolidati, anticipando con la sua visionarietà le sperimentazioni di Alain Robbe-Grillet e Samuel Beckett. Thomas, il protagonista di questa storia, è un personaggio che sfugge a ogni possibilità di descrizione. A volte sembra umano, altre mostruoso. A volte sembra vivo, altre volte no, e appare sempre in bilico su quel confine sottile che separa le due cose. Lo conosciamo all’inizio del romanzo mentre nuota in mezzo a un mare d’improvviso mutato in tempesta, boccheggiando tra le onde, incerto se sopravvivrà o sarà travolto. Lo ritroviamo in un cimitero, chino sulle ginocchia, intento a scavare con le mani una tomba in cui sdraiarsi e fare esperienza della fine. Ma a conoscere la morte sarà Anne, la giovane donna che Thomas ha incontrato casualmente nell’albergo in cui alloggia, e con la quale ha iniziato una relazione che si è tramutata in un vincolo misterioso e inscindibile. E proprio la malattia e la scomparsa di Anne condurranno Thomas verso una nuova soglia. In questa opera finora inedita in Italia, Maurice Blanchot guida il lettore attraverso sentieri inesplorati della costruzione romanzesca. Quello che Blanchot realizza, ricorrendo a una prosa densa di immagini, è lo scardinamento di ogni consuetudine del pensiero, di ogni meccanismo logico cui siamo educati sin dall’infanzia. Un rappresentazione unica di ciò che può fare e dire la letteratura che, nel suo tentativo di scagliarsi contro l’essere, ci restituisce la natura stessa della nostra esistenza.
L'amicizia
Maurice Blanchot
Libro: Libro in brossura
editore: Marietti 1820
anno edizione: 2021
pagine: 352
In questa raccolta di saggi Maurice Blanchot dà prova di uno straordinario lavoro di critica e di scrittura che unisce alla chiarezza del linguaggio uno spessore di stimolante complessità. Si tratta dell’esplorazione più importante, accanto a quella di Sartre, dedicata alle relazioni tra letteratura, arte e filosofia. La riflessione incrocia i nomi più importanti del XX secolo, da Georges Bataille ad André Malraux, da Pierre Klossowski a Marguerite Duras, da Michel Leiris a Jean Paulhan, da Albert Camus a Claude Lévi-Strauss, da Edmond Jabès a Emmanuel Levinas, da Martin Buber a Franz Kafka.
L'eterna ripetizione-Après coup
Maurice Blanchot
Libro
editore: Cronopio
anno edizione: 2010
pagine: 90
La scrittura del disastro
Maurice Blanchot
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2021
pagine: 232
«Leggere, scrivere, come si vive sotto la sorveglianza del disastro: esposti alla passività fuori passione. L'esaltazione dell'oblio. Non sarai tu a parlare; lascia parlare in te il disastro, non importa se attraverso l'oblio o il silenzio.» Ultima fra le opere teoriche di Maurice Blanchot, La scrittura del disastro risponde alla necessità di riflettere sul tema del linguaggio poetico e letterario che si era imposta imperiosa con Lo spazio letterario, ma che qui va oltre - «al di là» - il problema di dire ciò che è, al di là del bisogno di appagamento, al di là della descrizione di una totalità. È una ricerca che rompe questa totalità, che turba ogni cosa, e prima di tutto la scrittura. Ha a che vedere con l'interruzione, con la frammentazione, con la catastrofe. Con il disastro. La scrittura stessa allora si frantuma, soccombe a un'esigenza che non trova - che non cerca - la redenzione, ma un'altra possibilità di se stessa. La scrittura diventa qualcosa che porta al meno, all'oblio, al non detto, al mai cominciato. Blanchot recupera gli scrittori amati, antichi (Ovidio) e moderni (Kafka, Melville, Hölderlin), e si confronta con maestri del pensiero come Heidegger e Levinas, per scavare nella non possibilità della parola letteraria, nella possibilità del silenzio senza scopo. Sullo sfondo, Auschwitz, che rivela e mette a nudo «tutte le caratteristiche di una civiltà» e che impone di continuare a «vegliare, senza posa, sull'assenza smisurata». Con uno stile che, adattandosi al disastro, si fa fratto e ossimorico, Maurice Blanchot invita alla lettura chiedendole di rinnovarsi e continua la meditazione che ha praticato (e che lo ha guidato) per tutta la vita, scardinando quanto è venuto prima. Perché «c'è domanda, eppure nessun dubbio; c'è domanda, ma nessun desiderio di risposta; c'è domanda, e nulla che possa essere detto, ma solo da dire».