Libri di Max Ernst
Una settimana di bontà. Tre romanzi per immagini
Max Ernst
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2022
pagine: 416
Con il romanzo, com'è noto, i surrealisti non ebbero fortuna. Sicché, alla distanza, i più rapinosi potrebbero rivelarsi proprio quei romanzi per immagini che Max Ernst elaborò fra il 1929 e il 1934 ritagliando illustrazioni di feuilleton dell'Ottocento e dei primi del Novecento, e assemblandole poi in collage a cui aggiungeva didascalie di sua mano, destinate a essere, scrive Giuseppe Montesano, «segnali devianti e pervertimenti del senso comune». Sono immagini folte di fanciulle sensuali e innocenti insidiate da tenebrosi allievi di Sade, e di messieurs in abito nero e ghette che nascondono manie vergognose, mentre sullo sfondo freme «la città piena di sogni» di Baudelaire e ancora «lo spettro adesca il passante in pieno giorno». Un allestimento onirico ereditato dai romanzi d'appendice, dunque, ma che Ernst ha saputo trasformare, non senza un tocco di germanico unheimlich, in vessillo della sommossa perenne del desiderio. Si installa così in queste pagine perturbanti il più cupo e luminoso erotismo mai evocato dai surrealisti, dove un seno è un giocattolo e una capigliatura un sesso palpitante, dove i fantasmi del piacere hanno scollature abissali e le ossessioni si mutano in animali da preda, dove un lenzuolo su un corpo nudo è una cascata letterale e i rivoltosi dell'amore volano dalle finestre degli abbaini.
Una settimana di bontà. Tre romanzi per immagini
Max Ernst
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2007
pagine: 497
L'arte occidentale ha sempre cercato di lacerare con un colpo di mano le camicie di forza del corpo imprigionato: ma a nessuno questa insurrezione è riuscita come a Max Ernst nei romanzi-collages che inventò e portò al culmine tra il 1929 e il 1934. Sono immagini accompagnate da rapinose didascalie e ritagliate dalle illustrazioni dei romanzi d'appendice dell'Ottocento e dei primi del Novecento, folte di fanciulle sensuali e innocenti insidiate da tenebrosi allievi di Sade, e di messieurs in abito nero e ghette che nascondono manie vergognose, mentre sullo sfondo freme "la città piena di sogni" di Baudelaire e ancora "lo spettro adesca il passante in pieno giorno". Un allestimento onirico ereditato dai feuilleton, dunque, ma che Ernst, con il suo montaggio fatto di accostamenti misteriosi e tagli oscuri, di esaltazione del caso e di ebbrezza dell'analogia, con il suo cinema al ralenti e il suo fumetto per soli adulti bambini, ha saputo trasformare in vessillo della sommossa perenne del desiderio.
Max Ernst. Sculture. Catalogo della mostra (Rotterdam, 6 dicembre 1997-8 marzo 1998). Ediz. italiana e inglese
Ida Gianelli, Yürgen Pech, Max Ernst
Libro
editore: Charta
anno edizione: 1998
pagine: 228
Una settimana di bontà
Max Ernst
Libro: Libro in brossura
editore: Abscondita
anno edizione: 2025
Se la follia umana rappresentata dai "Disastri di Goya" è reale, infernale, quella che Max Ernst esprime nel romanzo-collage Una settimana di bontà è surreale, onirica. La sua radice può essere ricercata nella liberazione dalle censure che avviene nello stato di sogno secondo Freud, e che esplode in quest’opera di Ernst, in cui la parola è totalmente sostituita dall’immagine. Dunque, una storia narrata attraverso illustrazioni che descrivono situazioni, figure surreali, di sogno – o più spesso di incubo –, nelle quali gli abissi dell’erotismo sembrano inseparabili dalla violenza, dal delitto. Una miscela esplosiva che non può non sconvolgere, e che apre al lettore – all’osservatore – perturbanti possibilità di riflessione e di conoscenza. Ricordiamo che è in corso al Palazzo Reale di Milano una grande mostra dedicata a Max Ernst (1891-1976), uno dei massimi maestri del surrealismo.