Libri di P. Nasone Ovidio
Le metamorfosi. Testo latino a fronte
P. Nasone Ovidio
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Einaudi
anno edizione: 2022
pagine: 1472
"Nell’incipit delle Metamorfosi Ovidio dichiara con lucida concisione l’argomento del poema: «L’animo mi spinge a cantare le forme mutate in nuovi corpi...» Subito dopo, nel corso dello stesso v. 2, si saggia lo spettro semantico di mutare. Invocando l’ispirazione divina sui suoi progetti (coeptis) il poeta insinua, con un rapido slittamento metalinguistico («avete mutato anche quelli»), che di origine divina sia anche il mutamento della propria attività e della propria carriera poetica. Sarà bene ricordarsi di questo lampo polisemico, quando nel libro XV si approssima il termine del carmen perpetuum, che dai primordi del caos giunge fino all’impero di Augusto, e proprio la categoria del mutamento è collocata al centro del discorso di Pitagora, che ne fa il puntello di due forti posizioni ideologiche, tra loro collegate: la metempsicosi, o rinascita dell’anima dopo la morte novis domibus (XV, 159), cioè in un nuovo corpo, proprio come recitava l’incipit, e il vegetarianismo, misura prudenziale contro il rischio che il nuovo corpo sia quello di un animale. Ma nel potente respiro di un linguaggio indebitato con Lucrezio, ancorché divergente per molti contenuti, il principio che omnia mutantur (XV, 165) si allarga alla struttura globale dell’universo: nel tempo, inarrestabile come un fiume, cuncta novantur (XV, 185), a cominciare dall’alternanza tra notte e giorno e tra sole e luna e dalla successione delle stagioni, per poi proseguire con le epoche della vita umana, nel suo processo di sviluppo e successivo declino. (...) Non sembra ragionevole dubitare che il discorso di Pitagora costituisca nel suo insieme l’attribuzione di un senso unitario all’insieme delle metamorfosi della persona in animale, vegetale o minerale, che sono oggetto del discorso poetico, inquadrandole nel genere prossimo del mutamento; quello che manca è invece il riferimento alla differenza specifica, consistente nel fatto che, mentre il sistema descritto da Pitagora è governato da un ritmo fisiologico (o a questo assimilabile), che consente di trarre conseguenze certe da premesse dotate di valore complessivo, la trasformazione che i personaggi di Ovidio subiscono rappresenta una rottura, un evento inatteso e saliente rispetto a vicende di vita ordinaria, che viene spesso veicolato dal ricorrere della parola mirum, «che suscita meraviglia». Ciò potrebbe far pensare al profilo del poema come un insieme di situazioni polarizzate fra un linguaggio neutro, connettivo, interlocutorio o al massimo preparatorio, e un’esplosione di senso, o forse di nonsenso, un profilo piatto intercalato da punte che si ripresentano a intervalli non regolari. Quello che abbiamo di fronte nell’affascinante lettura è qualcosa di molto diverso, che fa onore alla definizione di carmen perpetuum: un’unità insieme fusa e fluida che fa appena avvertire le giunture episodiche, che scavalca con macro-enjambement la stessa partizione in libri, che esplora il gusto inesauribile del narrare in tutte le sue pieghe, comprese quelle ritagliate nelle scatole cinesi del racconto nel racconto. Credo che questo risultato discenda soprattutto dalla riduzione, o traduzione, della metamorfosi da alterità assoluta a un rapporto di mutua comprensibilità e comunicazione col quotidiano." (dall’Introduzione di Guido Paduano).
Rimedi contro l'amore
P. Nasone Ovidio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2022
pagine: 520
Amore legge il titolo del nuovo libro di Ovidio, "Rimedi contro l'amore", e subito protesta: «Vedo che mi si muove guerra», dice. Ma l'autore replica con fermezza: no, non puoi accusare me, che sono il tuo poeta, che «tante volte ho portato le insegne sotto il tuo comando». Io, sostiene con lampeggiante allusione all'Iliade , non sono Diomede, «da cui fu ferita tua madre», Venere: «io ho amato sempre, / e se mi chiedi cosa faccio, anche ora amo». Si aprono così i Rimedi contro l'amore di uno che è il poeta dell'Arte di amare e degli Amori, e che l'amore ha cantato in tutti i modi, dall'epico all'elegiaco, dal tragico all'estatico. Anche quando dà consigli contro l'amore, Ovidio dice di Amore: come un Cherubino mozartiano avanti lettera, parla d'amor vegliando, parla d'amor sognando, parla all'acqua, all'ombra, ai monti, e se non ha chi l'oda, parla d'amor con sé. Ovidio aveva insegnato «con quale arte ci si può procurare / l'amore»: «la nuova Musa», proclama, «non disfa l'opera antica». «Imparate a guarire da chi vi ha insegnato ad amare», scrive: «una sola mano vi darà la ferita e il rimedio.» I Rimedi ribaltano infatti in più occasioni i consigli offerti dall'Arte di amare , mentre Ovidio si presenta come l'erede romano di scrittori ellenistici di poemi curativi quali Nicandro; ma è anche nella scia di Lucrezio, che nel libro IV del de rerum natura spiega come evitare i lacci d'amore, e di Cicerone, «che nel quarto libro delle Tusculanae tratta il desiderio come una malattia dell'anima». In realtà, non c'è verso, tra gli ottocento in cui si dipana il poemetto, che non possegga, oltre alla dimensione erotica, un accenno retorico o letterario – all'interno di una rete puramente ovidiana costituita dai Medicamina, dalle Metamorfosi e dalle Eroidi, ma anche verso l'esterno, per esempio con allusioni alle Elegie di Properzio. Il libello, spesso trascurato o sminuito dalla critica, si rivela invece capitale, e l'introduzione e il commento di Victoria Rimell, nonché la bella traduzione di Guido Paduano, gli rendono finalmente giustizia. Perché i Rimedi «costituiscono uno snodo fondamentale nello sviluppo dell'idea ovidiana che la poesia ha la capacità di influenzare e cambiare il mondo, simbolicamente e letteralmente».
L'arte di amare. Testo latino a fronte
P. Nasone Ovidio
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2024
pagine: 272
Amare, la più impossibile e raffinata delle arti. Il poeta latino più moderno impartisce le sue lezioni a uomini e donne, attingendo indistintamente dal proprio cuore trafitto e dal mito. Amore è leggero, libero, con due ali per volarsene via quando gli pare e sfuggire ai legami. Per imparare ad amare dunque la prima lezione è comprendere che tutto è soltanto un gioco nel quale bisogna saper dominare se stessi e non far trasparire troppo le proprie debolezze, capire quando è bene mostrarsi e quando invece è bene nascondersi. In pieno contrasto con la politica moralizzatrice di Augusto, Ovidio introduce uomini e donne al sapere più alto e seducente, rivelando quanto l’amore sia un’arte che necessita di intelligenza, passione e strategia. Introduzione di Pierluigi Baldo. Note di Francesca Brancaleone. L’edizione è completata da “Cosmesi del volto femminile” e “Rimedi contro l’amore”.
Le metamorfosi
P. Nasone Ovidio
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 2015
pagine: 708
"La contiguità tra dèi ed esseri umani è uno dei temi dominanti delle Metamorfosi, ma non è che un caso particolare della continuità tra tutte le figure e forme dell'esistente, antropomorfe o meno. Fauna, flora, regno minerale, firmamento inglobano nella loro comune sostanza ciò che usiamo considerare umano come insieme di qualità corporee e psicologiche e morali [...] le Metamorfosi vogliono rappresentare l'insieme del raccontabile tramandato dalla letteratura con tutta la forza d'immagini e di significati che esso convoglia, senza decidere - secondo l'ambiguità propriamente mitica tra le chiavi di lettura possibili." (Italo Calvino)
Metamorfosi. Testo latino a fronte. Volume Vol. 5
P. Nasone Ovidio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2013
pagine: 446
Siamo, nella narrazione sinuosa di Ovidio, alla generazione immediatamente precedente quella della guerra di Troia. Dominati dal canto di Orfeo che ha perso Euridice, i Libri X-XII raccontano alcune tra le storie più belle di tutta l'opera, nella quale si fondono ora epica e storia mitica del mondo. E Orfeo stesso che si presenta agli Inferi reclamando la sposa uccisa dal morso di un serpente e che poi la perde per essersi voltato a guardarla mentre la conduce fuori dall'Averno. Fugge allora in luoghi remoti consolandosi col canto e narrando la storia di Ganimede. Da questa nasce quella di Giacinto, e poi quella di Pigmalione, che a sua volta fa emergere quella di Venere e Adone. E quando Orfeo viene fatto a pezzi dalle Baccanti, subito viene evocato Mida, e poi Esione, e quindi Peleo e Teti, i genitori di Achille. Allora prende il via la fondazione di Troia, e il racconto dell'immane guerra. In mezzo, ecco però la storia delicata e dolente di Ceice e Alcione: dell'uomo che, per consultare l'oracolo, s'imbarca, incontra una furibonda tempesta, annega; e della sposa che - avvisata da Morfeo nelle vesti del marito - vuole raggiungere il corpo di lui nel mare e si getta saltando dal molo.
Metamorfosi. Testo latino a fronte. Volume Vol. 1
P. Nasone Ovidio
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2005
pagine: CXC-310
Tutto, secondo Ovidio, muta: il cosmo, gli dei, i corpi degli uomini e delle donne. Nelle "Metamorfosi", tra le opere più fortunate che l'antichità classica abbia lasciato, le storie di animali che diventano pietre, di eroi e ninfe mutati in stelle, di numi che s'incarnano, nascono l'una dall'altra, si intrecciano, riaffiorano in sequenza velocissima e cangiante. E in essa prendono forma i temi del generarsi del mito e della poesia. Il volume presenta i libri I e II nel testo critico basato sull'edizione oxoniense di Richard Tarrant, con saggio introduttivo di Charles Segal e traduzione di Ludovica Koch.
Le metamorfosi
P. Nasone Ovidio
Libro: Libro in brossura
editore: Gallucci La Spiga
anno edizione: 2025
pagine: 112
La natura vive di trasformazioni incessanti: nessuna cosa è stabile e ferma, ma tutto varia e si rinnova. Per illustrare questa legge dell’universo, il poeta latino Ovidio compose una raccolta di miti incentrati sulle metamorfosi, i cui protagonisti – dèi, semidei ed esseri umani – mutano d’aspetto perché premiati o puniti per il loro operato. Nelle affascinanti storie di Eco e Narciso, Dafne e Apollo, Dedalo e Icaro, così come nelle molte altre qui raccontate, il cambiamento si rivela una forza a volte vitale e a volte rovinosa, ma sempre creatrice. Età di lettura: da 11 anni.
I fasti. Libro 1º. Versione interlineare
P. Nasone Ovidio
Libro
editore: Dante Alighieri
anno edizione: 1969
pagine: 128
L'arte di amare. Testo latino a fronte
P. Nasone Ovidio
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1977
pagine: 336
Le metamorfosi. Libro 2º. Versione interlineare
P. Nasone Ovidio
Libro
editore: Dante Alighieri
anno edizione: 1985
pagine: 66
Amori
P. Nasone Ovidio
Libro
editore: Rizzoli
anno edizione: 1985
pagine: 320
Gli "Amori" sono probabilmente il libro latino di versi che ha avuto più fortuna nella storia. Quello che ancora affascina, in queste poesie, è il loro delizioso libertinaggio: una frivolezza, una volubilità, una mutabilità infinite che sono una condizione intellettuale ancor prima che amorosa. Ed è per questo che nessuno possiede uno stile così leggero, che aleggia e insieme scivola sulle cose, delicato e tenue come il filo "che il ragno tesse con gracile piede quando / sotto una trave abbandonata tende la sua rete / impalpabile". L'elegante traduzione di Luca Canali è ammirevole per la sua levità "ovidiana", mentre le note di Riccardo Scarcia consentono al lettore odierno di gustare il fitto tessuto mitologico del testo. Lo specialista L.P. Wilkinson nell'introduzione inquadra gli "Amori" e la poetica ovidiana nel contesto della poesia elegiaca latina.