Libri di Paolo Vecchi
Il coltello nell'anima. Il cinema di Roman Polanski
Juarès Baldeschi, Paolo Vecchi
Libro: Libro in brossura
editore: La Conchiglia di Santiago
anno edizione: 2021
pagine: 222
Il volume a cura di Jaures Baldeschi con la collaborazione di Tullio Masoni e Paolo Vecchi, raccoglie una serie di saggi inediti sul cinema di Roman Polanski, senz’altro tra i registi più interessanti e poliedrici a cavallo tra il Novecento e primo ventennio del nuovo secolo, che ha fissato il suo sguardo apolide nell’oscurità della mente attraverso i fantasmi della follia, le suggestioni dell’eros, lavorando all’interno dei generi con uno spiccato gusto per il barocco, le influenze surrealiste, le suggestioni e i modelli letterari (Ionesco, Beckett, Gombrowicz), un cineasta però sempre libero da schemi codificati, studiato attraverso i saggi inediti di alcuni dei critici più importanti nel panorama nazionale e internazionale.
Top Modena 2003. 365 giorni di sport gialloblù
Paolo Vecchi, Davide Berti, Stefano Aravecchia
Libro
editore: Edizioni Pontegobbo
anno edizione: 2003
pagine: 124
2002 l'apoteosi. L'anno d'oro dello sport modenese
Paolo Vecchi, Davide Berti, Stefano Aravecchia
Libro
editore: Edizioni Pontegobbo
anno edizione: 2002
pagine: 164
Modena da sballo. Dalla C alla A, due anni irripetibili
Paolo Vecchi, Davide Berti, Stefano Aravecchia
Libro
editore: Edizioni Pontegobbo
anno edizione: 2002
pagine: 160
Jan Nemec
Libro: Libro in brossura
editore: Lindau
anno edizione: 2003
pagine: 132
Jan Nèmec (1936) è uno degli autori più importanti della Nová vlna, la vague moldava che ha accompagnato il profondo rivolgimento politico e culturale sfociato nella cosiddetta Primavera di Praga. Dopo gli studi alla FAMU, fa il suo folgorante esordio nel 1964 con "I diamanti della notte", personalissima rievocazione di un episodio dell'Olocausto, premiata in numerosi festival, che lo impone all'attenzione della critica internazionale. Ridotto all'inattività, nel 1974 il regime lo pone di fronte all'alternativa tra la prigione e l'esilio. Il regista lavora dapprima in Germania, poi in Svezia e Gran Bretagna. Si trasferisce infine negli USA, dove tiene lezioni di cinema in varie università, per rientrare in Cecoslovacchia nel 1989.