Libri di Roberta Coglitore
Il fototesto autobiografico. Narrazione ed esperienza del sé in Annie Ernaux e Michele Mari
Roberta Coglitore
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2025
pagine: 296
Quali vantaggi offre il fototesto autobiografico per la rappresentazione del sé? Perché uno scrittore sceglie di utilizzare le foto in una narrazione autobiografica? Quale relazione si instaura tra le fotografie e la scrittura? Quali effetti producono l'impaginazione e il ritmo delle immagini sul lettore? Il volume affronta questi interrogativi analizzando le opere di Annie Ernaux e Michele Mari, la cui sperimentazione verbo-visuale contiene molteplici spunti per una teoria del fototesto autobiografico come dispositivo per la rappresentazione del sé. Coniugando teoria letteraria e cultura visuale, narratologia e teoria dell'enunciazione questo studio indaga la specificità del dispositivo fototestuale autobiografico e ne studia la fenomenologia degli sguardi, i processi di rimediazione delle immagini e gli effetti di lettura.
Le vertigini della materia. Roger Caillois, la letteratura e il fantastico
Roberta Coglitore
Libro: Copertina morbida
editore: Quodlibet
anno edizione: 2017
pagine: 238
Il fantastico è la chiave di volta dell'esperienza intellettuale di Roger Caillois. Alla teoria generale del fantastico, alle descrizioni di mirabilia della natura e ai fantasmi delle scritture dell'io sono dedicate le tre sezioni del presente volume. Nella prima parte la famosa definizione cailloisiana del fantastico in arte e in letteratura, «l'irruzione dell'inammissibile all'interno della inalterabile regolarità quotidiana», è interpretata come il nucleo fondativo di un'estetica generale che include il mondo degli animali, alla luce delle contemporanee teorie evoluzioniste, e quello dei minerali, interpretato come l'esempio decisivo per illustrare la legge della dissimmetria che regola l'universo. Nella seconda parte le mirabili pagine di Caillois dedicate alle pietre figurate vengono considerate tra gli esempi più alti dell'ékphrasis novecentesca, dove emerge una vocazione letteraria continuamente negata e dissimulata. Nell'ultima parte le passeggiate parigine alla ricerca dei fantasmi del XV arrondissement, oggetto di un saggio sulla logica dell'immaginario, assumono la forma di un racconto autobiografico e di un film per la televisione.