Libri di Agostino De Rosa
Geometrie del terrore. Lo spazio architettonico nella letteratura weird
Libro: Libro rilegato
editore: Anteferma Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 316
Il volume vuole offrire un panorama critico sullo spazio retorico nella letteratura fantastica e, nel caso specifico, in quella che ha come soggetto principale del plot narrativo il tema delle case infestate nelle ghost stories classiche e contemporanee. I saggi contenuti nel volume affrontano il complesso rapporto tra spazio letterario e spazio fisico, fra configurazione reale e fiction, analizzando i connotati ambientali e atmosferici delle haunted houses, attraverso alcuni casi studio (tratti dai romanzi e i racconti di Howard Phillips Lovecraft, Shirley Jackson, Robert Aickman solo per citarne alcuni), analizzando la ricorsività di topoi come quello del Genius loci, legato alla vocazione ancestrale del paesaggio e delle architetture “visitate”.
Lebbeus Woods experimental architecture. Tra immaginazione figurativa e decostruttivismo linguistico
Massimo Mucci
Libro: Libro in brossura
editore: LetteraVentidue
anno edizione: 2022
pagine: 256
Nell'ampia produzione dell'architetto americano Lebbeus Woods (1940-2012), alcuni progetti risalenti alla prima metà degli anni Novanta del secolo scorso sono particolarmente rappresentativi del suo impegno nel ridefinire il ruolo politico dell'architettura nei processi di trasformazione della società. I tre progetti per le città di Zagabria, Sarajevo e L'Avana si distinguono per la ricerca originale e innovativa svolta dall'architetto su concetti quali freespace, free-zone, heterarchical city, fino ad arrivare a temi progettuali di più ampia portata. Lo studio di questi progetti attraverso l'uso della rappresentazione dell'architettura come strumento di analisi compositiva, permette di addentrarsi nelle procedure ideative e grafiche del progettista, e di chiarire i punti di contatto e le distanze rispetto alle tendenze architettoniche di quegli anni. I lavori grafici sono qui considerati espressioni di un pensiero teorico critico sull'architettura, elaborato attraverso l'uso esplorativo simultaneo del disegno e della scrittura, intrecciati tra loro su più livelli semantici in una catena di invenzioni figurative. Questo permette di riconoscere nell'opera di Woods l'uso del disegno come progetto, e di capire aspetti non conosciuti del suo linguaggio architettonico, approfondendone la genesi compositiva all'interno di un quadro culturale caratterizzato da temi a lui vicini, come quello della experimental architecture, il Decostruttivismo, la trasformazione. Prefazione di Agostino De Rosa.
Cecità del vedere. Sull'origine delle immagini
Agostino De Rosa
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne (Genzano di Roma)
anno edizione: 2021
pagine: 192
Molte storie delle immagini insistono sulla luce e sul tema del visivo quali elementi generatori dell'estetica figurativa occidentale. Ma è possibile ribaltare questo approccio gnoseologico e provare a ipotizzare che le immagini più prototipiche, quelle più radicate nel nostro inconscio ottico, nascano dall'ombra e utilizzino la cecità come potente metafora della "verità", non solo iconografica? Partendo dal mito della caverna platonica, nelle sue differenti declinazioni grafiche e letterarie, per poi passare allo studio della camera oscura, intesa come sovrastorica "forma simbolica", il libro rintraccia un sentiero alternativo in cui le opere di Robert Motherwell, le installazioni di James Turrell, i dipinti di Marco Tirelli, le fotografie di Abelardo Morell e di Hiroshi Sugimoto, solo per citare alcuni degli autori analizzati, sembrano stringere un legame perturbante e inedito con le immagini parastatiche preistoriche, con alcune forme di cecità congenita o acquisita e con i disturbi ottici degli acromati polinesiani, suggerendo che forse, per vedere meglio la realtà, sia necessario chiudere i propri occhi.
Roma anamorfica. Prospettiva e illusionismo in epoca barocca
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2019
pagine: 264
Il volume propone una raccolta di saggi incentrati sul tema di ricerca dell'anamorfosi, la tecnica prospettica di deformazione delle immagini nota sin dal XV secolo, ma perfezionatasi nel suo rigore geometrico tra i secoli XVI e XVII. L'interesse nei confronti di questo aspetto della storia della rappresentazione oggi emerge rinvigorito, se connesso al crescente successo che le deformazioni stanno riscuotendo in ambito mediatico e progettuale. E proprio all'analisi geometrico-evolutiva di alcuni casi ritenuti paradigmatici e sviluppatisi in ambito romano è dedicata l'opera: gli studi raccolti abbracciano le applicazioni anamorfiche a diverse scale, iniziando dagli oggetti di più contenute dimensioni, che stabiliscono un rapporto tra osservatore e opera basato sulla vicinanza reciproca - fisica e psicologica - e sull'intimità percettiva (è il caso delle anamorfosi catottriche conservate presso la collezione di Palazzo Barberini) (Friso), per rivolgersi poi ai più celebri esempi di applicazione anamorfica alla pittura parietale, conservati presso il complesso conventuale di Trinità dei Monti (De Rosa, Liva); e dedicandosi infine all'analisi di una delle opere architettoniche realizzate in "prospettiva solida" e oggetto di recenti e inediti rilievi, ovvero la galleria borromonina di Palazzo Spada (Paris, Candito), e le ornie accelerate delle finestre di Palazzo Barberini (Piccinin). Il volume rubrica però sotto la voce "anamorfosi" anche alcuni esempi di quadraturismo barocco che proprio sul tema della decezione, ottica e piscologica, concentrarono la loro sperimentazione linguistica: i decori pittorici nel corridoio antistante le camere di Sant'Ignazio di Loyola, presso la Casa Professa del Gesù (Romor); gli sfondati prospettici che decorano le coperture e le volte delle chiese di Sant'Ignazio di Loyola (Baglioni-Salvatore), del Gesù (D'Acunto-Zoerle) e del convento di Trinità dei Monti (Calandriello-Bergamo, Ciammaichella, D'Acunto-Liva). E ancora, generate da una vera e propria applicazione proiettiva virtuosistica che "costringeva" le orbite e le traiettorie dei corpi celesti a collassare nello spazio di un corridoio o di una stanza, sono le meridiane catottriche le quali, convenzionalmente, sarebbero da almanaccare tra gli esempi di astrolabica applicata all'architettura. Tuttavia, nell'accezione qui proposta, oltre a esercitare il potere illusorio, tipico dell'anamorfosi, nel farci accedere a conoscenze nascoste, esse mostrano come la logica proiettiva delle immagini iniziasse a formarsi con chiarezza sempre più crescente nel Seicento, proprio sotto l'egida della nozione di deformazione, e di come tale orizzonte esegetico fosse stato precocemente intuito da Girard Desargues (1591-1661) nella sua manière universelle in cui prospettiva, gnomonica e strereotomia erano tutte accomunate sotto l'unico vessillo della proiezione: così, nel volume sono raccolti i recenti studi condotti sulle meridiane di Palazzo Spada e Trinità dei Monti (Bortot, Monteleone).
Utilità e danno della storia
Libro: Libro in brossura
editore: Mimesis
anno edizione: 2019
pagine: 382
Lo studio della storia, e delle storie, in una scuola di architettura continua a essere di grande importanza. A dispetto, e anzi proprio a causa, della chiara consapevolezza che la storia in genere - in quanto disciplina in grado di organizzare il passato a partire dal presente - sia sempre più sottovalutata nell’attuale congiuntura storica. Questo libro non è il frutto di ricerche coordinate e neppure “interdisciplinari” – almeno non nel senso burocratico che di solito si attribuisce alla parola in ambito accademico – ma intende offrire, senza nessuna pretesa di completezza né tantomeno di organicità, qualche esempio di come ci si possa occupare di storia e interrogarsi sulla storia. Contiene alcuni saggi raggruppabili in parti ben identificabili per oggetto di studio e approccio – gli studi sulla rappresentazione e sulla storiografia – e singoli contributi di argomento vario. Lo si può considerare come un’istantanea, un’immagine in cui qualcuno guarda in macchina, qualcuno si guarda alle spalle, e qualcun altro passa fischiettando. Tutti, più o meno, camminano verso la stessa direzione.
Tracce, reliquie e raggi X: le forme dell'assenza. Paul O. Robinson allo Iuav
Libro: Libro in brossura
editore: Aracne
anno edizione: 2018
pagine: 104
Il volume costituisce un parziale ma dettagliato resoconto dell'attività di visiting professorship tenuta presso il Dipartimento di Culture del Progetto dell'Università Iuav di Venezia dall'architetto statunitense Paul O. Robinson durante l'anno accademico 2014-2015. Professore presso la Fakulteta za Arhitekturo v Ljubljani, Robinson ha al suo attivo un'intensa attività sia progettuale che artistica, accompagnata da una profonda riflessione teorica sugli strumenti critici e figurativi del progettista e dell'artista contemporaneo. Durante il suo soggiorno veneziano, Robinson ha tenuto, presso la Sala Gino Valle dello Iuav, una mostra dei suoi lavori dal suggestivo titolo "The Cella Was Empty" (La cella era vuota), e un workshop intitolato programmaticamente "Forms of Absence - Radiographs Paintings Reliquaries". L'attività prevista all'interno del workshop era costituita da una serie di lezioni ex-cathedra e soprattutto da laboratori in cui inediti approcci teorici e applicativi hanno permesso agli studenti di apprendere un processo non convenzionale di lettura e interpretazione critica di oggetti architettonici o artefatti artistici esistenti.
Rappresentazioni alle soglie del vuoto. Estetiche della sparizione. Ediz. italiana, inglese e spagnola
Libro: Libro in brossura
editore: Il Poligrafo
anno edizione: 2014
pagine: 274
Il tema dell'immagine nella cultura occidentale si palesa come centrale sin da epoche remote: il cardine prospettico e l'esigenza del realismo visivo hanno permeato di sé secoli di produzione iconografica, stabilendo un canone cui l'artista - e più in generale colui che rappresenta - si è sentito vicariamente vincolato. Ma l'immagine così costruita riesce ad assumere, nel complesso arco della storia della rappresentazione, un particolare significato "obliquo" allorquando si pone in una condizione liminare, in cui non sempre appare chiaramente il suo significato: scatenando meccanismi associativi, suscitando rimandi all'altro da sé, essa riesce a condurci in prossimità di una soglia oltre la quale compare epifanicamente il "perturbante". Fruizioni stenopeiche, deformazioni improvvise, viraggi cromatici o semplicemente riduzioni "ad arte" di alcuni elementi di riconoscibilità ottica stravolgono la narrazione lineare e continua, associabile criticamente alla prospettiva, introducendo uno iato fruitivo e percettivo che consente di scardinarne il senso. Su questo gap semantico, presente tanto nelle espressioni figurative del passato che in quelle contemporanee, si misurano gli interventi raccolti in questo volume: da osservatori disciplinari diversificati, gli autori offrono spunti di riflessione che spaziano dall'uso della prospettiva nell'opera di Duchamp, alla dimensione immaginativa e percettiva dell'immagine.