Libri di Alessandro Bosco
Milano, il grattacielo e la metropoli. Riletture moderniste dello spazio urbano tra architettura, cinema e letteratura (1956-1963)
Alessandro Bosco
Libro: Copertina morbida
editore: Cesati
anno edizione: 2021
pagine: 144
Forse nessun altro oggetto architettonico possiede la carica mitico-simbolica del grattacielo, il quale funge qui da cartina al tornasole per mettere in evidenza il complesso ventaglio di concezioni del moderno che si intersecano nella Milano del boom a cavallo tra la fine degli anni Cinquanta e l'inizio dei Sessanta. Prendendo spunto dal celebre saggio simmeliano sulla Metropoli e dalla rilettura fornitane poi da Massimo Cacciari si intendono così rileggere alcuni scritti architettonici del filosofo Enzo Paci (in dialogo con uno dei maestri del movimento moderno italiano, ovvero Ernesto Nathan Rogers), testi di Gio Ponti (l'architetto, insieme a Nervi e Danusso, del grattacielo Pirelli), due reportage "letterari" di Dino Buzzati sul Pirelli, un saggio-racconto di Enrico Filippini sui grattacieli milanesi e ancora, vero fine dell'indagine, due testi cinematografici di Michelangelo Antonioni, rispettivamente La notte (1961) e, in secondo ordine, L'eclisse (1962). Chiude il volume un'appendice che ripropone per la prima volta al pubblico lo scritto di Filippini e un importante saggio di Gio Ponti sul Pirelli.
La disciplina dei reati in materia di stupefacenti
Santi Bologna, Alessandro Bosco, Alfredo Spitaleri
Libro: Libro in brossura
editore: Maggioli Editore
anno edizione: 2021
pagine: 442
Forte della consolidata esperienza degli Autori, l’opera si pone quale strumento utile al Professionista per affrontare la trattazione dei reati in materia di stupefacenti, nell’ambito dell’aula giudiziaria. Aggiornato alla recente giurisprudenza, il volume costituisce una vera e propria guida, privilegiando l’analisi degli aspetti operativi e processuali e fornendo una rassegna giurisprudenziale al termine di ogni singolo capitolo. L’opera si completa di un dettagliato indice analitico che permette un’agevole consultazione, realizzando il diretto richiamo a tutte le singole questioni trattate. Il volume include una rassegna giurisprudenziale al termine di ciascun capitolo.
Frammenti di una conversazione interrotta. Interviste 1976-1987
Enrico Filippini
Libro
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2018
pagine: 384
Da Barthes a Foucault, da Sanguineti a García Márquez, da Laing a Habermas, da Luhmann a Bobbio, da Guttuso a Frisch e Gregotti, le conversazioni di Enrico Filippini indagano su un tema cruciale del periodo che dalla fine degli anni Sessanta si estende fino alle soglie degli anni Novanta, ossia la «fine» o la «crisi» della Modernità. Primo di due volumi dedicati agli scritti di Filippini, questo libro raccoglie un'ampia scelta commentata delle interviste, realizzate prevalentemente per «la Repubblica», con alcuni dei più importanti protagonisti della scena culturale occidentale del secondo Novecento. Attraverso i più vari ambiti, anche disciplinari (dall'arte e la letteratura all'architettura, passando per la psicologia, la filosofia, la politica, ecc.), la ricerca filippiniana trova nell'Altro un momento di verifica che si traduce essenzialmente in una continua interrogazione dei linguaggi. Questa tensione conoscitiva si rispecchia in una scrittura pungente, ironica, irrequieta, che raggiunge vette di autentica intensità letteraria, in cui i confini tra il ritratto dell'Altro e la sagoma dello scrivente paiono dissolversi in un diario filosofico costellato di memorie e ricordi personali.
Eppure non sono un pessimista. Conversazioni con Jürgen Habermas
Jürgen Habermas, Enrico Filippini
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 128
Questo libro raccoglie due conversazioni di Enrico Filippini con Jürgen Habermas pubblicate rispettivamente sull’«Espresso» nel 1979 e su «Repubblica» nel 1986. Non semplici interviste, ma un lungo dialogo interrotto e poi ripreso, narrato con sensibilità letteraria e tessuto di silenzi, provocazioni, immagini. Al centro della discussione ci sono la crisi della Modernità e la dissoluzione della cultura di sinistra, i temi habermasiani della colonizzazione del «mondo della vita» operata dagli apparati di controllo sociale e della necessità di un nuovo «agire comunicativo» che ne ristabilisca lo spazio e la possibilità. Un dialogo, in costante tensione tra la proposta del filosofo tedesco e i dubbi incalzanti di Filippini, che si situa in un passaggio cruciale della recente storia culturale europea e che conserva intatta la sua carica epistemologica di riflessione sul presente.
Il romanzo indiscreto. Epistemologia del privato nei «Promessi sposi»
Alessandro Bosco
Libro: Libro in brossura
editore: Quodlibet
anno edizione: 2013
pagine: 288
Manzoni indiscreto? Almeno quanto lo è la sua volontà di penetrare l'intimità dei suoi personaggi, di andare al "fondo del cuore umano" onde scoprirvi "i principi eterni della virtù". E almeno quanto la sua narrazione è volta a far confessare a Lucia ciò che la povera villana vorrebbe seppellire nel segreto della confessione. Ma non si tratta qui di fustigare chissà quali impertinenze autoriali. La questione è più complessa e riguarda il modo in cui "I promessi sposi" s'inseriscono nel solco di quella tradizione romanzesca europea che dalla metà del Settecento in poi pare caratterizzata da ciò che Gianni Celati ha definito la "vertigine dell'indiscrezione". Sorge così un inedito interesse verso le zone private dell'esistenza che va di pari passo con la formazione dell'individualità moderna la cui essenza, che pare giacere nelle imperscrutabili profondità del personaggio, attende solo di essere scoperta dallo sguardo indagatore dello scrittore (e con esso del lettore) moderno. Ma in che maniera questo processo di identificazione morale che "I promessi sposi" mettono sapientemente in scena si collega alla volontà di definire una cultura nazionale? E come mai sul finire del secolo un critico militante e progressista come De Sanctis poteva continuare ad individuare niente meno che nel cattolico Manzoni gli auspici per la nascita, anche in Italia, di una concezione finalmente moderna del romanzo e, con esso, della letteratura?
Frammenti di una conversazione interrotta. Interviste 1976-1987
Enrico Filippini
Libro
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 420
Da Barthes a Foucault, da Sanguineti a García Márquez, da Laing a Habermas, da Bobbio a Luhmann, da Guttuso a Frisch e Gregotti, le conversazioni di Enrico Filippini indagano su un tema cruciale del periodo che dalla fine degli anni Sessanta si estende fino alle soglie degli anni Novanta, ossia la «fine» o la «crisi» della Modernità. Primo di due volumi dedicati agli scritti di Filippini, questo libro raccoglie un’ampia scelta commentata delle interviste, realizzate prevalentemente per «la Repubblica», con alcuni dei più importanti protagonisti della scena culturale occidentale del secondo Novecento. Attraverso i più vari ambiti, anche disciplinari (dall’arte e la letteratura all’architettura, passando per la psicologia, la filosofia, la politica, ecc.), la ricerca filippiniana trova nell’Altro un momento di verifica che si traduce essenzialmente in una continua interrogazione dei linguaggi. Questa tensione conoscitiva si rispecchia in una scrittura pungente, ironica, irrequieta, che raggiunge vette di autentica intensità letteraria, in cui i confini tra il ritratto dell’Altro e la sagoma dello scrivente paiono dissolversi in un diario filosofico costellato di memorie e ricordi personali.