Libri di Ardengo Soffici
Kobilek. Giornale di battaglia
Ardengo Soffici
Libro: Libro in brossura
editore: Eclettica
anno edizione: 2019
pagine: 132
“Un libro attraente tutt’oggi per più aspetti: i passi di cronaca, di descrizione, spietata anche nella ferocia della mitraglia e dei bombardamenti, nel fuoco di quel 23 agosto 1917 che determinò la conquista del monte Kobilek, danno ritmo mentale e morale alla storia che affiora e sottintende la storia sotterranea: la patria Italia non è un concetto astratto, si incarna nei soldati, nei panorami, nel turbamento e nell’'allegria' dei protagonisti – il suo comandante Alessandro Casati, il 127° Reggimento Fanteria, nella III Armata del generale Capello; l’autore stesso che si trova nella mischia – e nella loro dedizione all’idea di vittoria come riscatto di civiltà, nell’ebbrezza della lotta che la minaccia della morte rende ancora più accesa.” (dalla prefazione di Luigi Cavallo)
Carteggio. Volume Vol. 1
Giuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 1977
pagine: XXXVIII-348
America sognata
Ardengo Soffici
Libro
editore: Henry Beyle
anno edizione: 2011
pagine: 28
Lo scrittore toscano va a trovare Prezzolini a New York.
Carteggio. Volume Vol. 2
Giuseppe Prezzolini, Ardengo Soffici
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 1980
pagine: 383
Carteggio (1903-1908). Volume Vol. 1
Giovanni Papini, Ardengo Soffici
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 1991
pagine: 512
Carteggio. Volume Vol. 4
Giovanni Papini, Ardengo Soffici
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2002
pagine: 336
Bestemmia contro la democrazia
Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Italo Tavolato
Libro
editore: Edizioni di AR
anno edizione: 2009
pagine: 60
Carteggio (1914-1951)
Ottone Rosai, Ardengo Soffici
Libro: Copertina morbida
editore: Abscondita
anno edizione: 2010
pagine: 107
Rosai e Soffici si conoscono a Firenze nel dicembre 1913. Rosai ha diciotto anni e non è ancora Rosai. Dipinge visioni notturne, case incendiate che colano come cera, nudi insonni e perversi, un autoritratto da teppista col coltello fra i denti. Soffici ha trentaquattro anni ed è già Soffici. La sua vera formazione è avvenuta a Parigi, dove ha vissuto dal 1900 al 1907, comprendendo subito quello che bisogna comprendere. Per Rosai non è un incontro, ma una rivelazione, come scriverà anni dopo. Soffici diventa il suo maestro. Tra la fine del '13 e la fine del '14 si incontrano alle Giubbe Rosse. Ma Soffici abita al Poggio, non sempre può raggiungere Firenze e allora, quando alle tre di notte il caffè chiude, è Rosai che va a cercarlo, percorrendo i quindici chilometri che lo separano dal paese. La casa di Soffici, appartata, sembra la badia di un priore. Nella sua libreria il giovane "teppista" trova tutta l'Europa, da Picasso, Braque, Matisse agli artisti che sente più vicini, come Cézanne e Rousseau. Vivissima e feconda lungo tutti gli anni venti, l'amicizia fra Soffici e Rosai si interrompe bruscamente agli inizi del decennio successivo, quando Rosai, dopo la sfortunata mostra tenuta a Milano alla Galleria del Milione nel 1930, incolpa del fallimento il maestro di un tempo e pubblica un livoroso pamphlet. Il dissidio fra i due si ricomporrà lentamente nei decenni successivi, ma la loro amicizia non rinascerà più.
Carteggio 1912-1960
Aldo Palazzeschi, Ardengo Soffici
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2011
pagine: 208
La pubblicazione del Carteggio Palazzeschi - Soffici, composto da 55 lettere, scritte in prevalenza tra il 1912 e il 1914, offre al lettore la viva memoria di un sodalizio umano e intellettuale, particolarmente attivo durante la breve ma intensa stagione del futurismo fiorentino e della comune avventura lacerbiana. Il tono confidenziale del carteggio rappresenta quasi un apax nell'universo epistolare di Palazzeschi, sempre attento, anche nei documenti più scoperti della passata stagione crepuscolare, a non scoprirsi del tutto. Questa insolita apertura, che non trova corrispondenza nei più formali e misurati scambi epistolari intrecciati in quegli stessi anni con Papini e Prezzolini, ci permette di ripercorrere le varie fasi dell'adesione di Palazzeschi al futurismo e di cogliere l'originalità del suo contributo artistico a "Lacerba", battagliero foglio dell'avanguardia fiorentina.