Libri di Giorgio Ficara
Il padre sulle spalle. Debolezza del patriarcato in letteratura
Giorgio Ficara
Libro: Libro in brossura
editore: Einaudi
anno edizione: 2025
pagine: 208
Le varie specie delittuose o nevrotiche dei padri letterari sono tutte rintracciabili e vagliabili. Ma colpisce una ricorrenza contraria, nel nostro stesso canone: questo «padre forte» è spesso alla prova e quasi allo specchio di un altro padre, appena sfocato e malinconico, essenzialmente indeciso: nuovo padre possibile, interprete debole, discontinuo, della legge paterna e talvolta bloccato a metà strada tra un primordiale esperimento di dolcezza e, al contrario, l’incremento patrilineare dei valori e degli obblighi maschili del profitto, della gloria marziale, della forza. Quando muore Anchise, invece di piangere, Enea protesta: come può un padre andarsene, di punto in bianco, lasciando il «caro figlio» solo, sulla terra? Il peso portato da Enea sulle spalle, tra mille peripezie, era in effetti, dice Virgilio, levamen, cioè sollievo, e la sua improvvisa sottrazione è una pena troppo severa, anche per un eroe. In questo libro, benché la «legge del padre», cioè la forza e l'arbitrio del dominio maschile, goda tutt'oggi discreta salute, compaiono i casi contrari di padri che hanno perduto, o sono sul punto di perdere, quota patriarcale. Accanto a quelli spaventosi e fraudolenti, come il principe padre (a cui, scrive Manzoni, «non regge il cuore di dare il titolo di padre»), troviamo padri perplessi o deboli o magari sentimentali: Ettore, guerriero "massacratore" che alle porte Scee, per un istante, è colpito dalla grazia e dal sogno di una nuova vita. Monaldo Leopardi, creduto retrogrado e piccolo, invece benigno e attento a Giacomo come una vecchia balia. Carlo Sbarbaro, con il suo «cuore fanciullo»: il migliore «tra tutti quanti gli uomini»... Alcuni padri letterari, per ragioni diverse, si sono dileguati, altri sono morti lasciando i figli soli, ma assolutamente liberi. E guardando ai trovatelli piú in vista del romanzo occidentale, tutti meno malinconici di Enea, da Lazarillo a Tom Jones a Tom Sawyer, si direbbe innanzitutto che l'assenza paterna sia stata, per loro, piú che vantaggiosa. Naturalmente, sopra tutti i padri, anzi unico Padre, è «quello che è nei cieli» (Matteo 23, 9). Un Padre che tuona e detta la legge, nel tempo mitico dei profeti. Poi misericordioso e "materno", secondo l'evangelista Luca. Padre fuggito via, un certo giorno, come Zeus, Era ed Efesto, lasciando quel cielo vuoto che spaventava Pascal. Padre silenzioso, perlomeno, cui non sarà sconveniente porre la domanda sottile e innocente di Karl Rahner: «Perché taci, e perché vuoi che ti parli se poi sembra che tu non mi ascolti?».
Solitudini. La letteratura italiana alle origini dell’Europa
Giorgio Ficara
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2025
pagine: 240
Questo classico della critica italiana, che nella solitudine dello scrittore vede il più alto grado di socievolezza e nelle figure di grandi solitari – come Petrarca, Tasso, Leopardi – i modelli di nuove società umane, ritorna oggi in un mondo che, a rigore, non prevede più la letteratura come pietra angolare dell’edificio comune. Solitudini guarda indietro, naturalmente: ai poeti che nella loro “cameretta” hanno concepito mondi perfetti; ai dotti, ai moralisti, ai cabalisti perduti tra milioni di libri; agli innamorati e ai loro songes obscurs; ai narratori realisti e a quelli visionari; ai poeti-filosofi, come Leopardi. Il tono e il suono dei grandi italiani hanno toccato per secoli cuori lontani: Shakespeare, Montaigne, Goethe, Voltaire (che recitava l’Orlando furioso a memoria), Baudelaire, Joyce, Seamus Heaney… Che oggi ciò non accada più è un fatto. La linea è interrotta. Solitudini, con una certa insistenza, propone ancora oggi alcune ottime ragioni per il suo ripristino.
Classici in cammino
Giorgio Ficara
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2021
pagine: 192
I classici realizzano il nostro mondo o, su un altro piano, ne sollecitano l’esistenza spirituale: «ci innamorano alla vita», diceva Francesco De Sanctis. È così oggi, ed era così anche nel passato, quando Boccaccio chiamava «celestis homo» Petrarca, ragionando con lui di poesia e filosofia. In questo volume l’autore, malgrado il salto e l’apparente frattura, segue il paradigma della continuità tra antichi e moderni. Dove sono i classici, oggi? Chi sono? Se non è possibile, ai giorni nostri, essere un classico, allo stesso modo, si direbbe, non è possibile considerare conclusa e infruttuosa la loro immensa eredità.
Vite libertine
Giorgio Ficara
Libro: Libro in brossura
editore: La nave di Teseo
anno edizione: 2021
pagine: 176
La felicità si impara. E i libertini, nel Settecento, lo sapevano benissimo. “Vite libertine” è un racconto articolato in undici quadri in cui si incontrano personaggi famosi e meno famosi di un’epoca che ha insistentemente sognato il suo paradiso terrestre. Da Voltaire e Madame du Châtelet, da Casanova al conte di Chesterfield, fino al cardinale Bernis e a La Pérouse navigatore dei sette mari, ognuno di questi, e altri, personaggi è colto in un momento cruciale della sua vita, dove felicità e malinconia, ma anche domande capitali sulla giustizia e sull’uguaglianza, si incrociano. Giorgio Ficara racconta le storie più rappresentative e irresistibili dell’età dei libertini passando in rassegna attimi di grazia e perfetta cognizione del vero, e delizie procrastinate a un passo dal grande nulla, e bons mots e intelligenza a ogni costo (e cuore e genio, quando ci sono stati). Un viaggio nel segreto di uomini e donne eccezionali e nelle loro attualissime lezioni di felicità.
Operette morali
Giacomo Leopardi
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2017
pagine: XXXIV-277
Le ventiquattro prose che compongono le “Operette morali” nascono durante il lungo periodo di "silenzio poetico" di Leopardi e costituiscono un unicum nella storia della letteratura italiana. Composte in massima parte in forma di dialogo sull'esempio illustre della trattatistica antica, le “Operette” danno sistemazione letteraria e intimamente lirica al sistema filosofico leopardiano. Abbandonando gli elementi personali e polemici per assumere un respiro universale e intensamente umano, Leopardi oppone ai «sogni filosofici» dei contemporanei il suo poetico empirismo, consegnandoci testi vibranti di ironia, potenza allegorica, profondità speculativa e vivacità emotiva.
Montale sentimentale
Giorgio Ficara
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2012
pagine: 151
"Un romanzetto autobiografico": così lo stesso Montale definì i "Mottetti", una delle sue prove liriche più alte ed enigmatiche, in cui una Clizia-angelo febbrile varca instancabilmente, da terra a cielo e da cielo a terra, la frontiera dell'essere. "Montale sentimentale" considera innanzitutto modi, moti, culmini e precipizi del "romanzetto" in cui l'amore si realizza nella sua stessa negazione psicologica, ne indaga il senso "spirituale", già anticipato aggiornato negli anni Venti da Ortega y Gasset in "Estudios sobre el amor". Se il cuore del poeta si "sommuove" o "scende in un gorgo", Clizia stella-girasole guarda e assiste l'innamorato dal suo cielo, ben prima di essergli nota: è il vertice di un'esperienza in cui la materia stessa, con il suo strascico di sussurri e gemiti, si compie in spirito. Umana ma anche irriducibile, del tutto, a umanità e natura, Clizia ricuce instancabilmente con il suo "refe" il senso della vita di lui. Ma è anche lontana in quanto pura essenza, donna "di altro stampo" e di confine il cui sguardo fissa concetti primi e la struttura del mondo. Nei Mottetti, discorso sentimentale e discorso metafisico coincidono. Amata in quanto Irma Brandéis (New York, 1905), Clizia è innanzitutto voce, viso in ascolto: crea confusione, scivola dalla tradizione stilnovistica-petrarchesca (iconica, rituale) a una poesia insistentemente filosofica dove amore e "arduo nulla" si misurano sullo stesso piano.
Stile Novecento
Giorgio Ficara
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2007
pagine: 242
Possiamo finalmente allontanare e archiviare il Novecento letterario italiano? In questo libro lo "stile Novecento", fin dalle sue lontane e salde fondazioni settecentesche, è descritto come uno stile che ci riguarda ancora da vicino e cui niente di nuovo, formalmente, è conseguito fino ad oggi. Quale sarebbe, dopotutto, il nuovo di oggi rispetto a questo ieri vecchio ma influente, e in perfetta salute? Il nuovo, in letteratura, è dietro di noi, in quel Novecento che non ha affatto esaurito i suoi argomenti, né i suoi impulsi. Le sue stesse domande capitali non dovrebbero essere meno capitali per noi, qui e ora: il "blocco" della narrazione; il recupero della narrazione nella saggistica, invenzione anglosassone dagli sviluppi del tutto italiani anche altissimi e unici; la funzione dell'antiromanzo; le utopie; la poesia lirica, "corta" e autocosciente; la poesia oscura, a un passo dal suo "quid definitivo"; la poesia che pensa e la poesia che non pensa; la lingua letteraria italiana vera, aggredita da una lingua letteraria italiana finta, reversibile, non distinguibile dall'informazione... Ogni scrittore convocato in questo libro, chi più chi meno, porta con sé il "peso" del Novecento ma anche il suo stile, la sua intelligente aria di famiglia: solo nel Novecento, l'esitazione, il sì e il no, i non so di fronte alla catastrofe delle certezze sono, in sé, stile, e la fine o l'idea della fine della letteratura è, in sé, letteratura.
Riviera
Giorgio Ficara
Libro: Libro in brossura
editore: Archinto
anno edizione: 2019
pagine: 198
"Credevo di leggere un libro sui paesi e sui luoghi della Riviera, e certo il libro è anche questo. Ma man mano, leggendo, si entra, in un'altra dimensione una dimensione dell'anima, metafisica, e inizia un viaggio fantastico in cui i luoghi sono soltanto il punto di partenza. Anche la scrittura si adegua a quest'altra dimensione e diventa sottile, immaginosa, assume i toni della favola, a volte del romanzo d'avventura e addirittura dell'epopea. Una scrittura da 'mare aperto' che però è anche in molti tratti autobiografica e struggente quando rievoca il paese antico, i personaggi di quel mondo, il paradiso perduto..." (Raffaele La Capria)
Lettere non italiane. Considerazioni su una letteratura interrotta
Giorgio Ficara
Libro: Libro in brossura
editore: Bompiani
anno edizione: 2016
pagine: 340
Esiste ancora la letteratura italiana? Qualche "apocalittico" dice di no. Qualche "continuista" dice di sì: si nasconde in angoli remoti e refrattari all'attuale italiano mediatico, che è una cattiva traduzione da un cattivo inglese. A differenza del banco dell'ortolano, dove il carciofo e il tarocco di origine protetta fanno bella mostra di sé, in libreria si trova, comunque, pochissima letteratura italiana "biologica". Che fare? In "Lettere non italiane" si discutono alcune tesi classiche nel dibattito tra apocalittici e continuisti, anche alla luce della possibile sopravvivenza e addirittura della mera esistenza storica del romanzo italiano oggi. D'altra parte, di alcuni grandi e solitari scrittori contemporanei (da La Capria a Biamonti ad Atzeni) si considera la lampante continuità con i difficili padri novecenteschi: una porta socchiusa a un riaffluire di voci familiari, un segnale di resistenza e di attesa, secondo il principio che in ogni tempo una lingua e una nazione esistono solo se esiste una letteratura, si interrompono se si interrompe la letteratura.
Viaggio tra i capolavori della letteratura italiana
Giorgio Ficara, Luca Marcozzi
Libro
editore: Skira
anno edizione: 2011
pagine: 112
Riviera. La via lungo l'acqua
Giorgio Ficara
Libro: Libro rilegato
editore: Einaudi
anno edizione: 2010
pagine: 181
Ogni viaggiatore fugge segretamente dall'angoscia di essere colui che attraversa il mondo senza conoscere nessun luogo. Ogni viaggiatore lo sa. I luoghi sono profondi. Se non ne conosci le storie, le parole e le cose, le storie annidate dentro le cose e le parole, stai solo calpestando un suolo. La Riviera che trovi in queste pagine è un viaggio più nel tempo che nello spazio. Dalle sue profondità arrivano fino a te che leggi Portofino, dall'epoca di Landless John a quella di Rita Hayworth, e Bordighera, Rapallo, dai giorni di Ezra Pound a quelli di Marcello Mastroianni, e la Genova dei Doria e dei marinai senza nome, Camogli, i caruggi e Portovenere, i leudi, che possono arrivare fino a Buenos Aires, i gozzi che scintillano - gialli, celesti, bianchi, verdemare - al sole, le case, le finestre e i capitani, che abbandonavano la paura appena levate le ancore e che sapevano uscire da ogni mare. E la buridda di pesce, il vermentino, il macramè, il camallo e il bacàn, parole e cose che nel tempo non hanno esitato ad attraversare l'oceano per suonare differenti eppure uguali anche agli antipodi. Accanto a cose, luoghi e parole ti trovi dentro alla storia del Saraceno, che viveva con i figli e i soldati in una torre a picco sul mare, a quella della bellissima polena naufraga al largo delle Azzorre, o a quella del Cristo miracoloso di Varazze.
Casanova e la malinconia
Giorgio Ficara
Libro
editore: Einaudi
anno edizione: 1999
pagine: 94
Il disordine e la felicità della narrazione nella "Histoire de ma vie", ma anche le cadute, le tergiversazioni, i palpiti, le ire, le aporie e i dubbi saturnini di un libertino "sentimentale", analizzati secondo i canoni della critica letteraria.