Libri di Leonardo Salvemini
Il nuovo diritto dell'ambiente tra recenti principi e giurisprudenza creativa
Leonardo Salvemini
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2022
pagine: 456
Prefazione di Paola Bilancia.
Compendio di diritto dell'ambiente
Leonardo Salvemini
Libro
editore: Neldiritto Editore
anno edizione: 2021
pagine: 256
Negli ultimi anni, infatti, in un contesto sempre più caratterizzato da problemi climatici, inquinamento diffuso, desertificazione e disastri ambientali, la salvaguardia dell'habitat naturale ha assunto una centralità sempre maggiore. Sia a livello europeo, sia a livello nazionale si chiede, infatti, che le esigenze connesse con la sua tutela vengano integrate nella definizione e nell'attuazione delle decisioni politiche. Si chiede, in particolare, che quest'ultime vengano assunte seguendo un unico principio guida, quello dello sviluppo sostenibile, inteso come crescita socio-economica equilibrata. È in detta prospettiva che si inserisce l'articolo 3 quater del Codice dell'Ambiente (D.lgs. 152/2006), il quale, dopo aver ricordato che ogni attività umana deve garantire che il soddisfacimento dei bisogni delle generazioni attuali non possa compromettere la qualità della vita e le possibilità delle generazioni future, richiede che anche l'attività della pubblica amministrazione sia volta a consentire la migliore attuazione possibile di tale principio.
I principi di diritto dell'ambiente
Leonardo Salvemini
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2019
pagine: XXIII-393
«Il tema della tutela dell'ambiente e le questioni ad esso collegate sono andati assumendo una rilevanza e una centralità sempre maggiori sia nel nostro ordinamento, che a livello sovranazionale e globale e sono pertanto, oggi più che mai, oggetto di grande interesse per gli studi giuspubblicistici. Come noto la Costituzione repubblicana, nella versione originariamente approvata dall'Assemblea costituente, non faceva espressa menzione dell'"ambiente": l'art. 9 Cost. - uno dei principi fondamentali dell'ordinamento costituzionale — tutela infatti solo il "paesaggio", che viene affiancato al "patrimonio storico e artistico della Nazione" quale oggetto di tutela da parte della Repubblica. L'interpretazione iniziale del concetto di "paesaggio" era quindi un'interpretazione materialistica e statica, sostanzialmente coincidente, nelle prime letture dottrinali e giurisprudenziali, con la nozione di "bellezze naturali" di cui alla Legge n. 1497/1939. La tesi materialistica e statica della protezione del paesaggio recepita in Costituzione, e dunque l'identificazione dell'oggetto della tutela di cui all'art. 9 Cost. con le "bellezze naturali", è stata condivisa a lungo anche dalla Corte costituzionale, che con diverse pronunce ha affermato come la tutela del paesaggio ex art. 9 Cost. dovesse essere intesa come volta a soddisfare esigenze di tipo prevalentemente estetico, e dunque quale tutela delle amenità naturali presenti nell'ordinamento (c.d. "teoria della cristallizzazione" o "della pietrificazione"). L'ambiente e la natura erano, in una lettura siffatta, evidentemente serventi e subordinati rispetto alla centralità della persona umana nell'ordinamento, discendente dal fondamentale principio personalista di cui all'art. 2 Cost. In una fase successiva, e più precisamente già a partire dalla metà degli anni '70, si è gradualmente fatta largo, sia in giurisprudenza che in dottrina, una diversa interpretazione dell'art. 9 Cost., che ha cominciato a prendere atto del fatto che il concetto di ambiente tutelato costituzionalmente non può essere limitato secondo un mero criterio estetico, ma deve invece necessariamente ampliarsi. In questa nuova prospettiva, l'ambiente non può essere interamente asservito alle esigenze dell'uomo secondo una concezione statica: si prende, in altri termini, atto che l'ambiente non è una risorsa illimitata e infinitamente sfruttabile ai fini di soddisfare le molteplici esigenze produttive (...)» (dalla prefazione)
Arte e legalità. Per un'educazione civica al patrimonio culturale
Annalisa Palomba, Leonardo Salvemini, Tiziana Zanetti
Libro
editore: San Paolo Edizioni
anno edizione: 2018
pagine: 160
Il patrimonio culturale è di tutti e dall’essere di tutti e di nessuno il passo è breve, anzi brevissimo. L’intenzione, forse pretenziosa, certamente seria del volume è quella di cercare di "dimostrarne" la necessaria pubblica fruizione e responsabilizzazione affinché tutti se ne prendano cura. La materia di riferimento è il diritto dell’arte e dei beni culturali: disciplina prodigiosa sul piano degli approfondimenti e della messa a giorno di alcune delle questioni cruciali per una comunità, nazionale o locale che sia. Nella piena consapevolezza che serva un approccio multidisciplinare di osservazione (che è ben più della contemplazione per quanto anch’essa fondamentale), di comprensione e di educazione al patrimonio culturale, il volume si occupa dell’analisi del profilo giuridico che lo caratterizza, riferendosi a quel complesso sistema della tutela (penale) previsto dal nostro ordinamento giuridico. In una sezione del volume queste "regole" vengono messe alla prova. La storia e la contemporaneità, infatti, ci mostrano quotidianamente la fragilità dei beni culturali, non solo nelle aree di crisi internazionale o negli episodi più celebri di aggressione, ma ogni giorno nel nostro Paese, nei nostri paesi: ed è qui che si gioca la sfida, forse la più importante e impegnativa, della salvaguardia. Non è un libro solo per gli addetti ai lavori, anche se certamente guarda a coloro che si occupano di tutela e di formazione in materia di beni culturali, ma che si rivolge — attraverso un’architettura “discorsiva- dei contenuti, differenti prospettive di analisi che si confrontano e completano, un linguaggio il più chiaro e piano possibile — a tutti «noi, i cittadini» (S. Settis).
Dei principi di diritto dell'ambiente
Leonardo Salvemini
Libro: Libro in brossura
editore: Unicopli
anno edizione: 2012
pagine: 165
Il libro si propone di rafforzare l'autonomia scientifica del diritto dell'ambiente e quindi analizzare e riordinare le fonti normative. L'analisi parte da aspetti meramente storici per poi percorrere tutti i momenti internazionali che hanno rafforzato l'indipendenza del diritto dell'ambiente rispetto alle altre discipline giuridiche. Il raccordo comunitario e la riforma del titolo V hanno poi stabilizzato tale ricerca in un contesto di grande sensibilità sociale intorno alle problematiche ambientali. L'apporto giurisprudenziale ha rappresentato una fondamentale risorsa cui attingere per confermare la forza del diritto dell'ambiente e l'importanza che ha assunto nel quadro degli ordinamenti regionale, nazionale, comunitario ed internazionale.