Libri di Mario Ajazzi Mancini
Come fontana piena
Mario Ajazzi Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Press & Archeos
anno edizione: 2025
pagine: 114
Questo libello s’interroga sul passaggio segreto che dall’infanzia conduce all’adolescenza – accade e non se ne può quasi dar conto –, raccontando episodi della vita di un Paese in terra di Toscana, vizi, virtù e variegata umanità, tanto grossolana quanto benevola. Esemplata nelle peripezie dell’Africano – cavallo di ritorno – delle sue sciagure e dei suoi trionfi, dei suoi sodali, dei suoi amori. Partite di pallone, cacciate, giochi di carte, scampagnate, risse, e tutta la sensualità che a quell’età si può immaginare. Soprattutto stupore dinanzi a quelle immote stereotipie, a quei rituali fermi in un tempo che non ha storia, perché non ha che quella.
Partiture dell'inconscio
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2024
pagine: 178
La scoperta dell’inconscio ci rivela a noi stessi come portatori di una trama di cui non siamo consapevoli, che però orienta e decide delle nostre vite. Lo strumento psichico non è affatto facile da suonare, ci avvertiva Freud nel 1905. È una scrittura tra le pieghe del corpo parlante che evoca continuamente lo scarto di una nota impossibile eppure capace, proprio per questo, di risuonare in tutte le altre. Ma come si scrive l’indicibile? Come si traccia l’impensato? Con quale battito, con quale pulsazione si fa sentire l’inconscio? Sul solco di questa metafora musicale, il primo numero dei «Quaderni di Skia» si interroga su una sorta di estetica dell’inconscio, cercando di sondare la materia sensibile, i tracciati, le figure e la metrica che lo articolano. Siamo alla ricerca di una partitura che, mentre distribuisce le parti, ne conservi il colpo d’occhio simultaneo e che, unica fra tutte, dia sonorità a ciò che resta sottotraccia.
Il dì di festa
Mario Ajazzi Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Press & Archeos
anno edizione: 2024
pagine: 118
Apparentemente un piccolo libro di racconti, o meglio di cronache, per lo più dedicate all’estate; interpolato da traduzioni e momenti di pensiero. Forse, il tentativo di accostare il mistero della vocazione – tema lungamente corteggiato –, in verità di celebrarlo nel modo della sua mancanza di soluzione, attraverso un altro e più fitto mistero, quello dell’amore. Non tanto per ravvisarvi l’arcano di un’eccitazione emotivamente decisiva – i gesti scomposti degli innamorati – che dia corpo alla narrazione, quanto per cogliervi quella dimensione di festa, spensierata e senza scopi – il fare che non fa niente – che rende la vita vivibile, ricongiungendola alle parole da cui non si distingue; avventurosa perché risolta nella stessa scrittura che la sostiene e alimenta. Opera senza opera, che si fa cancellandosi, per affermare che il sogno dello scrittore – trattenere la vita attraverso segni e lettere, per raccontarla – non è che il sogno felice, e il desiderio soddisfatto, della pagina bianca, esposta al pudore dello sguardo per essere letta in quanto davvero illeggibile.
L'immoralista
André Gide
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2024
pagine: 176
Michel, giovane abbiente e antichista erudito, più incline allo studio che alle passioni, decide di sposarsi per compiacere il padre. Durante la luna di miele in Tunisia rischia però di morire di tubercolosi. Sopravvissuto e guarito grazie alle cure amorevoli della moglie Marceline, riemerge da questo corpo a corpo con la morte colmo di una determinazione spietata: vivere del tutto libero dagli schemi imposti dalla società e dalla religione. Ne consegue una fuga selvaggia nel regno dei sensi, che lo porterà a scelte imprudenti e azzardate, sprechi, sconsideratezze e solitudine. E che lo costringerà a vagabondaggi senza pace per l’Africa del Nord, l’Italia e la Normandia, fino a giungere a un remoto avamposto nel Sahara dove la sua smania di provare nuove esperienze avrà conseguenze letali. Pubblicato nel 1902, attaccato per la sensualità spregiudicata del protagonista e un estetismo considerato perverso, L’immoralista lanciò la reputazione di André Gide come uno dei più audaci scrittori francesi, per la sua lucida capacità di esaminare gli inevitabili conflitti che sorgono quando le convenzioni della società vengono sfidate. Un libro con la potenza di un sogno, seducente e terribilmente profetico.
Amores pasados
Mario Ajazzi Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2022
pagine: 112
Che l’amore passi e si perda è un adagio consolidato. Come una sbronza, lascia postumi, lividi e ammaccature. Occorre saper bere, ingannare o lusingare, per farlo parlare, restare. Ci provano questi racconti: brevi storie che riescono appena a tratteggiarne qualche figura; incontri, vicende fugaci che sostengono per lo più la parte dell’inesperienza, dell’impaccio. Voluttà, cupidigia, lussuria, ambizione, meraviglia e gelosia. Soprattutto tradimento e perdono, nel loro affondare nella memoria da cui originano e a cui, con stremata mestizia, tendono. Forse soltanto per non rimpiangere… Una sorta di éducation sentimentale frammentaria, e “frantumata” in episodi esemplari, incontri lievi e fuggevoli; sorprendenti, perché si realizzano per quella sorta di incantesimo che rende proprio quanto non è dato in sorte.
Silvia dei Numeri. Per voce sola
Mario Ajazzi Mancini
Libro
editore: Press & Archeos
anno edizione: 2020
pagine: 28
Silvia sembra scivolata via da qualche pagina patinata, portandosi dietro frasi, immagini, ricette e sciocchezze, consuetudini, talvolta anche mali e rimedi facili facili... Ma è come se tutto le si fosse stipato dentro, accumulato come una massa senza forma di rifiuti, detriti o scarti di senso che smonta e rimonta combinando pensieri, ordinando cataloghi, elenchi interminati, azzardando combinazioni scellerate e giudiziose, nello spirito di una tassonomia puntigliosa, con l'astio e la passione della ricerca del numero giusto. Perché sa che c'è. Basta trovarlo. Per dare un peso a tutto, proporzione ed equilibrio, il punto stabile sulla corda fine che tende sulla gran confusione di un mondo già letto e interpretato. Sugli smarrimenti e le perdite, con l'algoritmo di un cuore che batte forte, perfino nella pattumiera dov'è. Perché possa uscirne e accomodarsi in panchina, spettatrice imperturbabile di una catastrofe... purché non sia troppo tardi.
Rapaci
Mario Ajazzi Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Press & Archeos
anno edizione: 2019
pagine: 86
Rapaci. Un volume di racconti volatili, e talvolta ferali. Storie sul confine della via maestra, nel corso di un tempo che è tanto lungo quanto brevi le scritture che lo trattengono. Per mostrare, forse, che da quella via si può sempre uscire, e rientrarvi arricchiti di memoria e smemoratezza. Perché il segreto, se c’è, è che siamo stipati di tutte quelle sbadataggini, incomprensioni e amnesie che, ferocemente, danno la giusta misura. Perché vivere è, e resta, quel luogo amato per cui dovremmo sempre sentire la vocazione…
Celan e Heidegger. Una riga magnificamente indecifrabile... Todtnauberg cinquant'anni dopo
Libro: Libro in brossura
editore: Press & Archeos
anno edizione: 2017
pagine: 200
Raccolta di scritti che interroga – nel suo 50° anniversario – il lascito di Todtnauberg; una misteriosa poesia che Paul Celan scrisse all'indomani del suo incontro con Martin Heidegger, il 25 luglio 1967, alla baita del filosofo a Todtnauberg nella Foresta Nera. Per anni ci si è interrogati su questo testo, cercando di intravedervi possibilità e condizioni per un dialogo tra vittime e carnefici della storia novecentesca. Paul Celan, il cantore dei sommersi, e Martin Heidegger, il grande filosofo dalle compromissioni nazionalsocialiste.
L'eternità invecchia. Sulla poesia di Paul Celan
Mario Ajazzi Mancini
Libro: Libro in brossura
editore: Orthotes
anno edizione: 2014
pagine: 162
Letture, storie di lettura, intorno all'ultima produzione poetica di Paul Celan, che cercano di sporgersi oltre la soglia idealmente tracciata dalla raccolta Atemwende (Svolta di respiro) del 1965, pubblicata nel 1967. Per raccontare degli ultimi anni di una vita dedicata alla memoria e alla poesia, alla testimonianza di una ignominia (la Shoah) e alla ricerca inesausta di un dire che potesse essere innocente nella lingua di chi forse non potrà mai esserlo. Ma anche ad accordare alla scrittura una fiducia tanto impossibile quanto straordinaria, per la sua capacità di fare argine, di compattarsi sul bordo dell'insensatezza. Posta etica che si trascrive nella massima densità di una parola, talvolta una singola parola, che è limite e sfida per la traduzione. Tanto feconda nondimeno da concedere uno sguardo differente sulle medesime cose che questa poesia indica come decisive e inaggirabili. Preghiera, sacrificio, speranza, dialogo (perfino nella follia).