Libri di Silvia Demozzi
Insegnare genere e sessualità. Dal pregiudizio sessista alla prevenzione della violenza
Silvia Demozzi, Rossella Ghigi
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Università
anno edizione: 2024
pagine: XIV-218
Relazioni basate sul possesso e sulla sopraffazione. Emarginazione di identità non conformi alle attese sociali. Cultura dello stupro. Pornografizzazione del desiderio. La scuola dovrebbe occuparsi di questi temi? E se sì, come? Il volume risponde a questi interrogativi a partire dall’urgenza, sentita oggi più che mai nel nostro paese, di prevenire simili fenomeni con l’educazione. Lo fa chiarendo il che cosa: ovvero di cosa parliamo quando ci riferiamo a sesso, genere, sviluppo e orientamento sessuale. Successivamente, spiega il perché e il quando occuparsene a scuola, secondo le indicazioni della ricerca scientifica. Infine, come farlo, con proposte operative per contrastare il sessismo, il bullismo omotransfobico, la violenza nella coppia e valorizzare l’autodeterminazione e la pluralità dei modi di abitare il genere e la sessualità. Il testo alterna teoria, esercizi di riflessività e proposte didattiche ed è rivolto a chi insegna nei servizi educativi e nelle scuole di ogni ordine e grado.
Oltre gli stereotipi. Promuovere l'educazione al genere nell'infanzia
Libro
editore: Zeroseiup
anno edizione: 2023
pagine: 236
La grande domanda. Quando l'infanzia interroga l'esistenza
Silvia Demozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Scholé
anno edizione: 2022
pagine: 208
La ricerca del senso dell’esistenza e gli interrogativi che ne scaturiscono paiono, più che grandi domande, domande da grandi. Bambini e bambine, al contrario, si interrogano da sempre sulle questioni esistenziali di fondo (“Perché siamo qui?”, “Dove andiamo?”, “Perché si muore?”, “Cosa c’è dopo?”). Gli adulti tendono a rifuggire questo confronto, ma è importante dal punto di vista educativo assicurare e preservare tempi, spazi e pratiche in cui ogni domanda possa essere messa in parola e i soggetti possano essere accompagnati nella ricerca di significati. La Philosophy for Children (P4C) e la Philosophy of Childhood sostengono l’importanza di valorizzare, nei luoghi dell’educazione, la dimensione esistenziale del pensiero infantile: è il riconoscimento del diritto a pensare, porre domande sul senso della vita e trovare spazi e persone che sappiano accoglierle. È pronta la comunità educante a dare a bambini e bambine la possibilità di porre tutte le domande, anche le più scomode? L’indagine filosofica sembra un luogo privilegiato per l’espressione e la coltivazione della ricerca di significato: meraviglia, curiosità, immaginazione, sconfinato senso del possibile sono solo alcuni dei terreni fertili su cui si giocano i tanti interrogativi e le tante risposte della vita infantile. Accoglierle nella loro vastità è una sfida – forse la più grande – ma rappresenta anche un cambio di rotta, una scelta responsabile, rispetto all’incapacità, tipicamente adulta, di confrontarsi fino in fondo con l’universo-bambino.
Contesti per pensare. Riflessioni su pedagogia, indagine filosofica e comunità di ricerca
Silvia Demozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2021
pagine: 152
L’idea di questo libro ruota attorno alla convinzione per cui il pensiero abbia bisogno di cura e i soggetti, soprattutto se in formazione, abbiano diritto di essere accompagnati alla sua scoperta e sperimentazione. Ma – per il suo esercizio – il pensiero necessita di contesti che lo accolgano e lo legittimino nella sua espressione e, al contempo, lo mettano in discussione, lo decostruiscano attraverso il confronto. Contesti per pensare, dunque, entro cui fare esperienza di circolazione delle idee, intercettando e interpellando, sin da piccoli, le grandi domande dell’esistenza. Educazione e pensiero qui si incontrano, con l’obiettivo, mai completamente realizzabile, di tratteggiare possibili coordinate spazio-temporali entro cui immaginare esperienze educative volte a rendere l’esercizio del pensare un’attività consapevole. Un pensiero complesso, “multidimensionale”, che mira a un equilibrio tra cognitivo e affettivo e si presenta come una disposizione, un esercizio. Sua prerogativa, farlo insieme, in una comunità in cui si creano significati e in cui il dialogo assuma la forma della ricerca. Partendo dalla concettualizzazione proposta da Lipman e dalla Philosophy for Children/of Childhood, l’intento è quello di presentare un insieme di sguardi che, intercettando questioni anche molto diverse tra loro (diritti, democrazia, ambiente, reale e virtuale, hate speech…), individuino nell’esercizio del pensiero un’esperienza educativa urgente e necessaria. Il testo si rivolge a tutti coloro che credono nel valore educativo dello scambio e della partecipazione e si impegnano nella realizzazione di contesti in cui i soggetti possano sperimentare il confronto, anche nei suoi tratti più difficili e “dolorosi”. Contesti che, attraverso un percorso di consapevolezza e assunzione di responsabilità, possano rappresentare un supporto al contrasto della violenza e anche uno strumento, laddove necessario, per difendersene.
Corpi bambini. Sprechi di infanzie
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2016
pagine: 170
La "sceneggiatura" di questo libro nasce da un video-documentario realizzato con lo stesso titolo, con l'obiettivo di raggiungere, attraverso una denuncia dell'adultizzazione dell'infanzia, un pubblico più vasto di quello che solitamente legge i libri di pedagogia. Questo volume corrisponde a una seconda sfida, quella di scrivere da pedagogiste senza usare (quasi mai!) il "pedagogese": nell'approccio, nello stile, nel linguaggio. Molte sono le tematiche trattate in questo testo (spettacolarizzazione, sessualizzazione, sfruttamento, pedofilia, malattia, obesità...), con l'obiettivo di dipingere un quadro sincero, senza troppi abbellimenti, sulla condizione dell'infanzia dei nostri bambini, attraverso lo stile e le parole di un pamphlet di denuncia. Avere a cuore l'infanzia non è "una questione privata", non riguarda soltanto famiglie e pedagogisti. Prendersi cura dell'infanzia riguarda l'intera comunità, che può riappropriarsi, così, di valori dimenticati, quali la solidarietà, la gratuità, la collaborazione. Valori quanto mai "inattuali" in un mondo che sembra correre veloce verso la sua stessa distruzione e che, forse, solo attraverso il rispetto per chi è più piccolo, fragile, diverso, misterioso potrà riuscire a salvarsi.
Infanzia inattuale
Silvia Demozzi
Libro
editore: Edizioni Junior
anno edizione: 2016
pagine: 150
Che cosa si nasconde dietro la patina retorica e rassicurante della narrazione di un'infanzia "felice e spensierata"? È proprio vero che "i nostri bambini", i cui diritti fondamentali di tutela e di cura sono garantiti, stanno bene? Domande - queste - che sorgono con urgenza di fronte ai dilaganti fenomeni dell'adultizzazione, da un lato, e del rischio di una "scomparsa" dell'infanzia, dall'altro. L'infanzia così come la conosciamo, come ci è stata tramandata e descritta dalle scienze dell'educazione, è oggi inattuale e sembra farsi strada con fatica nell'odierna società. Il "premio" del successo, infatti, chiede, ai suoi candidati competenza, competizione, risultati e smania di potere: i bambini e le bambine sono preparatissimi a giocare questo ruolo e dialogano (quasi) ad armi pari con chi dovrebbe esercitare verso di loro (e da un piano diverso, quello adulto) un'autorevole responsabilità. Il diritto a vivere l'infanzia con i suoi tratti specifici e le sue peculiarità non è, dunque, sempre garantito e ciò chiama in causa una riflessione e un'azione da parte di chi si occupa di educazione. Con questo libro si sceglie di riportare alla luce, elogiandoli, i tratti dell'infanzia inattuale, volendo contribuire a costruire una "nuova cultura" che abbia a cuore il rispetto dei bambini e delle bambine e la tutela dei loro diritti: primo tra tutti, quello ad avere un'infanzia.
Deontologia pedagogica. Riflessività e pratiche di resistenza
Mariagrazia Contini, Silvia Demozzi, Maurizio Fabbri, Alessandro Tolomelli
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2014
pagine: 208
Deontologia e riflessività: è nello spazio delineato da queste due parole un po' "difficili" che si inscrive il senso, etico, oltre che scientifico e professionale, del pensare e dell'agire in ambito educativo. La deontologia richiama il compito - doveroso per chi è impegnato nell'educazione, qualunque sia la sua prospettiva di riferimento - di promuovere nei suoi interlocutori una progettualità esistenziale emancipatoria rispetto alla loro "condizione data", specie quando connotata da particolari criticità e rischi di marginalità sociale e culturale. Per tutti i soggetti educativi, "non uno di meno": dunque, con la disponibilità a posizionarsi a favore dei più deboli e a condurre un'opera di resistenza che individui il proprio sostegno nelle Carte dei Diritti, oltre che nella nostra Costituzione. L'intento degli autori è quello di offrire un contributo alla costruzione di un percorso che collochi l'azione e il pensiero educativi su un piano di maggiore specificità e visibilità, rendendoli capaci di corrispondere all'ampia, diffusa domanda che proviene da una cultura più che mai alla ricerca di orizzonti di significato. Sono presenti nel volume anche due contributi relativi a deontologie tradizionalmente conosciute e socialmente valorizzate, quella medica (a cura di Stefano Benini) e quella forense (a cura di Maria Livia Rizzo).
La struttura che connette. Gregory Bateson in educazione
Silvia Demozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2011
pagine: 280
Il fascino del pensiero di Gregory Bateson deriva da una storia di vita e di ricerca spesso difficile e "in salita", alimentata da un profondo interesse per la natura e il mondo dei viventi e da un'incessante curiosità verso i processi di comunicazione e conoscenza. Per i tortuosi percorsi che lo hanno condotto a "sconfinare" nei più disparati ambiti del sapere (dalle tribù della Nuova Guinea alle relazioni familiari patologiche; dai sistemi di informazione cibernetica all'osservazione dei delfini durante attività ludiche), Gregory Bateson può essere considerato, al contempo, biologo, antropologo, sociologo, psicologo, studioso di linguistica e di cibernetica... In questo volume si focalizza l'attenzione su Gregory Bateson in educazione: quale contributo possiamo ricavarne oggi all'interno della riflessione educativa? A quali livelli di operatività possiamo giungere attraverso una rilettura pedagogica dei suoi testi? Di certo, e in linea con i suoi "rivoluzionari" paradigmi di ricerca, saremo "costretti" ad allargare gli orizzonti del "fare e pensare" l'educazione: con uno sguardo sempre vigile e sensibile ai valori della partecipazione consapevole e dell'attenzione nei confronti di tutto ciò che è vivente.