Libri di Thomas De Quincey
L'abbigliamento della dama ebrea. La casistica dei pasti romani
Thomas De Quincey
Libro
editore: Ibis
anno edizione: 2000
pagine: 106
Gli ultimi giorni di Immanuel Kant
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 1996
pagine: 114
Confessioni di un oppiomane
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: Garzanti
anno edizione: 2003
pagine: 240
L'oppio come scorciatoia per raggiungere le vette della creatività letteraria: l'autobiografia di De Quincey, pubblicata nel 1822, è sincera e sconcertante fin negli eccessi e nelle ambiguità apologetiche. Racconta piaceri e delizie di questa droga, che regala una quiete atarassica, un'incredibile lucidità, una sensibilità esaltata al massimo grado. Ma non ne tace le pene: una profonda ansietà, una nera malinconia e soprattutto sogni e incubi, notturni spettacoli ultraterreni simili a una discesa in abissi senza sole, che per lo scrittore diventano subito materia per immaginifiche descrizioni. Perché al di là di tanto discorrere sull'oppio, il vero tema che percorre il profluvio lussureggiante delle Confessioni è l'inesauribile capacità di cogliere le voci segrete delle cose, che anticipa la sensibilità simbolista e fa di De Quincey il capostipite di un'intera dinastia di scrittori, da Poe a Baudelaire, da Huxley a Benn. Il volume comprende anche i racconti Suspiria de Profundis e La diligenza inglese. Introduzione di Giovanni Giudici
La rivolta dei tartari
Thomas De Quincey
Libro: Copertina morbida
editore: Iduna
anno edizione: 2022
pagine: 98
Pubblicato nel 1837 e ispirato dal resoconto d'un oscuro missionario francese, "La rivolta dei Tartari" è una rielaborazione di un episodio poco conosciuto della storia russa, che l'autore sfrutta per descrivere l'eterna lotta tra i due principi del Bene e del Male, che si contendono l'animo umano e le ricchezze del mondo. Introduzione di Francesco Ingravalle.
L'assassinio come una delle belle arti
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: SE
anno edizione: 2025
pagine: 112
La fama di Thomas De Quincey (1785-1859), riscoperto e celebrato nel nostro secolo dai surrealisti, è soprattutto legata a due opere: l'autobiografia "Confessioni di un mangiatore d'oppio "(1821) e il trattatello "L'assassinio come una delle belle arti" (1827), che qui si propone nella versione di Massimo Bontempelli. Come scrive Mario Praz nello studio che accompagna il testo, "De Quincey ebbe un morboso interesse per i processi criminali e da questa materia trasse ispirazione per la sua opera". Fantasia nera e umoristica di un genere che ebbe splendida fioritura nell'Inghilterra fra Sette e Ottocento, "L'assassinio come una delle belle arti" argomenta con capziosa ironia un'estetica del delitto che preannuncia il decadentismo.
Confessioni di un mangiatore d'oppio
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: Opposto Edizioni
anno edizione: 2025
pagine: 152
L’ebbrezza nelle sue diverse forme ed espressioni ha un cuore antico e dionisiaco, eppure nessun editore ha concepito finora l’idea di riunire, non solo meccanicamente, i principali autori che abbiano scritto dello o sotto lo stato di alterazione mentale. Forse per riproporre una cultura intelligentemente dionisiaca il momento non è mai stato propizio come quello corrente, in cui si assiste a una rifusione atemporale di culture di tutte le estrazioni. Finora è forse anche mancata la sensibilità di voler e saper riunire fonti, generi e tradizioni letterarie a volte estremamente lontane tra loro. La riflessione sui “limiti” è infatti un primo elemento che Edizioni Opposto vuole portare all’attenzione del suo pubblico e del più vasto dibattito culturale italiano. Non per invocare prosaici suggerimenti a oltrepassarli, ma per far saggiare al pubblico come il quid che i Baudelaire, i De Quincey, gli Huxley hanno cercato di seminare nel giardino della conoscenza non sia la cultura della droga, dell’alcool o della rovina personale, ma il tracciato da cui emergessero stati in grado di percepire, approfondire, conoscere la dimensione umana.
Confessioni di un mangiatore d'oppio
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: Santelli
anno edizione: 2024
pagine: 105
Dopo un iniziale periodo di benessere ed estasi, l'abuso di oppio divenne per l'autore causa di spaventosi incubi notturni, che ne compromisero il già precario stato di salute. Solo la minaccia della morte incombente gli permise di emergere dalla spirale della dipendenza. L'affascinante testimonianza di un uomo che intende sfatare le false convinzioni condivise in materia di droga, divulgando le gioie e i dolori derivanti dall'assunzione dell'oppio, senza mai cadere in considerazioni di stampo moralistico. Un'opera in cui l'oppio è assoluto protagonista, idolo e al contempo demone della narrazione.
Gli ultimi giorni di Immanuel Kant. Testo inglese a fronte
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2023
pagine: 316
In questo ritratto di Kant negli anni del suo decadimento fisico e intellettuale, Thomas de Quincey si rifà a numerosi resoconti scritti da amici appartenenti alla cerchia più stretta del filosofo, ma in particolare a quello di Ehregott Andreas Christoph Wasianski, diacono della chiesa di Tragheim a Königsberg, che da giovane segretario di Kant diventa poi commensale regolarmente presente ai pranzi a casa del professore, e infine amico intimo e curatore dei suoi affari come del suo benessere psichico e fisico negli anni della malattia e della perdita dell’autosufficienza. Il testo di de Quincey può sembrare a tratti una pura e semplice traduzione, eppure, al tempo stesso, è una creazione letteraria a pieno titolo: riscrivendo in inglese la testimonianza di Wasianski, la trasforma danzando sul confine tra realtà e invenzione, se ne appropria e ne trae una verità appunto letteraria, di ordine superiore, che non coincide più con quella dei fatti tanto pedissequamente – e talvolta persino impietosamente – riportati dal diacono di Königsberg. In appendice "Immanuel Kant negli ultimi anni della sua vita" di Ehregott Andreas Christoph Wasianski.
Le società segrete. Dagli Esseni alla Massoneria
Thomas De Quincey
Libro
editore: Stamperia del Valentino
anno edizione: 2023
pagine: 144
L'assassino
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: Alter Ego
anno edizione: 2022
pagine: 68
La prima parte del saggio quinciano "L’assassinio come una delle belle arti" fu pubblicata nel 1827 sul "Blackwood’s Magazine"; all’opera si aggiunse una seconda parte (1839) e infine un "Poscritto" (1854). In questo volume è presente la cronaca dei due omicidi riportati nell’ultima sezione del saggio: il protagonista è l’assassino John Williams, abominevole e crudele incubo dei cittadini londinesi. De Quincey ripercorre il gusto del macabro chiamando in causa Jonathan Swift e al termine della disamina conduce il lettore nel labirinto di ombre, scricchiolii e dettagli perversi che caratterizza i due racconti legati a Mr. Williams, in una Londra nebulosa e impenetrabile.
Giuda Iscariota-Judas Iscariot
Thomas De Quincey
Libro: Libro in brossura
editore: Ibis
anno edizione: 2007
pagine: 95
Ma chi è veramente Giuda? Diciotto secoli di tradizione cristiana hanno indicato in lui il delinquente per eccellenza, l'archetipo stesso del traditore. Ma questo giudizio non appare sufficiente a Thomas De Quincey che in questo breve testo s'impegna in un'indagine storica rigorosa e letterariamente affascinante sulla figura dell'apostolo. L'aspetto più rilevante tuttavia è l'inquadramento storico che qui viene proposto: infatti la ricostruzione della figura di Giuda si inserisce nell'analisi degli ideali e delle illusioni dei gruppi ebraici anti-romani e De Quincey propone un'attenta riflessione sul difficile intreccio di queste aspirazioni storico-politiche con il messaggio religioso. L'edizione ha il testo inglese a fronte.
La gloria del moto. La diligenza postale inglese
Thomas De Quincey
Libro: Copertina morbida
editore: Ortica Editrice
anno edizione: 2022
pagine: 124
Esemplare resistenza alla cultura industriale, dopo le grandi conquiste del «Quarantotto» (già perdute), ad un progresso falso e pericoloso. Simbolo di tale progresso è l'«alta velocità» sfoggiata dalle prime linee ferroviarie. Per De Quincey l'alta velocità non è sinonimo né di modernità, né di progresso, ma un oltraggio all'umanità. In questo scritto, comparso nell'autunno del 1849, quel progresso annunciato all'inizio del secolo dal sistema dei postali costituisce la pietra di paragone che rivela il declino presente del mondo, evidenziandone gli effetti disumanizzanti.