Libri di Anna Maria Ambrosini Massari
Barocci dentro e fuori Bellori
Barbara Agosti, Anna Maria Ambrosini Massari
Libro
editore: Il Lavoro Editoriale
anno edizione: 2025
La tarda Maniera. Da Vasari a Barocci
Libro: Libro in brossura
editore: Il Lavoro Editoriale
anno edizione: 2025
Simone Cantarini (1612-1648). Un giovane maestro tra Pesaro, Bologna e Roma. Catalogo della mostra (Urbino, 22 maggio-12 ottobre 2025)
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2025
pagine: 224
Un anno dopo la grande monografica su Federico Barocci, il Palazzo Ducale di Urbino, in collaborazione con le Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, celebra l’ultimo grande maestro del Seicento marchigiano, ancora poco conosciuto al grande pubblico. Nato a Pesaro nel 1612 e morto prematuramente nel 1648, a soli trentasei anni e in circostanze ancora misteriose, Simone Cantarini ha assistito alla devoluzione del Montefeltro allo Stato Pontificio (1631). Mentre il ducato scompariva dall’orizzonte della storia, l’artista metteva a punto un linguaggio nuovo e straordinariamente innovativo: un’originale sintesi di classicismo e naturalismo che non si rifaceva tanto ai modelli aulici dei campioni urbinati del Rinascimento, ma si apriva a ventaglio a stimoli più aggiornati, provenienti dalla Roma di Caravaggio e dalla Bologna di Guido Reni. L’esposizione e il catalogo ruotano attorno a diversi nuclei tematici: particolare attenzione è stata data al rapporto di Cantarini con la famiglia Barberini, alle sue relazioni con gli altri maestri del suo tempo e anche all’accostamento delle doppie versioni delle sue più celebri invenzioni, con particolare riguardo alla produzione profana. Oltre a importanti opere inedite, giungeranno a Urbino quasi tutti i più significativi "quadri da stanza" di Cantarini – alcuni dei quali restaurati per l’occasione – provenienti da collezioni private italiane ed estere, oltre che dai più importanti musei italiani (e non solo): dalla Galleria Borghese a Palazzo Barberini e Galleria Corsini, dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna alle Gallerie degli Uffizi, senza dimenticare il Museo Nacional del Prado.
Federico Barocci. La Madonna di san Simone
Libro: Libro in brossura
editore: Skira
anno edizione: 2024
pagine: 104
Realizzata nel 1566-1567 dal maestro marchigiano Federico Barocci per la chiesa di San Francesco a Urbino, la Madonna di san Simone è un esempio significativo dell'arte del XVI secolo: la bellezza, la finezza del tratto, la grazia e la luminosità di questo dipinto colpiscono e coinvolgono lo spettatore come solo la grande arte sa fare. Quella che emerge nella tela di Barocci è l'espressione di una fede sincera e profonda che traspare nei gesti e nelle espressioni dei personaggi raffigurati. Al centro dell'opera è rappresentata una dolcissima Madonna che legge con in braccio il Bambino; dall'alto un angelo in volo scende a posare una deliziosa corona di fiori sul capo della Vergine. A destra e a sinistra sono rispettivamente raffigurati san Simone Zelota e san Giuda Taddeo con gli strumenti dei loro martiri. L'impostazione compositiva è riferibile a Raffaello, a Correggio e ai fratelli Zuccari e la scena si caratterizza per il sentimento intimistico dei protagonisti e per la poetica degli affetti. In particolare san Giuda, di bellezza e dolcezza di derivazione correggesca, volge lo sguardo in direzione dello spettatore, fissandolo con grande intensità e determinandone il profondo coinvolgimento. Sullo sfondo, l'accurata descrizione paesaggistica è resa con minuzia di stampo fiammingo e con una pittura sensibilissima alla luce. Influssi fiamminghi sono evidenti anche nell'intensità dei ritratti dei donatori, purtroppo non identificati, rappresentati in basso a destra. Pubblicato in occasione dell'esposizione del dipinto a Palazzo Marino, il volume ripercorre la storia dell'opera ed è arricchito dal confronto con alcuni disegni preparatori che aiuta a comprendere la genesi e il percorso creativo che hanno portato alla realizzazione di questo capolavoro.
«Di somma espettazione e di bellissimo ingegno». Pellegrino Tibaldi e le Marche
Libro
editore: Il Lavoro Editoriale
anno edizione: 2022
Le Marche costituiscono per Pellegrino Tibaldi uno snodo fondamentale della sua carriera, che segna il passaggio dalla giovinezza alla maturità, dalla pittura alla pratica dell'architettura, aprendo le porte alla stagione lombarda al servizio di Carlo Borromeo. Questo volume raccoglie i saggi di specialisti di differenti discipline e diversa provenienza e offre un approfondimento sulle opere e sul contesto marchigiano in cui Tibaldi è attivo, mettendo in luce la rete di scambi che si configura tra Roma, Bologna, Loreto e Ancona.
Giuseppe Diamantini pittore e incisore dalle Marche a Venezia
Anna Maria Ambrosini Massari, Marco Luzi
Libro
editore: Il Lavoro Editoriale
anno edizione: 2021
La luce e i silenzi. Orazio Gentileschi e la pittura caravaggesca nelle Marche
Alessandro Delpriori, Anna Maria Ambrosini Massari
Libro
editore: Il Lavoro Editoriale
anno edizione: 2019
L'erudito e lo scultore. Amico Ricci e Fedele Bianchini, documenti, opere e artisti fra Marche e Roma dopo Canova
Anna Maria Ambrosini Massari
Libro: Libro in brossura
editore: Il Lavoro Editoriale
anno edizione: 2018
Capriccio e natura. Arte nelle Marche del secondo Cinquecento. Percorsi di rinascita. Catalogo della mostra (Macerata, 15 dicembre 2017-13 maggio 2018)
Libro: Libro in brossura
editore: Silvana
anno edizione: 2018
pagine: 224
L’evenienza della messa in sicurezza del patrimonio artistico del santuario di Santa Maria delle Vergini a Macerata, dopo le conseguenze delle ripetute crisi sismiche, è l’occasione per esporre i dipinti dello straordinario corredo della chiesa, alla luce di un ripensamento completo di quel cantiere e del suo ruolo nello svolgere artistico nelle Marche alla fine del XVI secolo. Il programma decorativo della basilica di Loreto riverberava in tutta la regione un linguaggio nuovo e aggiornato sulle più interessanti novità romane e la chiesa delle Vergini di Macerata ne è uno dei più begli esempi, pressoché integro. Quella fase culturale va ben oltre il pontificato del papa marchigiano Sisto V Peretti (1585-1590) e consente un affondo nell’affiorare inquieto delle nuove tendenze naturaliste, nel profondo cambiamento veicolato nelle Marche specialmente dalla poetica degli affetti di Federico Barocci ma che comprende anche esiti delle novità caravaggesche. Dalla ‘Maniera’ alla ‘Natura’, in pittura e scultura. Sono presenti opere, approfondimenti e novità di alcuni protagonisti, tra cui – oltre agli artisti attivi nella chiesa delle Vergini – Barocci, Taddeo e Federico Zuccari, Girolamo Muziano, Federico Brandani, Andrea Lilli, Simone De Magistris, Giovanni Baglione. La mostra è occasione di valorizzazione del patrimonio artistico delle Marche parallela alla ricostruzione e intende evidenziare le straordinarie potenzialità attrattive del territorio. Ecco perché, nel volume, oltre ai saggi di alcuni dei più importanti specialisti internazionali del settore e al catalogo delle opere, si è scelto di inserire anche una sezione di Itinerari con un’ampia selezione dei cicli decorativi diffusi nelle Marche, che danno una precisa idea della ricchezza del patrimonio, individuando, altresì, una serie di incomparabili percorsi storico-artistici nei luoghi più suggestivi della regione.
Dotti amici. Amico Ricci e la nascita della storia dell'arte nelle Marche
Libro
editore: Il Lavoro Editoriale
anno edizione: 2007
pagine: CXXV-561
Autore del primo studio sistematico dedicato alla storia dell'arte delle Marche, le Memorie storiche delle arti e degli artisti della Marca di Ancona (1834), Amico Ricci ha offerto alla storia dell'arte di questa area periferica rispetto alle direttrici tradizionali della storiografia, una oggi imprescindibile trattazione, attendibile in tutti i settori, non solo per quel che riguarda le tre arti 'maggiori': architettura, pittura e scultura, ma anche per quelle cosiddette 'minori', quali la ceramica e l'oreficeria, sottoposte allo scrupoloso vaglio della erudizione sette-ottocentesca. È da questo lavoro di scavo e di recupero che si sviluppa nel mondo degli storici dell'arte italiana il nuovo interesse per i Primitivi, variamente affiorante nelle lettere dello studioso, qui ampiamente raccolte e commentate, di cui Ricci è testimone fin da suo studio del 1829 su Gentile da Fabriano, e poi nello sviluppo dei suoi interessi sempre più vicini al Purismo.
Federico Barocci Urbino. L'emozione della pittura moderna
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2024
pagine: 312
Il volume accompagna la mostra omonima allestita a Urbino, presso la Galleria Nazionale delle Marche dal 19 giugno al 6 ottobre 2024. In occasione dell'anno di Pesaro Capitale della Cultura italiana 2024, la Galleria presenta la prima grande monografica dedicata da Urbino a uno dei suoi figli più illustri: Federico Barocci (1533-1612). Pittore, straordinario disegnatore e innovativo incisore, Barocci segna per quasi un secolo la scena artistica italiana ed europea. Nonostante la scelta di restare nella sua città natale, lontana dai grandi centri culturali e mecenatistici, egli riesce a imporsi con tenace fatica come il più ammirato, richiesto e pagato autore di dipinti sacri della seconda metà del Cinquecento. Diretto interlocutore di papi, sovrani e imperatori, anche grazie alla mediazione del suo signore e amico, il duca di Urbino Francesco Maria II della Rovere, Barocci partecipa in modo autonomo alle poetiche spirituali della Controriforma. La sua pittura mescola con cultura e sensibilità i riferimenti dell'alto Rinascimento con modelli più attuali, creando un binario parallelo rispetto al canone tradizionale della storia dell'arte. Erede del classicismo raffaellesco, ispiratore del naturalismo dei Carracci e attento interlocutore del colorismo di Tiziano e Correggio, nell'ultima fase della sua carriera l'artista intuisce i successivi sviluppi del caravaggismo, creando pale d'altare in chiaroscuro le cui figure monumentali anticipano il linguaggio barocco. La mostra, e così il catalogo che la accompagna, accoglie oltre 80 tra dipinti e disegni e si articola in otto nuclei narrativi, declinati secondo un ordinamento che lega la successione temporale dell'opera di Barocci ad una presentazione diacronica organizzata seguendo i diversi temi della sua pittura: l'ambiente urbinate, con i ritratti dei suoi protagonisti; la messa a punto della grande macchina della pala d'altare, ispirata ai principi della Controriforma; l'inedita sensibilità naturalistica, nata dal continuo confronto con il contesto ispiratore del paesaggio urbinate, fino alle ultime, struggenti opere nelle quali il colore si sfalda diventando pura emozione cromatica