Libri di C. De Marchi
Daldossi ovvero la vita dell'istante
Sabine Gruber
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 298
Bruno Daldossi ha dimenticato da un pezzo che cosa sia la normalità. Stimato fotografo di guerra, dopo molti anni passati a ritrarre la devastazione delle terre lacerate dai peggiori conflitti, sente che è arrivato il momento di rimettere un po' d'ordine nella sua vita. Tornato a Vienna con il desiderio di fermarsi, si trova però impreparato davanti alla scelta di Marlis, la sua amata compagna, che ha deciso di lasciarlo per un altro uomo. La solitudine improvvisa e l'amarezza che nascono dall'abbandono lo portano a riflettere su se stesso e a guardare la sofferenza, che così spesso si è limitato a immortalare, con occhi diversi, chiedendosi come sia possibile conviverci. La macchina fotografica non è un filtro: dentro di sé, impresso a fuoco, Daldossi custodisce tutto quello che ha visto e documentato, e ora, incapace di riprendersi quella "vita superflua" che si è sempre negato, sente che il suo tentativo di riprodurre la realtà nelle fotografie è naufragato. Chi può dire quando è doveroso intervenire sul campo e quando invece è giusto scattare? Una fotografia può comunicare davvero il dolore? Può essere uno strumento per recuperare ciò che si è perduto? Quelle immagini con cui Daldossi credeva di fermare il tempo, indelebili nella sua mente, gli altri si limitano a scorrerle sulle pagine delle riviste a colori, senza comprendere. Nella sua inquieta ricerca di un posto nel mondo, per scendere finalmente a patti col suo mestiere, il fotografo dovrà arrivare fino a Lampedusa: solo lì, nell'estremo Sud dell'Europa, al seguito di una vecchia amica giornalista, sarà pronto ad affrontare la realtà con una consapevolezza del tutto nuova.
Vita di Giacomo Leopardi
Michele Scherillo
Libro
editore: Greco e Greco
anno edizione: 1994
pagine: 223
Paesaggio politico. Per una storia delle trasformazioni sociali della natura
Martin Warnke
Libro
editore: Vita e Pensiero
anno edizione: 1996
pagine: 188
L'espressione "paesaggio politico" che dà il titolo al libro, non ha il significato comune di panorama, quadro politico, bensì la valenza letterale di natura plasmata e utilizzata in prospettiva ideologica e politica. In questo senso il paesaggio europeo, recando infinite tracce di "passaggi" storico-politici, è ben lungi dal configurarsi come "innocente". È precisamente su tale aspetto di risignificazione della natura (anche nella sua rappresentazione artistica) che Warnke appunta il suo sguardo. Così, muovendo dall'immagine emblematica riportata in sovracoperta, l'autore tratta delle demarcazioni di confine che dividono le potenze private da quelle regionali e nazionali, le autorità temporali da quelle spirituali: i confini diventano elementi costitutivi di un paesaggio fissato al punto da divenire "ritualizzato". Inoltre, le fortificazioni e i castelli eretti sulle montagne non hanno risposto solo a esigenze strategiche e difensive, ma hanno anche reso visibile la potenza del signore: il modo in cui il castello si rapporta al territorio circostante indica il modo in cui il signore si rapporta ai sudditi. Altre ancora sono le suggestive utilizzazioni del repertorio simbolico offerto dalla natura che qui vengono indagate: tutte concorrono a offrire uno sguardo più consapevole sulla natura e sull'arte che la ritrae.
Il senso del passato. Scritti di storia della filosofia. Volume Vol. 2
Bernard Williams
Libro: Libro in brossura
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2009
pagine: 464
Poco prima di morire, nel 2003, Bernard Williams cominciò a lavorare alla scelta dei suoi saggi di storia della filosofia antica per raccoglierli in un volume che, con l'integrazione di alcuni capitoli dedicati a pensatori moderni e contemporanei, sarebbe diventato "Il senso del passato". Il libro contiene alcuni saggi ormai classici sulla filosofia antica, sull'epica e sulla tragedia greche, su Platone e Aristotele, su Descartes e Hume, su Nietzsche, Collingwood e Wittgenstein. Leggendoli, si ha l'impressione di cogliere dal vivo l'interesse centrale di Williams per la storia e per una qualche forma di genealogia. Williams aveva chiarito anni prima quale differenza assegnava alla storia della filosofia rispetto alla storia delle idee. Quest'ultima è ricostruzione ed esplorazione dei contesti storici, delle influenze e delle relazioni tra teorie e prospettive situate nel passato: il suo esercizio è contestualistico. La storia della filosofia consiste invece, secondo Williams, nella storia della filosofia fatta "filosoficamente". I problemi e i tentativi di soluzione proposti dalle nostre controparti passate restano in una dimensione di alterità che è alle nostre spalle e che solo la nostra ricerca consente di afferrare nella sua logica concettuale, esplicitandone gli assunti e finendo per rimettere in gioco le nostre stesse assunzioni.
Il padre Goriot
Honoré de Balzac
Libro: Copertina morbida
editore: Feltrinelli
anno edizione: 2013
pagine: 288
"Balzac è romanziere assoluto, è romanziere prima che realista: il processo di riproduzione della realtà o di sue parti è in lui sempre sottoposto alle esigenze e agli intenti del narratore; e per lui sarebbe più esatto parlare, non di realismo, ma di forzatura romanzesca della realtà; ciò vale sicuramente per le scene ad effetto, in cui è innegabile l'esasperazione di elementi della trama; ma un'altrettale esasperazione è anche nei caratteri, nei gesti, nelle fisionomie: non è necessario pensare alle "fiamme d'inferno" riverberanti sul volto di Vautrin, basta prendere, proprio nella descrizione d'apertura del romanzo, le "bocche vizze" e i "denti avidi" dei pensionanti: dettagli feroci e deformanti, non realistici." (dall'Introduzione di Cesare De Marchi)
Lettere d'uomini oscuri
Libro: Copertina morbida
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2014
pagine: 297
Chi è più santo tra san Tommaso e san Domenico? Agli ebrei convertiti ricresce il prepuzio? Come fu che il papa prese come animale da compagnia un elefante? Nel 1507 Johannes Pfefferkorn, un ebreo convertito spalleggiato dai teologi dell'Università di Colonia, pubblica un libello ferocemente antigiudaico: tra le sue proposte, privare gli ebrei della loro identità culturale confiscandone e distruggendone i testi sacri. A contrastare lo sconsiderato disegno è Johannes Reuchlin, il maggior ebraista del tempo, che nella violentissima polemica finisce persino accusato di eresia. Mentre Reuchlin si difese pubblicando le "Lettere di uomini illustri" a lui inviate da Erasmo e da altri celebri umanisti, altri si affidano invece alle armi del comico. Fingendosi seguaci di Pfefferkorn e Ortvino Grazio, magister artium dell'Università di Colonia, e firmando con comicissimi nomi "oscuri", compongono le "Lettere d'uomini oscuri" a ideale controcanto della prima raccolta: due serie di lettere inviate a Ortvino Grazio dai contenuti strampalati, con quesiti tra l'insulso e il grottesco, formulati in un latino sgrammaticato, nelle quali questi presunti difensori dell'ortodossia antiebraica figurano come ignorantissimi, donnaioli e crapuloni. Un'operazione magistrale, in una polemica che segna il crinale tra il Medioevo scolastico e l'Umanesimo, nonché un testo ironico e burlesco, che Cesare De Marchi traduce rendendo in un italiano maccheronico lo stile impagabile di questi "uomini oscuri".
Stillbach o della nostalgia
Sabine Gruber
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 2014
pagine: 320
Alla morte improvvisa di Ines, sua amica d'infanzia, Clara si mette in viaggio verso Roma per portarle un ultimo saluto. Mettendo ordine tra le sue cose, trova un manoscritto in cui Ines racconta dell'estate del 1978, l'anno in cui, nel periodo delle vacanze, era scesa nella capitale per lavorare presso l'Hotel Manente. Tra quelle pagine, Clara legge anche della storia di un'altra donna che, come loro, veniva da Stillbach, luogo immaginario immerso tra le montagne dell'Alto Adige: Emma Manente dirigeva allora l'albergo che portava il suo nome, e già dal 1938 aveva lasciato la sua valle per amore di un uomo, un italiano, voltando le spalle per sempre alla famiglia, e accettando così di perdere la gioia delle parole dell'infanzia; rassegnata a sentire, per tutta la vita, la mancanza di qualcosa che neppure saprà più di cercare. Tra le voci più incisive di una letteratura che racconta di una terra di confine e di un'identità da ricostruire, Sabine Gruber ha scritto un romanzo in cui, dall'Alto Adige a Roma, il privato s'innesta nella Storia. Alla ricerca di una verità, rivelando crimini e tradimenti, racconta l'intreccio tra i destini individuali e la politica, a volte così potente da determinare la felicità, l'amore, e la nostalgia, di ognuno di noi.
I segreti della Giara
Alfredo Casella
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2016
pagine: XXIX-240
La scena musicale italiana con cui si apre il ventesimo secolo è ancorata, agli occhi di alcuni interpreti e critici coevi, a un sentimento di tradizione melodrammatica e a una provincialità "piccolo borghese" che ne rende impossibile qualsiasi evoluzione. Una forte opposizione votata al progresso inizia però a essere esercitata da coloro che per primi presentono il respiro internazionale che di lì a breve investirà il paese. Fra questi profeti, nessuno avvertì la necessità del cambiamento con la stessa intensità e profondità di Alfredo Casella. Compositore, musicista e uomo d'azione, Casella è stato un artista eclettico, impegnato non solo nella teorizzazione e nell'esecuzione della musica, ma anche nella sua rifondazione; ha misurato le temperature culturali europee, instaurando profondi rapporti di stima e amicizia con alcuni dei protagonisti del Novecento, come Schönberg e Stravinskij; ha militato con passione sul territorio italiano, fondando insieme a Gian Francesco Malipiero e Gabriele D'Annunzio la Corporazione delle nuove musiche, e dando alla luce opere come "La giara" e "La favola di Orfeo". Nei "Segreti della giara", che il Saggiatore propone in una nuova edizione, Casella intreccia la biografia familiare con quella intellettuale - in un percorso straordinario che parte da Torino, città della sua infanzia, e arriva prima a Parigi e poi a Roma -, e racconta se stesso "senza alterazioni e senza attenuazioni", non tacendo nessuna verità.
Due Sicilie
Alexander Lernet-Holenia
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 256
«'Il Re delle Due Sicilie', abbreviato nell'uso in 'Le Due Sicilie', era il nome di un reggimento di ulani dell'esercito austroungarico» scrive Sciascia in un'appassionata recensione a questo romanzo «e coloro che vi appartenevano erano "Sizilien-Ulanen", ulani siciliani». Al crollo dell'impero, quel reggimento non esiste più, e il colonnello Rochonville, cinque ufficiali e un sottufficiale sono i soli sopravvissuti. Ma durante un ricevimento nella Vienna decaduta del 1925 uno di loro, Engelshausen, viene trovato prono, la faccia rivolta al soffitto e il collo torto «come notoriamente fa il diavolo quando viene a prendersi qualcuno»: un enigma per i suoi compagni e per la polizia. Altre morti non meno misteriose e all'apparenza irrelate scuoteranno Vienna, e sempre a essere colpiti nei modi più sofisticati e bizzarri saranno gli ultimi dragoni del reggimento «Due Sicilie». Scambi di persona, avventurose vicende parallele, visioni apocalittiche: è il materiale principe per Lernet-Holenia, e lo si trova qui in una versione che spinge questi tratti all'estremo. Thriller di audace architettura e sapienti depistaggi, ora onirico e poetico ora intriso di nostalgia per un mondo inabissato, Due Sicilie ha per Sciascia «un che di labirintico, affascinante e insieme vertiginoso» - una sua «diabolica essenza». E sa calarsi «dentro una conoscenza del cuore umano, dentro introspezioni e descrizioni, di eccezionale acutezza e delicatezza», attingendo uno dei punti più alti dell'epos di Lernet-Holenia.
Commedia
Robert Walser
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 234
Una Cenerentola che ama servire e farsi battere dalle sorelle; il principe che all'improvviso s'innamora della matrigna di Biancaneve, la quale però gli preferisce il ben più prestante cacciatore («val quanto diecimila principi»); Rosaspina che respinge il principe azzurro, reo di avere destato lei e gli abitanti del castello dalla beatitudine del sonno. Nei «piccoli drammi» in versi, provocatori rifacimenti - ma sarebbe forse più giusto parlare di sabotaggi - di fiabe dei Grimm, l'invenzione linguistica e l'ironia di Walser toccano uno dei loro vertici. E se la forma metrica ne mostra la natura di compiaciuto, finissimo divertimento letterario, non si può non cogliere nei personaggi, come osservava Benjamin, gli inconfondibili tratti walseriani: «Sono personaggi che hanno dietro di sé la follia, e per questo rimangono di una superficialità così lacerante, così completamente inumana, così impassibile. Se volessimo descrivere con una parola quello che essi hanno di felice e di perturbante, potremmo dire che sono tutti 'guariti'. Ma il processo di questa guarigione ci resta oscuro, a meno di non cimentarsi con la sua Biancaneve - una delle figure più profonde della poesia moderna -, che da sola basterebbe a spiegare come mai questo poeta, all'apparenza il più scanzonato di tutti, sia stato uno degli autori prediletti dell'inesorabile Franz Kafka».
Kallias, o della bellezza, e altri scritti di estetica
Friedrich Schiller
Libro
editore: Mursia
anno edizione: 2022
pagine: 128
I tre testi (Kallias, o della bellezza, Pensieri sull'uso del volgare e del basso nell'arte e Lezioni di estetica. Frammenti da una trascrizione) di Schiller qui presentati, contengono il nucleo del pensiero estetico del grande autore classico tedesco; essi affrontano in modo rigorosamente teorico il problema di una definizione del bello d'arte. Si avverte lo scrittore che studia sé e la propria attività, e il cui sforzo risulta originalissimo anche per un secolo come il XVII, che tanto ha contribuito a gettare le basi dell'estetica moderna.