Libri di Francesco M. Cataluccio
Bacacay. Tutti i racconti
Witold Gombrowicz
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2022
pagine: 360
Non c’è autore più insofferente alle convenzioni di Witold Gombrowicz. I suoi racconti, qui raccolti integralmente per la prima volta in Italia, sono una sintesi perfetta della sua satira conturbante, della sua visione grottesca del mondo, delle sue narrazioni paradossali e stridenti, della sua capacità di dare vita a figure irregolari e assurde, in grado di frantumare in pochi istanti le regole su cui poggia la società. Attraverso un linguaggio levigato, in cui rimbalzano giochi di parole e neologismi, Gombrowicz fa sfilare in queste pagine come in una folle parata un antisemita che si scopre figlio di un’ebrea convertita, un marito che disprezza l’avvenente moglie per perdersi dietro alle gambotte storte e fregiate di venuzze delle donne di servizio, un magistrato paranoico, una donna pazza di desiderio fidanzata con un vergine determinato a rimanere tale, un bandito terrorizzato dalla «rattità» dei ratti, un re corrotto fino alla follia, un giovane conte che trova interesse solo nelle radio. Una dissacrante rassegna di anormali che, alternando il comico e il tragico, mette alla berlina le convenzioni borghesi e i tic dell’aristocrazia, il moralismo e la famiglia, il romanzo tradizionale e le opere edificanti. In queste storie tutto è messo in discussione: quella di Gombrowicz è una lettura ironica e disillusa della realtà che non risparmia né la letteratura, né i sentimenti. E, come testimonia il suo racconto più autobiografico, nemmeno se stesso: «Alla domanda se, come scrittore, intendo continuare a migliorare per lo Spirito, la Cultura, l’Arte ecc., rispondo: no, no, assolutamente no!».
Non c'è nessuna Itaca. Viaggio in Lituania
Francesco M. Cataluccio
Libro: Libro in brossura
editore: Humboldt Books
anno edizione: 2022
pagine: 140
Il viaggio in Lituania dello scrittore Francesco Cataluccio sulle tracce di Jonas Mekas, Marija Gimbutas, Czeslaw Milosz, Eimuntas Nekrosius. Grande esperto dell'Europa dell'est, Francesco Cataluccio torna, dopo molti anni, in Lituania, una piccola nazione di tre milioni di abitanti al centro e ai margini dell'Europa. Un luogo dove la natura è fatta di foreste impenetrabili, dolci colline, fiumi celesti, laghi e lagune a perdita d'occhio, che Thomas Mann elesse a luogo di vacanze. E città dove l'architettura barocca fa a gara con le nuvole. Un paese con una natura e una storia così non si dimentica facilmente e infatti la nostalgia e il forte desiderio del ritorno ha sempre accompagnato coloro che l'hanno dovuto abbandonare, come il famoso videomaker e poeta Jonas Mekas; la studiosa della preistoria Marija Gimbutas; il premio Nobel per la letteratura, il poeta di lingua polacca Czeslaw Milosz. Ma il ritorno è impossibile: la splendida Lituania di un tempo non c'è più, distrutta dalla violenza tedesca e poi dal dominio sovietico. La più grande comunità ebraica d'Europa è stata cancellata. Ma sono sopravvissute le storie straordinarie che la gente ricorda e i racconti di personaggi fuori dal comune, che conducono in un paesaggio naturale e umano composto da brandelli, tracce, ostinati segni. Tornata indipendente nel 1990, la Lituania ha avuto uno sviluppo culturale sorprendente: basti solo pensare all'arte contemporanea, o al magico teatro di Eimuntas Nekrosius. La Lituania è ancora tutta da scoprire.
In occasione dell'epidemia
Francesco M. Cataluccio
Libro: Libro in brossura
editore: Casagrande
anno edizione: 2020
pagine: 128
Chiuso nella sua casa di Milano durante l'epidemia di Coronavirus, Francesco M. Cataluccio osserva l'Italia nei mesi di quarantena. «Come sempre accade nei periodi più bui della storia dell'umanità, la migliore difesa e salvezza è l'ironia e soprattutto l'autoironia. Ci sarebbe da ridere se non fosse per le migliaia di morti, i malati, il buio dolore e la crescente ansia che si diffondono a macchia d'olio. Ridere: dei comportamenti scomposti di molte persone; dei divieti assurdi; della frequente goffaggine di politici inadeguati o impreparati ad affrontare le emergenze; degli incoerenti comportamenti di alcuni scienziati». Tra le pagine di questo libro, in cui si mescolano memorie biografiche, cronaca e aneddoti, filtra la luce della letteratura: quella che ha previsto in anticipo le catastrofi e quella che allevia e a volte aiuta a superare il dolore della perdita e della malattia, soprattutto quando esse si manifestano nella forma globale di una pandemia, segnando irreversibilmente non solo le nostre biografie ma anche la nostra storia collettiva.
Kronos
Witold Gombrowicz
Libro: Libro rilegato
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2018
pagine: 386
«Kismetè una parola turca che significa "destino". Gombrowicz la scrisse, come fosse il sigillo posto a custodia della sua esistenza e insieme la sua inevitabile deriva, nelle pagine del diario privato: Kronos. Kronos come il dio del Tempo, Crono, che divorò i propri figli: un titolo in assonanza con il suo ultimo romanzo, Kosmos ( Cosmo ); l'Ordine e il Tempo, due elementi centrali della nostra esistenza: sfuggenti, indefinibili, spesso in antitesi. Kronos è proprio un tentativo di puntellare il Tempo: di dare un Ordine al Caos. Il suo valore risiede nel fatto che ci permette di conoscere un Gombrowicz non "in posa", privo delle numerose maschere che amava indossare. L'autore registra il flusso della sua coscienza mescolando fatti privati e pubblici, un flusso spesso disordinato ma in cui, per esempio, gli elenchi dei brani musicali funzionano come una sorta di ossatura alla quale si aggrappa tutto il resto. Nel "caotico" Kronos, Gombrowicz riesce a sorprendere senza risultare mai banale o scontato: è come se ci lasciasse un messaggio abbandonato in una bottiglia, consegnato in una forma non lavorata, essenziale. Il messaggio di uno scrittore geniale, a lungo non riconosciuto per il suo valore, tormentato dalle malattie e dalle ristrettezze, in lotta con il tempo che bruciava troppo rapidamente la sua vita sciupandone il desiderio dell'eterna giovinezza e frustrando le sue esuberanze; uno scrittore che seppe però trovare, oltre la disperazione, gli appigli per non affondare, regalandoci, anche con questo "diario privato", un bizzarro lascito e una testimonianza, dal profondo, della vita che ribolle e poi si spegne.» (Francesco M. Cataluccio)
Santo Genet, commediante e martire
Jean-Paul Sartre
Libro: Libro in brossura
editore: Il Saggiatore
anno edizione: 2017
pagine: XIX-660
Chi è Jean Genet? Lungo, ma tutt'altro che monotono, il rosario che lo descrive: bambino innocente ma bastardo, ladro e scassinatore, soldato, frocio, battona, guitto, vagabondo e accattone, mendicante e spacciatore di monete false, omicida, carcerato. Jean Genet, il pansessuale e panmorale, l'indecente peccatore, il blasfemo, il sacrilego, il traditore, Caino. Santo Genet, commediante e martire. L'enigma che esige una soluzione. Genet esce di scena, entra Jean-Paul Sartre, che spiega: la radicale rinuncia a sé per giungere all'intuizione dell'universale è da chiamare Santità. Chi si odia fino all'autodistruzione, chi annienta la propria umanità assurge al sacro, raggiunge l'eternità. Genet ha desiderio non di vivere, ma di morire la propria vita: la vuole perduta, vuole essere la canaglia più furba per meritare il nome di Santo. Ottenere l'ascesi attraverso la discesa, questo il suo metodo per acquistare la libertà dell'essere dal nulla. Ma un simile lavoro di distillazione deve sfociare nella parola: dall'etica del Male Genet approda all'estetismo nero e, fattosi artista, si disegna, si crea leggenda. Tutto, nel suo canto, è furto, perversione, mistificazione. Falsi romanzi scritti in falsa prosa, con un verbo rubato, truccato, estorto: un'infedele autobiografia più vera della biografia. Sartre si appropria dell'automitologia generata da Genet e fonda la critica letteraria esistenzialista - nella più piena accezione del termine. Perché il caso limite Genet è per Sartre paradigma della condizione di ogni uomo. Con una nuova prefazione di Francesco M. Cataluccio, il Saggiatore ripropone “Santo Genet. Commediante e martire”: un intenso ritratto psicologico; un capolavoro di critica letteraria; una delle creazioni più intime e ispirate di Sartre, anello di congiunzione dialettica tra tutti i grandi temi della sua filosofia e preludio agli sviluppi successivi. Soprattutto, l'opera in cui il genio di Jean-Paul Sartre incontra il genio di Jean Genet, e i due antieroi più trasgressivi e controversi del canone letterario novecentesco mettono in scena la guerra tra l'essere e il nulla trasposta in parole.
Milano
Marco Balzano, Francesco M. Cataluccio, Neige De Benedetti, Paolo Di Stefano, Giorgio Fontana, Helena Janeczek
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2015
pagine: 200
Milano o la città. Così, attraverso frammenti di esistenze eccentriche, questi racconti vogliono rappresentare che cosa vuol dire vivere insieme in una città oggi. E che cosa vuol dire vivere una città nell'epoca in cui sembra smarrita la possibilità di riconoscerne un'identità. Giorgio Fontana raffigura "la capacità di Milano di essere più reale di ogni sogno o perversione" attraverso l'estate "atlantica" di un giovane sbandato, l'estate degli sgomberi dei centri sociali. Per Helena Janeczek la metropoli emerge come un ologramma colorato dagli sprazzi di conversazione di un ragazzino che parla dentro un gioco elettronico con un partner che sta lontano, a Caltanissetta, e, a poco a poco, diventa presente e amico più dei compagni vicini. L'ingegnere slavo di Di Stefano confessa al commissario la sua assurda ribellione perché "Milano non era più il paradiso grigio che avevo conosciuto all'arrivo". L'esperienza urbana del supplente di Marco Balzano culmina nell'incontro con un alunno ricoverato in una casa alloggio per pazienti psichiatrici. Neige De Benedetti trova la città in un tram perché "l'unica cosa di cui si parla a Milano è partire". E "dove voi siete io sono già stato, dove vado io è dove voi non arriverete" conclude il suo racconto il fuggitivo di Francesco M. Cataluccio: una specie di eterno viandante, profugo siriano mezzo ebreo che nelle architetture pretenziose della stazione rivive luoghi percorsi da generazioni passate.
Solaris
Stanislaw Lem
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2013
pagine: 328
"Solaris" è il capolavoro della fantascienza filosofica. Siamo nel lembo più estremo dell'universo esplorato dal genere umano. Un astronauta, dalla Terra, approda nella stazione spaziale che gira intorno al pianeta Solaris. Qui trova un'atmosfera di mistero e sospetto: nessuno lo accoglie, i pochi ospiti della astronave sembrano angosciati e sopraffatti, c'è un morto recente a cui si allude con circospezione ma senza sorpresa, gli oggetti subiscono strane deformazioni, si avvertono presenze. Solaris è noto agli umani come il grande pianeta "vivente". Appare in forma di vasto oceano e avrebbe dovuto conflagrare se la sua orbita avesse seguito le leggi della fisica. Ma è come dotato di capacità cosciente di reazione e questa capacità sembra legata alle apparizioni di fantasmi, proiezioni viventi di incubi, sogni e fantasie. L'astronauta è costretto a interrogarsi, mentre lo contagia la stessa angoscia che domina in tutto l'ambiente. Un'avventura avvincente e carica di attesa e mistero. Ma si potrebbe dire anche un'avventura epistemologica, nel senso che presenta alla lente della riflessione un numero enorme di quesiti che abitano i rami della filosofia. Fra essi, il più suggestivo sembra essere il tema dell'Identità, del Soggetto, dell'Io. Non esiste l'Io unico e identico a se stesso.
L'ambaradan delle quisquiglie
Francesco M. Cataluccio
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2012
pagine: 187
Questo libro è un incrocio di idee, biografia e autobiografia, e racconto. Cataluccio dice di non credere a una realtà che sia separabile dalle finzioni che coerentemente ha suscitato, né a una finzione disancorata da ciò che si considera evento storico. Così il suo narrare, che stilisticamente ricorda un procedere sempre visitando luoghi e situazioni prima che fatti, attraversa nella stessa pagina e nello stesso pensiero generi diversi, ma con un piacere di scoprire legami nascosti, un'immedesimazione nei personaggi, un sentimento del ritmo del tempo e una sensibilità naturale verso lo spirito dei luoghi, in grado di rendere complice il lettore con la stessa gioia evidente del momento in cui furono scritti. Un grande bacino di cultura come sottofondo: è la cultura della cosiddetta Mitteleuropa, tra Trieste e il Baltico, la Germania e la Russia, un'Europa di catastrofi storiche, unita solo "dalla memoria comune", "popoli di nazioni mai vincitrici" e per questo, come ha scritto Milan Kundera, "un'altra Europa, il rovescio dell'Europa dei grandi, il vero contrappunto". Da questo serbatoio, Cataluccio trae un'opera, uno scrittore, un'idea, e li proietta su un orizzonte di situazioni da lui vissute o riportate, di incontri memorabili, di notizie storiche tragiche e comiche, di casi e personaggi esemplari perlopiù a noi ignoti ma più espliciti di qualunque descrizione. Ci scorrono dinanzi, uniti strettamente ai nessi culturali, idiomi di popoli negati, villaggi inghiottiti...
Chernobyl
Francesco M. Cataluccio
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2011
pagine: 159
Per i più, Chernobyl è solo la centrale atomica luminescente per il suo bulbo di uranio infuocato e le storie da day after seguite all'incidente del 1986, il più grave di tutti i tempi. Ma quell'evento faustiano, che segnò la vera data finale del comunismo, fu in realtà l'estremo anello di una lunga catena di evacuazioni e massacri di genti, di luciferini stermini di culture: quasi che quell'angolo di terra ucraina fosse luogo eletto di un progetto per la cancellazione del diritto degli uomini di narrare la propria storia. E in tale progetto di cancellazione della memoria, questo libro si immerge e mira a rifarne la storia, quasi in forma di romanzo dalle forti venature autobiografiche. Chernobyl è un luogo antico, di numerosissima popolazione ebraica, benché scarse tracce siano rimaste di quel mondo per provare a immaginarlo. Fu il centro incontrastato del Hassidismo, che divenne l'anima di quei luoghi. Ma a Chernobyl e dintorni presero forma le più livide crudeltà delle guerre tra ucraini, russi e polacchi. Alle vendette staliniane si alternarono le stragi naziste: l"Holomodor" (la morte inflitta attraverso la fame) distese il suo mantello su quei campi, durante le carestie della collettivizzazione forzata, e cancellò un terzo degli ucraini e il loro universo contadino; furono annientati gli ebrei e la loro cultura.
Vado a vedere se di là è meglio
Francesco M. Cataluccio
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2010
pagine: 409
"Sono stato allevato in tre lingue morte (l'ebraico, l'aramaico e lo yiddish, alcuni questa non la considerano nemmeno una lingua) e in una cultura che si è sviluppata in Babilonia: il Talmud. Il cheder dove studiavo era una stanza dove il maestro mangiava e dove dormiva. Lì non studiavo aritmetica, geografia e storia, ma le leggi che governano i sacrifici offerti in un tempio distrutto duemila anni fa". Questa frase del grande scrittore Isaac Bashevis Singer rende l'idea dell'esperienza umana e spirituale, più unica che rara, in cui questo libro indaga. Si parla dell'opulenta fioritura letteraria e filosofica della cultura ebraica dell'Europa centro-orientale: un'enorme provincia di imperi, divisa tra decine di stati e popoli, resa vivacissima metropoli dall'inspiegabile cosmopolitismo di una comunità transnazionale, ospitante una folla di irrequieti sperimentatori di modi di esprimersi. Ed erano tutti, oltre che intellettuali, anche eroi timidi, poveri poeti, eccentrici viveur, avventurieri, spiriti eccelsi, asceti, santi bevitori, burloni divini. Oggi sono fantasmi di un mondo cancellato. Ma hanno lasciato una traccia tenace e nascosta in alcuni artisti e intellettuali che si sono coraggiosamente opposti, fino a pochi anni fa, al totalitarismo sovietico.
Che fine faranno i libri?
Francesco M. Cataluccio
Libro: Libro in brossura
editore: Nottetempo
anno edizione: 2010
pagine: 59
Che cos'è un eBook? E che ne sarà dell'editoria quando il libro elettronico si imporrà, trasformando in modo radicale il mondo della scrittura e della lettura, le regole del copyright, la filiera produttiva dei testi, gli strumenti dell'offerta e della ricezione? Quale sarà il destino del libro nel caos della rete? L'autore ci invita ad affrontare questa rivoluzione con sguardo consapevole ma non apocalittico: perché è rischioso considerare solo come un "nemico" il libro di domani.
Immaturità. La malattia del nostro tempo
Francesco M. Cataluccio
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2014
pagine: 240
Il Novecento è stato il secolo in cui il culto della fanciullezza si è radicalizzato: gli adulti sono stati indotti a conservare la propria giovinezza, a "pensare giovane", il fanciullo è stato imposto come paradigma di un essere ideale e l'immaturità è diventata la malattia estrema del mondo occidentale. Da "Peter Pan" a "Lolita", dal "Giovane Holden" a "Il sorpasso" e a Fellini, un'analisi della decadenza del mondo occidentale dominato dal mito dannoso del ritorno all'innocenza infantile. Un mondo racchiuso nell'immagine dell'ultima scena di "Full Metal Jacket", nel plotone di marines che, dopo l'ennesimo massacro, torna alla base cantando l'inno di Topolino. Un'immagine paradossale, ma fino a un certo punto.