Libri di Umberto Morera
Dall'open banking all'open finance. Profili di diritto dell'economia
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2024
pagine: 208
Un volume incentrato su Open Banking e Open Finance appare scontare in prima battuta un difetto di definizione; risultando ancora troppo vaghe concettualmente tali locuzioni, anche nel ristretto àmbito degli operatori del settore bancario e finanziario. D’altra parte, ad un’analisi più attenta del fenomeno sussiste l’impressione che l’Open Banking e l’Open Finance – che indiscutibilmente rappresentano un modo nuovo di concepire la gestione dell’impresa bancaria e finanziaria – se vengono spesso ricondotti alla più generale cultura e filosofia dei c.d. open data, in realtà esprimono e rappresentano una sorta di declinazione della c.d. open innovation, così ben teorizzata all’inizio degli anni 2000. Inserendosi in questo solco, l’ambizione del volume, che si inserisce in un più ampio progetto dedicato alla finanza aperta, è dunque quella di mettere a fuoco i molti profili che restano ancora eccessivamente opachi, sia nel campo dell’Open Banking, che in quello dell’Open Finance. Il guanto di sfida è raccolto dalle Istituzioni, dai cultori della materia e dagli operatori del settore che, ciascuno per parte sua, ha dapprima contribuito a sgombrare il campo da dubbi ricostruttivi, per poi offrire proposte di analisi e soluzioni operative. L’auspicio consegnato dal volume a regolatori e interpreti è innanzitutto di ordine, nel groviglio normativo che ormai caratterizza la c.d. economia digitale. Ove invero sembra difficile negare che coesistano ratio legis tra loro a dir poco contraddittorie; con “intrecci” di (i) incentivi e libertà sui dati (si pensi alle regole delle PSD2 e PSD3) e (ii) divieti e protezioni (si pensi al Regolamento 679/2016 sulla protezione dei dati personali). Ma c’è anche da confidare in un approccio multidisciplinare rispetto ai molti altri profili critici che caratterizzano la materia. Ad esempio, le conseguenze dell’Open Banking in termini di concorrenza; o anche le relazioni, e le possibili “sovrapposizioni”, tra Open Banking e Open Finance. Senza comunque sottovalutare l’analisi di quello che appare uno degli obiettivi fondamentali (seppur ancora piuttosto trascurato) dell’Open Banking: l’inclusione finanziaria dei soggetti meno evoluti e vulnerabili; obiettivo affatto secondario rispetto a quelli, più studiati, della competizione e dell’innovazione. Infine, rimangono da indagare i tanti fattori behavioral che sembrano remare contro l’Open Banking. E si pensi soltanto a quei diffusi comportamenti umani per cui, perlomeno in principio, si tende a preferire l’anonimato; o si è spesso restii a condividere con altri i propri dati personali; ovvero si possiede una tendenziale sfiducia nei confronti degli operatori non bancari. Contributi di: Annunziata Filippo, Bianco Magda, Cassese Marco, Colangelo Giuseppe, Falce Valeria, Firpo Stefano, Frosini Tommaso Edoardo, Landini Sara, Passi Fratini Liliana, Perassi Marino Ottavio, Rabitti Maddalena, Raganelli Biancamaria, Stanzione Pasquale, Stazi Andrea, Vangelisti Maria Iride.
Errori cognitivi e arbitrato
Libro: Libro in brossura
editore: Il Mulino
anno edizione: 2019
pagine: 330
A partire dagli anni settanta del Novecento la psicologia cognitiva e le neuroscienze hanno dimostrato empiricamente come gli individui commettano errori nei loro processi decisionali, deviando in modo sistematico dal tradizionale paradigma di comportamento razionale. Più di recente è stato provato che neppure i soggetti esperti sono immuni dal commettere sistematicamente errori decisionali nei campi di loro competenza. Per quanto esperti e «allenati», anche i giuristi — e fra questi i giudici e gli arbitri — non possono sottrarsi a un dato ineludibile: la loro mente funziona esattamente come quella degli altri individui ed è pertanto esposta a errori cognitivi. Affrontando per la prima volta la questione dal punto di vista giuridico, il volume si propone di verificare: quali siano le interferenze tra psicologia e arbitrato, mettendo in luce in che modo e misura le dinamiche psicologiche inconsce incidano sui processi decisionali dei soggetti coinvolti in un arbitrato (in particolare, gli arbitri); se gli errori decisionali degli arbitri siano prevedibili e se si possa tentare una loro classificazione; in che modo tali errori possano essere sfruttati, oppure prevenuti, dai difensori delle parti. Prefazione di Andrea Zoppini.
Le parole del diritto commerciale
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2018
pagine: XIII-145
Quello delle “parole del diritto commerciale”, è un tema pensato e ritagliato muovendo da una duplice constatazione: che discutere della rilevanza delle parole nel campo del diritto, almeno quello positivo, sarebbe in fondo esercizio ozioso, ovvia essendo la rilevanza, per qualsiasi materia, del suo costituente; e che interrogarsi invece su quale specifica rilevanza assumerebbero le parole nel diritto commerciale, significherebbe avviare un’indagine che già l’esperienza quotidiana preannuncerebbe sterile: non cogliendosi, da questo punto di vista, alcun differenziale fra il discorso che affronta i temi tipicamente giuscommercialistici e quelli che si occupano di altre aree dell’esperienza giuridica. Quel che piuttosto può affermarsi - questo sì - è che il diritto commerciale si caratterizza per la rilevanza di “sue” specifiche e centrali parole. Ed ecco, allora, il senso di una riflessione su alcune di esse.

