Libri di Vezio De Lucia
L'Italia era bellissima. Città e paesaggio nell'Italia repubblicana
Vezio De Lucia
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2022
pagine: 96
Vezio De Lucia, architetto e urbanista, ripercorre la storia della politica di progettazione e pianificazione della città moderna in Italia dal dopoguerra a oggi. Dal miracolo economico che accompagna i famosi Trenta Gloriosi anni dello sviluppo, animati da complessi disegni di trasformazione della società, fino all’affermazione di quel neoliberismo degli anni Ottanta che, tra grandi opere, condoni ed elogio della proprietà privata, determina una regressione nella tutela dell’ambiente e un’accentuazione del consumo di suolo. Senza dimenticare figure centrali per una disciplina volta ad assicurare le condizioni umane di vita associata, quali Antonio Cederna, il volume si propone come manifesto di una possibile rigenerazione urbanistica capace di immaginare misure per una crisi ecologica drammatica parallela a una crisi sociale che imbarbarisce il Paese, distrugge i luoghi della socialità e svilisce le grandi bellezze del suo paesaggio.
Decolonizzare il patrimonio. L'Europa, l'Italia e un passato che non passa
Maria Pia Guermandi
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2021
pagine: 256
Il tema del patrimonio culturale come strumento privilegiato dell’egemonia culturale occidentale è emerso, prepotentemente, grazie al movimento Black Lives Matter e al rinnovato fenomeno di contestazione e rimozione di monumenti controversi dallo spazio pubblico. I movimenti decoloniali alla base di queste proteste sostengono una critica radicale del pensiero occidentale, motore delle forme di colonialismo sulle quali è tuttora incardinato il mondo contemporaneo. In Italia tali movimenti non sono mai diventati oggetto di una discussione allargata, tanto meno nell’ambito del patrimonio culturale. È un ritardo che ha impedito finora la rielaborazione critica dell’eredità culturale del nostro passato coloniale. Decolonizzare il patrimonio significa comprendere quanto di quel passato continua a operare nel nostro presente e assieme sperimentare un uso del nostro patrimonio più democratico e consapevole. Introduzione di Vezio De Lucia.
Territorio senza governo. Tra Stato e regioni: a cinquant'anni dall'istituzione delle regioni
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2020
pagine: 294
Un territorio lasciato alla deriva dalle istituzioni che dovrebbero governarlo: questo, in sintesi, è il filo conduttore del volume, redatto con il contributo di economisti, giuristi e urbanisti. Lo Stato appare del tutto inerte e irrisolte rimangono questioni di assoluta rilevanza come il contenimento del consumo di suolo, il finanziamento dell'edilizia residenziale pubblica, il coordinamento dei piani paesaggistici, l'aggiornamento della legge urbanistica e la regolamentazione degli interventi a seguito di eventi calamitosi. L'affidabilità delle regioni si è andata riducendo nel susseguirsi delle legislature e sempre più evidente è la divaricazione tra regioni del centro Nord e del Mezzogiorno. Dominano nella legislazione regionale i provvedimenti parziali e la crescente attenzione per le istanze degli operatori privati. In questo contesto la regionalizzazione di ulteriori compiti e funzioni può produrre il dissolvimento dello Stato centrale e incidere fortemente su eguali diritti e sulla coesione sociale e territoriale.
Napoli, promemoria. Storia e futuro di un progetto per la città
Vezio De Lucia
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2018
pagine: 114
Il libro racconta la storia del lungo filo rosso che lega il piano delle periferie del sindaco Maurizio Valenzi, negli anni settanta e ottanta, alle dirompenti novità introdotte negli anni novanta dalle sindacature di Antonio Bassolino, fino alle attuali giunte guidate da Luigi de Magistris, che ha difeso con determinazione il progetto Bagnoli confermando i caratteri distintivi e durevoli dell'esperienza urbanistica di Napoli. Di questa storia, ormai quarantennale, Vezio De Lucia è stato protagonista. La sua vita professionale e intellettuale - scrive nella prefazione Tomaso Montanari - «dimostra alla mia generazione che è ancora possibile, nonostante tutto, non dover scegliere tra essere fedeli alle proprie idee o poter incidere sulla realtà. De Lucia non ha scelto tra rigore e pragmatismo: non è arretrato di un millimetro, non ha tradito». Ma il libro racconta anche una storia plurale, vissuta insieme da un gruppo di urbanisti pubblici che hanno dedicato la loro vita al riscatto di Napoli. «L'ufficio urbanistico, i ragazzi del Piano, il Partito comunista sono i veri eroi collettivi di questo libro», scrive ancora Montanari. Un libro denso e conciso che, senza nascondere contraddizioni, limiti ed errori, descrive puntualmente la sostanza e la forma del nuovo piano regolatore approvato nel 2004, l'unico di una grande città a non prevedere zone di espansione. Emerge dal libro un'altra Napoli, che ribalta l'immagine di «città simbolo della speculazione» e quella abitualmente raccontata dalle cronache: una Napoli in cui il sessanta per cento del territorio comunale è rigorosamente tutelato; in cui, caso pressoché isolato, è vigente una disciplina scientifica per i centri storici; in cui l'urbanistica è coordinata con il trasporto pubblico su ferro. Una Napoli, infine, in cui Scampia non è più Gomorra, ma è attraversata da una vitalità prorompente.
Roma disfatta. Perché la Capitale non è più una città e cosa fare per ridarle una dimensione pubblica
Francesco Erbani, Vezio De Lucia
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2016
pagine: 134
Roma è una città a pezzi, per rendersene conto basta uno sguardo distratto. A maggior ragione un'analisi più approfondita rivela un contesto urbano sfibrato e disgregato, un agglomerato cresciuto senza regole in cui gli abitanti, svuotando il centro, si spostano verso aree esterne prive di identità e di connessione. la possibilità di riscatto da una situazione ormai gravemente compromessa è ostacolata dal sostanziale abbandono, da almeno vent'anni, di un'efficace pianificazione, mentre si assiste all'intreccio perverso di malaffare, cattiva amministrazione e interessi imprenditoriali, poco contrastato da una società civile "il cui disincanto ha superato la soglia di guardia". L'esame delle metamorfosi di Roma offre agli autori anche l'opportunità per una riflessione sulle dinamiche del potere in una città sospesa tra incanto e squallore, speranze di rinascita e timore di un inarrestabile declino.
Se questa è una città. La condizione urbana nell'Italia contemporanea
Vezio De Lucia
Libro: Libro in brossura
editore: Donzelli
anno edizione: 2006
pagine: XXXI-204
Pubblicato per la prima volta nel 1989, questo libro è considerato un classico della letteratura territorialista italiana. Esso narra le vicende urbanistiche dell'Italia a partire dal secondo dopoguerra per individuarne i caratteri originali. Ne scaturisce uno specifico legato al ritardo nell'approvazione dei piani regolatori comunali dopo la guerra, alla devastazione ed alla speculazione compiute nelle grandi città, e al peso della rendita fondiaria. Uno specifico che non è solo urbano, ma che investe nel suo complesso le distorsioni dello spirito pubblico italiano, i modi attraverso i quali viene perseguito l'interesse generale nell'Italia.
Nella città dolente. Mezzo secolo di scempi, condoni e signori del cemento. Dalla sconfitta di Fiorentino Sullo a Silvio Berlusconi
Vezio De Lucia
Libro: Libro in brossura
editore: Castelvecchi
anno edizione: 2013
pagine: 230
Il 13 aprile del 1963 segna il punto di non ritorno nella svendita dell’Italia a costruttori e palazzinari: quel giorno «Il Popolo», quotidiano ufficiale della Dc, scrive che nello schema di nuova legge urbanistica presentato dal ministro dei Lavori pubblici Fiorentino Sullo (basato sull’esproprio delle aree edificabili) non era «in alcun modo impegnata la responsabilità della Democrazia cristiana». Svanì così - con la netta stroncatura da parte dello stesso partito di Sullo – la possibilità di sottrarre le nostre città alla violenza della speculazione fondiaria che aveva avuto il via libera alla fine della seconda guerra mondiale. A dare carattere definitivo alla sconfitta contribuì il tentativo di colpo di Stato dell’estate del 1964 (il cosiddetto Piano Solo) ordito dalla Presidenza della Repubblica e da ambienti politici e padronali atterriti dalla proposta di riforma urbanistica. Decenni di storia e cronache dei «signori» del cemento armato, di paesaggi devastati, alluvioni, terremoti e tanta incompetenza. Da Milano ad Agrigento, da Napoli a Roma, da Venezia all’Aquila, da Taranto a Sesto San Giovanni. Anche se non sono mancati politici, amministratori e tecnici che hanno dato luce a speranze di cambiamento. Ma il declino inesorabile, secondo De Lucia, è cominciato dopo gli anni Ottanta con l’affermazione del pensiero unico neoliberista che ha quasi del tutto azzerato l’urbanistica. Un libro duro, una nitida fotografia di un’Italia svenduta al partito del cemento ma che consegna anche una proposta politica per arrestare il degrado.