Libri di Anna Monia Alfieri
Il pluralismo educativo. Una scelta ancora possibile
Anna Monia Alfieri
Libro: Libro in brossura
editore: Scholé
anno edizione: 2023
pagine: 192
«Alla nostra democrazia manca un aspetto fondamentale, paradossalmente l'elemento che sta alla base di tutto, ossia la libertà della scuola, la libertà dell'educazione. Il ruolo dello Stato è invece quello di garante di un diritto, di facilitatore di esso. Ci sono tutti i presupposti perché ciò avvenga: occorre solo avere il coraggio dell'idea e il desiderio di attualizzarla. Nella nostra società sempre più caratterizzata da posizioni e punti di vista differenti, l'educazione al pensiero, al senso critico, alla libertà sono aspetti vitali. Ed è giusto che ogni genitore sia posto nelle condizioni che gli consentono di esercitare un diritto che è assolutamente proprio, ossia l'educazione dei figli». Un libro manifesto per la libertà e il pluralismo educativo, destinato a far discutere per il rigore dell'analisi.
Andare a scuola e uscire imparati. Lezioni di libertà educativa
Anna Monia Alfieri
Libro: Libro in brossura
editore: Il Timone
anno edizione: 2023
pagine: 128
La scuola oggi viene spesso considerata un luogo destinato al mero apprendimento delle competenze, al "saper fare", anziché il luogo della cultura in cui si impara anche a diventare uomini. Eppure è dalle aule scolastiche che passa il futuro della nostra società. In queste pagine c'è la ricetta per non fallire: un metodo che tenga conto dei talenti di ogni studente, la libertà educativa come pilastro e la responsabilità come fine.
Scuola, educazione, libertà
Libro
editore: Ancora
anno edizione: 2020
pagine: 136
Alla base della buona formazione professionale di un lavoratore c’è sempre un buon percorso di educazione ed istruzione negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza. Il percorso educativo si compie, in primo luogo, nella famiglia e, quindi, nei vari livelli di scuola a partire dai primi anni di vita. Occorre accompagnare e sostenere chi si impegna in questa opera educativa che è fondamentale per costruire il bene comune e che deve vedere coinvolta tutta la società. Parlare di bisogni e diritti delle famiglie, o di buona scuola per tutte le ragazze e i ragazzi del Paese, deve diventare abituale anche per gli attori economici; solo coinvolgendo tutti i soggetti sociali, culturali, economici e politici è possibile nelle condizioni del mondo moderno rispondere adeguatamente alle esigenze di formazione di personalità mature. È il classico “villaggio”, necessario per educare un bambino (da un proverbio africano).
Lettera ai politici sulla libertà di scuola
Dario Antiseri, Anna Monia Alfieri
Libro: Copertina morbida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2018
pagine: 120
«I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli». È questo il principio stabilito nell'Articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani (1948), principio che l'Unione Europea ha fatto proprio, con tutta chiarezza, nel 1984 con la Risoluzione sulla libertà di insegnamento, che all'art. 1, comma 6 dichiara: «La libertà di insegnamento e di istruzione deve essere garantita»; comma 7: «La libertà di insegnamento e di istruzione comporta il diritto di aprire una scuola e svolgervi attività didattica»; comma 8: «Gli istituti di insegnamento fondati per libera iniziativa, che soddisfino alle condizioni oggettive indicate dalla legge per il rilascio dei diplomi, sono riconosciuti dallo Stato. Essi attribuiscono i medesimi titoli delle scuole statali»; comma 9: «Il diritto alla libertà di insegnamento implica per sua natura l'obbligo per gli Stati membri di rendere possibile l'esercizio di tale diritto anche sotto il profilo finanziario e di accordare alle scuole le sovvenzioni pubbliche necessarie allo svolgimento dei loro compiti e all'adempimento dei loro obblighi in condizioni uguali a quelle di cui beneficiano gli istituti pubblici corrispondenti, senza discriminazione nei confronti dei gestori, dei genitori, degli alunni e del personale». Ebbene, in Italia - a differenza degli altri Paesi europei - il principio-diritto della libertà di scelta della scuola è sistematicamente ignorato: la scuola libera è solo libera di morire. Con grave danno della stessa scuola statale, e ciò per la semplice ragione - sono, queste, parole di Gaetano Salvemini - che «la scuola pubblica non avrebbe molto da guadagnare dalla scomparsa della scuola privata», giacché questa «può rappresentare sempre un pungiglione ai fianchi della scuola pubblica, e obbligarla a perfezionarsi, senza tregua, se non vuole essere vinta e sopraffatta». Eliminare l'introduzione di linee di competizione nel nostro sistema formativo significa illudersi di poter fare a meno di quella grande macchina di scoperta del nuovo da cui poi poter scegliere il meglio. E, infine, ma prima di ogni altra considerazione, un ineludibile interrogativo: uno Stato nel quale un cittadino deve pagare per conquistarsi un pezzo di libertà è ancora uno Stato di diritto? Da qui l'urgenza di sottoporre all'attenzione dei politici - e in special modo dei nostri governanti, degli insegnanti e delle famiglie argomenti relativi alle ragioni della libertà di scuola e a concrete e ragionate proposte per realizzarla.
Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato
Anna Monia Alfieri, Marco Grumo, M. Chiara Parola
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2015
pagine: XVIII-215
In Italia, a quindici anni dalla legge n. 62/2000, che ha definito il Servizio Nazionale di Istruzione costituito dalla scuola pubblica statale e paritaria, la famiglia non ha ancora il pieno esercizio della libertà di scelta in un reale pluralismo educativo. Per fare un passo avanti decisivo, di civiltà e di diritto, si propone di introdurre il criterio del costo standard per allievo nell'unico Sistema Nazionale di Istruzione, nel quale vivano, collaborino e competano, sulla frontiera della "qualità educante", scuole statali e scuole paritarie, entrambe riconosciute come istituzioni pubbliche al servizio della persona. Il risultato finale? Lo Stato spenderebbe molto meno, come il presente saggio dimostra: evidenza forse persuasiva, in ordine alle ragioni dell'economia che si coniugano con quelle del diritto, come previsto dalla Costituzione Italiana, per una democrazia pienamente realizzata
La buona scuola pubblica per tutti. Statale e paritaria
M. Chiara Parola, Miranda Moltedo, Anna Monia Alfieri
Libro
editore: Edizioni Giuseppe Laterza
anno edizione: 2011
pagine: 248
Polis. Per la libertà sociale e politica
Libro: Libro in brossura
editore: Flamingo Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 350
Nessuno può definirci. A futura memoria (Il tempo del coraggio). Analisi e riflessioni giuridiche sul Ddl Zan
Angelo Lucarella, Anna Monia Alfieri
Libro: Copertina morbida
editore: Aracne (Genzano di Roma)
anno edizione: 2021
pagine: 152
Il Ddl Zan, titolato Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere e sulla disabilità, è stato approvato alla Camera dei Deputati e trasmesso al Senato della Repubblica il 5 novembre 2020 affinché vi iniziasse il relativo iter di disamina. La narrazione politico-giuridica della legislatura XVIII ha registrato il tema come uno dei più incandescenti e delicati all'interno del dibattito pubblico nazionale. Suor Anna Monia Alfieri e Angelo Lucarella hanno cercato (e cercano tuttora) di offrire punti di vista giuridici per poter aiutare i cittadini a riflettere partendo da domande fondamentali. Cosa porta il normatore italiano a volere definire per legge alcuni aspetti della sfera più intima della persona come l'orientamento sessuale, affettivo, ecc.? Con quali confini potrebbe fare i conti la libertà di espressione (ben tenuto conto della genetica inviolabilità giuridico-costituzionale di essa), laddove dovesse essere approvato il disegno di legge ed entrare, successivamente, in vigore? Cambierà il ruolo educativo che lega la scuola alle famiglie? È con questa raccolta di analisi ed interventi sul tema che i due autori, grazie anche ad un approfondimento finale inedito, offrono spunti di riflessione con un unico fil rouge: la Costituzione a cui occorre rifarsi. Sempre. Senza dimenticare l'elemento essenziale da cui partire: nessuno può definirci. Prefazione di Carlo Nordio.