Libri di Paolo Godani
Melanconia e fine del mondo
Paolo Godani
Libro: Libro in brossura
editore: Gramma Feltrinelli
anno edizione: 2025
pagine: 224
Non vi è forse epoca senza melanconia, senza una profonda tristezza individuale, senza un tormento interiore, un dolore dell’anima. Vi è, però, un’epoca in cui la melanconia cessa di essere un semplice sentimento individuale e diventa il tratto fondamentale della vita: la modernità. È solo nel mondo moderno, infatti, che la melanconia si accompagna a una radicale perdita del senso del mondo. Perché questo esito? Perché nell’epoca del desiderio, della prassi, della tecnica, della produzione generalizzata si assiste a una diffusione epidemica della melanconia? Perché, a partire dagli ultimi due secoli e, in modo particolare, nel XX, la melanconia cessa di essere un fenomeno di natura “personale” e diventa un evento sociale, culturale, storico e persino metafisico? Queste sono le domande da cui muove "Melanconia e fine del mondo", un libro in cui Paolo Godani conduce i lettori in un vertiginoso viaggio alla ricerca di concetti fondamentali quali il corpo, la finitudine, il vivente. La modernità è l’epoca in cui ogni essere viene concepito come un’entità vivente, finita, effimera, assediata senza sosta dal pericolo della dissoluzione e della morte, in perenne lotta contro le altre entità per la sopravvivenza. La “vita” per una simile entità sostituisce gli antichi concetti di “essere” e “natura”. L’esistenza che, nel mondo premoderno, veniva pensata come appartenente all’eternità del cosmo, viene isolata dal tutto e chiusa nella sua finitudine, nella sua corporea mortalità. Di qui il sentimento tipicamente moderno della melanconia, dettato dalla convinzione che ognuno di noi viva sostanzialmente all’interno di sé, separato dal tutto, determinato da tendenze o pulsioni che definiscono la nostra unicità e che la espongono costantemente alla percezione di un mondo privo di senso.
Il corpo e il cosmo. Per un'archeologia della persona
Paolo Godani
Libro: Copertina morbida
editore: Neri Pozza
anno edizione: 2021
pagine: 208
"Il corpo e il cosmo" è, come spiega il sottotitolo, una archeologia della nozione di persona. Si inserisce dunque, per metodo e stile, nelle ricerche storiche inaugurate da Michel Foucault. È un testo che illustra come la nostra idea di individualità personale si sia costruita storicamente, nel conflitto con una visione del mondo metafisica che non la prevedeva: la persona, così come la intendiamo oggi, è l'effetto di una perdita delle nostre relazioni con il mondo, l'effetto di un progressivo ripiegamento del cosmo nell'interiorità del corpo. Il libro si divide in due parti. Nella prima, dedicata soprattutto all'epoca tardo-antica, nella quale nasce e viene a imporsi la cultura cristiana, si mostra che la valorizzazione della personalità individuale implica, come sua condizione di possibilità, un privilegio conferito al corpo umano in quanto corpo carnale. Allontanandosi dalle ricostruzioni che, sulla scia di Nietzsche, stigmatizzano la mortificazione cristiana della carne, il testo dà prova del fatto che la vera novità portata dal cristianesimo consiste invece in una esaltazione senza precedenti della nostra corporeità. La seconda parte del testo, che focalizza l'attenzione sull'età moderna, rileva sino a che punto la «persona» sia legata all'emergere della «vita», come nome che sostituisce quelli metafisici di «essere» e di «natura», ovvero come dispositivo che ripiega l'infinità dell'essere e della natura nell'interiorità finita del vivente. Da qui anche la convinzione tipicamente moderna che ognuno di noi viva sostanzialmente all'interno di sé, isolato dal tutto, determinato da tendenze o pulsioni che definiscono la nostra unicità. Come ogni lavoro archeologico, anche questo si propone di ricostruire la genesi della persona solo per tentare di aprire uno spazio per pensare altrimenti. «L'ipotesi che guida questo lavoro è semplice: la nostra esperienza del mondo e di noi stessi non ha potuto iniziare a declinarsi in termini personali, se non a partire dal momento in cui è venuta meno una certa attitudine metafisica. La nascita della persona e la "fine della metafisica" sono intimamente legate...».
Tratti. Perché gli individui non esistono
Paolo Godani
Libro: Libro in brossura
editore: Ponte alle Grazie
anno edizione: 2020
pagine: 256
La società moderna si sostiene sulla convinzione che gli individui costituiscano la realtà fondamentale del mondo. Gli individui portano il valore, l'invenzione, l'amore, la ricchezza, sono i mattoni inscindibili dei legami sociali ed economici. Paolo Godani affronta il tema di petto in questo breve trattato. Gli «individui», di fatto, non esistono, questa la tesi dell'autore. Non nel senso che siamo «illusioni» o siamo «falsi»: non c'è nulla di più reale di un corpo. Ma non siamo quelle entità uniche che crediamo di essere. Siamo una costellazione di tratti, ovvero di qualità allo stesso tempo singolari e comuni. I nostri costituenti essenziali, quelli che ci definiscono, non sono quelli che ci distinguono ma quelli che condividiamo con altri. Questa tesi viene esposta in "Tratti" con il sostegno di esempi scientifici, filosofici, letterari e personali, e illumina il lettore su aspetti fondamentali della nostra esperienza: i rapporti sociali, il tempo, la morte.
Sul piacere che manca. Etica del desiderio e spirito del capitalismo
Paolo Godani
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2019
pagine: 160
Questo libro nasce dalla sensazione che noi, abitanti non pacificati delle società contemporanee, manchiamo di qualcosa di fondamentale: il piacere. Di un piacere che non ha niente a che fare con l'estasi sfrenata o con certe tristi feste dei nostri tempi, e molto invece con la fruizione gioiosa dell'esistenza. Questo piacere (di cui si dirà cercando di far risuonare le parole antiche del suo maestro, Epicuro) ci manca perché siamo assoggettati, forse come mai prima d'ora, a una macchina produttiva che fa del desiderio, dell'ambizione, dell'ansia di riconoscimento, il suo eterno motore. La distruzione di questa macchina sociale non avverrà certo in teoria, ma la teoria può contribuire a identificare almeno i dispositivi, al contempo psicologici e sociali, che ci tolgono la forza di resisterle. Il contributo che questo libro cerca di dare è duplice: si tratterà di formulare una critica del desiderio e del suo uso politico; e di mostrare in quali modi il piacere può risultare un antidoto potente contro l'asservimento del desiderio messo al lavoro.
Ti do la mia parola. Sette saggi sul tradimento
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2018
pagine: XXIII-189
Nella nostra cultura il tradimento ha sempre rappresentato un atto sacrilego, che non figura come la semplice rottura di un accordo, ma come "lo scioglimento di un legame di destino". Da Ariosto a Tasso, da Pietro Aretino alla letteratura e alla produzione cinematografica contemporanea, i saggi raccolti in questo volume esplorano le possibilità espressive del "tradimento", evidenziando come anche il rispetto della tradizione letteraria, dello stile e delle convenzioni di genere sembrino vacillare nel momento in cui il tradimento si compie. Introduzione di Paolo Godani.
La vita comune. Per una filosofia e una politica oltre l'individuo
Paolo Godani
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2016
pagine: 106
Si parlerà dei luoghi comuni del nostro tempo: della depressione, dell'ossessione che ci assedia e dell'isolamento che le accomuna; ma anche dei loro rovesci gioiosi, delle qualità, degli stili e degli affetti che costituiscono il bene delle nostre vite, e che l'esistenza ridotta dell'individuo tende a cancellare. Si parlerà di due modi di vivere l'amore, mostrando come talvolta persino questo sentimento vitale possa invischiarsi nella logica dell'isolamento. Infine, sarà questione di tempo, dell'attuale assenza di futuro, ma anche di quanto il presente, sacrificato sugli altari della speranza, possa venire avvelenato da quello stesso futuro; di come il passato non sia poi così passato e sussista come una dimensione del presente, e di come l'attualità piena di una vita non isolata possa forse costituire la condizione per una politica comune.
Deleuze
Paolo Godani
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2009
pagine: 201
"A chi chiede a che cosa serva la filosofia, bisogna rispondere aggressivamente perché la domanda è volutamente ironica e caustica. La filosofia serve a denunciare la bassezza del pensiero in tutte le sue forme, a trasformare il pensiero in qualcosa di aggressivo, attivo e affermativo, a formare uomini liberi, che non confondano cioè i fini della cultura con gli interessi dello stato, della morale o della religione, a combattere il risentimento e la cattiva coscienza che hanno usurpato in noi il pensiero, a sconfiggere infine il negativo e il suo falso prestigio."
L'informale. Arte e politica
Paolo Godani
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2005
pagine: 184
Esiste un'affinità fondamentale tra opera d'arte e atto politico, che può venire intesa in modi addirittura opposti: come affinità nella costruzione di un tutto ben organizzato (la bella rappresentazione, il buon ordinamento statuale), oppure nell'affermazione di molteplicità non organiche. L'informale presenta una concettualità rigorosa e autonoma rispetto a quella della forma organica. In questo volume, a partire da un confronto con l'estetica, la riflessione politica e la filosofia del Novecento, si tenta una prima approssimazione teoretica al concetto di informale e se ne verifica la tenuta nei campi dell'arte e della politica.
Estasi e divenire: un'estetica delle vie di scampo
Paolo Godani
Libro
editore: Mimesis
anno edizione: 2002
pagine: 165
Il tramonto dell'essere. Heidegger e il pensiero della finitezza
Paolo Godani
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 1999
pagine: 152
Senza padri. Economia del desiderio e condizioni di libertà nel capitalismo contemporaneo
Paolo Godani
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2014
pagine: 163
Un nuovo ordine del discorso circola nelle analisi del presente: l'evaporazione della figura del "padre" e la dissoluzione di ideali regolativi sono alla base di un'economia del godimento che coincide con l'essenza del capitalismo contemporaneo. Questo ordine del discorso (incarnato da autori quali Recalcati, Badiou, Zizek) auspica un ritorno del "limite" che assume la forma di una fedeltà alla verità o a grandi valori. Nell'eccesso di stimoli, di desideri, di merci, questa retorica vede le condizioni di un'ipnosi collettiva che consegna gli individui a un perenne asservimento al godimento, dunque al capitalismo. Si tratta però di un approccio che nell'invito alla temperanza rovescia proprio quell'economia del desiderio che fu il motore della liberazione dal lavoro e dalla conservazione negli ultimi grandi movimenti del '900. L'anomalia è che l'auspicio di un ritorno all'ordine non viene da un pensiero reazionario, bensì da autori impegnati a ripensare le condizioni di libertà. Ma si tratta davvero dell'unica strada possibile? Non occorre, piuttosto, vedere nella dissoluzione dei limiti e dei legami, nel rischio di procedere alla deriva o sull'orlo di un abisso, proprio la condizione dell'emergere di nuove soggettività? Assecondare quella stessa dissoluzione che tracci il cammino di un superamento delle individualità e configuri nuove comunità di uguali?