Libri di Alberto Mingardi
Meglio poter scegliere. I referendum del 1995 e la battaglia per la televisione commerciale
Alberto Mingardi
Libro: Libro rilegato
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 420
L'11 giugno 1995 gli italiani furono chiamati a votare per dodici referendum. Tre riguardavano la televisione commerciale, uno di questi mirava a ridurre la pubblicità durante i film, limitandola all'intervallo fra il primo e il secondo tempo. Il responso delle urne fu clamoroso. Gli elettori interpretarono il referendum come una questione di libertà e bocciarono a larga maggioranza i quesiti, difendendo la televisione che avevano contro le vaghe promesse circa quella che avrebbero potuto avere, e rivendicando il proprio diritto a scegliere quali e quanti canali guardare. L'esito referendario fu cruciale per il prosieguo della carriera politica di Silvio Berlusconi e incise anche sulla retorica e sulle proposte del centrosinistra, che l'anno successivo avrebbe vinto le elezioni. E allora perché ci siamo dimenticati di quel referendum? Alberto Mingardi ricostruisce il dibattito di quei mesi sui pericoli della concentrazione del potere mediatico e sui timori relativi all'impatto culturale di questo medium e alla sua capacità di condizionamento dell'opinione pubblica. La crisi del vecchio sistema politico, infatti, fu anche quella del suo apparato mediatico: l'«unica rivoluzione liberale che c'è stata» in Italia è stata proprio la tv privata, emersa nonostante l'ostilità della politica e il peso del monopolio pubblico. Polarizzazione politica, riduzione del teatro democratico al contesto domestico, semplificazione e banalizzazione dei messaggi: le accuse rivolte per anni alla televisione sono in realtà accuse ricorrenti verso ogni nuova tecnologia della comunicazione. Mingardi disseziona il paternalismo mediatico di ieri, pensando anche al mondo dei social media di oggi. «La televisione» scrive «fece esplodere le ipocrisie di un sistema. Chissà che questo non sia accaduto, non stia accadendo, con la complicità di altri modi d'intrattenersi e d'informarsi.»
La verità, vi prego, sul neoliberismo. Il poco che c'è, il tanto che manca
Alberto Mingardi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 400
In un mondo in cui ogni giorno si alzano nuovi muri e lo scontro politico si fa sempre più acceso, un nemico comune unisce destra e sinistra, populisti e democratici, reazionari e progressisti. Che siano le aziende a delocalizzare, l’«immigrazione selvaggia», la precarietà del lavoro o il diffondersi del virus Ebola, il libero mercato, il capitalismo o, nella sua definizione più abusata, il «neoliberismo» è il capro espiatorio perfetto per tempi confusi, l’elefante nella stanza che tutti, quando ce n’è bisogno, additano. A livello sia mediatico sia politico, il pregiudizio verso questo presunto ordine mondiale dipinge una realtà governata in segreto da una Spectre di economisti responsabile della distruzione di ogni garanzia sociale e di aver arricchito una ristretta cerchia di speculatori senza scrupoli, a scapito del novantanove percento del mondo. La soluzione per ovviare a queste tragedie sarebbe sempre la stessa: più leggi, più controlli, e quindi più Stato. Per sfatare la presunzione di chi pretende di saperne di più di milioni di persone che ogni giorno comprano e vendono beni e servizi, Alberto Mingardi ridimensiona il mito del mercato pervasivo e tirannico, e ripercorrendone la sua vera storia mostra come in realtà, nell’ultimo decennio, di politiche neoliberiste ce ne siano state meno di quanto si crede. Il che è paradossalmente un problema: è a quel poco di neoliberismo, infatti, che dobbiamo crescita e prosperità.
La verità su Tolkien. Perché non era fascista e neanche ambientalista
Alberto Mingardi, Carlo Stagnaro
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Liberal
anno edizione: 2004
pagine: 172
La spesa sanitaria italiana. Quel che si vede, quel che non si vede
Alberto Mingardi, Gabriele Pelissero, Lucia Quaglino
Libro: Copertina morbida
editore: IBL Libri
anno edizione: 2013
La spesa sanitaria italiana, in proporzione al Pil, non è sensibilmente superiore alla media dei Paesi dell'Unione Europea. Ciò non significa che la spesa per la sanità sia quella "corretta" in termini assoluti, né che l'impiego delle risorse sia il più efficiente: da una parte, infatti, sono previsti dei futuri aumenti che potrebbero renderla insostenibile nel lungo periodo, dall'altra ci sono ancora dei problemi strutturali che suggeriscono la necessità di nuovi interventi, non limitabili a soli "aggiustamenti" di rotta in termini di finanza pubblica. In questa analisi emerge allora che, per ottenere una sostenibilità del nostro sistema sanitario nel lungo periodo, è importante costruire un percorso di riforma che miri non tanto al contenimento della spesa sanitaria di per sé, ma a una sua migliore modulazione. Ciò non può che avvenire mettendo il servizio sanitario nazionale nelle condizioni di guadagnare in efficienza senza perdere in qualità, ricercando una maggiore flessibilità nell'ordinare i fattori della produzione del servizio-sanità.
Thomas Hodgskin, discepolo anarchico di Adam Smith
Alberto Mingardi
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2016
pagine: 267
Thomas Hodgskin fu una figura anomala e avventurosa, nell'ambiente culturale britannico. "Consegnato" dal padre alla Royal Navy all'età di dodici anni, combatté nelle guerre napoleoniche. Rientrato nella vita civile, scrisse un potente attacco alla disciplina in uso sulle navi della Marina e alla pratica della coscrizione di mare (impressment). Quel lavoro lo segnalò ai maggiori intellettuali dell'epoca. Sostanzialmente autodidatta, Hodgskin divenne giornalista e cronista parlamentare. Fu per breve tempo assistente di Jeremy Bentham, viaggiò per l'Europa, seguì a Parigi le lezioni di economia di Jean-Baptiste Say e prese moglie in Germania. Collaborò con la stampa radicale e liberale, fu fra i fondatori del Mechanics' Institute di Londra (una istituzione votata a perseguire l'educazione della classe operaia), e divenne infine uno dei primi redattori dell'"Economist". Il saggio più noto di Hodgskin, "Labour Defended Against the Claims of Capital", ne fece un punto di riferimento per il nascente movimento operaio. Per Sydney e Beatrice Webb, i fondatori della Fabian Society e della London School of Economics, Karl Marx era nientemeno che il suo "illustre discepolo". Hodgskin tuttora è considerato dai più un "socialista ricardiano". Questo libro cerca invece di riscoprire Hodgskin come esponente di primo piano della tradizione del pensiero liberale classico e della nascente economia politica. Guardava al mondo nuovo creato dalla Rivoluzione industriale con ottimismo e comprese come esso avrebbe migliorato le condizioni di vita dei lavoratori, anziché peggiorarle. Più che anticipare Marx, seguì Adam Smith e cercò di trarre tutte le implicazioni dal suo pensiero.
Povertà
Leonardo Becchetti, Maurizio Franzini, Alberto Mingardi, Chiara Saraceno, Vittorio Pelligra
Libro: Copertina morbida
editore: Città Nuova
anno edizione: 2016
pagine: 114
Rapporti e statistiche ufficiali confermano la progressiva concentrazione della ricchezza nelle mani dell'1% della popolazione mondiale. In Italia, le persone che vivono in condizione di povertà assoluta sono oltre 4,5 milioni. Una lettura per comprendere la radice delle diseguaglianze, causa ed effetto di una crisi, non solo economica, che rischia di travolgere la democrazia.
L'intelligenza del denaro. Perché il mercato ha ragione anche quando ha torto
Alberto Mingardi
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 336
Lo strapotere dell'economia di mercato - sostiene Alberto Mingardi - è solo apparente. In realtà nelle nostre vite c'è ancora troppo Stato e troppo poca concorrenza. La crisi di questi anni testimonia proprio l'inevitabile epilogo di una storia fatta di dirigismo e continui interventi che turbano quell'infinita ragnatela di liberi scambi fra persone che è il mercato. Questo libro giunge a smentire i pregiudizi e a rompere gli indugi presentandoci il mercato come non l'abbiamo mai visto: l'esito, ovviamente sempre imperfetto, della libera interazione di milioni di individui, la sorgente ultima di ogni innovazione, l'unica palestra possibile per la libertà degli esseri umani. In quest'ottica se ne descrivono i protagonisti, ciascuno con le proprie peculiarità, si evidenziano gli errori concettuali e i pericoli di regolamentazioni asfissianti. Ostacolare o limitare la libertà del mercato significa togliere alle persone la possibilità di manifestare la loro libertà di farsi scegliere e ha un costo implicito: sono i prodotti e i servizi che non potremo sperimentare, che a nostra volta non ci sarà dato di poter scegliere. Lasciare spazio all'imprevisto, invece, rende. Per questo - dice Mingardi - "varrebbe la pena di rinunciare alle spiegazioni semplificanti, al divorante bisogno di un ordine sovrimposto che abbia il pregio di risultarci immediatamente chiaro sulla carta. La chiarezza del progetto non garantisce la bellezza dell'esito".
Democrazia: il dio che ha fallito
Hans-Hermann Hoppe
Libro: Libro in brossura
editore: Liberilibri
anno edizione: 2024
pagine: 488
Nel corso della storia politica ci si è spesso posti una domanda: qual è il sistema di governo migliore? Ma prima ancora bisognerebbe chiedersi: è giusto essere governati? E se così fosse, a quale prezzo? La democrazia, scrive Hoppe, è diventata un dio sul cui laico altare possono essere sacrificate tutte le libertà. La gabbia mentale e sociale prodotta dall'ideologia democratica non lascia spazio a visioni alternative. La tutela dei diritti e delle libertà individuali non fa parte del patrimonio democratico, ma risale alla tradizione politica medievale del rapporto contrattuale tra governanti e governati. L'idea delle carte dei diritti e delle costituzioni, intese come sistemi di limitazione dei poteri del monarca, proviene quindi da un altro retaggio. Attraverso una puntuale rassegna di deficienze, assurdità ed errori delle politiche socialdemocratiche, l'autore demolisce la fede del pensiero liberale classico nella possibilità di un governo limitato, e disegna una convergenza fra conservatorismo e libertarismo come naturali alleati per un obiettivo comune: la frantumazione degli Stati nazionali. Traguardo che potrà raggiungersi con un processo di secessioni a catena verso una moltitudine di regioni e città-Stato disseminate nel continente europeo e americano.
Quale Europa? Una polemica liberale
Tito Tettamanti
Libro: Libro in brossura
editore: IBL Libri
anno edizione: 2020
pagine: 340
Il processo di unificazione europea è una speranza o una minaccia per le libertà individuali e, soprattutto, per la libertà economica? Nella vita di ognuno di noi, l'Europa è un mercato unico nel quale scambiare beni e servizi o un potere intrusivo che arriva a regolamentare i campi più disparati di attività? Pensatori e osservatori di ispirazione liberale hanno dato, nel tempo, risposte molto diverse a questi interrogativi, che non perdono d'attualità con l'evoluzione del progetto europeo. Tito Tettamanti da anni conduce una battaglia fortemente critica nei confronti degli aspetti più distorsivi del progetto europeo e sulle ambizioni neo-centralistiche di Bruxelles. Una battaglia che in primo luogo riguarda il rapporto fra Confederazione elvetica e Unione europea, ma che chiama anche in causa scelte politiche e valori fondamentali. Questo volume presenta una selezione dei suoi scritti sul tema e alcune reazioni di protagonisti della vita economica e della discussione pubblica, che testimoniano un'esigenza di confronto, sia nell'adesione che nella critica, con le tesi di Tettamanti.
Contro la tribù. Hayek, la giustizia sociale e i sentieri di montagna
Alberto Mingardi
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 368
Tra tutti i sistemi politico-economici, il liberalismo è quello che più volte nella sua storia ha subito sconfitte epocali e rinascite inaspettate. Già «orfana» dell'Ottocento, secolo del trionfo della cultura e delle abolizioni di antichi privilegi, con l'affermarsi dei totalitarismi e di ambiziosi progetti di ingegneria sociale, l'idea di una rigida limitazione dei compiti e degli strumenti della politica apparve del tutto anacronistica, così come l'ambizione di fondare la pace fra nazioni attraverso il libero scambio di merci e persone. In questo contesto l'economista austriaco Friedrich von Hayek (1899-1992) fu tra i primi a comprendere la necessità di rifondare una teoria politica in cui non solo il mercato, ma anche il diritto e il suo linguaggio fossero considerati istituzioni in continua evoluzione, regolate dall'incontro fra domanda e offerta e non da governi o intellettuali. Dal trasferimento in Inghilterra durante la seconda guerra mondiale al premio Nobel, in questo ritratto a tutto tondo Alberto Mingardi prende spunto dalla biografia dell'autore della "Via della schiavitù" per raccontare il percorso del pensiero liberale dal secondo dopoguerra a oggi, in cui il riaffacciarsi di nuove forme di nazionalismo sembra mettere a repentaglio ancora una volta un modello di società aperto e plurale.
La società chiusa in casa. La libertà dei moderni dopo la pandemia
Alberto Mingardi, Gilberto Corbellini
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2021
pagine: 336
Ogni evento è unico, ma la pandemia che ha stravolto il mondo in questi due anni non è così diversa dalle epidemie che l'hanno preceduta. A essere diverse sono le società umane: mai così progredite. La paura sembra però aver annichilito la nostra razionalità. Davanti al virus ci siamo comportati come i nostri antenati, che non avevano a disposizione le conoscenze scientifiche e la tecnologia del terzo millennio. Abbiamo sostenuto decisioni disastrose, quali le chiusure scolastiche, e ci siamo affidati a riti apotropaici di massa, come la prima vaccinazione in tv. Perché è potuto succedere? È forse l'ennesima conseguenza del tentativo di rimuovere l'incertezza facendo ricorso a spiegazioni semplici e finalistiche? Andando controcorrente, a partire dalla teoria dell'evoluzione e dalla difesa dei valori liberali, gli autori si interrogano sulla centralità nella nostra storia del rapporto fra comunità umane e micro-parassiti. Per avere società aperte, è stato necessario che i rapporti sociali non fossero messi in crisi dalla paura del contagio: progresso scientifico, avanzamenti della medicina e idee liberali sono andati di pari passo. Almeno fino a oggi. Ponendoci di fronte alle domande fondamentali sul mondo che intendiamo costruire, Corbellini e Mingardi provano a salvare quanto è rimasto della responsabilità individuale in un clima di ubriacatura per un ritorno a un'idea antica o collettivista di libertà: quella in vigore ai tempi in cui le società non sapevano e non potevano nulla contro epidemie e pandemie. E davano la caccia ai capri espiatori.
Dalla Polis allo Stato. Introduzione alla storia del pensiero politico
Luigi Marco Bassani, Alberto Mingardi
Libro: Libro in brossura
editore: Giappichelli
anno edizione: 2022
pagine: 424
Perché studiare la Storia delle dottrine politiche? Il motivo è semplice: non esiste alcun cambiamento politico nella storia umana che non abbia avuto riflessi nel campo del pensiero. In questo manuale vengono esaminate e illustrate quelle idee che sono diventate "pensiero politico", ossia teorie sistematiche sulla convivenza umana. Se chiunque può avere idee politiche, sono pochi gli autentici pensatori che hanno saputo aprire nuove strade e fondare tradizioni. Comprendere che le idee non nascono mai dal nulla, essere in grado di collocarle nel tempo e nelle tradizioni da cui provengono, dovrebbe essere fondamentale anche per accostarsi al dibattito pubblico. La conoscenza della Storia delle dottrine politiche non sarà forse condizione sufficiente per saper leggere criticamente la realtà politica: ma ne è certamente condizione necessaria.