Libri di Beatrice Alfonzetti
Trilogia del teatro nel teatro
Luigi Pirandello
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori
anno edizione: 2025
pagine: 312
Con "Sei personaggi in cerca d'autore", "Ciascuno a suo modo" e "Questa sera si recita a soggetto", nel giro di un decennio Luigi Pirandello rivoluzionò il teatro mondiale. Consapevole di ciò, volle riunire i tre lavori ad aprire l'edizione integrale dell'opera drammatica (Maschere nude I, 1933). Ognuno - scrive - «rappresenta personaggi, casi e passioni che gli son proprii e che non han nulla perciò da vedere con quelli dell'altro; ma tutti e tre uniti, quantunque diversissimi, formano come una trilogia del teatro nel teatro, non solo perché hanno espressamente azione sul palcoscenico e nella sala, in un palco o nei corridoi o nel ridotto d'un teatro, ma anche perché di tutto il complesso degli elementi d'un teatro, personaggi e attori, autore e direttore-capocomico o regista, critici drammatici e spettatori alieni o interessati, rappresentano ogni possibile conflitto». Esito di un processo avviato dal successo internazionale dei Sei personaggi e completato dall'esperienza del Teatro d'Arte e dalla frequentazione con Marta Abba, la Trilogia mette in scena temi - essere e apparire, finzione e realtà, verità artistica e molteplicità del soggetto - all'ordine del giorno nella cultura europea tra le due guerre oltre che tipici di Pirandello, permettendogli di evidenziare una propria «visione scenica» a tutto tondo che va ben oltre la stesura del testo.
Teatralità di Pirandello. Personaggi, attori, pubblico
Annamaria Andreoli, Beatrice Alfonzetti
Libro
editore: Bulzoni
anno edizione: 2025
pagine: 288
Pirandello
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2024
pagine: 300
Tenendosi lontano dagli stereotipi del pirandellismo, grazie alla scoperta di documenti inediti e alle ricerche sollecitate dall'Edizione nazionale dell'Opera omnia dello scrittore, il volume fornisce un'immagine a tutto tondo di Pirandello: il poeta, il narratore, il drammaturgo, ma anche il capocomico e lo sceneggiatore della nascente arte cinematografica. Storici della letteratura, del teatro, del cinema e della lingua hanno accolto con entusiasmo la sfida di rinnovare il profilo e i contorni dell'opera pirandelliana, descrivendola, nella prima parte del testo, per scansioni cronologiche, e trattando, nella seconda, questioni rilevanti quali la politica, la lingua e i rapporti con il mondo editoriale, teatrale e cinematografico. Il libro si rivolge innanzi tutto ai giovani, per accompagnarli nella conoscenza dei capolavori narrativi e teatrali di Pirandello, instancabile difensore, sino alla fine, dell'autonomia dell'arte. Ma non trascura la curiosità di quanti vogliano approfondire aspetti meno noti dello scrittore agrigentino.
Felicità e letteratura a Venezia. Maffei, Conti, Goldoni
Beatrice Alfonzetti
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni dell'Orso
anno edizione: 2020
pagine: 232
'Nel Settecento Venezia è un formidabile laboratorio culturale, teatrale e politico. Da Padova e Verona Conti e Maffei si spostano, facendo la spola con Venezia, oltre che con le grandi capitali europee. A Venezia ci sono i teatri, gli stampatori, i salotti ed è in questi luoghi che i nostri protagonisti s’incontrano, si scambiano idee e libri, partecipano a feste in onore di capi di stato, altezze reali, corti, che soggiornano nella città lagunare. Accanto al mito della repubblica, Venezia è idealizzata come la città erede della romanità, come il luogo delle origini della nazione italica, celebrato con favole e versi cui partecipa anche Goldoni. La rete culturale qui ripercorsa si spinge, nei suoi intrecci, sino a Roma e Napoli e registra la forte presenza, fra altri, nel «Giornale dei letterati d’Italia», degli arcadi più influenti, come il custode Crescimbeni o il bolognese Martello, ma anche di Vico, Garofalo, Gravina e più di ogni altro del modenese Muratori. Fra conversazioni, salotti e teatri, si elaborano grandi progetti che riguardano i governi e dunque la pubblica felicità. Quest’ultima si dispiega nell’idea che la letteratura e soprattutto il teatro dovessero (...)'.
Drammaturgia della fine. Da Eschilo a Emma Dante
Beatrice Alfonzetti
Libro: Copertina morbida
editore: Bulzoni
anno edizione: 2018
pagine: 288
Settecento romano. Reti del classicismo arcadico
Libro
editore: Viella
anno edizione: 2017
pagine: 532
Questo libro – nato da una ricerca d’équipe composta da letterati, storici dell’architettura, dell’arte e della musica – propone per la prima volta di unificare sotto la categoria di Classicismo arcadico tutto ciò che si crea ed elabora a Roma dalla fondazione dell’Arcadia in avanti. Non valida, ad esempio, per Torino, questa estensione permette di superare le viete periodizzazioni come la divisone per secoli fra Sei e Settecento o fra il primo e il secondo Settecento; e ci consente finalmente di intravedere la continuità, tutta romana, fra l’idea del bello di Bellori, la ragione poetica di Gravina, il recupero del tragico di Alfieri e Monti, tutti attivi, dall’inizio alla fine del secolo, proprio a Roma, accanto a Mengs, Füssli, Winckelmann, David. Al centro l’Arcadia che, con le acclamazioni o iscrizioni di cardinali, principi, sovrani, letterati, artisti di passaggio o residenti a Roma, era riuscita nell’impresa di fondare una repubblica letteraria sovranazionale che guardava persino a Voltaire. Era all’avanguardia, allora, Roma nelle arti, nelle accademie, nelle biblioteche, nei teatri e nella letteratura sinora chiamata neoclassica.
Pirandello. L'impossibile finale
Beatrice Alfonzetti
Libro: Libro in brossura
editore: Marsilio
anno edizione: 2017
pagine: 128
Guardare al teatro di Pirandello, dalla prospettiva critica del finale, riserva davvero molte sorprese. L’invenzione dell’epilogo a fine Ottocento può rinviare così alla fin de siècle, mentre la mancata conclusione dei Sei personaggi in cerca d’autore a una drammaturgia circolare. Fra enigmi, parabole, sogni e misteri, molti suoi finali acquistano il significato di emblemi di un’epoca, come tutti i finali che si rispettino. Accanto a questo percorso, il libro rintraccia altri finali, impossibili o mancati, e quasi in un dialogo ideale con lo scrittore gli sussurra: è un vero peccato, signor Pirandello, che Lei ci abbia lasciati orfani di due finali veramente epocali, ma noi li abbiamo “scoperti” e posti accanto agli altri, l’epilogo, l’enigma, il finale circolare...
La fedeltà della ragione
Giulio Ferroni
Libro: Libro in brossura
editore: Liguori
anno edizione: 2014
pagine: XIV-265
In occasione dei settant'anni dell'autore, il volume raccoglie gli scritti che Giulio Ferroni nel corso della sua lunga carriera ha dedicato al teatro del Settecento. Vi si ritrova il lessico critico presente nelle sue corde e che lega gran parte dei suoi studi: la passione per una letteratura che esprime la tensione dell'intelligenza, che sperimenta tutte le contraddizioni della realtà e svela la dimensione illusoria di ogni tentativo di ridurre la complessità del mondo a schemi, regole, norme rigide; l'interesse per la componente ludica e per le possibilità combinatorie della dimensione scenica, in grado di rappresentare e di riflettere come in uno specchio rovesciato il gioco della vita e dei ruoli sociali; la fedeltà a un approccio storico che dialoga in modo problematico e dialettico con le grandi periodizzazioni, cogliendo anche gli scarti, i fenomeni marginali, spesso in contrasto con i sistemi culturali dominanti; il fascino per il fantastico, per il visionario collegato a un registro comico e ludico (all'origine del suo interesse per Ariosto), che nella librettistica del Settecento, anche di un certo Goldoni, ha spesso una sfumatura irriverente.
L'idea di nazione nel Settecento
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2013
pagine: 400
Il volume affronta il problema della nascita dei concetti di patria e nazione prima della formazione dello Stato unitario e, specificamente, nel Settecento: fu infatti nel secolo dei lumi e degli anti-lumi, che, all'interno di un gioco di dialettiche linguistiche e concettuali, affiorarono percezioni e sentimenti di appartenenza nuovi verso le collettività stanziate su uno stesso territorio, segnate dalle medesime origini e tradizioni, e, soprattutto, sottoposte a uno stesso governo e alle medesime leggi. Ritenendo le distinzioni tra "nazioni territoriali", come la Francia e l'Inghilterra, e "nazioni culturali", come la Germania e l'Italia, alla stregua di strumenti concettuali utili alla ricerca ma non per questo necessariamente dotati di validità ontologica, illustri studiosi hanno scelto di percorrere l'impervio terreno dell'indagine empirica, diretta, delle occorrenze di patria e nazione nei testi e nei linguaggi, noti e meno noti, del XVIII secolo, un'età ancora poco indagata da questa prospettiva eppure centrale per chiarire lo svolgersi di quelle dinamiche che, nell'Ottocento, avrebbero poi portato a più mature consapevolezze.
Teatro e tremuoto. Gli anni napoletani di Francesco Saverio Salfi (1784-1794)
Beatrice Alfonzetti
Libro: Libro in brossura
editore: Franco Angeli
anno edizione: 2013
pagine: 224
L'attenzione dell'autrice è rivolta soprattutto all'attività teatrale e intellettuale di Francesco Saverio Salfi durante gli anni che trascorse a Napoli, dopo aver abbandonato Cosenza per le accuse di essere un seguace di Voltaire. Catastrofi naturali e rivolgimenti politici sembrano accelerare il corso della storia, trasformando pochi anni in una svolta epocale. Spettatore del terremoto che scosse la Calabria nel 1783, Salfi rovesciava nel Saggio di fenomeni antropologici relativi al tremuoto ogni immagine rassicurante dell'uomo. Fra le varie proposte politiche e sociali, vi era quella di un teatro comico per il popolo, preda del fanatismo religioso e potenziale attore, se spinto dalla fame, di disordini e tumulti. A Napoli il teatro tragico ha però il sopravvento, dapprima in sostegno del trono, poi, parallelamente alla scelta rivoluzionaria e filofrancese, per rovesciarlo. Accusato di essere implicato nella congiura giacobina del 1794, Salfi fugge portandosi dietro varie cose, fra le quali l'esperienza della centralità del teatro nell'educazione dell'uomo e nei cambiamenti politici.
Dramma e storia. Da Trissino a Pellico
Beatrice Alfonzetti
Libro
editore: Edizioni di Storia e Letteratura
anno edizione: 2013
pagine: 292
Questo libro sostiene due tre tesi centrali. La prima: il dramma storico non è una conquista dell'Ottocento, perché la rinascita moderna della tragedia avviene nel segno della storia, come nell'antica Grecia o nel teatro elisabettiano. Episodi della storia romana o di quella medievale sono già drammatizzati nel Cinquecento, da Trissino e Rucellai, con funzione esemplare in vista dell'educazione del principe o delle repubbliche (così anche Tasso). Poi la tragedia è investita di compiti riformistici o rivoluzionari nel Settecento. Per questo recupera il passato della 'nazione' che può significare Firenze e i Medici come fa Alfieri non perché segua Machiavelli, da cui, in nome di una storia alternativa, si discosta. Considerata il corrispettivo della stessa nazione, da Foscolo a Mme de Staël a Pellico a Niccolini, la tragedia affianca l'attività clandestina con favole che parlano di patria, prigioni, rivolte. Per questo è sino al 1848 parte attiva del Risorgimento.