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Libri di G. Neri

Pietro Lingeri. Astrazione e costruzione-Abstraction and construction. Catalogo della mostra (Milano, 8 ottobre-21 novembre 2021)

Pietro Lingeri. Astrazione e costruzione-Abstraction and construction. Catalogo della mostra (Milano, 8 ottobre-21 novembre 2021)

Libro: Copertina morbida

editore: Electa

anno edizione: 2021

pagine: 240

Il volume accompagna la mostra "Pietro Lingeri. Astrazione e costruzione" (Triennale Milano, 8 ottobre - 21 novembre 2021), a cura di Gabriele Neri, con l'allestimento di Onsitestudio, sviluppata nell'ambito di un progetto di digitalizzazione e valorizzazione dei materiali dell'Archivio Pietro Lingeri e frutto di una collaborazione con l'Archivio stesso. Pietro Lingeri è una delle personalità più significative e autorevoli del razionalismo italiano che, insieme a Giuseppe Terragni, ha guidato la ricostruzione di Milano nel secondo dopoguerra. La sua opera è analizzata nel libro con scritti di architetti, storici e critici dell'architettura che promuovono una lettura rigorosa, stratificata e innovativa del suo lavoro, restituendo il contesto storico in cui era attivo, la sua poetica e ricerca, le collaborazioni artistiche e architettoniche così come l'influenza sul disegno urbano. Il volume è articolato secondo una scansione tematica che analizza molteplici aspetti della progettualità di Lingeri, come la capacità di accogliere e reinterpretare stimoli diversi, giungendo a risultati personali e in anticipo sui tempi, nonché l'attenzione e la curiosità verso l'universo dell'arredamento. Ampio spazio è poi dedicato alla produzione relativa al secondo dopoguerra, sottolineando l'idea di una continuità metodologica rispetto alla lezione del Movimento Moderno, nonché la ricorrenza della dimensione del cantiere e del ponteggio che hanno rappresentato per lui un modus operandi costante. Edizione bilingue italiano e inglese. Traduzione di Karen Tomatis per Scriptum, Roma.
34,00

Pace al serpente e al popolo dei topi

Pace al serpente e al popolo dei topi

Théodore Monod

Libro

editore: MC Editrice

anno edizione: 2002

pagine: 56

Appassionata difesa degli esseri viventi, animali in pericolo, piante, semi. Una preghiera per le meraviglie della natura, tanto modeste quanto insostituibili, e per una riconciliazione tra noi e loro.
17,50

Isabella Bordoni. Catalogo della mostra (Siena, 20 giugno-14 settembre 2003)
14,00

La misura italiana. Disegno e costruzione nell'architettura di Franco Purini
7,50

Ecuador. Diario di viaggio

Ecuador. Diario di viaggio

Henri Michaux

Libro: Libro in brossura

editore: Quodlibet

anno edizione: 2005

pagine: 151

"Un uomo che non sa viaggiare né tenere un diario ha composto il presente diario di viaggio. Ma, al momento di firmare, colto da improvviso spavento, si scaglia la prima pietra. Questa". L'uomo che non sa viaggiare ha poco meno di trent'anni quando decide di abbandonare le comodità e l'aria un po' viziata della sua famiglia medioborghese per intraprendere un lungo spossante viaggio attraverso le Ande, alla volta dell'Ecuador: si chiama Henri Michaux, è un giovane scrittore ancora sconosciuto e tale è destinato a restare per sua volontà, anche quando diventerà il celebre Michaux, uno dei maggiori scrittori francesi del Novecento.
14,00

Scritti di estetica

Scritti di estetica

Denis Diderot

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2016

pagine: 247

"È facile riconoscere un atteggiamento generale costante, nei diversi momenti della molteplice azione di rinnovamento intrapresa da Diderot: è l'esigenza profonda di conferire all'arte una nuova dignità, una serietà, un'autorevolezza maggiore, un più alto potenziale rivoluzionario. È tutto qui il senso della sua iniziazione, e poi della sua prolungata, ostinata applicazione ai problemi tecnici dell'espressione artistica (nella pittura, nella scultura, nella musica, nel teatro) e, insieme, della passione e dell'insistenza con cui non cessò di richiamarsi al contenuto, alla funzione e all'effetto morale dell'opera d'arte. Sarebbe un errore voler restringere alla sola pittura il significato di questa sua frase famosa: 'Due qualità sono essenziali all'artista, la morale e la prospettiva'. Non si tratta certo di una formula di tipo precettistico, ma di un affermazione di principio espressa. se si vuole. in modo sintetico e paradossale - sullo sforzo necessario per conquistare, e continuamente riconquistare, all'arte i suoi valori, il suo ruolo insostituibile nei progressi del consorzio umano." (dallo scritto di Guido Neri)
24,00

Il libro a venire

Il libro a venire

Maurice Blanchot

Libro: Copertina morbida

editore: Il Saggiatore

anno edizione: 2019

pagine: 285

Proust e Artaud, Musil e Hesse, Joubert e Rousseau: questi alcuni degli autori scandagliati nel "Libro a venire". Qui Maurice Blanchot affronta di petto le questioni primarie della scrittura: l'oscura esigenza di scrivere e la morte a cui è condannato ogni autore - quella cui si consegnò Blanchot stesso -; l'antica necessità di mettere l'infinito in una parola e la lotta contro il demone della vocazione; l'incontro con l'immaginario e lo scontro con le leggi segrete del racconto; la metamorfosi del tempo in spazio narrativo e l'insufficienza del linguaggio; il dolore della lettura e l'incomunicabilità della critica letteraria. Soprattutto affronta la domanda ineludibile: dove va la letteratura? Blanchot prova a immaginare la morte dell'ultimo scrittore, col quale sparirebbe il piccolo mistero della scrittura. Non è improbabile: l'era senza parola è già stata e sarà ancora realtà. Un'epoca in cui non solo non esisteranno nuove opere, ma sarà vieppiù impossibile rifugiarsi nelle antiche, perché i signori di quel tempo decreteranno il rogo della Biblioteca di Alessandria, di tutti i libri e di tutti i saperi. Allora l'arte sarà morta, e sorgerà una nuova dittatura. Oppure verrà il Libro: quello premeditato da Mallarmé nel 1866, che Blanchot descrive come un libro a più facce - una rivolta verso il Nulla, un'altra verso la Bellezza. Un libro senza autore, impersonale. Un libro assente, che poggia sul riconoscimento dell'irrealtà, che non sussiste davvero, non si può tenere in mano: un passato inconsumato e un avvenire impossibile. Un libro senza lettore. Raccolta di brevi saggi pubblicati a partire dal 1953 sulla Nouvelle Revue Franoise sotto il titolo «Recherches» e apparsi in volume nel 1959, "Il libro a venire" è fedele alla propria ispirazione originaria: mantenere aperta la ricerca in quel territorio in cui trovare è mostrare tracce e non inventare prove. Frutto dell'età aurea della letteratura, della critica e della filosofia francesi del Dopoguerra, è un'opera che sa nominare l'innominabile, dotata di una forza che supera passaggi di secolo, mutamenti sociali e tecnologici, declino delle arti. Il capolavoro di uno dei massimi teorici novecenteschi della letteratura, che non cessa di parlarci.
27,00

Trattato sul bello

Trattato sul bello

Denis Diderot

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2020

pagine: 85

L'eco delle concezioni estetiche di Denis Diderot (1713-1784) fu presso i contemporanei straordinaria. «Ieri mi è capitato sotto gli occhi Diderot,» scrive Schiller a Goethe «che davvero mi incanta e ha scosso profondamente il mio spirito. È come un lampo che illumina i segreti dell'arte, e le sue osservazioni riflettono così fedelmente ciò che l'arte ha di più alto e di più intimo da poter costituire un'indicazione non meno per il poeta che per il pittore». E Goethe risponde: «È davvero magnifico, più utile ancora al poeta che al pittore, anche se a quest'ultimo fornisce un lume possente». Le concezioni estetiche di Diderot trovano una prima compiuta espressione in una voce («Bello») che scrisse per l'«Encyclopédie», e che venne pubblicata a parte nel 1751 e più tardi nelle edizioni delle sue opere con il titolo di «Trattato sul bello». «È bello» afferma Diderot «tutto ciò che contiene in sé qualcosa che possa risvegliare nel mio intelletto l'idea di rapporti». Ma cosa intende Diderot per «rapporti»? Egli prende come esempio una celebre battuta tratta da una tragedia di Corneille. Ora, la «bellezza» di quella battuta dipende dai rapporti che la legano al contesto drammatico. Se il contesto fosse un altro, cambierebbe, insieme con il significato, anche la bellezza, la forza poetica di quella battuta. Il bello, non solo artistico, non è dunque intuizione repentina, frammentaria, non è immobile, indistinta contemplazione di una verità ideale, ma è movimento, progresso nella conoscenza della realtà attraverso i suoi nessi vitali. Un'esaltante passione di conoscenza, in cui il rigore del ragionamento scientifico sembra coniugarsi con la prepotente esigenza di adesione alla natura, e l'ansia profonda di conferire all'arte una nuova dignità, una serietà, un'autorevolezza più alte: ecco ciò che induce Diderot a portare con tanta penetrazione, con tanta passione il suo sguardo sul problema del bello.
13,00

Saggi sulla pittura

Saggi sulla pittura

Denis Diderot

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2021

pagine: 96

"L'eco della concezione estetica di Diderot fu ampia e vivace presso i contemporanei, e andò accrescendosi a mano a mano che venivano alla luce i molti scritti che egli aveva lasciato inediti o che erano stati diffusi solo in un ristretto circolo di amici. In Germania, uomini come Lessing, Goethe, Schiller ne rimasero profondamente impressionati. Schiller, a cui Goethe aveva prestato i «Saggi sulla pittura» (1765), gli scrisse: «Ieri mi è capitato sotto gli occhi Diderot, che davvero mi incanta e ha scosso profondamente il mio spirito. Si può dire che ciascuno dei suoi aforismi è come un lampo che illumina i segreti dell'arte; e le sue osservazioni riflettono così fedelmente ciò che l'arte ha di più alto e di più intimo, da poter valere allo stesso modo per tutti i suoi differenti aspetti e da costituire un'indicazione non meno per il poeta che per il pittore». E Goethe rispondeva: «È un'opera magnifica, più utile ancora al poeta che al pittore, anche se a quest'ultimo fornisce un lume possente». La vitalità della concezione estetica di Diderot si palesò in modo durevole e universale, quanto più si fece chiaro il ruolo ineliminabile da essa esercitato negli ulteriori sviluppi della produzione artistica. Non sarebbe possibile fare la storia del teatro moderno, del romanzo moderno, della critica d'arte senza porre in rilievo la battaglia innovatrice che Diderot condusse in questi campi, e le premesse teoriche che stanno alla base di quella battaglia". (Dalla nota di Guido Neri)
13,00

Brooklyn dreams-Sogni a Brooklyn. Ediz. italiana
15,00

Cronache maritali

Cronache maritali

Marcel Jouhandeau

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 1999

pagine: 190

Lui, Marcel, insegnava in un ginnasio dei gesuiti, tentando di coniugare una vocazione religiosa misticheggiante con l'avventura e una curiosità sessuale non propriamente ortodossa. Lei, Elise, era una ballerina di cabaret...Il loro matrimonio diventa un'ossessione, esistenziale e letteraria; e proprio perché è un'ossessione li lega in modo indissolubile. Per Jouhandeau, indagatore della psiche, la vita coniugale è follia, tormento; nascono così le "Cronache maritali", dramma e commedia, forse il più grande "j'accuse" contro il vincolo matrimoniale.
14,00

Saggi sulla pittura

Saggi sulla pittura

Denis Diderot

Libro: Copertina morbida

editore: Abscondita

anno edizione: 2004

pagine: 96

"L'eco della concezione estetica di Diderot fu ampia e vivace presso i contemporanei, e andò accrescendosi a mano a mano che venivano alla luce i molti scritti che egli aveva lasciato inediti o che erano stati diffusi solo in un ristretto circolo di amici. In Germania, uomini come Lessing, Goethe, Schiller ne rimasero profondamente impressionati. Ma l'entusiasmo manifestato da questi tre grandi uomini non fu dovuto a un'infatuazione o a ragioni contingenti. La vitalità della concezione estetica di Diderot si palesò in modo durevole e universale, quanto più si fece chiaro il ruolo ineliminabile da essa esercitato negli ulteriori sviluppo della produzione artistica." (Dalla nota di Guido Neri)
11,00

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