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66thand2nd: Vite inattese

Showboat, la vita di Kobe Bryant

Showboat, la vita di Kobe Bryant

Roland Lazenby

Libro: Libro in brossura

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2017

pagine: 752

Quando il figlio di Tellybean Bryant arrivò nella Nba, a diciott'anni, molti pensavano che fosse ancora immaturo, se non addirittura un bluff: un ragazzino viziato che voleva scimmiottare Jordan e usurparne lo scettro. Per qualcuno invece era l'erede designato. Nei playoff, nel momento più atteso, quel ragazzino scagliò quattro tiri maldestri e trascinò i suoi Lakers nel baratro. Fu il primo esame dell'educazione cestistica di Kobe Bryant, e da allora le critiche non 10 avrebbero più abbandonato. Dicevano che tirava troppo, che non giocava per la squadra, che era un «corpo estraneo». Eppure Bryant ha saputo costruirsi una carriera stellare, giocando ventanni con la stessa maglia, segnando 81 punti in una sola partita, vincendo cinque anelli e due ori olimpici. E col tempo ha dimostrato di essere «l'agonista più compulsivo nella storia del basket», disposto a fare il vuoto attorno a sé pur di conquistare il trono della Nba. Con la consueta eleganza, intrecciando statistiche, cronache sportive e interviste, Roland Lazenby ci offre un nuovo ritratto in chiaroscuro di un campione unico, raccontandoci le prodezze sul campo e gli enigmi dell'uomo: i conflitti con i genitori, il rapporto con la moglie («la nuova Yoko»), le accuse di violenza sessuale. Senza mai dimenticare la saga dei Lakers e le lotte per il potere tra Bryant e Shaquille O'Neal, che chiamava il rivale «Showboat» per irridere le sue smanie di protagonismo. Kobe preferiva «Black Mamba», come il rettile feroce di Kill Bill.
25,00

Vinca il peggiore. La più bella partita di basket della mia vita

Vinca il peggiore. La più bella partita di basket della mia vita

Enrico Franceschini

Libro: Copertina morbida

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2017

pagine: 121

Londra, primavera 2015. Un italiano che fa l'allenatore di basket per hobby e per passione ha portato una squadra di adolescenti, tra cui suo figlio, alla finale del campionato allievi, dove giocheranno contro avversari più forti e più alti, in una parola imbattibili. Ma nell'attesa di scendere in campo il coach si ricorda di una partita vista in tv, al bancone di un bar di New -York, il primo aprile di trent'anni prima, in un momento confuso della propria vita e in una città imbiancata da una nevicata fuori stagione. Una partita passata alla storia: Georgetown-Villanova, finale della Ncaa, il campionato universitario americano. Una sfida tra un gruppo di atleti magnifici, campioni in carica, già destinati ai professionisti della Nba, e una compagine di improbabili sfidanti destinati alla sconfitta. Tutti sono sicuri che il risultato sia già scritto. Ma il coach di Villanova, Rollie Massimino, figlio di un ciabattino siciliano e filosofo dell'arte di arrangiarsi, ha un piano: sfruttare le debolezze dei propri giocatori per addormentare la gara, provando a dimostrare che qualche volta Davide può battere Golia. Riuscirà la missione impossibile della Cenerentola del parquet? Guardando la partita, quell'italiano appollaiato sullo sgabello del bar capirà il proprio destino? E la lezione del passato servirà a qualcosa, trent'anni più tardi? "Vinca il peggiore" e una dichiarazione d'amore alla pallacanestro, una sfida vissuta due volte, un sogno lungo quanto una notte di neve a New York.
16,00

Il corno di Orlando. Vita, morte e misteri di di Ottavio Bottecchia

Il corno di Orlando. Vita, morte e misteri di di Ottavio Bottecchia

Claudio Gregori

Libro: Libro in brossura

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2017

pagine: 352

Il Tour de France, al tempo dei pionieri, è un mondo rovesciato, abitato da un popolo di insonni che ama le brasserie e la strada. Si parte col favore della notte. I corridori, avventurieri, spacconi, bugiardi, sono fantasmi variopinti che avanzano nel buio, tra bagliori di fiaccole e fanali, prima di diventare cavalieri del sole, inzaccherati di fango, e affrontare le montagne inerpicandosi per ghiaioni e nevai. Proprio lì, nel più impervio e inatteso degli scenari, un veneto dal naso affilato, senza neanche una vittoria tra i professionisti, troverà l'habitat ideale. Il suo nome è Ottavio Bottecchia, e sui Pirenei costruirà la propria chanson de geste, come Orlando a Roncisvalle. I francesi lo chiameranno Botescià. Primo italiano a trionfare al Tour, primo atleta a vestire la maglia gialla dalla prima all'ultima tappa. Ma Bottecchia è soprattutto un mistero, sia come corridore, con quel palmarès sfolgorante e imperfetto, sia come uomo: eroe di guerra, ignorato e spiato dal regime, scomparso all'improvviso una mattina di giugno durante un allenamento solitario. Tante le ipotesi, mai confermate. Fu una caduta, un agguato politico, un delitto passionale, una storia di scommesse? A novant’anni dalla morte, demistificando le ricostruzioni più fantasiose, Claudio Gregori attinge a una mole di documenti senza precedenti per riscrivere la storia definitiva di uno dei più grandi campioni del pedale, un Cyrano sgraziato con gli occhiali da aviatore e il tubolare a tracolla, capace però di dominare il Tour più di Bartali e Coppi.
22,00

Hurricane. Il miracoloso viaggio di Rubin Carter

Hurricane. Il miracoloso viaggio di Rubin Carter

James S. Hirsch

Libro: Libro in brossura

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2017

pagine: 453

Il 17 giugno 1966, due uomini di colore irrompono nel Lafayette Grill di Paterson, New Jersey, e cominciano a sparare sui presenti crivellandoli di colpi. Tre bianchi, una donna e due uomini, rimangono uccisi. «Una scena da Far West» dirà uno dei primi testimoni. «Il delitto più spregevole» nella storia della città, tuona invece il sindaco di Paterson. Quella stessa notte, sulla base di indizi e testimonianze contraddittorie, vengono fermati John Artis e Rubin Carter, detto «Hurricane», pugile afroamericano di ventinove anni, cranio rasato, amante della bella vita e degli abiti eleganti, già inviso alla comunità bianca. Con il suo arresto ha inizio una delle battaglie legali più note e controverse degli Stati Uniti. L'opinione pubblica liberal si schiera a favore di Carter, scendono in campo celebrità come Muhammad Ali e Bob Dylan, che a Hurricane dedicherà l'omonima ballata. Ma sarà la sua perseveranza, insieme all'aiuto inatteso di una piccola comune canadese, a decidere le sorti di Carter. Frutto di un capillare lavoro di ricerca, Hurricane abbraccia quarant’anni di storia americana segnati da tensioni razziali e violenze, in cui si dipana la vicenda giudiziaria e infine il «risveglio» spirituale di Carter. Come ha scritto Uspenskij, allievo di Gurdjieff, ogni uomo vive in una prigione - costruita sulla sua ignoranza e le sue illusioni - da cui mai potrà evadere senza l'aiuto degli altri. La libertà, come la conoscenza di sé, sono possibili solo «a un cerchio interno dell'umanità».
23,00

Le roi. Gloria e onta di Michel Platini

Le roi. Gloria e onta di Michel Platini

Jean-Philippe Leclaire

Libro: Copertina morbida

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2017

pagine: 454

Il 12 novembre 1987, al sorteggio per le qualificazioni di Italia 90, salgono sul palco con Ornella Muti due attori nuovi, in apparenza mal assortiti: un trentaduenne con i «riccioli romantici di un eroe di Visconti» e un signore che sembra il «notaio di provincia di un telefilm tedesco». Sono Michel Platini e Sepp Blatter, la strana coppia che di lì a poco regnerà sul calcio mondiale. Fino al giorno in cui sarà tradita dalle rivalità e travolta dagli scandali, che impediranno al delfino di succedere al vecchio monarca sul trono della Fifa. Incrociando tra loro fatti accertati, ipotesi e interviste scomode, Leclaire ricostruisce tutta la storia di Michel «le Roi», l'artista dei calci piazzati convertito alla realpolitik, provando a districarne l'intreccio di genialità, ambizioni e reticenze.
25,00

L'uragano nero. Jonah Lomu, vita morte e mete di un All Black

L'uragano nero. Jonah Lomu, vita morte e mete di un All Black

Marco Pastonesi

Libro: Copertina morbida

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2016

pagine: 179

Se ogni sport è una rappresentazione della guerra, il rugby è una guerra di conquista, il cui obiettivo è penetrare nel cuore della terra nemica. È anche un gioco dove l'imprevedibilità è congenita, anarchico come i rimbalzi del pallone. E uno sport animalesco ma soprattutto umano, perché il centro dell'azione è il pallone e non l'uomo. Per praticarlo ci vuole la forza del pugile e la maestria dell'orologiaio. Del rugby gli Ali Blacks incarnano lo spirito, la leggenda, la perfezione delle trame d'attacco. Tra loro un giorno spunta un ragazzone di origini tongane, un gigante che corre sfiorando l'erba come una gazzella. Si chiama Jonah Lomu, un «carro armato, ma veloce come una Ferrari». Al mondo si rivela nella Coppa in Sudafrica nel 1995. In semifinale, contro l'Inghilterra. La casa madre contro gli dèi di Ovalia. L'attesa e spezzata da un fax spedito all'albergo dei neozelandesi: «Ricordatevi che il rugby è un gioco di squadra. Perciò, tutti e quattordici passate la palla a lonah Lomu». Sembra uno scherzo, ma è una profezia. Lomu dominerà la sfida, seminando un senso d'impotenza nel campo avversario. La sua apparizione però è come la scia di una cometa: il suo fisico portentoso sarà tradito da una sindrome nefrosica, che finirà per prendersi anche la sua vita. Lomu, cresciuto tra i delinquenti di Auckland, salvato dal rugby, resterà nella storia dello sport come Senna o Jim Thorpe, atleti maledetti. O come Coppi, di cui era l'antitesi. «Coppi era un cirro bianco nel cielo azzurro. Lomu un nembo scuro che annuncia l'uragano».
18,00

La squadra spezzata. La Grande Ungheria di Puskás e la rivoluzione del 1956

La squadra spezzata. La Grande Ungheria di Puskás e la rivoluzione del 1956

Luigi Bolognini

Libro: Libro in brossura

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2016

pagine: 160

Ha nove anni Gábor quando segue il padre allo stadio, a Budapest, anche se non c'è nessuna partita da vedere. Non ci sono nemmeno gli spalti, solo un prato sconnesso e imbiancato dalla calce, e un esercito di volontari che hanno risposto all'appello del Partito. Sono lì per posare le pietre del nuovo Népstadion, che ospiterà le evoluzioni di Puskás, Bozsik, Hidegkuti, Kocsis, Czibor e degli altri formidabili giocolieri dell'Aranycsapat, la nazionale magiara che umiliò due volte i maestri inglesi. La "squadra d'oro" che subì una sola sconfitta in cinquanta partite, peccato che fosse la più attesa: la finale della Coppa Rimet del 1954. Non ci sarà una seconda occasione, perché di lì a due anni la Rivoluzione ungherese, repressa dai carri armati sovietici, finirà per spezzare quella squadra di campioni senza eredi. In un libro che è "una serie di storie nella Storia", Bolognini riannoda i fili che legano le sorti della Grande Ungheria alle sanguinose giornate di Budapest, seguendole con gli occhi candidi di Gábor, che trepida davanti alla radio per "il sacco di Wembley" e poi scende in strada con il proprio popolo per la libertà. Sentendosi anche lui, per un momento, come Nemecsek della via Pál, "piccolo soldato avventuroso che sembrava aver rinnegato la causa e invece era stato il più fedele " di tutti. Forse Gábor avrà tradito il Partito, ma non i suoi sogni. "Vorrei dire che questo è un libro bello come un film," scrive Gianni Mura nella prefazione "ma sono troppo tifoso dei libri per dirlo".
17,00

Sei chiodi storti. Santiago, 1976, la Davis italiana

Sei chiodi storti. Santiago, 1976, la Davis italiana

Dario Cresto-Dina

Libro: Copertina morbida

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2016

pagine: 147

"Vincere è una breve felicità" e questa è la storia di un pugno di uomini che la conquistarono e se la videro svanire tra le mani. Quarant'anni dopo, tocca alla letteratura quel che la cronaca evitò: raccontare la finale di Davis del 1976 nella Santiago del regime di Pinochet, il trionfo oscurato della squadra italiana. Non c'erano telecamere Rai al seguito, pochi gli inviati dei giornali, i filmati cileni sono bruciati, restano appena 26 minuti e 42 secondi di pellicola tremolante. "Silencio, por favor" intima il giudice di sedia, poi Adriano Panatta va al servizio indossando una maglietta rosso-sfida e un destino inatteso, senza precedenti né seguiti, si compie: vincono. Dario Cresto-Dina ha ricercato quegli uomini e quell'atmosfera. Ci restituisce un'Italia come sempre divisa e sei personaggi che altrettanto furono e restano. Sei chiodi storti, come quelli che Panatta portava con sé per scaramanzia. Lui, il figlio del custode del circolo che batté tutti i maestri. Paolo Bertolucci, il gregario pigro come un panda. Corrado Barazzutti, cuore di ussaro. Tonino Zugarelli, il talento di riserva. Capitanati da Nicola Pietrangeli, che voleva la coppa per dimenticarla. Più il "padre paziente" Mario Belardinelli che profetizzò: "Tra dieci anni qualcuno si stupirà nel guardare la fotografia di questi quattro strani giocatori stretti a una grossa insalatiera d'argento".
17,00

Merckx, il figlio del tuono

Merckx, il figlio del tuono

Claudio Gregori

Libro: Copertina morbida

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2016

pagine: 570

Il 20 marzo 1966 un giovane belga si schiera al via della Milano-Sanremo. Ha vent'anni e non si è mai misurato con un tracciato cosi lungo. Al traguardo vincerà la prima classica del suo palmarès. Quel giorno, come con Coppi all'indomani della guerra, si apre per il ciclismo una nuova era. Fin da quella prima apparizione, Merckx ha mostrato di possedere, oltre al talento, il gusto dell'avventura e della prodezza inattesa. Al pari dei grandi del passato. Ma più di chiunque altro ha saputo interpretare la gara come "sfida totale", battaglia all'arma bianca. Ha imposto uno stile, "la corsa di testa", riportando il ciclismo alla sua vocazione originaria. Lo chiameranno l'Orco, il Coccodrillo, Attila, il Cannibale: temuto e invidiato, è stato "il più grande agonista" di uno sport arduo, a volte crudele. Per questo la sua storia - scritta sul pavé, nel fango, nella tormenta, segnata da cadute rovinose, nobilitata dai duelli con Gimondi, Ocaña, Fuente - merita un posto speciale nella "sconfinata biblioteca della bicicletta". Dall'esordio alla corte di Van Looy fino all'eclissi improvvisa, Claudio Gregori ricostruisce le imprese di Merckx come fosse un cavaliere impavido a caccia di tesori favolosi in una nuova chanson de geste.
23,00

George Best, l'immortale

George Best, l'immortale

Duncan Hamilton

Libro: Libro in brossura

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2015

pagine: 576

Lo chiamavano "il Quinto Beatle". Era affascinante, sfacciato, "bello come un attore di Hollywood", idolatrato dal pubblico femminile. Ma George Best era soprattutto sublime sul campo da calcio, con la sua grazia da ballerino e quei dribbling labirintici con cui stordiva i difensori e incantava i tifosi. Lanciandola con la punta del piede, era capace di infilarsi una monetina nel taschino della giacca. Una volta segnò due reti indossando uno scarpino solo. A ventidue anni, nel 1968, vinse il Pallone d'oro e realizzò un gol decisivo nella finale di Coppa dei Campioni, consegnando l'atteso trofeo nelle mani del leggendario allenatore Matt Busby, che intorno a lui aveva ricostruito il Manchester United dopo il disastro aereo di Monaco di Baviera. Quei trionfi segnarono però l'apice e l'inizio del declino di Best, dell'atleta come dell'uomo, risucchiato troppo presto nella spirale dell'alcolismo e di una spropositata celebrità. Basandosi su materiali d'archivio Hamilton ripercorre la parabola tragica del campione britannico, dall'infanzia nei sobborghi di Belfast alle imprese con la maglia dei Diavoli Rossi, fino alla sua prematura scomparsa, raccontandoci come un esile ragazzino irlandese sia riuscito a diventare, nel giro di poche folgoranti stagioni, il calciatore più forte del pianeta.
25,00

I cantaglorie. Una storia calda e ribalda della stampa sportiva

I cantaglorie. Una storia calda e ribalda della stampa sportiva

Gian Paolo Ormezzano

Libro: Copertina morbida

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2015

pagine: 184

Brera, Caminiti, Ciotti, Biscardi, Mura, Cannavo, Raro, Sconcerti, Fossati, Zavoli, De Zan. È la formazione di una delle tante possibili nazionali. Non di calcio, ma di chi il calcio e gli altri sport ha raccontato. Una generazione di giornalisti italiani unica al mondo. Privilegiati, perché hanno brillato di splendore riflesso, viaggiato più degli inviati di esteri, mangiato e bevuto come nessuno. Hanno però anche saputo meritarselo, inventando un modo di raccontare e, talvolta, anche quel che (non) c'era da raccontare. A "convocarli" è uno che li ha conosciuti bene, perché ha "giocato" con tutti: Gian Paolo Ormezzano. Ex nuotatore, granata per sempre, ma soprattutto, fino all'ultimo grammo, cronista di abbagliante purezza. Nel ritrarre i suoi colleghi è come nella vita: generoso, compassionevole, schietto. Non fa sconti, semmai qualche regalo. Ci svela le bubbole di Carosio, il lato umano di Mosca, l'incontenibile sfera d'influenza di Mina. Procede per aneddoti, ma anche per valutazioni. Si e ci diverte nel narrare un'epopea in cui i trionfi altrui resero eroi quelli che erano soltanto "cantaglorie". Si e ci commuove nel rendersi conto che sta scrivendo una Spoon River del giornalismo sportivo: molti già se ne sono andati, il mestiere sta morendo a colpi di tweet e lui, fiero, è uno degli ultimi, grandi sopravvissuti. Postfazione di Alberto Brambilla.
18,00

I circuiti celesti. Marco Simoncelli, la breve vita di un angelo centauro

I circuiti celesti. Marco Simoncelli, la breve vita di un angelo centauro

Emanuele Tonon

Libro: Copertina morbida

editore: 66thand2nd

anno edizione: 2013

pagine: 128

"Ci sono campioni che si imprimono nel cuore della gente con una forza che sovrasta ogni logica. Marco Simoncelli non ha vinto tanto, eppure, più di altri, incarna l'epica del motociclismo - l'ultima testimonianza dell'antica cavalleria e della giostra -, l'ultimo sport che esige un dominio severo dell'uomo sulla macchina. I campioni si riconoscono da come infiammano il pubblico, da come richiamano coloro che a certi sport si sentono estranei. Simoncelli era un angelo che combatteva battaglie antiche, fatte di sacrificio al servizio del talento. Se è vero che il modo migliore per scrivere una biografia è compromettersi, Tonon lo fa svelandosi, procedendo per folgorazioni, scrutando le profondità oltre il visibile. I circuiti celesti e infatti un dialogo, una confessione inattesa, un'elegia che attraversa la vita di Simoncelli senza giudicarla, facendone anzi lo specchio della propria. Ed ecco così Tonon operaio e novizio, Tonon scrittore del sublime fondersi a Simoncelli angelo e bambino, congiungersi alle sue braccia aperte, alla sua gioia in una doppia biografia emotiva che proietta il lettore in un firmamento di puri spiriti. La teologia della devozione."
15,00

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