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Letteratura teatrale

Lu Santo Jullàre Franzesco

Dario Fo

Libro: Libro in brossura

editore: Guanda

anno edizione: 2025

pagine: 144

Nel loro classico e inconfondibile intreccio di teatro, storia e provocazione, Dario Fo e Franca Rame raccontano in questo monologo un san Francesco lontano dalle immagini edulcorate della tradizione. Francesco è un uomo carismatico e multiforme, che ride e che canta. È un santo ribelle, che amava definirsi «jullàre al servizio di Dio», capace non solo di parlare al cuore del popolo con la forza del gesto, della parola, della risata, ma anche di trasmettere l'immagine di un Dio vicino e aperto al dialogo. Attraverso documenti dimenticati e riscoperti, cronache antiche, testi canonici del Trecento e leggende popolari, Fo dipinge un ritratto vivido di un Francesco umano e sovversivo, un poeta del sacro che sfida il potere e sceglie la povertà come forma estrema di libertà. Scritto con la potenza scenica e la tipica leggerezza del premio Nobel,Lu Santo Jullàre Franzesco è un inno al teatro che parla al presente, e che oggi torna in una nuova edizione in occasione dell'ottavo centenario della morte del santo.
18,00

Beata oscenità. Questa cosa chiamata amore

Massimo Sgorbani

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 80

Due inediti monologhi teatrali di uno dei drammaturghi più apprezzati degli ultimi decenni. Protagonista di “Beata oscenità” è Gioacchino Stajano, nipote del gerarca fascista Achille Starace, uno dei primi omosessuali dichiarati in Italia, scandaloso protagonista delle notti della dolce vita romana, in seguito transessuale e infine devota cattolica. Le metamorfosi di una vita vissuta in anticipo sui tempi, sempre controcorrente e sfidando le ipocrisie della società. In “Questa cosa chiamata amore”, un malinconico e solitario Truman Capote, rivolgendosi idealmente alla sua amica Marilyn Monroe, ripercorre la propria vita (dal rapporto con la madre alla celebre festa al Plaza dopo il successo di “A sangue freddo”: «Sono un omesessuale, sono un alcolizzato, sono un drogato. Sono un genio!») intrecciandola con alcune morti famose: i Kennedy, John Lennon, la stessa Marilyn. Con l'amara constatazione che è proprio la morte il prezzo da pagare per la celebrità, e di certo «si versano più lacrime per le preghiere esaudite che per quelle non accolte». “Beata oscenità” - prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, con Gianluca Ferrato e la regia di Serena Sinigaglia - debutterà a Bolzano nel novembre 2025, per poi andare in tournée nei principali teatri italiani durante il 2026.
10,00

Sesso e bugie

Sesso e bugie

Woody Allen

Libro: Libro in brossura

editore: La nave di Teseo

anno edizione: 2025

pagine: 160

Fred Savage, un ex pubblicitario vagabondo e paranoico, segue da settimane Jim, uno sceneggiatore, convinto che si sia ispirato alla sua vita per creare la trama di un film di successo. Jim nel frattempo deve risolvere il rapporto con la sua amante, e Fred potrebbe rivelarsi un alleato prezioso. Un ortodontista e sua moglie ospitano la sorella di lei e il cognato appassionato di golf, chirurgo plastico, nella loro grande casa. Quando arriva anche la coppia che un tempo possedeva l’edificio, tutti dovranno ingegnarsi per evitare una strage di fronte alla scoperta di un tradimento. Una brillante psicologa scopre che la sua migliore amica ha una relazione con il marito, così la invita per un confronto. Lei si difende ammettendo che si sono innamorati, ma non vogliono far soffrire nessuno, come se fosse possibile. Peccato che i suoi progetti di vita con l’uomo si rivelano infondati perché il marito, un avvocato stufo della moglie, intende sì cambiare vita ma con una giovane studentessa appassionata di cinema. Dal genio di Woody Allen, tre commedie brillanti sull’infedeltà e sull’amore, tre storie piene di ironia che scavano nel grottesco labirinto delle contraddizioni umane.
16,00

Teatro

Teatro

Fabrizia Ramondino

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 256

Fabrizia Ramondino è una delle voci più rilevanti del secondo Novecento italiano. A rileggere oggi il suo lavoro, ci si accorge di come abbia saputo creare un genere di scrittura che sta al confine tra il saggio e la narrazione, secondo una pratica ormai diffusa in alcune delle espressioni letterarie più significative del nostro tempo. Dopo i romanzi, i racconti, le poesie, i saggi e gli interventi di critica militante, abbiamo adesso il suo lavoro per il teatro, quasi del tutto sconosciuto. Ramondino cominciò a scrivere per il teatro dopo l'esperienza della sceneggiatura di “Morte di un matematico napoletano”, scritta insieme a Mario Martone. Secondo l'amico regista, fu il «folgorante incontro» con l'opera di Thomas Bernhard a spingerla verso la scrittura teatrale. Come sottolinea Ippolita di Majo nella sua introduzione, «nella ricerca dell'unicità della voce poetica attinge a zone profonde della mente e del ricordo, dando vita a personaggi che non si dimenticano. La parola fluisce con libertà assoluta, con il suo dolore, ma anche con il gusto del gioco e dell'ironia. I personaggi che prendono vita dalla sua penna stanno sul bordo di territori della mente inesplorabili». Il volume riunisce quattro opere inedite e di grande forza espressiva: il ritratto di una scrittrice che ha saputo interrogare i tanti aspetti della realtà intrecciando difficoltà e tensioni esistenziali con passione e disincanto.
16,00

Il sangue e il potere. Processo a Giulio Cesare, Tiberio, Nerone

Il sangue e il potere. Processo a Giulio Cesare, Tiberio, Nerone

Corrado Augias, Vladimiro Polchi

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: XIV-106

Cesare alla sbarra per attentato alla Repubblica. Tiberio, mandante della morte di Cristo. Nerone accusato di incendio doloso: tre potenti dell'antica Roma sul banco degli imputati. Perché Caio Giulio Cesare non osò proclamarsi imperatore? Tiberio fu davvero quel mostro di libidine che Svetonio ci racconta? Che cosa sarebbe stato Nerone senza sua madre Agrippina? Per rispondere a queste domande Corrado Augias e Vladimiro Polchi hanno costruito tre mirabili pièces teatrali, tre processi in cui i protagonisti di queste antiche vicende tornano per difendersi dalle accuse. I testi di teatro hanno girato l’Italia con grande successo, lasciando agli spettatori, ieri, e ai lettori, oggi, la domanda: ciascuno di questi tre grandi personaggi è colpevole o innocente?
12,00

Il tagliapietre

Il tagliapietre

Cormac McCarthy

Libro: Libro rilegato

editore: Einaudi

anno edizione: 2025

pagine: 144

Sipario. In scena quattro generazioni della famiglia Telfair, scalpellini neri di Louisville, Kentucky. Il protagonista, Ben, ha imparato dal nonno Papaw che «un muro è fatto allo stesso modo in cui è fatto il mondo. Una casa, un tempio». Così, ora che la vocazione del taglio della pietra in famiglia si va esaurendo, Ben dovrà fare come la casa e il tempio, e come quelli resistere e restare. L’ultima opera ancora inedita dell’autore di “Il passeggero” e “La strada”, l’unica nata in forma teatrale, vede la stampa dopo quasi quarant’anni dalla sua stesura, e incastona la tessera finale in un mosaico immaginifico che non cessa di stupirci. Scritto alla fine degli anni Ottanta, poco dopo “Meridiano di sangue”, pubblicato nel 1994, contemporaneamente alla “Trilogia della frontiera”, il dramma in cinque atti “Il tagliapietre” non ha avuto la stessa fortuna dei capolavori suoi coevi e non ha mai visto una rappresentazione scenica se non parziale. Perché? Ben Telfair, protagonista dell’opera nonché suo deus ex machina, chiamato a riflessioni dall’alto peso specifico, è uno scalpellino nero poco più che trentenne che ha abbandonato gli studi in psicologia per dedicarsi alla lavorazione della pietra come suo nonno, l’ultracentenario Papaw. A legare i due uomini non c’è solo l’arte della costruzione muraria – «il mestiere» come Papaw ama definirlo, quasi non ve ne fossero altri. Ciò che Ben ha scelto di abbracciare è un intero sistema di valori, improntato a rettitudine e onestà. Il resto della famiglia ha scelto diversamente: la moglie di Ben, Maven, ambisce alla professione di avvocato; suo padre, Big Ben, alla pietra ha preferito il cemento e le ricchezze che è in grado di produrre, mentre suo nipote, Soldier, ha fatalmente ripudiato un materiale come l’altro. Ben ha radici solide e crede di poter aggiustare tutto. Ma non può. Per quale ragione, dunque, questo quintessenziale paladino mccarthiano non ha mai trovato posto su un palcoscenico? Troppo ricco il linguaggio, è stato detto, dilatato fra il dialetto del Sud e la solenne prosa biblica, troppo metafisico il sottotesto, troppo ardito l’alternarsi dei due Ben sulla scena. Forse, invece, “Il tagliapietre” ha solo scontato un gap temporale. Ora, dopo i dialoghi serrati di Bianco e Nero in “Sunset Limited” e la resilienza testarda del padre in “La strada”; dopo le struggenti peregrinazioni di Bobby Western nel “Passeggero”, è tempo che anche Ben Telfair si unisca alla schiera degli eroi mccarthiani che portano il fuoco e che “Il tagliapietre” vada a occupare il posto che gli compete.
15,50

Lettere a Bernini

Lettere a Bernini

Marco Martinelli

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2024

pagine: 56

"Lettere a Bernini" si svolge interamente in un afoso giorno d'estate dell'anno 1667. In scena, nel suo studio di scultore, pittore e architetto, il vecchio Gian Lorenzo Bernini, la massima autorità artistica della Roma barocca. Bernini è infuriato con Francesca Bresciani, intagliatrice di lapislazzuli che ha lavorato per lui nella Fabbrica di San Pietro e che ora lo accusa, di fronte ai cardinali, di non pagarle il giusto prezzo per il suo lavoro. Nell'infuriarsi con la donna, Bernini evoca l'ombra dell'odiato rivale, Francesco Borromini, il geniale architetto ticinese. Ma con l'inaspettata notizia del suicidio di Borromini, la furia cederà il passo alla pietas e al riconoscimento del valore dell'opera del collega. Del resto, chi può comprendere fino in fondo la grandezza di un artista? Il suo rivale. Il suo avversario. Il suo simile. Attraverso una drammaturgia in cui la voce monologante dell'attore e quella di Bernini si rincorrono e sovrappongono senza soluzione di continuità, come scolpendo nel vuoto presenze, figure e ricordi, l'opera di Martinelli ritrae il grande artista, ma anche l'uomo irascibile e violento, scaltro e cinico nel servire il potere, e ci mostra un Seicento che parla di noi, sospeso tra il secolo della Scienza nuova e l'attuale imbarbarimento, sempre piú incombente.
10,00

Drammi borghesi

Drammi borghesi

Henrik Ibsen

Libro: Libro rilegato

editore: Mondadori

anno edizione: 2024

pagine: 1800

Composti tra il 1877 e il 1899, i “drammi borghesi” costituiscono una sorta di canone all’interno della produzione teatrale di Ibsen. Per la prima volta i dodici testi vengono pubblicati con un’ampia appendice di abbozzi e altri documenti largamente inediti in italiano, tra i quali spicca la prima stesura completa di "Una casa di bambola", uno dei drammi ibseniani più iconici e rappresentativi. La traduzione e il commento, a cura di Franco Perrelli, si basano sulla più recente edizione degli Skrifter, mentre l’Introduzione costituisce un affondo nella storia della cultura norvegese, ed europea, in cui si colloca la scrittura dell’autore. Degna di nota è inoltre la stretta relazione che già sussiste fra il lavoro di traduzione di Perrelli e la scena: la versione di Spettri fu commissionata, agli inizi degli anni Novanta, da Orazio Costa per Ileana Ghione (che non ebbe occasione di rappresentarla), ma è stata ripresa per la regia di Walter Pagliaro nel 2020; Gabriele Lavia ha invece messo in scena Le colonne della società (col titolo I pilastri della società) nel 2013.
80,00

Mein Kampf. Da Adolf Hitler

Mein Kampf. Da Adolf Hitler

Stefano Massini

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2024

pagine: 72

Scriveva Primo Levi che niente è più necessario della conoscenza per evitare il ripetersi della tragedia, soprattutto se essa prende forma lentamente nella progressiva seduzione delle masse. A un secolo di distanza da quando Adolf Hitler dettava il suo manifesto politico in una cella di Landsberg am Lech, quelle pagine sono diventate uno dei simboli del male assoluto, e come tali sottoposte all’anatema laico che ne ha fatto un libro proibito. Ma questo cono d’ombra, figlio di una freudiana rimozione, ha contribuito ad accrescerne la mitologia fino a quando, nel 2016, la Germania ha deciso di consentirne nuovamente la distribuzione in libreria proprio per smontarne la leggenda e percepirne gli echi nel presente, con la consapevolezza che niente può distruggere l’orrore più del senso critico, e dunque la riconversione del mostro nei perimetri della realtà. Sì, perché “Mein Kampf” è in fondo solo l’autobiografia di un trentacinquenne delirante alla ricerca di capri espiatori e di sfoghi esistenziali, con l’aggravante però di una spiccata propensione all’empatia, agli albori di un Novecento che nel carisma avrebbe eletto la propria apoteosi. Da questa formula, ripetibile e tuttora emulata a ogni latitudine, discende l’urgenza di confrontarci ora più che mai con un testo mai morto, capace di riproporsi sotto marchi e colori diversi soprattutto in un’epoca in cui la propaganda si è ramificata online, e ci raggiunge ormai capillarmente. Dopo molti anni di ricerca e di scrittura, notomizzando parola per parola del testo originario, con l’innesto di centinaia di discorsi e dichiarazioni dello stesso Hitler, Stefano Massini ci consegna la sua biopsia del testo maledetto, un feroce distillato in cui la religione nazista di rabbia e paura, il culto dell’io e l’esaltazione della massa ci appaiono in tutta la loro forza di potentissimo déjà-vu.
11,00

Il teatro dialettale di Egidio Bonomi. Tutte le opere
38,00

Il filo di mezzogiorno. Versione teatrale di Ippolita di Majo

Il filo di mezzogiorno. Versione teatrale di Ippolita di Majo

Goliarda Sapienza

Libro: Libro in brossura

editore: Einaudi

anno edizione: 2024

pagine: 72

“Il filo di mezzogiorno” è il secondo romanzo che Goliarda Sapienza ha pubblicato, nel 1969. Racconta l’esperienza psicoanalitica dell’autrice, il complesso rapporto con l’analista e, attraverso le varie sedute, tutto il percorso della sua vita, a partire dal trasferimento dalla Sicilia a Roma e dai corsi di arte drammatica che tanta parte avrebbero avuto per la sua formazione. Nella versione teatrale ricavata da Ippolita di Majo ci sono due piani scenici che si sovrappongono in continuazione: quello onirico e delirante di Goliarda e quello, più realistico (ma fino a che punto?) delle sedute col suo psicoanalista. Attraverso l’alternarsi e il confondersi di questi due piani Goliarda insegue la sua memoria, le sensazioni, le libere associazioni recuperando a poco a poco la coscienza della propria identità, ottenebrata dal ricovero in clinica psichiatrica e dai ripetuti elettroshock. Il duro e ambiguo corpo a corpo con l’analista sembra finire, a volte, per invertire i ruoli dei due personaggi. Il testo è stato rappresentato con molto successo al Teatro Mercadante di Napoli, al Carignano di Torino, all’Argentina di Roma, al Parenti di Milano e in altri teatri italiani, con Donatella Finocchiaro e Roberto De Francesco e la regia di Mario Martone.
10,00

Omero, Iliade

Omero, Iliade

Alessandro Baricco

Libro: Libro in brossura

editore: Feltrinelli

anno edizione: 2022

pagine: 176

Questo volume nasce da un progetto di rilettura del poema omerico destinato alla scena teatrale. Baricco smonta e rimonta l'Iliade creando ventun monologhi, corrispondenti ad altrettanti personaggi del poema e al personaggio di un aedo che racconta, in chiusura, l'assedio e la caduta di Troia. L'autore "rinuncia" agli dei e punta sulle figure che si muovono sulla terra, sui campi di battaglia, nei palazzi achei, dietro le mura della città assediata. Tema nodale di questa sequenza di monologhi è la guerra, la guerra come desiderio, destino, fascinazione, condanna. Un'operazione teatrale e letteraria insieme, dalla quale emerge un intenso sapore di attualizzazione, riviviscenza, urgenza, anche morale e civile.
10,00

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